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Autore: DarkElectra    08/03/2007    4 recensioni
…Ciò che sto per dire non è facile da credere, ed ancor meno da capire, ma se vorrete ascoltarmi, se vorrete aver fiducia, allora forse, alla fine, vedrete la bellezza in una storia estremamente triste…
La mia prima storia lunga non tradotta. La mia prima storia romantica. La mia prima prova su me stessa. Non garantisco il risultato, ma ho bisogno in ogni caso dei vostri pareri, negativi o positivi che siano. Non vi dirò niente adesso, saprete solo leggendo.
la storia è dedicata dalla prima all’ultima sillaba AI MIEI LETTORI, perchè se non ci fossero loro non avrebbe senso scrivere.^.^
Genere: Romantico, Commedia, Triste, Malinconico, Drammatico, Song-fic, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Remus Lupin non riusciva a dormire

NdA: Potrei raccontarvi una marea di scuse, le prime che mi vengono in mente, tanto per fare un esempio, sono che sono stata in coma, che mi hanno rapita, che sono entrata a far parte di una setta ed ho dovuto passare un anno completamente tagliata fuori dal mondo. Oppure potrei stare zitta  e chiedervi perdono in silenzio, e sperare, che nonostante un anno di oblio qualcuno abbia ancora la volontà di leggere questa storia.

Non mi aspetto di raggiungere mai più le diciassette recensioni del capitolo precedente (per cui non smetterò mai di essere grata), ma ho comunque intenzione di riprendere a scrivere.Da qui.

 

Insomnia

 

 

Sono corsa su per la porta, ho chiuso le scale,

ho detto il pigiama, infilato le mie preghiere,

spento il letto e mi sono infilata nella luce…

tutto perché tu mi hai baciato.

*Quizilla*

 

 

Tonks si rivoltava nel letto, stanchissima ma insonne, nell’invano tentativo di trovare una posizione che le conciliasse il sonno. Sospirò, e rigirandosi ancora una volta sul lato destro, scese dal letto. O per meglio dire, rotolò giù come un sacco di patate, trascinandosi appresso le lenzuola lilla e battendo il gomito per terra. Emise un altro sospiro, pericolosamente simile ad uno sbuffo, e calciando si liberò delle lenzuola che la incastravano per terra. Gattonò fino al bordo del letto e vi poggiò le braccia sopra, con tutto l’intento di arrampicarcisi e tornare a…a cosa, in effetti? Non aveva dormito neanche un minuto da quando era tornata a casa, il che doveva essere stato parecchio tempo prima, e dubitava ci fossero speranze di riuscirci adesso. Invece decise di prepararsi una tazza di cioccolata calda, sua unica capacità culinaria, con la speranza che il calore e la dolcezza le conciliassero il sonno e la calmassero un po’. Ma a pensarci bene, tra tutti gli alimenti proprio il cioccolato (o qualunque cosa vi fosse strettamente connessa) forse non era proprio quello più adatto a distoglierle la mente da certi pensieri. Forse una camomilla sarebbe stata meglio. Sì, decisamente, una camomilla, calda e innocente, era perfetta. Si sollevò dal pavimento, sbadigliando con la stessa grazia di un ippopotamo, e si diresse verso la cucina. Nel tragitto pensò bene di stropicciarsi gli occhi e contemporaneamente massaggiarsi il gomito, col risultato che non vide affatto la veste gettata davanti alla porta tra tutto il resto del caos. Miracolosamente riuscì a non cadere aggrappandosi allo stipite della porta, ma non poté evitare una storta alla caviglia. Saltellando su una gamba raggiunse infine il tavolo, e afferrò la veste strattonandola nel tentativo di districarla dal piede. Nel farlo, incontrò con le dita un pezzo di carta sul fondo della tasca. Incuriosita, lo tirò fuori: sembrava semplicemente un foglietto piuttosto stropicciato...poteva essere una lista della spesa, o un appunto, o qualcosa di simile. Stava per appallottolarlo e buttarselo alle spalle quando lo riconobbe.  Per la foga di prenderlo prima che finisse fuori dalla finestra, o peggio, si perdesse nei meandri del caos sul suo pavimento, perse l’equilibrio sulla sedia che aveva raggiunto con tanta fatica e atterrò sul sedere, ritrovandosi per terra per la terza volta in sette minuti. Ma stringeva IL foglietto in mano, e si sentiva come Artù dopo aver estratto Excalibur dalla roccia. E i suoi capelli, che per tutto il giorno avevano caparbiamente indugiato su un brutto giallo semaforo (colore che da sempre aveva indicato stato di confusione e dubbio) stavano tornando rosa, almeno sulle punte. Avrebbe dovuto tenere sotto controllo le reazioni del suo umore, questa peculiarità dei suoi capelli di cambiare a loro piacimento un giorno avrebbero potuto metterla nei guai. Ma per il momento, pensava di aver in mano la soluzione ai suoi patemi, e col morale decisamente (o almeno un pochino) risollevato, si risedette massaggiandosi la chiappa dolorante, e iniziò a scrivere.

