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Autore: Alyx    24/08/2012    11 recensioni
''Datti una calmata Potter se no ti schianto...''
''Hai portato la bacchetta?!!''
Con uno scatto fulmineo Lily fece lo sgambetto e Ramoso che finì disteso per terra. Il moro non fece in tempo a dire 'bip' che la Evans era sopra di lui  e gli puntava la bacchetta alla gola.
''Sono più veloce di quanto pensi Potter.''
                                     *****
''Potter fammi uscire da qui!''
''Non sai nuotare Lily?''
''Aiutami!''
''Solo se esci con me il prossimo sabato a Hosmade.''
''Sei un lurido ricattatore!''
''Intanto non sono io quello che rischia di affogare...''
''Per favore! Aiutami!''
''Te le ho gia dette le condizioni.''
''Va bene! Va bene! Ma aiutami!''
''Giuralo!''
''Cosa?''
''Come cosa!?! Che sabato prossimo uscirai con me!''
''Lo giuro! Lo giuro!''
James entrò nell'acqua e la prese.
''Vieni Lily!''
''Evans!''
''Usciamo insieme e ti devo chiamare per cognome!? No no!''
''Portami in sala comune! Adesso''
''Per favore''
Lei non accennava a chiedergli per favore allora lui la ributtò in acqua.
''Per favore! Per favore!''
''Ok. Andiamo in sala comune!''
                                        *****
"Cosa... Cosa... Cosa sei tu?" sibilò la ragazza.
Sirius si appoggiò con nonchalance allo stipite della porta in modo che le due sorelle non poterono vedersi.
"Sai che potrei farti la stessa domanda, dolcezza?"
Petunia rabbrividì.
Lily si sbatté un mano in fronte.
Non era possibile.
Perché tutte a lei?
"Che ci fai in casa mia?!" chiese allarmata ancora Petunia.
"Tua sorella mi ha invitato. Vuoi unirti a noi?"
Lily e Petunia sbarrarono gli occhi.
"Cosa vorresti dire?!" disse disgustata la bionda.
"Tesoro hai mai sentito parlare di un ménage à trois?"
Genere: Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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                               L' Ultimo Nemico Che Sarà Sconfitto E' La Morte

                                                          Capitolo 38
                                                           Prigioniero

 


 


Riassunto dei capitoli precedenti: I Magiamorte hanno attaccato Hogwarts, poco dopo il rientro degli studenti dalle vacanze di Natale. 
Sirius e Annabeth, che erano stati intrappolati da una Mangiamorte, vengono salvati da Remus e Dorcas, anche se la ragazza è ferita. 
Alice e Frank, corsi dal preside per avvisarlo dell'attacco, si trovano a fronteggiare Voldemort, aiutati poi da Lily e James. Silente sembra non sentire nulla dal suo ufficio, poco più in là, e i ragazzi si trovano in serie difficoltà.
Grazie a un gioco di squadra e l'improvvisa apparizione dei membri dell'Ordine, riescono a sconfiggere Voldemort ma James viene rapito un attimo prima che egli scompaia, ritirando l'attacco dei Mangiamorte.



***



Lily cadde in ginocchio sul pavimento, le mani aperte contro la superficie fredda e dura del pavimento, gli occhi lucidi.
Rivide mille volte l'espressione spaventata e confusa di James.
La vide, nonostante lui avesse tentato di nascondergliela.
L'Ordine della Fenice si stava dando da fare lì intorno.
Lily urlò.
-No! No! James!
Si prese il viso tra le mani, le spalle scosse dai singhiozzi.
Non si accorse nemmeno di Remus, che accorso nel corridoio col fiatone seguito da Dorcas, l'aveva stretta e se'.
Lily nascose il viso nel petto dell'amico.
-No! No! Nooo! 
Un ululato di disperazione le morì in gola, soffocato dai singhiozzi.
-James! James!
-Lily! Calmati! Lily!
La rossa afferrò la camicia di Remus, graffiandolo, incidendogli la pelle con le unghie.
-Nooo! No!
Sentì vagamente Remus chiamare aiuto, e Dorcas raggiungerlo, chinandosi alla sua altezza.
-James! Jaaames!
Si aggrappò all'amico con tutte le sue forze, il corpo che si scuoteva, si agitava, senza sosta, a causa dei singhiozzi.
Dorcas cercò di calmarla ma nemmeno lei ebbe successo.
Lily si disperava, il viso rigato dalle lacrime e dai segni delle unghie, i capelli appiccicati alla faccia umida.
Fece passare le mani sulle spalle di Remus, e poi le congiunse dietro il collo dell'amico, buttandosi su di lui, cercando un abbraccio.
Il lupo mannaro la strinse a se', senza smettere di sussurrarle parole dolci cercando di calmarla e consolarla.
Ma Lily non smetteva di disperare.
Dorcas borbottò qualcosa a Remus che dopo aver un attimo vacillato, acconsentì.
La giovane strega sussurrò un incantesimo e dopo pochi istanti, tutti intorno a Lily divenne nero.



