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Autore: Francy_92    24/08/2012    2 recensioni
[Dal capitolo 11]
«Sei una pessima attrice, lo sai?» disse Nicholas ridendo. Era comunque una risata stanca.
«Perché?»
«“Stamattina mi sono svegliata con una brutta tosse”? Non avevi una scusa migliore?»
«Ehi, non prendermi in giro. È la prima cosa che mi è venuta in mente»
«E il colpo di tosse poi. Sei proprio pessima come attrice, lasciatelo dire»
«Grazie mille. Quasi quasi telefono di nuovo e dico che sto meglio»
«No, scherzavo» disse Nicholas uscendo la testa da sotto il cuscino e prendendo Brianna per i fianchi.
«Grazie per aver mentito»
«Figurati. Tutto per te!»
«Ti amo» le disse Nicholas.
Spero che vi abbia incuriosito almeno un pò... Per scoprire il resto... prego... entrate xD
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 20

 
Due giorni dopo Nicholas e Brianna erano a casa dei genitori di quest’ultima. Nicholas li aveva conosciuti e Brianna ora era più sollevata.
Quel sabato sera, passato tra i pub della città, Brianna aveva notato che, la gente he incontrava e la conoscevano , la guardavano; o meglio Nicholas. Tutte le ragazze che aveva da sempre odiato stavano lì a fissarla. Le avrebbe volute picchiare.
Notando che Brianna aveva stretto i pugni Nicholas le chiese «Va tutto bene?»
«Si»
Nicholas ignorò quello che aveva detto Brianna e aggiunse «Perché ci stanno fissando tutti?»
In effetti Nicholas non era abituato ad essere guardato così a lungo e così spesso.
«Perché sei con me e di certo tu non passi inosservato. Ti sei guardato stasera prima di uscire?»
«Devo prenderlo come un complimento?»
«Se ti va!» disse lei sorridendogli. «Comunque inizialmente non mi vedevano molto spesso qui; sono tutti così sorpresi di vedermi per questo»
«Scommetto che non ti hanno mai vista insieme a qualcuno vero?»
«Ehm… no»
«Sei una celebrità…ora che ti guardano tutti»  la prese in giro Nicholas.
«Senti…» iniziò  Brianna fermandosi e voltandosi verso di lui. «Io ho sempre vissuto nell’ombra, e sinceramente è così che vorrei continuasse la mia vita. Non voglio uscire soltanto per farmi vedere con te o solo perché tu sei così bello da far voltare tutte. Siamo usciti solo perché volevo festeggiare!»
«Ammettilo che sei uscita anche per farti vedere con me!» Nicholas continuava a ridere.
«Stai iniziando a darmi sui nervi, ma si, è anche per questo che sono uscita. Per far vedere a tutti con che uomo magnifico sto!» disse lei ridendo e baciandolo.
«Accidenti grazie»
«Non ti ci abituare troppo a questi complimenti»
«Peccato stavano cominciando a piacermi!»
Passarono la serata a passeggiare.
 
Brianna e Nicholas passarono tutta la settimana con i genitori di lei. Brianna aveva più volte proposto di andare a visitare alcune città, ma Nicholas aveva preferito conoscere meglio la sua famiglia.
Certo, questo fece molto piacere a Brianna, però si sentiva un po’ trascurata. Ma di certo non poteva lamentarsi. Era quello che voleva.
Quando tornarono a Milano, Nicholas aveva intenzione di trascinare i suoi genitori da quelli di Brianna, ma lei lo convinse che era troppo presto per fare quel tipo di incontro.
 
I primi di maggio Brianna era molto nervosa perché a metà di quel mese avrebbe lasciato Milano. Era con Nicholas, però era sempre molto nervosa.
Il suo capo le aveva detto che quelli di Parigi non vedevano l’ora di fare la sua conoscenza. Almeno questo riusciva a tranquillizzarla.
 
