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Autore: golightly    24/08/2012    0 recensioni
La ragazza entrò in un pub, il Paiolo Magico, e proprio mentre pensava a quanto quel nome fosse bizzarro accadde: lo sguardo penetrante di Elena aveva incontrato per la prima volta gli occhi azzurri e ridenti di Gideon.
Il primo non aveva notato gli occhi simili a carboni ardenti della giovane ed era passato oltre come molti altri avevano fatto prima di lui, al contrario quegli occhi di ghiaccio si erano impressi nella mente di lei, che sin dal primo istante aveva capito che da quel momento non avrebbe più potuto fare a meno di quello sguardo.
Questa storia racconta di come due persone apparentemente diverse scoprirono di essere due facce della stessa medaglia e di come una semplice babbana insegnò al mondo della magia che, al di là delle differenze, sia i maghi che i babbani sono esseri umani afflitti delle stesse paure, divorati dagli stessi desideri e animati dal medesimo ingegno.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fabian Prewett, Gideon Prewett, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Tom.


Tom, il proprietario del Paiolo Magico, era un uomo di mezza età quasi completamente calvo, dallo sguardo ridente e dall’aspetto dimesso ed accomodante tipico dei baristi. Inoltre, come tutti i bar-man degni di questo nome, stava a metà strada fra un amico di famiglia ed uno psicologo e per questa ragione, era riuscito a capire lo stato d’animo di Elena immediatamente e senza particolari difficoltà non appena si era presentata al bancone del pub per prendere servizio.
«Nottataccia eh?» le aveva chiesto facendo un cenno alle occhiaie bluastre della ragazza che aveva stancamente annuito in risposta.
«Io sono Tom – aveva continuato sorridente – prima di iniziare ci sono un paio di cose che Gideon mi ha chiesto di discutere con te.»
«Che genere di cose?» disse Elena precipitando improvvisamente dall’Etere dei suoi pensieri e rivolgendo tutta la sua attenzione al mago.
«Non è sicuro parlarne qui, qualcuno potrebbe sentirci..» senza aggiungere altro l’uomo le fece strada attraverso il bar; e cosìuscirono in un piccolo cortile circondato da un muro, dove non c’era altro che un bidone della spazzatura e qualche erbaccia.1
«È molto importante che nessuno venga a sapere che tu sei una babbana altrimenti potresti trovarti in grave pericolo.» le aveva spiegato con aria greve, guardandola dritto negli occhi.
«Per questo motivo d’ora in avanti per la comunità magica tu sarai Helena Sullivan – aveva continuato – la mia cugina Magonò, vieni da Mancester e ti sei trasferita a Londra per darmi una mano con il pub tutto chiaro? »
«Che cos’è un Magonò?» aveva chiesto la ragazza perplessa.
«I Magonò sono persone che pur essendo figli di maghi e streghe non possiedono poteri magici.»
«È possibile?»
«È molto raro, ma si è possibile. Non sappiamo precisamente come si trasferisca la magia: solitamente è trasmessa per via ereditaria dai genitori ai figli, ma può succedere che ciò non avvenga oppure può succedere che nascano bambini dotati di poteri magici in famiglie babbane che nulla hanno mai avuto a che fare con la magia.» le aveva spiegato pazientemente Tom.
«Non capisco il perché di tutto questo comunque! Voglio dire che genere di pericoli correrei se qualcuno scoprisse la mia vera identità?»
«Viviamo in tempi oscuri mia cara. Alcuni maghi disprezzano profondamente i babbani ed i maghi nati babbani perché credono che abbiano ottenuto i loro poteri rubandoli ad altri maghi. Se sapessero ciò che è accaduto ieri sera ti vedrebbero come una minaccia ed a quel punto non esiterebbero a farti del male per proteggere le loro convinzioni.» disse Tom stancamente, come se quelle parole lo avessero fatto invecchiare di diversi anni.
«Per questo è molto importante che nessuno sappia chi sei – aveva proseguito dopo aver tirato un sospiro malinconico – mi prometti che lo farai?»
«Ci puoi scommettere cugino!» tagliò corto Elena con tutta l’allegria di cui era capace nel tentativo di tirare su il morale del suo nuovo amico; a quel punto il viso di Tom si aprì in un timido sorriso che scatenò la risata cristallina della ragazza.
«Mettiamoci a lavoro allora!» disse allora l’uomo, mentre si dirigeva a grandi passi verso il Pub.