Sirius corse in infermeria per lasciare Annabeth, dove ansioso raccontò velocemente l'accaduto all'infermiera.
Poi si dileguò, uscendo sbattendo la porta.
Corse come un forsennato verso l'ufficio del preside.
Quando arrivò nel corridoio spalancò gli occhi alla vista di Lily, riversa nelle braccia di Remus.
Lo raggiunse correndo e vide il volto dell'amico rigato di lacrime silenziose.
-Remus! Remus!
Il ragazzo si voltò, cercando di sorridergli il volto storto in una smorfia piangente.
-Sirius...- sussurrò.
Sirius si inginocchiò accanto a Remus, fissando senza capire Lily, temendo il peggio.
-È solo addormentata. Ma...- la poca voce dell'amico ammutolì.
Il lupo mannaro strizzò gli occhi e affondò i denti nel labbro inferiore.
-James?- chiese terrorizzato Sirius.
Remus scosse lentamente la testa.
-Cosa gli è successo?!- urlò il Black. -Cosa gli hanno fatto?!
Remus sbatté gli occhi, fissi sul viso di Lily e le portò dietro l'orecchio un ciuffo di capelli ramati.
-Non c'è.- sussurrò. -Non c'è.
Sirius boccheggiò. 
Si guardò intorno.
Alice piangeva sulla spalla di Frank, entrambi sanguinanti e stravolti.
-Remus...- chiamò terrorizzato.
Ma l'amico si era chiuso in un mutismo impenetrabile.
Col fiato corto e il battito accelerato, Sirius si alzò e corse verso Alice.
-Alice!
Lei si staccò da Frank, il viso stravolto dal pianto e dalla disperazione.
Gli corse incontro e scoppiò in singhiozzi nel petto di Sirius.
Frank intanto era corso traballante da Moody.
-Alice!
Solo un pianto incontrollato usciva dalle labbra della ragazza.
-Alice! Che è successo?! Dov'è James?!
La ragazza piangeva.
Affondò le unghie nelle spalle di Sirius, urlando, impazzendo per la disperazione.
-Alice! Alice!
Sirius la prese per le spalle e le fece alzare il viso.
Lei lo guardò disperata poi con rabbia si strofinò la mano sul viso.
-Non capisci Sirius! Non capisci!
-Esatto! Non capisco! Dov'è James, Alice! DOV'È?!
-Non c'è più!! L'ha preso Voldemort!!- urlò la bionda.
Il cuore di Sirius precipitò in un baratro nero e senza fondo.
E con lui, tutto il suo essere.



