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Autore: Stella Black Harris    23/08/2012    1 recensioni
Attenzione: la seguente fan fiction è priva di bimbominchità varie, quindi, se pensi di trovarci cinque Mary Sue che faranno innamorare i ragazzi al primo sguardo, cambia aria bella!
Se non fate parte di questa categoria, recensite, ricambierò con piacere ;)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Chapter 3Tonight Tonight

Era venerdì mattina. Liam Payne rotolò pigramente tra le lenzuola e cadde con un tonfo sulla moquette. Fece un tentativo di rialzarsi ma il caldo torrido e la stanchezza non glielo permisero. Sospirò e si accoccolò sul pavimento morbido come un cucciolo, riaddormentandosi in pochi minuti.
Qualche ora dopo, il suo sonno fu nuovamente disturbato da un oggetto vibrante che gli cadde dritto in faccia. Lui si scosse sbattendo la testa sul comodino, e imprecando per il dolore. Recuperò il cellulare che era caduto poco distante e vi lesse un messaggio:
Dobbiamo parlare.
                           -Danielle”
Alla vista di quelle parole afferrò il cellulare e lo scagliò contro il muro, senza curarsi della batteria che finì fuori dalla porta e dritta sulle scale. Guardò l’ora sull’orologio a parete in corridoio e decise che era ora di prepararsi per la scuola, anche se l’idea non lo entusiasmava per niente.
Arrivato davanti all’edificio con uno sforzo sovrumano, scese dall’auto e deglutì sbattendo la portiera. Qualche studente lì vicino si voltò, ma preso da chissà quali pensieri Liam non se ne curò.
“Ehi amico, non si usa più aspettare?”. Andy Samuels si affrettò dietro all’amico.
Lui lo salutò con un cenno della mano, senza nemmeno voltarsi. “Sì scusa, ho il test di matematica oggi”. Si sforzò di sorridere per qualche secondo.
Andy si fermò di colpo. “Liam, sono il tuo migliore amico da... sempre!”, esclamò allargando le braccia, “credi davvero che non me ne accorga quando c’è qualcosa che non va?”.
Liam sospirò, la mano ancora appoggiata all’armadietto. “Ok, vieni con me”. Trascinò l’amico per un braccio dentro una classe, controllando tramite la finestra sulla porta che fosse vuota. Si voltò verso Andy, che lo fissava preoccupato torcendosi le dita. “Credo che Danielle voglia rompere con me”, disse alla fine guardando in basso.
Andy trattenne leggermente il fiato avvicinandosi all’amico, per poi posargli una mano sulla spalla. “Hai detto credo”, cercò di rassicurarlo con un accenno di sorriso, “significa che non ne sei sicuro”.
“Ha detto che dobbiamo parlare”, rispose Liam abbandonandosi su una sedia, “è ovvio che vuole lasciarmi. Non ci vediamo da due settimane per colpa di quelle stupide prove”.
Il biondo si sedette sulla cattedra di fronte all’amico e sospirò. “Non è colpa tua, sai che lei tiene davvero a te, magari vuole soltanto fartelo sapere, magari vuole dirti che ti ama.
Liam si alzò di scatto, rosso di rabbia. “Sappiamo entrambi che non lo farà”, urlò stringendo i pugni, “quante volte avrebbe potuto farlo e non l’ha fatto? Davvero, non so perché sto ancora con lei!”, concluse uscendo e sbattendo la porta, rifugiandosi tra la folla di studenti che si riversava nei corridoi.
 
Niall sbuffò recandosi nella classe di Economia 3, classe che era costretto a ripetere a causa dei suoi scarsi voti durante l’anno precedente.
Si sedette a fatica dietro un banco in seconda fila, in posizione strategica dietro alla colonna in modo da poter sonnecchiare senza essere visto. Appoggiò la spalla al muro e socchiuse gli occhi, riaprendoli ogni tanto sussultando leggermente.