 

Bella* Foglietto,

lo so, sembra impossibile che non ti abbia perso, e sinceramente credevo che non ti avrei scritto mai più, ma sono contenta di averti ancora una volta tra le mani…sei stato un ottimo consulente quando ero in ospedale, e chissà, potresti ripetere il miracolo. Le premesse ci sono tutte: come l’altra volta ho un discreto mal di testa, come l’altra volta ho varie contusioni sul corpo, come l’altra volta non ho nessuno a cui poter confidare i miei sproloqui mentali, e soprattutto mi trovo in una situazione molto più incasinata della volta scorsa, anche se meno tragica. Forse.

Non riesco a dormire, Foglietto. E’ l’una di notte, o le due, o magari le tre, che ne so, l’orologio l’ho abbandonato…sotto il letto?… e comunque non è che me ne importi molto, sinceramente, sono troppo stanca fisicamente e troppo isterica mentalmente per preoccuparmi del tempo. Qualunque sia l’ora, fatto sta che da quando sono tornata a casa l’unica cosa che ho fatto è stato girarmi e rigirarmi nel letto come un’anima in pena. Cosa che, ora che ci penso, non sono proprio. Al massimo sono un’anima incasinata e incredula, ma non in pena…non è una cosa che mi procura dolore, a tenermi sveglia.

Ad ogni modo, il problema principale per cui ti scrivo è che non riesco a dormire. O meglio, il problema è il motivo per cui non riesco a dormire… non credo di essermi mai sentita così nervosa in vita mia, e per di più non sembra esserci modo possibile in cui riesca a calmarmi. Prima di coricarmi avrò bevuto una decina di tisane, ma niente. Oh, non è che sia nervosa nel senso di irritata, ma nervosa…febbricitante. Ho caldissimo e freddissimo allo stesso tempo, e non mi reggo in piedi dalla stanchezza, ma contemporaneamente non riesco a rimanere ferma, il mio corpo ha bisogno di continuare a muoversi, anche se il massimo che riesce a fare è rivoltarsi nel letto.Sono frenetica. E’ come…come avere un migliaio di fuochi d’artificio nel cervello, oppure un branco di porcospini a passeggio tra lo stomaco e la spina dorsale. Lo so che è ridicolo…

Ma non sono mai stata così per un bacio.

Bacio? Ma come, quale bacio? Eh sì, Foglietto, proprio così, un bacio.Un bacio, che mi ha dato Remus Lupin. Un bacio con la lin  piuttosto passionale, che mi ha dato Remus Lupin.  Un bacio piuttosto passionale che mi ha dato Remus Lupin steso nudo in un letto dopo che io avevo passato la mattinata a medicargli le ferite del plenilunio. Un bacio al quale IO non mi sono sottratta.