 

 
La clientela del Paiolo era variopinta, variegata ed eccentrica quanto la sera precedente e nel giro di una mattinata tutti avevano dato a loro modo il benvenuto ad Helena Sullivan, la cugina di Tom.

Erano stati così squisitamente gentili con lei che la giovane non capiva come delle persone così straordinarie potessero essere capaci di fare del male a qualcuno; poi Lucius Malfoy fece il suo ingresso nel pub ed improvvisamente tutto fu chiaro.
 
Malfoy era un giovane uomo sulla ventina, bello quanto glaciale: aveva lunghi capelli biondissimi, pelle diafana e due occhi grigi come il mare in tempesta ed altrettanto terrificanti. La giovane si era avvicinata al suo tavolo circospetta,quasi avesse fiutato il pericolo nell’aria; stava per cominciare sparecchiare e a prendere le ordinazioni quando si ritrovò inspiegabilmente per terra, l’uomo aveva infatti infilato il suo bastone da passeggio in mogano tra le sue gambe senza apparente motivo, facendola così precipitare dolorosamente sul pavimento di pietra.
«Si può sapere che accidenti stai cercando di fare..» iniziò a dire la ragazza,ma le parole le morirono in bocca non appena il suo sguardo incrociò quello del mago.
«Taci lurida magonò! Quando il signore oscuro trionferà quelli come te non avranno un destino migliore di quei fetidi mezzosangue e dei babbanofili traditori del loro sangue! Arriverà il giorno in cui avrete ciò che meritate feccia!» sibilò gelido Malfoy scrutandola con occhi carichi di disprezzo e piantandole la punta del bastone da passeggio sullo sterno, come se volesse schiacciarla alla stregua di un insetto fastidioso.
Elena conosceva bene quegli sguardi e quegli atteggiamenti perché erano quelli che popolavano i racconti della sua famiglia sopravvissuta per miracolo all’olocausto; non li aveva mai sperimentati in prima persona, ma sapeva bene che cosa erano capaci di fare gli uomini come Malfoy e, proprio per questo, iniziò a tremare come una foglia, il terrore dei campi di concentramento dipinto negli occhi.
«Signor Malfoy la prego la lasci andare! Mia cugina è di Mancester,non la conosce! Qualsiasi cosa abbia fatto sono certo che non fosse sua intenzione offenderla.» intervenne Tom strappandola dalle grinfie del mago e attirandola a sé con fare paterno.
«Ti conviene tenerla lontana da me Tom, la prossima volta non sarò così clemente!» replicò lui glaciale, poi si alzò e senza aggiungere una parola di più si diresse verso il cortile sul retro scomparendo al di là della porta di legno.
E così,in meno di ventiquattro ore ,Elena sperimentò l’attrazione totale, quella per Gideon, e la repulsione più assoluta ed agghiacciante, quella per Malfoy.
 