Una ragazza prese posto accanto a lui, facendo svolazzare la gonna celeste. Il biondo non vi prestò molta attenzione finché lei non gli tirò una gomitata tra le costole mormorando un “sta guardando da questa parte”.
Lui si limitò a sedersi più compostamente e a ringraziarla con un cenno del capo, mentre i suoi occhi caddero sui capelli biondo cenere della ragazza tenuti fermi da un cerchietto rosso, attirati dai suoi modi così eleganti eppure semplici.
Spostò lo sguardo sul braccialetto di cuoio che la ragazza aveva al polso, in cui era inciso il nome Gloria. Niall sorrise e tornò a riposare, questa volta sprofondando tra i libri sul banco.
 
“Allora, tutto pronto per questa sera?”.
Nicole irruppe in cortile sbattendo la borsa sul tavolo e facendo andare di traverso il boccone a Zayn.
“Sta sera?”. Il moro alzò un sopracciglio stappando la sua lattina di Fanta.  “La festa d’inizio anno! Andiamo, tutta la scuola ne parla!”, aggiunse alla vista dell’espressione ignara del ragazzo.
“Dettagli?”, chiese Quinn raccogliendo i capelli in una coda.
“Questa sera ci sarà una festa a casa di un ragazzo dell’ultimo anno, è in periferia, facile da raggiungere a quanto ho sentito, è tutto segreto fino all’ultimo minuto, metteranno tutti i dettagli su Facebook e Twitter un’ora prima della festa!”, esclamò Nicole visibilmente eccitata, l’unica tra i suoi amici. “Allora?”, aggiunse mettendo il broncio e facendo gli occhioni da cucciolo rivolta ai suoi amici.
“Ma sì dai, potrebbe essere un buon modo per festeggiare il vostro ultimo anno o solamente per passare una serata in compagnia!”, irruppe Alison ponendo fine al silenzio imbarazzante dei suoi amici.
Risposero tutti scrollando le spalle e Nicole si mise a saltellare e a battere le mani come una bambina in un negozio di caramelle.
“Perfetto, ritrovo sotto casa mia, andremo con la mia auto, uomini di poco valore!”, concluse tirando fuori la lingua verso i due ragazzi.
 
Bianca fece un altro paio di giravolte e poi tornò elegantemente a terra. Ogni singolo muscolo del suo corpo era teso nella posizione giusta, ogni angolo calcolato alla perfezione. Fece un respiro profondo e si rilassò. Ballare era la sua passione, la sua vita. Quello che provava era unico. Quella sensazione per lei valeva tutti i piedi distrutti e i dolori alla schiena. “Perfetta come sempre”. Una voce alle sue spalle la costrinse a voltarsi, sorridendo timidamente.
“Non sono io quella che sta per ballare in un tour mondiale!”, commentò Bianca abbracciando la sua amica Danielle, ballerina come lei.
In risposta Danielle sospirò e guardò in basso. “Non glielo hai ancora detto, vero?” Bianca si avvicinò all’amica e le posò una mano sul braccio per farle coraggio.
“Oggi. Glielo dirò oggi”. Danielle aveva un tono convinto, quasi severo, ma il suo sguardo tradiva indecisione e un briciolo di paura.
“Se ti ama davvero, non lo farà”, affermò Bianca con sicurezza, rispondendo alla domanda mentale dell’amica.
Danielle si limitò ad accennare un sorriso e ad allontanarsi, e Bianca riprese con i suoi passi.
 
La sera non arrivò a tardare, e le ragazze si ritrovarono tutte a casa di Nicole per prepararsi.
“Uffa!”, sbuffò Alison lanciando un grosso fermacapelli sul letto. “Basta, domani andrò a rasarmi a zero!”.
Quinn sorrise e si avvicinò all’amica. “Vieni qua”, le raccolse i capelli scuri in una grossa treccia spettinata, che le fece poi cadere lungo la spalla, le scompigliò un po’ il ciuffo e le spruzzò della lacca.
