Ho aspettato in un tuo ritorno scrutando il cielo con gli occhi socchiusi. Ho preso coscienza della perdita. Il mio Angelo ha le ali spezzate. Ho cercato una ragione per così tanto tempo e solo ora capisco che non ce n'è mai stata una. Ti ricordo tra un mezzo sorriso nascosto in una ragnatela di vecchiaia. Angelo, ho pronunciato parole al Dio per riaverti al mio fianco. Ho illuminato la mia strada con le lacrime perché non avevo scelta. Mi proteggevi dalle ombre con la luce soffusa delle tue fiammelle e con la certezza che ti avrei avuto sempre al mio fianco. Eppure sei scomparso ed io sono qui: le ombre se ne stanno mute e pazienti agli angoli della mia stanza. A volte mi chiedo se sia più semplice spegnere ogni luce così le dita affusolate di Oscurità non tenteranno più di affermarmi. Ma con un sorriso invisibile mi fai presente che le ombre aumenteranno se la luce viene meno: << Quindi se ti senti vuota riempi la tua anima di venti o trenta soli >> mi diresti. Ho desiderato ancora una volta una tua rauca risata per poi accompagnarti nella tua lucida follia. Tu non lo sai, ma hai creato un gran scompiglio da quando sei scomparso, Angelo. Chiacchere, maledizioni, incomprensioni e bestemmie sul tuo nome. Ho guardato quei visi: le loro labbra erano consumate e la loro lingua bruciava per la tanta lava che ancora sgorga come sangue in una ferita troppo profonda per chiudersi. Ora chiedo, per te, silenzio.