«Brianna smettila di aprire e chiudere mille volte queste valigie. Manca una settimana e tu non fai altro che cambiare tutto! Tanto i vestiti rimarranno comunque in quelle valigie, mettiti l’anima in pace!»
Brianna stava completamente perdendo il lume della ragione. Non riusciva più a capire quello che stava facendo. Metteva e toglieva in continuazione i vestiti che andavano comunque nelle valigie.
«Scusa, ma sono troppo nervosa»
«Non ti servirà a nulla essere nervosa. Devi calmarti ok?»
«Si» disse Brianna mettendo per l’ennesima volta i suoi vestiti dentro la valigia. «A che ora è il volo lunedì?»
«Dobbiamo essere in aeroporto alle quattro del pomeriggio. Il volo è alle sei!»
«E che cavolo ci andiamo a fare due ore prima?!?»
«Fidati, è meglio così!»
«Come dici tu» Brianna era davvero triste di lasciare quella casa. «Mi mancherà tutto questo»
Nicholas si avvicinò a lei e l’abbracciò. «Ci torneremo quando vuoi tu!»
«Ma non è mia. Chissà a chi apparterrà quando saremo tornati da New York»
«Apparterrà sempre a te!»
«Ma che stai dicendo?» Brianna non riusciva a comprendere il senso di quelle parole.
«L’ho comprata! È tua…»
«Ma perché l’avresti fatto?»
«Perché qui ci siamo baciati per la prima volta! Non potevo permettere che qualcun altro ci abitasse, così l’ho comprata»
«So che la tua risposta sarà “Ho voluto farlo per te” o “Mi fa piacere” o altre cose del genere, ma non era assolutamente necessario. Non puoi metterti a comprare tutte le case in cui abiterò o abiteremo»
«Lo so, ma questa è stata la tua prima casa in assoluto! E poi così potrai tornarci quando vorrai tu!»
«Grazie Nicholas»
«Figurati!» disse lui abbracciandola ancora più forte.
«E pensare che il progetto iniziale prevedeva solo una persona»
«A volte i progetti cambiano»
«Lo so… ma ormai non mi interessa più il progetto, ma la persona con cui lo sto realizzando»
«Anche io avrei un progetto, ma è irrealizzabile in questo momento»
«E perché?» chiese Brianna.
«Lo hai rifiutato la sera del mio compleanno»
«Ah… mi dispiace Nicholas. Ma io…»
«Sshhh… non devi spiegarmi nulla. Questo sarà il nostro progetto che realizzeremo tra qualche anno!»
Brianna cominciava già a spaventarsi. Non riusciva a vedersi con l’anello al dito, anche se a fianco avesse avuto un uomo come Nicholas. Non era fatta per il matrimonio; lo aveva sempre detto lei!
 
