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Autore: REAwhereverIgo    22/08/2012    4 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Non sei simpatico

Quando suonò la prima ora, Rea cercò di pensare a un qualsiasi modo per far sì che il motociclista non la torturasse, ma non ce ne fu bisogno: il gruppetto di galline che ogni classe che si rispetti possiede fu intorno al ragazzo in tre secondi netti.

“Piacere, io sono Ginevra” si presentò la prima.

“Io sono Matilde” continuò la seconda.

“E io Maria” concluse la terza.

Rea alzò gli occhi al cielo e si tranquillizzò: un ragazzo che piaceva a loro non sarebbe mai potuto piacere a lei. E soprattutto, un ragazzo che si faceva incantare da loro non poteva sicuramente innamorarsi di lei. Appreso questo, si godette la scena con Laura e Emma al suo fianco che la fissavano male.

Ehm, ehm” si schiarirono entrambe la voce e lei si girò. Nel vedere il loro sguardo, Rea rimase sorpresa.

Che c’è?” domandò, fissando le sopracciglia alzate delle sorelle.

Lo dovremmo chiedere noi a te” le rispose Laura.

E perché mai?” si stupì.

La bionda, semplicemente, indicò il motociclista.

Ah, per quello! Niente, mi ha quasi ammazzata l’altra sera, quando voi mi stavate torturando per sapere della musica. Ero scappata dalla finestra e lui mi ha superata in moto, quasi staccandomi un braccio. Tutto qui” spiegò.

Tornò a fissare quelle tre che si mangiavano Fabio con gli occhi.

Le dava leggermente noia che esistesse qualcuno come loro, a cui piacevano solamente i bellissimi e fichissimi. Se le immaginava già che discutevano su chi avrebbe dovuto farselo per prima, e le venne la nausea.

Fortunatamente i suoi pensieri furono interrotti dalla professoressa di inglese, e lei si concentrò sulla spiegazione.

 

 

Sentite, io ho già bisogno di vacanze. Stasera si esce senza storie, capito?” decise Emma.

Decisamente” annuì Rea.

Sicuramente” confermò Laura.

Si misero a parlottare sul programma di sabato quando si avvicinò a loro Johan.

Mi posso aggregare?” domandò.

La bionda si zittì e arrossì violentemente, mentre le altre due cercarono di trattenersi dal ridere.

Johan era loro amico da sempre, più o meno. Rea lo ricordava da quando si era trasferita in casa Stevens e ci aveva legato subito. Tra le tre sorelle era la più maschiaccio e non aveva fatto fatica ad appassionarsi a videogiochi, fumetti e arrampicate sugli alberi. Certo, anche Laura era fanatica di quelle cose, però non si allontanava mai dai trucchi e dallo shopping, mentre lei non riusciva a sopportarli. Sotto questo aspetto, stava meglio con i ragazzi che con le ragazze.

Sì, certamente” rispose lei. La bionda era rimasta zitta e Emma si mise a ridere, prendendosi una gomitata nelle costole.

Che fanno?” chiese Johan indicandole con il mento.

Le stupide” rispose Rea ridendo.

Laura si era innamorata del ragazzo otto anni prima, quando lui l’aveva riportata a casa dopo che si era fatta male cadendo dalla bicicletta. Si era sbucciata un ginocchio e si era messa a piangere e lui, trovandola in quelle condizioni, se l’era caricata sulle spalle e l’aveva accompagnata. Fondamentalmente lei non si era fatta nulla, però in quel momento aveva avuto un batticuore forte e non voleva assolutamente scendere da lì. Quando era arrivata a casa, Johan l’aveva salutata e se n’era andato.

Solo dopo Rea e Emma si erano rese conto che lei stranamente si zittiva quando il ragazzo era in giro e non avevano impiegato molto a fare due più due.

Ehi, a proposito, più tardi vado in libreria a comprare un nuovo manuale per i videogame. So che tu volevi andarci per comprare qualcosa di qualcuno, andiamo insieme?” le propose, sorridendo.

Qualcosa di qualcuno è l’Amleto di Shakespeare, idiota! Comunque vengo volentieri, così mi fai vedere il manuale” accettò.

Sentì Laura irrigidirsi al suo fianco, ma, quando Johan fu andato via, si voltò con un gigantesco sorriso stampato in faccia.

