NdA: Potrei raccontarvi una
marea di scuse, le prime che mi vengono in mente, tanto per fare un esempio,
sono che sono stata in coma, che mi hanno rapita, che sono entrata a far parte
di una setta ed ho dovuto passare un anno completamente tagliata fuori dal
mondo. Oppure potrei stare zitta e
chiedervi perdono in silenzio, e sperare, che nonostante un anno di oblio
qualcuno abbia ancora la volontà di leggere questa storia.
Non
mi aspetto di raggiungere mai più le diciassette recensioni del capitolo
precedente (per cui non smetterò mai di essere grata), ma ho comunque
intenzione di riprendere a scrivere.Da qui.
Insomnia
Sono corsa su per la porta, ho chiuso le
scale,
ho detto il pigiama, infilato le mie
preghiere,
spento il letto e mi sono infilata nella
luce…
tutto perché tu mi hai baciato.
*Quizilla*
Tonks si rivoltava nel
letto, stanchissima ma insonne, nell’invano tentativo di trovare una posizione
che le conciliasse il sonno. Sospirò, e rigirandosi ancora una volta sul lato
destro, scese dal letto. O per meglio dire, rotolò giù come un sacco di patate,
trascinandosi appresso le lenzuola lilla e battendo il gomito per terra. Emise
un altro sospiro, pericolosamente simile ad uno sbuffo, e calciando si liberò
delle lenzuola che la incastravano per terra. Gattonò fino al bordo del letto e
vi poggiò le braccia sopra, con tutto l’intento di arrampicarcisi e tornare a…a
cosa, in effetti? Non aveva dormito neanche un minuto da quando era tornata a
casa, il che doveva essere stato parecchio tempo prima, e dubitava ci fossero
speranze di riuscirci adesso. Invece decise di prepararsi una tazza di
cioccolata calda, sua unica capacità culinaria, con la speranza che il calore e
la dolcezza le conciliassero il sonno e la calmassero un po’. Ma a pensarci
bene, tra tutti gli alimenti proprio il cioccolato (o qualunque cosa vi fosse
strettamente connessa) forse non era proprio quello più adatto a distoglierle
la mente da certi pensieri. Forse una camomilla sarebbe stata meglio. Sì,
decisamente, una camomilla, calda e innocente, era perfetta. Si sollevò dal
pavimento, sbadigliando con la stessa grazia di un ippopotamo, e si diresse
verso la cucina. Nel tragitto pensò bene di stropicciarsi gli occhi e
contemporaneamente massaggiarsi il gomito, col risultato che non vide affatto
la veste gettata davanti alla porta tra tutto il resto del caos.
Miracolosamente riuscì a non cadere aggrappandosi allo stipite della porta, ma
non poté evitare una storta alla caviglia. Saltellando su una gamba raggiunse
infine il tavolo, e afferrò la veste strattonandola nel tentativo di
districarla dal piede. Nel farlo, incontrò con le dita un pezzo di carta sul
fondo della tasca. Incuriosita, lo tirò fuori: sembrava semplicemente un
foglietto piuttosto stropicciato...poteva essere una lista della spesa, o un
appunto, o qualcosa di simile. Stava per appallottolarlo e buttarselo alle
spalle quando lo riconobbe. Per la foga
di prenderlo prima che finisse fuori dalla finestra, o peggio, si perdesse nei
meandri del caos sul suo pavimento, perse l’equilibrio sulla sedia che aveva
raggiunto con tanta fatica e atterrò sul sedere, ritrovandosi per terra per la
terza volta in sette minuti. Ma stringeva IL foglietto in mano, e si sentiva
come Artù dopo aver estratto Excalibur dalla roccia. E i suoi capelli, che per
tutto il giorno avevano caparbiamente indugiato su un brutto giallo semaforo
(colore che da sempre aveva indicato stato di confusione e dubbio) stavano
tornando rosa, almeno sulle punte. Avrebbe dovuto tenere sotto controllo le
reazioni del suo umore, questa peculiarità dei suoi capelli di cambiare a loro
piacimento un giorno avrebbero potuto metterla nei guai. Ma per il momento,
pensava di aver in mano la soluzione ai suoi patemi, e col morale decisamente
(o almeno un pochino) risollevato, si risedette massaggiandosi la chiappa
dolorante, e iniziò a scrivere.
Bella*
Foglietto,
lo so, sembra impossibile che non ti abbia perso, e sinceramente
credevo che non ti avrei scritto mai più, ma sono contenta di averti ancora una
volta tra le mani…sei stato un ottimo consulente quando ero in ospedale, e
chissà, potresti ripetere il miracolo. Le premesse ci sono tutte: come l’altra
volta ho un discreto mal di testa, come l’altra volta ho varie contusioni sul
corpo, come l’altra volta non ho nessuno a cui poter confidare i miei sproloqui
mentali, e soprattutto mi trovo in una situazione molto più incasinata della volta
scorsa, anche se meno tragica. Forse.