Finalmente il grande giorno era arrivato. Nicholas, quella mattina, aveva svegliato Brianna molto presto.
«Brianna? Amore. Svegliati!»
«Eh no!» disse lei girandosi dall’altro lato del letto.
Nicholas rise di quella protesta.
«Brianna, dai alzati» continuò lui accarezzandole la schiena coperta solo da una fascia nera.
«Che ore sono?»
«Sono le tre del pomeriggio!»
Brianna a quelle parole si alzò di scattò e cominciò a correre per casa! Nicholas vedendo quella scena cominciò a ridere a crepapelle. «Ma che hai da ridere?!? Sbrigati faremo tardi!»
«No amore, non sarà così! Sono le sette del mattino!»
«Che cosa?!»
«Si, ho voluto svegliarti presto»
«E perché mai l’hai fatto?»
«Perché dobbiamo andare in un posto!» disse lui ridendo ancora.
«Smettila di ridere! Non è divertente!»
«Oh si che lo è!» disse Nicholas continuando a ridere. «Dai vatti a vestire, ti aspetto!»
Dopo un’ora di attesa – Brianna voleva fargliela pagare – entrambi entrarono in macchina. «Beh?! Dove andiamo?»
«Devo andare nella casa in campagna!»
«A fare che?»
«Non puoi stare seduta e goderti il viaggio?»
«Avrei preferito rimanermene a letto sinceramente!»
«Lo so, ma ho pensato che ti avrebbe fatto bene l’aria di campagna. L’ultima volta che ci sei stata fu per il mio compleanno, e ne è passato di tempo!»
«Va bene ok, mi hai convinta!»
Durante il viaggio Brianna si addormentò e, nonostante Nicholas avesse messo il volume dello stereo al massimo, lei continuava a dormire.
«Incredibile» disse ridendo Nicholas.
Quando fermò la macchina di colpo, Brianna spalancò gli occhi. «Che succede?»
«Succede che hai dormito per mezz’ora nonostante il volume al massimo!»
«Ah…»
«Comunque siamo arrivati. Andiamo»
Brianna scese dalla macchina e respirò l’aria fresca della campagna milanese. Anche quel posto le ricordava momenti bellissimi, come l’estate dell’anno precedente e la sera del compleanno di Nicholas. Al solo pensiero Brianna arrossì!
Nicholas la condusse dentro e quando superarono l’ingresso, l’accolse un coro di «Ci mancherai!»
Brianna cominciò a sentire le lacrime che le rigavano il viso e quando vide la madre di Nicholas avvicinarsi a lei, le diede un forte abbraccio, mentre i singhiozzi non le permettevano nemmeno di dire «Grazie per tutto quello che hai fatto per me, per noi!» Anche Teresa l’abbracciò teneramente e Brianna un po’ cominciava a sentirsi stupida; in fondo stava per partire anche Nicholas. Quando si allontanò vide che nella sala erano presenti solo la madre e il padre di Nicholas, i suoi fratelli e amici e le amiche di Brianna, soprattutto Amanda.
«Ci mancherai tantissimo» disse Amanda asciugandosi una lacrima con il fazzolettino.
In quel momento Teresa stava abbracciando anche suo figlio.
Fu il turno del padre Greg. «Tesoro. Sei una ragazza stupenda. Ci mancherai tanto!»
Brianna sciolta in un lago di lacrime disse «Mi dispiace portarvi via vostro figlio!»
L’uomo si mise a ridere; una risata roca ma allo stesso tempo affettuosa «Non preoccuparti. Sono felicissimo che lui ti segua. Non potrei chiedere di meglio»
«Grazie» fu la risposta di Brianna che, dopo che abbracciò gli amici e i fratelli di Nicholas, andò a nascondersi in cucina dietro il bancone.
Quando Nicholas si voltò per cercare Brianna si accorse che era scomparsa dalla circolazione. «Dov’è andata?» chiese ai presenti? Tutti risposero con un “Non lo so” o con “Era qui fino ad un minuto fa”.