“Ecco fatto”, concluse soddisfatta porgendole uno specchio.
“Wow! Grazie Q!”, disse Alison abbracciandola.
Pochi secondi dopo Nicole uscì dal bagno in un vestitino rosa e bianco, che la faceva sembrare più innocente del solito e che le svolazzava tra le ginocchia a ogni piccolo movimento.
“Come sto?”, chiese la bionda posizionandosi di fronte alle amiche.
“Fantastica!”, commentò Alison con un sorriso.
“Concordo!”, aggiunse Quinn, “anche se secondo me..”. Si avvicinò alla scrivania di Nicole e afferrò una collana dorata dal portagioie. “... questa ti renderebbe ancora più bella”, concluse infilandole la collana e porgendole un paio di bracciali in tinta.
Nicole sorrise guardandosi nell’alto specchio a parete.
“Grazie mille, Quinn!”, si voltò di nuovo verso le sue amiche e storse il naso. “Direi che a questo punto manchi solo tu”.
Quinn abbassò lo sguardo sul suo vestitino grigio e sulle sue Converse alte fino al ginocchio.
“Sono pronta”, disse in un tono poco convincente, quasi una domanda.
“Non lo sei.”, risposero Alison e Nicole in coro, tuffandosi una nell’armadio e l’altra nel beauty-case.
Costrinsero Quinn a nove cambi d’abito e quattro diverse pettinature, per non parlare della sua faccia che ormai era priva di pelle, ma alla fine erano riuscite a pescare un vestito color avorio che risaltasse il meraviglioso fisico della ragazza, e una semplice piastrata di capelli bastava a coronare il tutto.
Il cellulare di Nicole squillò. “Sono gli organizzatori della festa, mi hanno dato l’indirizzo, è tra mezz’ora”, annunciò, soddisfatta di aver calcolato bene i tempi.
“Questo è Niall, i ragazzi sono pronti, saranno qui tra dieci minuti”, aggiunse Alison riponendo il telefono nella borsetta di velluto.
“Perfetto allora! Ci divertiremo tantissimo!”, concluse Nicole battendo le mani e facendo tintinnare i suoi gioielli.
Esattamente mezz’ora dopo, le tre ragazze e i due ragazzi scesero dall’auto di Nicole, traballando sui tacchi o sistemandosi il colletto della camicia. Niall si passò una mano tra i capelli ingellati e porse il braccio ad Alison, che non tardò ad afferrarlo. Zayn si sistemò la giacca e fece lo stesso con Nicole e Quinn, che era in leggera difficoltà a causa dei tacchi altissimi. La festa era stata organizzata da alcuni ragazzi dell’ultimo anno, apparentemente la casa era del più ricco di loro visto che assomigliava più ad un palazzo.
“Residenza Samuels”, lesse Niall all’ingresso.
“‘Residenza’, ma che chiccheria!”, commentò Nicole sarcasticamente mentre varcavano il grosso portone di quercia.
La festa era davvero strepitosa: una quarantina di ragazzi ballavano al centro di un ampio salone, circondato da palloncini e bolle di sapone sparate dal pavimento e dalle pareti. Lunghi tavoli colmi di stuzzichini e bevande erano posti a ogni estremità della sala. A ogni angolo grosse palme erano accoppiate ad ampi divani, dove i ragazzi si riposavano tra una canzone e l’altra, scelte dal Dj e padrone di casa, Andy.
Nicole trascinò Quinn e Alison in mezzo alla pista, che cominciarono subito a scatenarsi, imitate all’istante dai ragazzi.
Nonostante tutto il suo entusiasmo, Nicole fu la prima a stancarsi e si allontanò dalla pista per prendere da bere. Cominciò con un bicchiere di Fanta e si abbandonò sull’unico divano libero.
“Bella festa eh? Mi passi una crocchetta?”. Era troppo bello per essere vero. Non aveva fatto in tempo a mettersi comoda che un ragazzo le si era seduto vicino e la stava già importunando.