Un bacio su cui sto ancora rimuginando e che al solo ricordo mi fa impazzire il cuore.

Ma dico, ma tu ti rendi conto di quanto tutta questa situazione sia assurda? Incredibile, oltre che assurda. Ma soprattutto assurda. E ovviamente, una cosa assurda capitata nella mia vita non può neanche prendersi il lusso di essere assurda e basta, no, perché se tu metti una situazione assurda nella mia vita assurda e ci aggiungi una reazione altrettanto assurda, vedi che si arriva ad un’assurdità tre volte assurda… E io sono talmente isterica che sembro sbronza e sto parlando di cose che nemmeno ho idea di che cavolo significhino, e i miei capelli sono di nuovo gialli. E grazie a Merlino tu non sei una persona reale ma sei solo Il Foglietto e non puoi chiamare il San Mungo e farmi internare d’urgenza.

Dunque…Respiro profondo, signorina Tonks…Si parlava della situazione assurda in cui mi trovo. E che è tre volte assurda. Come minimo. Ti do anche i motivi, guarda:

1.Remus Lupin non bacia le ragazze a tradimento, e soprattutto sono sicura che non bacia in quel modo le ragazze a tradimento. A meno che non sia posseduto dallo spirito di Sirius,certo… Ma in ogni caso Sirius non bacerebbe me.

2.Io non dovrei stare così per quel bacio. Io non sto mai così per un bacio, neanche uno desiderato, figuriamoci uno a tradimento…Sarebbe logico se fossi infuriata, magari, se volessi andare da Remus e tirargli un ceffone, oppure si potrebbe anche capire se fossi felice e volessi correre da Remus e riprendere da dove avevamo lasciato, il che a dirla tutta non mi dispiacerebbe, ma non è assolutamente normale che io stia qui a preoccuparmi dei perché e percome di quel bacio, a domandarmi se lui prova qualcosa per me… Davvero, io non sono così. Non lo sono mai stata. Non fino ad ora, almeno.

3.Io non dovrei stare così per un bacio, che peraltro, davvero, non significa niente.

Ma sul serio, Foglietto, lo stato d’animo in cui mi trovo è tanto più assurdo proprio perché, alla fine, quel bacio non poteva significare proprio un bel niente, è anche inutile sperarci preoccuparsene.

Voglio dire, io e Remus, siamo entrambi appena usciti da un lutto, siamo emotivamente fragili…e entrambi ci siamo trovati a prenderci cura l’uno dell’altro…complesso del Buon Samaritano eccetera…sono incidenti che capitano a tutti in situazioni del genere, no? Heh…certo.

E poi, anche il modo in cui io ho reagito sul momento a ben pensarci è comprensibile e assolutamente insignificante.

Sì, ok, ammetto che il cuore mi è schizzato quasi fuori dal petto, ma che vuoi, è stato perché lui mi ha colta di sorpresa, senza che me lo aspettassi…No, Foglietto, io non me lo aspettavo e tanto meno lo speravo…la sensazione di gioia e trionfo devo essermele semplicemente immaginate. E infine, non mi sono staccata subito dal contatto, mollandogli anche un bel ceffone come avrei fatto con qualunque altro screanzato, semplicemente perché so, come ho già detto, che Remus a mente lucida non avrebbe mai fatto una cosa del genere, che era con tutte le probabilità ancora sotto l’influsso della Luna, che non sarebbe stato giusto colpirlo per una cosa che lui, come me bada bene, sicuramente non voleva davvero fare e sì, ho fatto tutte queste considerazioni nei tre secondi che ho impiegato a cadergli tra le braccia, penso molto in fretta, qualche problema? E poi ho capito anche, con certezza assoluta, che lui non si sarebbe spinto oltre il bacio, per questo non mi sono staccata subito, perché sapevo che lui non sarebbe andato oltre…perché se lo avesse fatto, allora mi sarei ribellata, logicamente…sì…E considerando tutto questo, non c’è assolutamente motivo perché io stia qui insonne a farmi i vermi nel cervello, giusto? E’ stata una parentesi, una debolezza reciproca, praticamente non è mai esistita. E oggi gli avevo promesso che sarei tornata a trovarlo, ma non l’ho fatto, ed è stato semplicemente perché ho dovuto, e lo ripeto, dovuto, rimanere in ufficio, non perché fossi troppo in imbarazzo. Domani ci rivedremo al Quartier Generale, magari un pelino appena di imbarazzo ci sarà, credo sia ovvio, e Remus tenterà forse di rinnovarmi le sue scuse che io declinerò gentilmente perché tanto non è successo niente. Quindi chiariremo e tutto tornerà come prima. Per l’ora del tè staremo già parlando insieme della prossima missione dell’Ordine. Sicuro.