Nicholas cominciò a cercarla e quando arrivò in cucina sentì singhiozzare, si avvicinò piano al bancone e la vide. Era raggomitolata su se stessa e teneva la testa tra le mani. Nicholas scivolò giù accanto a lei. «Va tutto bene?» le chiese delicatamente.
«No» disse fra i singhiozzi lei.
«Cosa c’è che non va?»
«Ti sto allontanando dalla tua famiglia e poi io non mi sento pronta per affrontare tutto questo. Non sono la persona adatta per questo tipo di cose»
«Senti… anche io all’inizio ero spaventato quando i miei mi spedirono dall’Australia qui in Italia per frequentare l’università, ma ce l’ho fatta. Sono qui e posso dire che quella paura mi è servita per andare avanti»
«Ma dove posso andare io? Me lo dici? Perché io davvero non riesco a trovare una soluzione. Sto andando dietro ad un sogno che so che non si realizzerà mai. Tutte le mie compagne di liceo saranno già al secondo anno di università. Stanno davvero investendo sul loro futuro; io invece continuo a sbattere la testa al muro e fare di testa mia»
«Tu sei speciale e ce la farai! Io credo in te e insieme supereremo tutto!»
Così dicendo Nicholas la prese fra le braccia e l’abbracciò forte, per farle capire che davvero lui era lì e che non l’avrebbe lasciata mai più.
«Mi dispiace per tua madre e tuo padre. Non è stato giusto nei loro confronti questo mio comportamento»
«Non preoccuparti. Hanno capito come ti senti. E anche gli altri saranno comprensivi!»
«Grazie per tutto. Non so come avrei fatto senza di te. Se avessi avuto questo momento da sola, forse sarei impazzita»
«Sono qui anche per questo! Puoi sempre contare su di me. Dai ti riporto a casa»
«Ma no, sono tutti di là»
«Sono andati via»
«Come via?»
«Si volevano solo augurarti buona fortuna e l’hanno fatto; volevano farti un regalo e l’hanno fatto! Non avevano più niente da fare qui!»
«Il regalo? Quale regalo?»
«Vieni con me»
Entrambi si alzarono dal pavimento e Nicholas la condusse nuovamente nel salone.
Sull’enorme tavolo al centro della sala Brianna vide un scatola ricoperta dalla carta regalo.
«Quello è per te» disse Nicholas.
Brianna si diresse verso il tavolo, prese la scatola e cominciò a scartarla. Era molto pesate. Chissà cosa c’era dentro. Quando Brianna aprì trovò una specie di book. Iniziò a sfogliarlo e aveva trovato con sua grande sorpresa tutti i modelli che aveva fatto nel corso degli anni. Alcuni di essi erano anche quelli che aveva fatto per conto della casa di moda ma che erano stati scartati!
«Ma cos’è?»
«Mia madre ha pensato di far fare un book con tutte le tue creazioni»
«È un regalo davvero magnifico. È bellissimo, ma perché l’avrebbe fatto?»
«Perché crede in te e nelle tue potenzialità. Vuole aprire una casa di moda e vuole che sia tu la stilista! Una volta però che sarai ritornata da New York»
Brianna non poteva credere a quello che sentiva. Lei aveva la possibilità di diventare una vera stilista?!
«Oh mio Dio, ma è troppo per me!»
«Che vuoi dire?»
«Voglio dire che non mi merito così tanto, ma le sarò eternamente grata!»
«Lo è lei a te!»
«Non posso crederci…» Brianna era davvero sconvolta dalla felicità.
«Credici invece perché è tutto vero. Ora andiamo a casa perché è già una certa ora»
«Che ore sono?»
«Sono quasi mezzogiorno e dobbiamo finire di sistemare le ultime cose»
«Ok, va bene. Andiamo. Non ho avuto nemmeno modo di ringraziarla»
«Non preoccuparti. Sa che ti è piaciuto e che non vedi l’ora che passino questi due anni»
«Già, puoi dirlo forte!»
 
