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Autore: Zwart Bloed    22/08/2012    3 recensioni
Dal prologo:
" Aredhel, contrariata, cercò di scendere dalle sue spalle e continuare il duello.
-Vai! Tieni a mente la nostra promessa e vattene!- urlò il ragazzino, fermandola.
-Ma...
-Niente ma! Scappa, corri via di qui!
E detto questo la spinse oltre lo squarcio. [...]
Spaventati e sconvolti di trovarsi una ragazzina simile nel giardino, comparsa dopo una luce cremisi accecante, nessuno dei due sposi riuscì a parlare.
Fu Sanne a rompere il silenzio creatosi. Si avvicinò alla bambina che li guardava smarrita e confusa, si chinò sulle ginocchia per raggiungere la sua altezza e le mise la mani sulle spalle.
-C-chi sei tu, piccolina? Cosa ci fai qui?- domandò tra un balbettio e l'altro. La piccola ragazzina la guardò negli occhi per molto e, quando decise di potersi fidare, socchiuse le sottili labbra per parlare.
-Io non lo so- rispose mentre una lacrima di sangue le rigava il volto."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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5. Dragon's Heart

Cuore di Drago

 

 

 

30 Idril 15.689 d.C, sei giorni dopo, nella Caverna del Drago

Sei sicuro che funzionerà?- disse Aredhel in tono dubbioso.

Ragazza, te l'avrò ripetuto cento mila volte che questo piano funzionerà se tu ti atterrai ai tuoi compiti– sbottò il Drago dorato spazientito.

Ok.. Ok.. Ho capito.. Non c'è bisogno che ti scaldi tanto..– disse a mo' di lamento la giovane elfa. Ma Eridor scoprì le zanne, conscio che lei covava ancora dei dubbi.

Smettila di lamentarti e procedi!

Ma io..

Niente ma! Fallo e basta!

Aredhel alzò il pugnale Isilrà nella mano destra e lo abbassò di scatto con un attimo di esitazione.

Sangue sprizzò nell'aria, e il suo odore si diffuse nella caverna.

 

 

A sessanta miglia da Dorthonion

Perciò.. durante la Cerimonia dei Sacrifici in onore alle Dee Vita, Morte e Nefer; noi attaccheremo dal lato nord e dal lato sud, in modo da costringere gli eserciti a dividersi per combattere su due fronti.– concluse Adrian, Generale Supremo dell'esercito del Signore della Notte.

Era in piedi poggiato su un tavolo, sul quale era distesa la mappa dei sette Regni di Helmi. Insieme a lui c'erano altri cinque suoi sottoposti, ma sempre Generali dell'esercito.

Suo fratello Dorian, anche lui Generale Supremo, e lui stavano discutendo con gli altri il primo d'attacco per il nuovo assedio alla città di Dorthonion.

Nessuno dei due sapeva che la Principessa era tornata, o meglio Adrian lo sapeva, e contavano di abbattere la difesa del castello prima di mezzogiorno di mercoledì prossimo.

Come dovremo dividere le truppe? Equamente?– domandò un Generale alla sinistra del corvino.

No. È molto semplice: tre di voi e delle vostre legioni, attaccheranno il lato Nord, quello più vicino al Tempio delle Dee; i restanti, attaccheranno il lato Sud della città.– rispose lui segnando tutto sulla mappa.

La città ha quattro porte principali e quattro inferiori. Le principali sono situate a Nord, a Sud, a Est e a Ovest; la prima e la seconda si aprono sulle vie commerciali più importanti del Regno, mentre la terza si apre sulla Foresta d'Ombra e i Monti del Drago, e la Quarta invece si apre a qualche miglia dal Mare, sul quale è situato il Porto. Le quattro inferiori sono invece a nord-est, sud-est, sud-ovest e nord-ovest, quelle non saranno necessarie all'attacco, ma sarebbe meglio tenerle d'occhio per ogni evenienza dall'interno.– disse Dorian, informando gli altri sui dettagli del piano.

Un piano eccellente non c'è che dire, davvero– disse un uomo alla sua destra. –Quando sarà la Cerimonia?

Questo pomeriggio.– annunciarono i due fratelli all'unisono con un sorriso sadico.

L'aria si riempì di tensione ed eccitazione per l'imminente assedio.

E voi due?– disse all'improvviso un terzo Generale. –Cosa farete mentre noi combattiamo?

Adrian sbuffò, il sorriso spento.

Data la nostra età, il Signore della Notte vuole che noi due assistiamo all'assedio dall'alto. Ma tra qualche anno ci uniremo anche noi a voi e alle vostre armi, non temete.– rispose con voce fredda.