Bene, Foglietto, direi proprio che hai finito la tua missione. Sto molto meglio. Mi sono sfogata, ho blaterato, ti ho allungato con la magia per avere più spazio per scrivere, e sono arrivata a una conclusione soddisfacente. Grazie. Adesso me ne vado finalmente a dormire, e sarà un sonno serenissimo, lo so, perché tanto quel bacio, per lui e anche soprattutto per me, non era niente.

Tonks

 

Tonks sospirò, posò la piuma, chiuse gli occhi e sorrise rilassata. Era convinta di quello che aveva scritto. Davvero.  Davvero davvero. Sospirò nuovamente, ancora ad occhi chiusi, completando il gesto con un sorriso disteso. Era convinta. Bene. Ora di farsi quella benedetta camomilla, e poi a nanna. Si alzò dalla sedia, continuando a sorridere come un’ebete. Raggiunse il cucinino senza inciampare né rompere niente (visto, le cose iniziano già ad andare per il verso giusto! Coraggio, Tonks!) e iniziò a cercare il pentolino per far bollire l’acqua. Si mise perfino a fischiettare l’ultimo pezzo delle Fatidiche Sorelle** . Trovato il pentolino, accese il fornello e lo riempì d’acqua, aspettando che bollisse prima di infonderci la bustina di camomilla. Blblbl faceva l’acqua, mentre le bolle iniziavano a formarsi e subito a esplodere, sempre più veloci, sempre più grandi, sempre più caotiche. Tonks le paragonò allo stato dei suoi pensieri su Remus. Fino a pochi minuti prima, si capisce. Perché adesso non c’era più nessun caos nella sua testa. Adesso aveva chiarito con se stessa e domani avrebbe chiarito anche con lui. Non c’era niente per cui i suoi pensieri dovessero ribollire. Niente di niente. Andava tutto bene. Bene bene be…

Tonks schizzò in soggiorno abbandonando a se stesso il pentolino, raggiunse la sedia mandandone a gambe all’aria altre tre, e schizzando inchiostro blu tutto intorno, riprese a scrivere sul Foglietto tutto d’un fiato.

 

 

Mezz’ora dopo il pentolino, sentendosi solo, decollò dal fornello con un sonoro Wiiiii e andò a schiantarsi sul soffitto.

 

 

* Il mio solito dilemma. Nella versione inglese, Tonks ha un saluto caratteristico, Wotcher, che quel genio della traduttrice ha ben pensato di tradurre con un semplice e anonimo Ciao. Il mio fido dizio mi informa invece che wotcher è un saluto dello slang informale giovanile, e in italiano non ho trovato di meglio che Bella. Che mi fa piuttosto schifo. Si accettano suggerimenti!

**Stessa storia di prima, più o meno. Le Sorelle Stravagarie in inglese si chiamano Weird Sisters. Le Weird Sisters erano le tre streghe del Macbeth, passate alla storia in italiano col nome di Fatidiche Sorelle. Io sarò pignola, ma la traduttrice è ignorante…

 

 

 

 

 

 

  
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