Quando furono davanti all’aeroporto, Nicholas entrò con alcuni bagagli, Brianna rimase fuori, fissando il paesaggio che le si stagliava davanti. Non voleva lasciare quella città. Ma l’unico pensiero che la confortava era che tra qualche anno sarebbe ritornata di nuovo a “casa sua”.
«Brianna?» la chiamò Nicholas.
Brianna si voltò verso di lui, ma non disse nulla.
«Brianna dobbiamo andare»
Brianna non voleva partire. Si era sempre sentita strana di fronte le partenze. «Si arrivo»
Fatto un ultimo e profondo respiro, si avviò verso l’entrata con le altre valigie.
 
Dopo circa un’ora di viaggio Nicholas e Brianna scesero dall’aereo. Era in Francia… Era a Parigi.
Cominciava a sentirsi un po’ meglio, ma era ancora molto agitata! Nicholas la prese per mano e disse «Ci siamo! Sarà divertente vedrai»
Quando entrarono in taxi Nicholas diede l’indirizzo dell’hotel in cui dovevano alloggiare, Brianna invece chiamò sua madre.
Dalla voce sua madre capì che c’era qualcosa che non andava, infatti le chiese «Tesoro stai bene?»
«Si sto benissimo» rispose Brianna storcendo il naso. A quella risposta anche Nicholas si voltò verso di lei. Avevano capito tutti che Brianna era spaventata a morte.
«Ok…» Neanche sua madre sembrava esserne convinta.
«Mamma ti chiamo più tardi. Siamo arrivati in hotel»
Non era vero, ma non aveva voglia di sentire la voce di sua madre.
«Ok tesoro. Ci sentiamo più tardi»
«Ciao mamma» concluse Brianna chiudendo la comunicazione. Nicholas, a quel punto, la guardò e disse «Perché l’hai fatto?»
«Non ho voglia di sentirla per il momento»
Brianna si voltò verso il finestrino, per non dover incrociare lo sguardo di Nicholas. Alcune lacrime cominciarono a rigarle il viso. Cercò di asciugarle con la manica della giacca, senza che Nicholas se ne accorgesse. Si era sbagliata. Lui l’aveva vista, ma non disse nulla. Nicholas sapeva che Brianna stava male, non sapeva per quale motivo; ma forse voleva rimanere sola con i suoi pensieri. L’unico gesto che fece è prenderle la mano e stringerla, perché lui era accanto a lei e non l’avrebbe abbandonata.
Quando arrivarono in albergo Brianna aveva gli occhi gonfi e la gola che le faceva male. Aveva pianto silenziosamente per circa un’ora. Scesero dalla macchina e mentre Nicholas prenotava una stanza, lei prendeva i bagagli dal taxi. Quando furono nella loro stanza Brianna andò in bagno. Voleva fare la doccia più lunga della sua vita. Non era mai riuscita a piangere sotto il getto d’acqua calda, ma quella volta fu diverso. Cominciò a piangere. Il rumore dell’acqua copriva quello dei suoi singhiozzi. Nicholas non si accorse di nulla.
«Posso chiederti una cosa?» le aveva chiesto lui dopo aver spento le luci.
«Si certo» rispose lei.
«Perché hai pianto?»
«Ah… Non lo so. Cioè, credo di saperlo, ma è difficile spiegarlo» Brianna era in difficoltà.
«Provaci»
«Hai presente quella strana sensazione di trovarti in un posto nuovo? Lingua nuova, cultura nuova, paese nuovo e completamente diverso»
«Si ce l’ho abbastanza chiaro»
«Beh è così che io mi sento. Mi sento strana, ma in più si aggiunge il fatto che non so se sarò in grado farcela. Il mio ex capo mi ha detto che qui a Parigi avrei iniziato il primo lunedì dopo il mio arrivo e ho solo tre giorni per poter trovare questa benedetta sede e una casa soprattutto. Io mi sento già stressata ancora prima di iniziare»
«Brianna non pensare alla casa. A trovarla ci penso io! Tu devi solo concentrarti sul tuo lavoro. Disegnare come non hai mai fatto prima e mostrare a tutti il tuo book»
«Già…» disse lei mentre le lacrime le ricadevano sul cuscino.
Nicholas questa volta se ne accorse.
Odiava vederla in quel modo.
Odiava il modo che aveva di piangere in silenzio.
Odiava quando si teneva tutto dentro di sé e non provava a confidarsi con lui.
«Brianna» cominciò a dire Nicholas. Si alzò, accese la luce e si voltò a guardare la donna che aveva accanto. Brianna non voleva essere vista. Più che altro non voleva che Nicholas la vedesse come la ragazza che ha tutto quello che desidera e poi si lamenta. Mentre Brianna provava a voltarsi, Nicholas la fece voltare verso di lui «Brianna, non devi fare così! Ti prego… mi uccide vederti così distrutta. Odio quando non ti confidi con me. Parlami, dimmi quello che posso fare. Io sono qui per te!»
A quelle parole Brianna cominciò a piangere a dirotto, si alzò e lo abbracciò. Era un abbraccio sofferente. Un abbraccio che voleva dire “Aiutami. Non posso farcela da sola.” Nicholas, allora, cercò di farle sentire che lui era lì per lei, solo per lei!
«Dov’è il gatto?»
«Che c’entra il gatto?»
«Dov’è?»
«Non lo so, sarà sotto il letto che gioca con un calzino»
Brianna si mise a ridere. «Wow… era da un pezzo che non vedevo quel sorriso. Cerca di mantenerlo per un po’, ok? Io vado a cercare il gatto»
Dopo qualche minuto Nicholas ritornò in camera con il gattino. Passando dal piccolo ingresso aveva notato un mobiletto con dell’alcol.
«Io so quello che ti serve, a parte il gatto»
Brianna rise di nuovo e chiese «Cosa mi serve?»
«Una bella dose di alcol. Da quanto non ne bevi?»
«Da un po’ credo»
«Vado a prendere un paio di bottiglie!»
Passarono tutta la notte a bere, tanto che dopo il secondo bicchiere Brianna cominciò a ridere come una pazza e a barcollare mentre giocava con Mister Miao.
Si addormentarono sul divano abbracciati.
Nonostante Brianna fosse del tutto andata, percepiva l’affetto che Nicholas nutriva nei suoi confronti.
La stava proteggendo.
Brianna non poteva sentirsi più felice di così. Aveva solo bisogno di provare il primo giorno di lavoro. Era quello che la terrorizzava.
Quando nel pomeriggio aveva chiamato sua madre, quest’ultima non aveva fatto altro che dirle di stare calma e di non agitarsi altrimenti avrebbe rovinato tutto come sempre. Ma nemmeno lei capiva il perché di quel suo stato d’animo. A dire il vero non lo sapeva nemmeno lei fino a qualche ora prima.
Ora era tra le braccia del suo uomo, si sentiva protetta e felice. Doveva solo far passare il nervosismo per il lavoro. Poi sarebbe stata più tranquilla.

Alloooooooraaaa.... che ne pensate di questa storia? E' orrenda vero?! Lo so... :'(
Però purtroppo ormai ci sono dentro e sono curiosa di sapere che ne penserete della fine!
Un bacio e a presto :* :*
   
 
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