Dopo quello spiacevole incontro Elena non aveva quasi più aperto bocca; aveva al contrario deciso di concentrarsi sul lavoro per non pensare all’accaduto,il tutto sotto lo sguardo apprensivo e preoccupato di Tom.
«Non mi chiedi niente?» disse esasperato quando non fu più in grado di trattenersi dall’entrare in argomento.
«Non ne ho bisogno! Lo so che ti sembrerà assurdo,ma conosco bene gli uomini come Malfoy! So che sarebbero capaci di fare qualsiasi cosa pur di disintegrare l’oggetto del loro odio.» rispose lei semplicemente.
Era riuscita a pronunciare quella sentenza così terribile e definitiva con la voce più dolce del mondo e questo, più di qualsiasi altra cosa, fece capire a Tom che la ragazza aveva capito perfettamente la situazione, che ora era pienamente consapevole dei rischi che correva in quel mondo e, soprattutto, che non voleva più parlare di ciò che era accaduto, almeno per il momento.
Alle cinque del pomeriggio il clima all’interno del paiolo magico era tornato quello di sempre: Elena si era calmata con grande soddisfazione di Tom e i due avevano trascorso l’ultima parte del pomeriggio a scherzare con i clienti del pub, fino a quando una indomabile chioma fulva aveva fatto il suo ingresso attirando immediatamente l’attenzione della ragazza.
Di fronte a lei adesso sedeva un ragazzo alto con spalle larghe, occhi azzurri e capelli rossi; assomigliava in tutto e per tutto a Gideon eppure non era lui.
«Tu non sei Gideon.» fu la prima cosa che riuscì a dire. Non era molto educato, ma le parole erano uscite irriverenti dalla sua bocca prima che lei riuscisse a trattenerle.
«No,infatti! Io sono il suo gemello Fabian e tu devi essere Elena. Non è così?» rispose lui con un ampio sorriso.
«Sono io! Cosa posso fare per te?» disse lei sorridendo timidamente a sua volta.
«Gideon non poteva venirti a prendere perché è impegnato in una missione molto importante per il ministero,mi ha chiesto se potevo accompagnarti a casa dopo il lavoro e così eccomi qui!» esclamò il ragazzo allegramente.
«Io stacco tra dieci minuti! Vuoi bere qualcosa nel frattempo?»
«No tranquilla ci sono alcune cose di cui devo discutere con Tom. Quando hai finito chiamami» fece Fabian e detto questo raggiunse il barman che lo stava aspettando nel solito cortiletto interno.

 

― ― ―

 