Ora potete andare, dovete finire gli ultimi preparativi prima di partire– li congedò Dorian.

Finalmente soli, i due gemelli si sedettero l'uno accanto all'altro nella grande tenda del loro accampamento.

A cosa pensi?– disse ad un certo punto il moro.

Al Castello di Dorthonion– rispose Adrian. –Mi fa uno strano effetto dover attaccare quella che una volta chiamavo casa.

Non capisco. Eppure dovresti aver capito perché lo fai.. Secondo Kalin, se tutti i Regni del Pianeta fossero uniti sotto un solo stesso Re e non sotto diversi Regnanti che fanno rapporto ad un autorità superiore, non ci sarebbe più la Guerra immotivata. Quella spinta solo dalla sete di nuovi territori, ma sarebbero tutti uniti. Questo lo sai, no?– gli chiese Dorian pensieroso. Ma il corvino evitò il suo sguardo.

Certo che lo so. È solo che mi fa uno strano effetto, tutto qua.

Il moro non sembrava affatto convinto, e lo capì dall'occhiata che gli riservò.

Va bene, ma ora è meglio se ti riposi fratellino. Siamo dodicenni, abbiamo bisogno di essere in forze per questi viaggi– raccomandò prima di uscire dalla tenda e di dirigersi nella propria.

Adrian era rimasto solo.

Vorrei poterci riuscire..– si disse passandosi una mano tra i capelli.

 

 

Manca poco ormai– si incoraggiò Aredhel. Sentiva dolori in tutto il corpo.

E la bisaccia di nuovo piena che portava a tracolla non era certo leggera, specialmente il contenuto.

La prossima volta devo assicurarmi che quello che sto per fare non mi sfatichi troppo..– si lamentò ancora. Era appena uscita dalla Foresta quando avvistò in lontananza le mura esterne di Dorthonion. Accelerò impercettibilmente il passo, ormai sfiancata.

Dopo un'oretta di minuti entrò nella città, ma le vie erano deserte.

Ma cosa..?– poi ricordò: era il giorno della Cerimonia dei Sacrifici. Ecco un buon motivo per recarsi al Tempio, la sua vera meta.

Perciò riprese il cammino e una decina di minuti dopo giunse in vista del Tempio.

Stavano ancora celebrando la messa, perciò dovevano essere più o meno le tre di pomeriggio, minuto più minuto meno.

Quando i Regnanti la videro fecero tacere tutto. L'Oracolo invece si limitò a fissarla.

La folla si girò verso di lei, e Aredhel si fece largo tra le persone, riconoscendo Melin, la giovane donna che l'aveva aiutata e che le sorrise, fino ad arrivare davanti all'altare, posto all'entrata del Tempio dato che tutta quella gente non poteva entrare in quel posto.

Il Generale Altomare fu il primo a parlare, alla destra del Re.

Ragazza, hai compiuto la tua prova?– domandò.

Non sarei tornata altrimenti!– disse la giovane a mo' di risposta. Evidentemente il sangue scuro che aveva sulla camicia non bastava.

Quindi l'hai superata!– esordì la madre Merion. L'elfa annuì verso di lei.

Hai portato quello che le Dee hanno richiesto?– parlò allora l'Oracolo.

Aredhel si tolse la bisaccia dalla spalla, la aprì e mise la mano dentro.

Dopodiché la estrasse di scatto da essa facendola cadere a terra e sollevò il braccio in alto: il cuore di Eridor, Drago Guardiano del Regno della Luce, era stretto nel suo pugno.

 

Tutti trattennero il fiato. Aredhel teneva alto il cuore del Drago per far in modo che tutti lo vedessero.

In quel momento l'Incantatrice ebbe un mancamento e cadde in ginocchio, ma quando si rialzò era di nuovo l'Oracolo e le Dee parlavano al mondo attraverso il suo corpo.

Aredhel di Dorthonion, Principessa del Regno della Luce, ci hai portato il cuore di Eridor, il Drago Guardiano del Regno della Luce, Primo Membro del Cerchio dei Guardiani. Hai fatto come noi ti abbiamo chiesto, quindi hai superato la prova– disse con l'eco di tre voci. Il popolo esultò.

Ma hai anche commesso un sacrilegio uccidendo quel Drago.

Aredhel abbassò il braccio col cuore, il quale lo prese tra le mani a coppa.

Io non ho ucciso proprio niente– sogghignò l'elfa.

Cosa?!– esclamarono all'unisono Re e Regina, il Generale e l'Oracolo, o meglio, le Dee. La giovane emise una specie di richiami simile a un fischio. Subito un ruggito giunse in risposta.