Non riesco a
dormire, Foglietto. E’ l’una di notte, o le due, o magari le tre, che ne so,
l’orologio l’ho abbandonato…sotto il letto?… e comunque non è che me ne importi
molto, sinceramente, sono troppo stanca fisicamente e troppo isterica
mentalmente per preoccuparmi del tempo. Qualunque sia l’ora, fatto sta che da
quando sono tornata a casa l’unica cosa che ho fatto è stato girarmi e
rigirarmi nel letto come un’anima in pena. Cosa che, ora che ci penso, non sono
proprio. Al massimo sono un’anima incasinata e incredula, ma non in pena…non è
una cosa che mi procura dolore, a tenermi sveglia.
Ad ogni modo, il problema principale
per cui ti scrivo è che non riesco a dormire. O meglio, il problema è il motivo
per cui non riesco a dormire… non credo di essermi mai sentita così nervosa in
vita mia, e per di più non sembra esserci modo possibile in cui riesca a
calmarmi. Prima di coricarmi avrò bevuto una decina di tisane, ma niente. Oh,
non è che sia nervosa nel senso di irritata, ma nervosa…febbricitante. Ho
caldissimo e freddissimo allo stesso tempo, e non mi reggo in piedi dalla
stanchezza, ma contemporaneamente non riesco a rimanere ferma, il mio corpo ha
bisogno di continuare a muoversi, anche se il massimo che riesce a fare è
rivoltarsi nel letto.Sono frenetica. E’ come…come avere un migliaio di fuochi
d’artificio nel cervello, oppure un branco di porcospini a passeggio tra lo
stomaco e la spina dorsale. Lo so che è ridicolo…
Ma non sono mai stata così per un
bacio.
Bacio? Ma come, quale bacio? Eh sì,
Foglietto, proprio così, un bacio.Un bacio, che mi ha dato Remus Lupin.
Un bacio con la lin
piuttosto passionale, che mi ha dato Remus Lupin. Un bacio piuttosto passionale che mi ha
dato Remus Lupin steso nudo in un letto dopo che io avevo
passato la mattinata a medicargli le ferite del plenilunio. Un bacio al quale
IO non mi sono sottratta.
Un bacio su cui sto ancora
rimuginando e che al solo ricordo mi fa impazzire il cuore.
Ma dico, ma tu ti rendi conto di
quanto tutta questa situazione sia assurda? Incredibile, oltre che assurda. Ma soprattutto
assurda. E ovviamente, una cosa assurda capitata nella mia vita non può
neanche prendersi il lusso di essere assurda e basta, no, perché se tu metti
una situazione assurda nella mia vita assurda e ci aggiungi una reazione
altrettanto assurda, vedi che si arriva ad un’assurdità tre volte assurda… E io
sono talmente isterica che sembro sbronza e sto parlando di cose che nemmeno ho
idea di che cavolo significhino, e i miei capelli sono di nuovo gialli. E
grazie a Merlino tu non sei una persona reale ma sei solo Il Foglietto e non
puoi chiamare il San Mungo e farmi internare d’urgenza.
Dunque…Respiro profondo, signorina
Tonks…Si parlava della situazione assurda in cui mi trovo. E che è tre volte
assurda. Come minimo. Ti do anche i motivi, guarda:
1.Remus Lupin non bacia le ragazze a
tradimento, e soprattutto sono sicura che non bacia in quel modo le
ragazze a tradimento. A meno che non sia posseduto dallo spirito di
Sirius,certo… Ma in ogni caso Sirius non bacerebbe me.
2.Io non dovrei stare così per quel
bacio. Io non sto mai così per un bacio, neanche uno desiderato,
figuriamoci uno a tradimento…Sarebbe logico se fossi infuriata, magari, se
volessi andare da Remus e tirargli un ceffone, oppure si potrebbe anche capire
se fossi felice e volessi correre da Remus e riprendere da dove avevamo
lasciato, il che a dirla tutta non mi dispiacerebbe, ma non è
assolutamente normale che io stia qui a preoccuparmi dei perché e percome di
quel bacio, a domandarmi se lui prova qualcosa per me… Davvero, io non sono
così. Non lo sono mai stata. Non fino ad ora, almeno.
3.Io non dovrei stare così per un
bacio, che peraltro, davvero, non significa niente.
Ma sul serio, Foglietto, lo stato
d’animo in cui mi trovo è tanto più assurdo proprio perché, alla fine, quel
bacio non poteva significare proprio un bel niente, è anche inutile sperarci
preoccuparsene.
Voglio dire, io e Remus, siamo
entrambi appena usciti da un lutto, siamo emotivamente fragili…e entrambi ci
siamo trovati a prenderci cura l’uno dell’altro…complesso del Buon Samaritano
eccetera…sono incidenti che capitano a tutti in situazioni del genere,
no? Heh…certo.
E poi,
anche il modo in cui io ho reagito sul momento a ben pensarci è comprensibile e
assolutamente insignificante.