Sono un genio!” esultò. Entrambe la fissarono senza capire.

Perché quelle facce confuse?” domandò senza perdere il buonumore.

Perché non abbiamo ben capito la tua genialità” rispose Emma. Rea si sedette meglio e la fissò.

Ok, allora cerca di ragionare come ho ragionato io. Laura non riesce a parlare con Johan perché si vergogna, giusto?

E l’unica delle tre che sa fare un discorso serio con un ragazzo sono io, mi segui?

Penso di sì

Ecco. Quando è con voi sicuramente non parlerebbe mai dei suoi problemi di cuore, però…

Però se voi foste soli sicuramente ti direbbe qualcosa!” esclamò Emma, afferrando il punto.

Esattamente!” confermò lei, soddisfatta.

Io non ho capito” sussurrò Laura, imbarazzata. Le altre due la guardarono ridendo, divertite dalla sua ingenuità.

Ho intenzione di chiedere al tuo principe azzurro se per caso sta pensando a qualcuna in questo momento” le spiegò Rea, continuando a ridere.

Non sono sicura di volerlo sapere” ammise la bionda, un po’ impaurita.

Vedendo la titubanza della sorella, la ragazza le fece l’occhiolino.

Fidati di me: vi metterete insieme in quattro e quattr’otto” promise.

Quel pomeriggio, dopo aver lasciato Emma e Laura a casa a prepararsi con il programma di tornare a prenderle con Johan dopo essere stati in libreria, Rea uscì di casa felice e sicura di sé. Niente poteva rovinarle il primo sabato libero dopo l’inizio della scuola e, soprattutto, niente avrebbe dovuto rovinarle il piano perfetto ideato per capire se al ragazzo piacesse sua sorella. O quasi.

 

 

Tu non stai bene” commentò Johan.

Perché?” domandò Rea, fissandolo curiosa.

Lui, semplicemente, indicò la pila enorme di libri che aveva in mano e la guardò alzando un sopracciglio.

Che c’è? Sono solo un paio di volumi” si giustificò lei, arrossendo.

Un paio di volumi? Sono almeno otto!” esclamò l’altro.

Dettagli” minimizzò la ragazza, avvicinandosi alla cassa.

Teneva gli acquisti in braccio e non vedeva benissimo dove andava, così finì per inciampare su uno scatolone. Si preparò allo schianto prima ancora di aver toccato terra e chiuse gli occhi, aspettando l’impatto. Due secondi dopo, si rese conto che qualcuno l’aveva fermata a mezz’aria e adesso la stava reggendo.

Grazie Johan che mi ha…” ma si bloccò, vedendo che l’amico le era davanti e non dietro.

Figurati, lentiggine” rispose una voce dietro di lei. Rea s’irrigidì e alzò lentamente lo sguardo.

Ciao” la salutò Fabio. La ragazza cercò di divincolarsi, ma lui le tenne ferme le braccia.

Si usa dire grazie quando qualcuno ci salva la vita” le fece presente. Lei quasi ringhiò.

Non ho intenzione di ringraziare uno come te” rispose.

E io non ti lascio” ribatté lui. Rea iniziò a muovere i piedi tentando di pestarlo, con il solo risultato di farsi imprigionare una gamba tra le sue. Lui si avvicinò al suo orecchio.

Dimmi grazie e puoi andare” ripeté. Sentì il suo respiro sul collo e le vennero i brividi.

Perché vuoi sentirtelo dire?” domandò, rimanendo lucida a fatica.

Perché è buona educazione” disse semplicemente. La ragazza strinse i denti e abbassò la testa.

Grazie, va bene?” urlò arrabbiata.

Benissimo” rispose lui. La tirò su e le liberò braccia e gamba, facendole ritrovare l’equilibrio.

Sei uno stronzo, posso dirtelo?” lo offese Rea, guardandolo in faccia. Fabio rise.

Puoi dirmelo, ma non me ne curo. Personalmente, penso che tu mi abbia giudicato fin troppo in fretta, lentiggine

E smettila di chiamarmi con questo soprannome idiota!” gridò.

Perché? A me piace! E poi è simpatico” le spiegò.

A me, invece, non piace, e poi non è simpatico. Anzi, TU non sei simpatico!” rispose.

Il ragazzo le si avvicinò ad un orecchio.