“Ehm, certo.”, rispose lei afferrando il vassoio e porgendolo al ragazzo. Lui sorrise, e i suoi occhi blu luccicarono più delle luci della pista. Nicole tossì e si sedette più composta.
“È la prima festa cui partecipi?”, gli chiese per rompere il ghiaccio, ma se ne pentì subito.
Lui rise, addentando una crocchetta. “Oh bè’, in realtà io ho finito il liceo già da un paio d’anni, quindi non sono esattamente un invitato regolare a feste del genere”.
‘Oh fantastico, hai beccato subito l’imbucato del college’, pensò Nicole continuando a sorridere e cercando di non arrossire.
“Io sono Louis comunque. Louis Tomlinson.”, le disse sorridendo ed evidenziando le fossette che aveva sulle guance.
“Nicole. Nicole Savage.”, rispose lei ricambiando il sorriso.
“Be’, è stato un grande piacere Nicole, ma adesso devo davvero scappare, o la carrozza si ritrasformerà in una zucca, e non posso proprio sporcare questi pantaloni”, si alzò e le fece l’occhiolino, posando il vassoio di crocchette ormai vuoto, “ci si vede”.
Nicole si alzò e tornò nella mischia, senza riuscire a smettere di sorridere.
 
Bianca Harvey entrò con passo deciso: ormai conosceva quel posto come le sue tasche, e la sua famiglia era amica dei Samuels da anni.
Eppure non era più così sicura. Non era più sicura di niente. Continuava ad arrovellarsi il cervello da quando avevano fatto i provini, e avevano preso tutte le migliori del corso, tutte tranne lei. Jane aveva lasciato gli studi, Danielle il suo ragazzo, e lei, che non aveva niente da perdere, non era stata scelta. Scosse la testa e cercò di distrarsi facendo un giro della pista, ma sentì subito la testa girare e decise che era meglio sedersi. Barcollò verso una porta finestra aperta e si abbandonò su una sedia.
“Sei già ubriaca?”, una voce accanto a lei la costrinse ad aprire gli occhi e voltare la testa.
“No”, rispose, “sono solo stanca”.
Il ragazzo accanto a lei non rispose. “Bisogno di una sigaretta?”, le chiese dopo qualche minuto, accendendo il bastoncino che teneva tra le labbra.
“Sì”, rispose lei aprendo gli occhi e raddrizzandosi leggermente. Afferrò la sigaretta che il ragazzo le porgeva e lasciò che gliela accendesse. “Grazie”, biascicò dopo aver buttato fuori una grossa nuvola di fumo.
“Figurati”, rispose lui imitandola. “Nemmeno io impazzisco per questo tipo di feste”.
A quel punto Bianca si voltò a guardarlo: aveva la camicia aperta a metà e un alto ciuffo biondo impiastricciato di gel. La sigaretta che teneva in bocca non s’intonava per niente a quel faccino angelico e ai quegli occhi blu, persi nel vuoto.
“Oh, io di solito sono l’anima della festa. Ma oggi non sono dell’umore”.
Il biondo spense la sigaretta e si voltò verso di lei. “E allora una sigaretta non basta per una brutta giornata.”
Bianca gettò la sigaretta a terra e la spense sotto il tacco. “So dove sono le camere da letto”.
I due si alzarono e rientrarono in casa. “Sono Niall, comunque”. “Non m’interessa”, rispose lei prendendolo per mano e portandolo al piano superiore.
 
Zayn e Quinn parlavano e bevevano, Nicole faceva l’oca con un gruppo di ragazzine del primo anno e Niall era sparito, così Alison decise di farsi un giro in quella casa immensa. Uscì dal salone e sbucò in un’anticamera. Entrò in una porta a destra e finì in una vecchia libreria, con tanto di poltrone e camino. Si sedette su una grossa poltrona verde e si tolse finalmente le scarpe. Chiuse gli occhi per qualche secondo ma li riaprì subito, non voleva addormentarsi e passare per la noiosa della festa. Si alzò in piedi e cominciò a ispezionare quei vecchi scaffali polverosi. Era arrivata al reparto ‘Romanticismo’, quando sentì un tonfo alle sue spalle e si voltò con il cuore a mille.