Dieci minuti più tardi i due ragazzi stavano percorrendo a ritroso il tragitto che solo la sera prima aveva portato Elena al Paiolo Magico per la prima volta.
All’inizio avevano parlato di cose piuttosto futili giusto in tempo per scoprire che erano in perfetta sintonia: Elena si sentiva straordinariamente rilassata accanto al ragazzo che,pur essendo esteriormente identico a Gideon, aveva un carattere tranquillo palesemente diverso da quello del fratello e non era capace di risvegliare in lei quel turbamento che tanto l’aveva sconvolta la notte precedente.
«Mi hanno detto che hai conosciuto Lucius Malfoy.» disse dopo un po’ il ragazzo lasciandosi andare placidamente su una panchina di Hyde Park.
«Davvero? E cos’altro ti hanno detto?» chiese scettica Elena mentre prendeva posto accanto a lui.
«Che lo hai inquadrato immediatamente e che sei stata molto coraggiosa! Tom era a dir poco ammaliato da te!» rispose Fabian.
«Non sono stata coraggiosa! Non facevo altro che tremare! Se non fosse arrivato Tom non so cosa sarebbe successo!» sbottò amaramente la ragazza.
«Avere coraggio non significa non temere niente,ma affrontare la vita nonostante il timore! Solo gli sciocchi non hanno paura di niente!» disse Fabian e detto questo rimasero entrambi in silenzio per un po’, ognuno di loro immerso nell’abisso dei propri pensieri.
«Cosa sta succedendo nel vostro mondo Fabian?» mormorò Elena con una vocina così flebile che il mago accanto a lei riuscì a stento a sentirla.
«Beh ci sono alcuni maghi che si ritengono meglio di altri perché sono i cosiddetti “purosangue” il che significa che discendono unicamente da altri maghi.» iniziò a dire l’Auror, si sistemò meglio sulla panchina e poi proseguì.
«Disprezzano chiunque sia diverso da loro e chiunque non condivida il loro pensiero. Vogliono il potere e per questo hanno scatenato una guerra che al momento rischia di distruggere per sempre il nostro mondo. Questo è quello che sta succedendo in sintesi.»
«Capisco! Ah la ripetitività della storia.. ha perfettamente senso infondo!» rispose lei malinconicamente più rivolta a se stessa che non al suo interlocutore che la stava fissando perplesso in effetti.
«Cosa vuoi dire?» disse allora Fabian incapace di capire dove volesse andare a parare la sua nuova amica.
«Circa una quarantina di anni fa c’erano dei “babbani” che pensavano di appartenere alla razza predestinata a dominare il mondo. Come i vostri “purosangue” credevano di essere migliori degli altri, disprezzavano chiunque fosse diverso da loro e chiunque non condividesse le loro opinioni; come loro scatenarono una guerra, ma non si limitarono a questo purtroppo.»
«Conquistarono tutta quasi tutta l’Europa e in ogni nuovo paese occupato rastrellarono tutti coloro che non appartenevano alla razza eletta; li raggrupparono e li spedirono in campi progettati per lo sterminio, scientificamente programmati per uccidere chiunque ne varcasse la soglia. Poi la guerra finì; ma prima che qualcuno riuscisse a fermarli queste persone furono capaci di uccidere milioni di uomini,donne e bambini trattandoli come carne da macello.» la ragazza si fermò una manciata di secondi. Le ferite che quella guerra aveva inciso nella carne del suo popolo erano ancora aperte e per questo per lei era molto difficile parlare di queste cose.
«La famiglia di mia madre è stata salvata dallo sterminio solo perché mio padre si è innamorato di lei. Lui era un ufficiale e prestava servizio nel campo di concentramento dove la mia famiglia venne deportata. Non credeva veramente alla storia della razza eletta, ma era stato costretto ad arruolarsi per proteggere la sua famiglia e quindi agendo dall’interno del sistema riuscì a salvare molte persone tra le quali c’era mia madre. Dopo la guerra venne sottoposto ad un processo e successivamente poté finalmente ritrovare la donna che amava e costruire una famiglia insieme a lei. In sintesi questo è quello che successe.»
«Come vedi non serve una bacchetta per fare del male a qualcuno! – proseguì la ragazza – Ho riconosciuto in Malfoy uno dei personaggi che abitano le storie della mia famiglia ed è per questo che ho capito subito quello che stava succedendo. Sono stata molto ingenua a pensare che un pezzetto di legno fosse in grado di cambiare la natura umana.» disse infine sorridendo dolcemente verso Fabian.
«Ed io sono stato molto ingenuo a credere che non possederne una potesse impedire agli esseri umani di farsi del male a vicenda!» esclamò il ragazzo in risposta.
«Ciò che non dobbiamo mai dimenticare però è che per ogni Malfoy c’è sempre un Fabian,un Gideon,un Tom o una Elena pronti a combattere per difendere la giustizia!» disse la giovane a sorpresa risvegliando entrambi del baratro oscuro in cui quei racconti li aveva fatti precipitare.
«Hai ragione non dobbiamo farci scoraggiare!» disse il mago esibendo un sorriso abbagliante e alzandosi in piedi.
«Sta diventando buio è meglio andare adesso!» disse porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
 
I due camminarono ancora per un paio di isolati parlando di tutto e di niente poiché era difficile istaurare una conversazione non compromettente dopo quello che si erano detti al parco. Infine raggiunsero la soglia del Phoenix Hostel dove Fabian si congedò affettuosamente da Elena che si apprestò ad entrare nella sua nuova casa.

Note dell'autrice: Non aggiorno da un sacco perchè ultimamente mi sono fatta prendere abbastanza dall'altra storia che sto scrivendo al momento, ma non temete perchè non demordo.

  1. la parte in corsivo contrassegnata con il numero corrisponde naturalmente alla descrizione del cortile sul retro del Paiolo che la Rowling ci fornisce in Harry Potter e la pietra filosofale.

In questo capitolo abbiamo incontrato un po' di personaggi nuovi, ma non è niente in confronto a ciò che ci aspetta nel seguito della storia:
il prossimo capitolo si intitola infatti " I ragazzi del Phoenix Hostel" e la nostra cara Elena che abbiamo lasciato or' ora sulla soglia della sua nuova casa verrà presto travolta da un uragano di personaggi nuovi di zecca.
Non ho molto altro da dire se non chiedervi come di consueto di farmi sapere cosa pensate del capitolo in particolare e della storia in generale.
Alla prossima Golightly :)

  
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