Sì, ok,
ammetto che il cuore mi è schizzato quasi fuori dal petto, ma che vuoi, è stato
perché lui mi ha colta di sorpresa, senza che me lo aspettassi…No, Foglietto,
io non me lo aspettavo e tanto
meno lo speravo…la sensazione di gioia e trionfo devo essermele semplicemente
immaginate. E infine, non mi sono staccata subito dal contatto, mollandogli
anche un bel ceffone come avrei fatto con qualunque altro screanzato,
semplicemente perché so, come ho già detto, che Remus a mente lucida non
avrebbe mai fatto una cosa del genere, che era con tutte le probabilità
ancora sotto l’influsso della Luna, che non sarebbe stato giusto colpirlo per
una cosa che lui, come me bada bene, sicuramente non voleva davvero fare e
sì, ho fatto tutte queste considerazioni nei tre secondi che ho impiegato a
cadergli tra le braccia, penso molto in fretta, qualche problema? E poi ho
capito anche, con certezza assoluta, che lui non si sarebbe spinto oltre il
bacio, per questo non mi sono staccata subito, perché sapevo che lui non
sarebbe andato oltre…perché se lo avesse fatto, allora mi sarei ribellata,
logicamente…sì…E considerando tutto questo, non c’è assolutamente motivo perché
io stia qui insonne a farmi i vermi nel cervello, giusto? E’ stata una parentesi,
una debolezza reciproca, praticamente non è mai esistita. E oggi gli avevo
promesso che sarei tornata a trovarlo, ma non l’ho fatto, ed è stato
semplicemente perché ho dovuto, e lo ripeto, dovuto, rimanere in ufficio, non
perché fossi troppo in imbarazzo. Domani ci rivedremo al Quartier Generale,
magari un pelino appena di imbarazzo ci sarà, credo sia ovvio, e Remus tenterà
forse di rinnovarmi le sue scuse che io declinerò gentilmente perché tanto non è successo niente. Quindi chiariremo e tutto tornerà come
prima. Per l’ora del tè staremo già parlando insieme della prossima missione
dell’Ordine. Sicuro.
Bene, Foglietto, direi proprio che hai finito la tua missione. Sto
molto meglio. Mi sono sfogata, ho blaterato, ti ho allungato con la magia per
avere più spazio per scrivere, e sono arrivata a una conclusione soddisfacente.
Grazie. Adesso me ne vado finalmente a dormire, e sarà un sonno serenissimo, lo
so, perché tanto quel bacio, per lui e anche soprattutto per me, non era
niente.
Tonks
Tonks sospirò, posò la
piuma, chiuse gli occhi e sorrise rilassata. Era convinta di quello che aveva
scritto. Davvero. Davvero davvero.
Sospirò nuovamente, ancora ad occhi chiusi, completando il gesto con un sorriso
disteso. Era convinta.
Bene. Ora di farsi quella benedetta
camomilla, e poi a nanna. Si alzò dalla sedia, continuando a sorridere come
un’ebete. Raggiunse il cucinino senza inciampare né rompere niente (visto, le cose iniziano già ad andare per il
verso giusto! Coraggio, Tonks!) e
iniziò a cercare il pentolino per far bollire l’acqua. Si mise perfino a
fischiettare l’ultimo pezzo delle Fatidiche Sorelle** . Trovato il pentolino,
accese il fornello e lo riempì d’acqua, aspettando che bollisse prima di
infonderci la bustina di camomilla. Blblbl
faceva l’acqua, mentre le bolle
iniziavano a formarsi e subito a esplodere, sempre più veloci, sempre più
grandi, sempre più caotiche. Tonks le paragonò allo stato dei suoi pensieri su
Remus. Fino a pochi minuti prima, si capisce. Perché adesso non c’era più
nessun caos nella sua testa. Adesso
aveva chiarito con se stessa e domani avrebbe chiarito anche con lui. Non c’era niente per cui i suoi pensieri
dovessero ribollire. Niente di niente. Andava tutto bene. Bene bene be…
Tonks schizzò in
soggiorno abbandonando a se stesso il pentolino, raggiunse la sedia mandandone
a gambe all’aria altre tre, e schizzando inchiostro blu tutto intorno, riprese
a scrivere sul Foglietto tutto d’un fiato.
Mezz’ora dopo il
pentolino, sentendosi solo, decollò dal fornello con un sonoro Wiiiii e andò a schiantarsi sul soffitto.
* Il mio solito dilemma.
Nella versione inglese, Tonks ha un saluto caratteristico, Wotcher, che quel
genio della traduttrice ha ben pensato di tradurre con un semplice e anonimo
Ciao. Il mio fido dizio mi informa invece che wotcher è un saluto dello slang
informale giovanile, e in italiano non ho trovato di meglio che Bella. Che mi
fa piuttosto schifo. Si accettano suggerimenti!
**Stessa storia di
prima, più o meno. Le Sorelle Stravagarie in inglese si chiamano Weird Sisters.
Le Weird Sisters erano le tre streghe del Macbeth, passate alla storia in
italiano col nome di Fatidiche Sorelle. Io sarò pignola, ma la traduttrice è
ignorante…