“Chi è?”, disse in un fil di voce, appoggiando la schiena al muro.
“Alison?”, Liam Payne sbucò da dietro lo scaffale e ripose il libro al suo posto. Alison tirò un sospiro di sollievo ma non smise di tremare.
“Liam che ci fai qui? Mi hai spaventata...”
“Potrei farti la stessa domanda”, rispose prontamente lui. “Questa è casa del mio migliore amico, posso andare dove voglio”.
“Ah giusto, Andy. Avrei dovuto ricordarmelo”, commentò Alison a bassa voce, afferrando le sue scarpe e infilandole di nuovo.
“Dove vai?”, le chiese Liam mentre si avviava verso l’uscita.
“A casa, sono stanca”, rispose lei passandosi una mano tra i capelli.
“Lascia che ti accompagni, sono nella tua stessa situazione”.
Grazie a Liam riuscirono ad arrivare al parcheggio senza dover passare per le zone più affollate. Alison inviò velocemente un messaggio a Nicole e salì in macchina con Liam.
“Allora, che succede?”, chiese il ragazzo quando si furono allontanati dalla villa.
“Sono solo stanca”, sbuffò Alison stingendosi nella giacca che Liam le aveva prestato. “E tu piuttosto? La Peazer non sarà gelosa?”.
Liam s’irrigidì a quelle parole, e Alison deglutì. “Prima della festa, molto di classe.”, disse il ragazzo rispondendo alla domanda muta di Alison. “Deve andare in tour, non so dove, non so con chi, ma starà via un anno e non vuole farmi soffrire, così ha detto. Balle, è solo un’egoista senza cuore”.
Alison trattenne il respiro per tutto il resto del viaggio, che per fortuna fu breve e silenzioso. Liam frenò dolcemente davanti a casa di Alison.
“G-grazie per il passaggio... ”, sussurrò la ragazza aprendo la portiera, che richiuse subito di colpo. Liam alzò la testa spaventato.
“Liam, lo sai che non è così. Lo sai che lei ti amava, e ti ama ancora, molto. Ma sai, a volte la vita ci offre delle opportunità che dobbiamo cogliere, o finiranno per scivolare via e non tornare più. E a volte bisogna scegliere, tra i sogni e l’amore. So che non è facile, e diventerà ancora peggio. Ma pensa che Danielle sta vivendo il suo sogno, e tu la stai aiutando. Devi essere forte e mostrare che tieni a lei più di te stesso”.
Alison smise di parlare, il petto le si alzava e abbassava velocemente per l’emozione. L’espressione di Liam era indecifrabile. Sembrava che non stesse neanche respirando. E poi, in un attimo, mise una mano tra i capelli di Alison e la tirò a sé, facendo incontrare le loro labbra.
Alison chiuse istintivamente gli occhi, ma non pensò nemmeno per un secondo di staccarsi da lui. I due ragazzi schiusero leggermente le labbra e lasciarono che le loro lingue s’intrecciassero. Poi Alison si staccò, un’espressione perplessa sul volto. Guardò per un attimo Liam, e poi si voltò, aprì la portiera, e vomitò anche l’anima sul marciapiede.
Liam guardava davanti a sé, respirando affannosamente, gli occhi lucidi. Si alzò e si affrettò ad aiutare Alison. Le prese le chiavi dalla borsetta e la portò in casa, la aiutò a ripulirsi e, dopo averle tolto scarpe e gioielli, la distese nel suo letto. Rimase a guardarla per qualche istante, mentre si assopiva, poi le lasciò un piccolo bacio sulla fronte e si voltò.
“Non te ne andare”, sussurrò una voce alle sue spalle, “resta qui. Resta qui con me”.
Liam si bloccò sulla porta.


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