3.
Andromeda Black
Il suo nome era ormai solo un ricordo, una bruciatura su un arazzo muffito.
Il suo nome le era sempre pesato sulle spalle come un macigno, come una zavorra che la mandava a fondo, sempre più giù nell’abisso.
Il suo nome le aveva sempre ricordato quella parte della sua anima che cercava di nascondere, quella parte che persino lei rinnegava.
Quasi al centro del suo petto, leggermente spostato a sinistra, il cuore di Andromeda non l’aveva mai ingannata: lui sapeva riconoscere il bene.
La sua mente invece rischiava di tradirla. Sempre più giù nell’abisso.
[94 parole]
N.d.A.
Andromeda ha a che fare con il suo “lato oscuro”, con la parte della sua anima che in qualche modo la rende una Black, nonostante tutto. Come se Andromeda si guardasse in uno specchio e vi vedesse riflessa la parte oscura di se stessa. Una parte che lei cerca di rinnegare, di illuminare con il bene, ma che a volte rischia di emergere in superficie. Vedo la sua mente - i suoi intricati pensieri - come la sede perfetta per la confusione che l’assilla. Il cuore, invece, non dubita mai. E non sbaglia.