Presto il popolo e gli altri si voltarono a Est e videro una sagoma dorata alzarsi dagli alberi e ingrandirsi sempre di più: man mano che si avvicinava si potevano distinguere enormi ali, quattro zampe ed un muso aperto nell'atto di ruggire.

Eridor il Drago era vivo.

Uno spazio si allargò in mezzo alla folla, per permettere al Drago di atterrare.

Come hai fatto?!– esclamò Altomare. La creatura si affiancò alla ragazza.

Tutti, le Dee persino, hanno dimenticato un'antica magia, antica quanto la Creazione– iniziò con la sua voce profonda.

La magia del Battesimo.– disse Aredhel. L'Oracolo sussultò, poi si aprì in un sorriso. Ma alcuni di loro non sapevano di che si trattava, perciò il Drago e l'elfa si unirono nella spiegazione.

Alcuni bambini, inspiegabilmente, vengono scelti dai Draghi e vengono battezzati da essi. Durante il Battesimo, il Drago non rivela mai la sua identità, ma viene sempre riconosciuto da bambino che ha battezzato, perché si crea un forte legame tra loro.– disse Eridor.

Io riconobbi Eridor nel Drago che mi battezzò, perciò non lo uccisi. Ma ero disperata perché sarei stata esiliata dal mio Regno.– continuò Aredhel. Il Drago dorato emise un basso rumore gutturale, come per consolarla.

Io non volevo farle del male e non volevo che finisse nei guai per una colpa che in parte era anche mia. Perciò chiesi consiglio alla Madre Terra, che nulla dimentica mai. E lei mi ricordò questa Magia, che avrebbe potuto salvarci ad entrambi–

Eridor allora mi ha informato del piano che avremmo seguito: avrei dovuto chiedergli di donarmi il suo Cuore, ma per farlo serviva un tributo di sangue che io avrei donato, insieme a lui ovviamente. Dopo ciò, guarimmo le nostre ferite con un Incantesimo. E poi, lui mi diede il suo Cuore.– concluse lei alzando nuovamente le mani a coppa. Eridor allora, con un artiglio della zampa destra, si scoprì una specie di buco nel petto, sotto le squame e la carne, esattamente dove doveva trovarsi il suo cuore. Una volta aperto quel posto, l'organo tra le mani dell'elfa cominciò a pulsare, quasi fosse vivo. Allora la ragazza si girò e lo mise dove doveva stare, vale a dire nel petto del Drago, dopodiché si sigillò di nuovo con una debole luce bianca.

L'Oracolo, dopo quel silenzio passato ad ascoltare, parlò ancora per conto delle Dee.

Aredhel, Eridor, grazie al vostro legame dovuto alla magia che avete appena raccontato, siete riusciti a superare la prova della Principessa evitando un esilio, ed un sacrilegio.– dissero le voci da quel corpo. Ma la terza, quella che Aredhel supponeva appartenesse a Nefer la Dea del Caos, non sembrava felice come le altre; forse se l'era solo immaginato. –Perciò siete liberi.

La folla esplose in un grido di gioia. Orion e Merion corsero giù dalle scalette del tempio e abbracciarono la loro carissima figlia.

Mi dispiace di aver dubitato di te, figlia mia!– si scusò suo padre.

Non serve, anche io avrei fatto la stessa cosa se il mio Regno fosse stato a rischio–

Anch'io chiedo umilmente perdono, Vostra Maestà. Ho offeso la vostra dignità dubitando di voi.– disse il Generale Supremo Altomare, inchinandosi di fronte a lei.

Alzati Generale e non ti scusare, hai svolto il tuo compito a meraviglia– rispose Aredhel.

Ma prima che potesse dire altro l'allarme suonò.

Ogni cittadino, lei, il Drago, l'Oracolo, tutti si immobilizzarono.

Erano sotto assedio.


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Eccolo qui, il quinto capitolo :asd: sono grande xD come ho detto prima non avevo niente di meglio da fare che scrivere,
Infatti il capitolo 6 è in elaborazione da due giorni e tra poco sarà terminato, riletto, corretto, e pronto per l'aggiornamento!!
(Amo il mio nuovo Pc portatile, facilita le cose *-*) 
Ed ecco quindi il seguito alla misteriosa prova che alcuni di voi attendevano con ansia :asd:
Ho ricevuto minacce persino per evitare di far del male ad Eridor (laila :asd:) Muahaha... ecco a te cara!
Adesso, vado, ciao ciaooo! Al prossimo capitolo!!
Aredhel

   
 
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