Prima o poi cambierai idea su di me” le sussurrò. La sorpassò e se ne andò, mettendosi le mani in tasca.

N… Non accadrà mai!” gli urlò dietro, sentendosi avvampare. Rimase a fissare il punto dove lui era sparito fin quando Johan non le schioccò le dita davanti agli occhi e la riportò alla realtà.

Quello non era il nostro nuovo compagno di corso?” domandò.

Sì, era lui” rispose la ragazza, recuperando i libri da terra.

Oh. Siete intimi, vedo” commentò lui. Rea lo guardò male.

Nemmeno per idea” negò.

Io li detesto i bellimbusti come quello là” gli fece presente. Poggiò i volumi sul banco e tirò fuori il portafoglio.

Quant’è?” chiese alla commessa. Lei sorrise.

Niente, signorina” le disse.

Che cosa?” domandò la ragazza, pensando di aver capito male.

Quel ragazzo che se n’è appena andato ha lasciato detto di non farla pagare e che tornerà più tardi per saldare il conto” le spiegò. Rea si sentì morire.

Sta scherzando?

No di certo. Mi ha detto di darle questo, se può servire” le passò un foglietto scritto con grafia composta e elegante. Accetta il regalo in segno di scuse per l’altra sera. Buona lettura lentiggine!

Io lo uccido” commentò, stropicciando il pezzo di carta.

 

 

Quella sera fu intrattabile per tutto il tempo. Stette zitta quasi completamente, rispondendo male se qualcuno le faceva qualche domanda. Emanava influssi negativi da tutti i pori.

Ma le è successo qualcosa?” chiese Emma a Johan.

Il suo ragazzo le ha pagato i libri e a lei non va giù” spiegò lui. Le sue sorelle la fissarono.

IL SUO RAGAZZO?!” esclamarono sorprese. Rea strinse i denti e lanciò a tutti e tre un’occhiata fulminante.

NON.E’.IL.MIO.RAGAZZO!” rispose, scandendo bene ogni parola.

Ma di chi stiamo parlando?” domandò Laura.

Del nuovo arrivato, Daniels” le disse l’amico.

Ah, il motociclista! Ho visto la sua moto parcheggiata sotto scuola quando siamo uscite. Dovevate vedere la faccia di Ginevra quando gli ha chiesto se l’accompagnava a casa e lui, con sguardo di superiorità, le ha detto che sulla sua moto ci sale solo lui. Credevo che l’avrebbe accoltellato” rise Emma.

Rea, senza farlo notare a nessuno, si sentì stranamente sollevata nel sapere ciò. Magari, per una volta, esisteva un ragazzo abbastanza intelligente da non farsi abbindolare dai modi di fare di quelle tre ochette.

Comunque, se è stato così gentile da pagarti i libri, perché non lo ringrazi, invece di comportarti da zitella inacidita quale sei?” le domandò Laura, ridendo.

Perché pensa di poter comprare la mia simpatia

Ma va’! secondo me si voleva scusare e basta

E di cosa?!

L’hai detto tu che ti ha quasi staccato un braccio l’altra sera!” le ricordò Emma.

Sì, ma non bastava dirmi scusa se ho tentato di ammazzarti?” chiese Rea, esasperata.

Sai, penso che tu sia troppo orgogliosa” commentò Johan.

Io non sono orgogliosa!” ribatté lei.

E permalosa” aggiunse Laura.

Non è vero, io…

E acida!” rincarò Emma.

Avete finito di insultarmi? Sono abbastanza arrabbiata già così!” esclamò, stanca di quell’interrogatorio. Rimasero tutti zitti per un minuto intero, che sembrò interminabile.

Senti, se proprio ti dà tutta questa noia che lui ti abbia pagato i libri, un modo c’è perché tu ti metta in pari” le disse, sospirando, la mora.

Cioè?” domandò lei, rincuorata.

Restituiscigli i soldi, semplicemente. Glie li fai trovare sul banco lunedì mattina e siamo tutti felici” spiegò. Rea s’illuminò.

Emma, sei un genio!

 

 

In camera sua, quella sera, scrisse un biglietto e lo sigillò in una busta con i soldi.

Non mi piace accettare regali dagli sconosciuti. Ecco qua quello che ti devo, non voglio avere debiti, con te soprattutto. Smettila di torturarmi!

Rea

 

  
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