James rivenne con un gemito, portandosi una mano alla base della nuca.
Un dolore allucinante gli stava spaccando la testa a metà.
Non riusciva a ricordare niente.
Il suo cervello gli inviava solo un fischio assordante che gli risuonava nelle orecchie facendolo impazzire.
Cercò di mettersi a sedere ma ricadde a ginocchioni sul duro e freddo pavimento di pietra.
Improvvisamente un odore nauseante gli invase le narici.
Storse il naso, strizzando gli occhi infastidito e cercando di capire dove fosse finito.
Un incantesimo gli si schiantò sulla schiena, aprendo uno squarcio nella divisa e sbatté la testa sul terreno.
Gemette di dolore mentre sentiva il sangue colargli lentamente dalla tempia e il dorso esplodere dal dolore.
Si girò, rotolando lentamente sulla schiena cercando con gli occhi lo sguardo del suo nemico.
Una figura nera, avvolta in un mantello color pece lo sovrastava, la bacchetta ancora tesa contro di lui.
Era chiaramente un uomo.
Dietro di lui, un'altra giovane persona, più fragile e piccola della prima.
I capelli color dell'oro era abbandonati sulla schiena e contrastavano l'oscura e gelida maschera che nascondeva i giovani tratti del viso della ragazza.
L'uomo colpì James con un altro incantesimo togliendoli il respiro per qualche secondo.
"Smettila!" disse la ragazza, aprendo una mano verso il mago, leggermente preoccupata e tesa. "Finirai per ucciderlo."
Sorpassò il Magiamorte e si avvicinò a James, accucciandosi lì vicino
"James Potter, se ci tieni alla vita ti conviene collaborare. Non tutti si fanno scrupoli a causa del tuo stato di sangue. E se non otterranno quel che vogliono, ti uccideranno."
James capì chi stava sotto quella maschera.
"Narcissa Black. Pensavo che non avresti ceduto. Pensavo che non ti saresti lasciata abbindolare da loro!" 
"Non giudicare quel che non conosci."
Narcissa si alzò e si avviò verso l'uscita, ticchettando sui tacchi e fermandosi solo quando fu quasi fuori dalla stanza.
"Rosier, non essere troppo severo. Il Signore Oscuro non ha ancora finito con lui."
Il Magiamorte si voltò verso James con un ghigno malefico stampato in viso appena la ragazza fu sparita.
Il buio era quasi insopportabile.
James non vedeva pressapoco niente se non il suo nemico e una figura scomposta riversata in un angolo della stanza.
Rabbrividì sperando che fosse solo un'allucinazione.
"Bene, bene. Oggi hanno pensato di appiopparmi tutti i Potter eh? Preparati ragazzo. Se mai sopravviverai, e lo dubito, non sarai più capace nemmeno di riconoscerti allo specchio."
Un lampo rosso schizzò fuori dalla bacchetta di Rosier e James fece appena in tempo a rotolare su se' stesso, evitando il colpo ma la sua schiena stridette di dolore.
Si avvicinò al muro e con fatica tentò di rimettersi in piedi.
Rosier scoppiò in una sonora e inquietante risata.
"Cosa pensi di fare, piccolo Potter? Di sfuggirmi? Non ti reggi nemmeno in piedi. Non farmi sprecare inutili energie...Deprimo!"
Questa volta l'incantesimo lo colpì in pieno lasciandolo ancora senza fiato e con uno squarcio sanguinante sul petto.
James cadde sulle ginocchia con un tonfo sinistro lanciando un urlo di dolore.
Risier sorrise contento.
Fece qualche passo fino a rinchiuderlo tra il muro e se' stesso.
Lo afferrò per i capelli e lo costrinse ad alzare lo sguardo.
"Il tuo papi non ha voluto collaborare ed ha fatto una brutta fine. Quindi ragazzino, non pensare nemmeno a imbrogliarmi. Dimmi dove si trova l'Ordine della Fenice e potresti avere salva la patetica vita che ti ritrovi."
James perse quel poco di colore che gli era rimasto in viso e guardò terrorizzato il suo nemico.
"Cosa avete fatto a mio padre?!" chiese col fiato corto e la voce roca. 
"Dì a mammina di non aspettarlo per cena..." lo prese in giro il Magiamorte.
James urlò di dolore e di disperazione mentre la presa di Rosier si faceva sempre più forte e prepotente.
"Dimmelo Potter. Dimmi dov'è quel maledetto Quartier Generale!" urlò l'uomo, il viso rosso per la rabbia.
"No! No! Voglio vedere mio padre!"
"E presto lo vedrai, stupido sciocco!"
Con un calcio nel ventre, Rosier lo scagliò contro il muro e urlò "L'hai voluto tu, Potter! Dimmelo!"
James scosse la testa, le lacrime di dolore e tristezza che spingevano per uscire.
"Non aprirò bocca! Non lo farò! Non tradirò i miei amici!"
"Stupido illuso! Presto, presto i tuoi amici verranno a farti compagnia! E tortureremo loro fino alla pazzia, fino alla morte se necessario!"
James urlò.
"No! No!"
Il ragazzo cercò di scagliarsi contro Rosier, ma lui erse un muro tra loro due e irato si volse verso l'uscita.
"Cambierai idea, Potter vedrai! Vedrai! Alcune ore qua dentro e ti accorgerai di quel che ti farà cambiare idea!"
La porta sbatté dietro l'uomo.
James si prese la testa tra le mani, il sangue che gli colava dappertutto e il corpo martoriato dagli incantesimi e non.
Il suo urlo angosciato rimbombò nelle viscere della sua prigione.



-Dov'è Silente, Malocchio?!- strillò Dorcas avvicinandosi al mago.
-Meadowes, Silente non è qui! 
-Come non è qui?!
-È quello che mi sto chiedendo anche io! Che dico io? Vigilanza costante! Ed ora ci sparisce il preside sotto il naso!- bofonchiò irritato.
-Ma Moody...
-Zitta! Dove sono finiti i Prewett?! Dovevano essere qui dieci minuti fa!
Dorcas rimase in piedi a guardare Alastor allontanarsi zoppicante, confusa.
Frank le si avvicinò.
-Ehm, professoressa.
-Dorcas, Frank. Chiamami Dorcas...- lo corresse lo sguardo ancora fisso su Moody.
-Ehm, sì. Bene, Dorcas. Credo che... Dovrebbe... Insomma... 
-Frank?- lo richiamò voltandosi finalmente verso di lui.
-Il suo braccio...- borbottò Paciock arrossendo.
Lei si guardò l'arto.
-Oh, che sbadata! Hai ragione! Grazie!- disse vedendo il suo braccio messo piuttosto male, sanguinante e verdognolo.
Si portò i capelli bruciacchiati dalle maledizioni e sporchi di polvere e sangue dietro l'orecchio e si curò l'arto.
Frank intanto era tornato ancora piuttosto imbarazzato verso Alice che era accasciata come una marionetta senza fili a Sirius, a sua volta imbambolato e sconvolto.
Remus era ancora inginocchiato accanto a Lily che dormiva, sussultando e gemendo di tanto intanto, la mano insanguinata della rossa stretta tra le mani del lupo mannaro.
Scorse Peter trottare verso di loro, i vestiti bruciati e fumanti, i capelli dritti non si sa se a causa dello spavento o delle maledizioni.
Il ragazzino si chinò su Lily e poco dopo stava piangendo con Remus, che evidentemente gli aveva detto di James.
Frank si passò una mano nei capelli e si mise a sedere sconvolto senza perdere di vista il gruppetto.
Erano proprio messi male.



James non si ricordava di essere svenuto eppure rivenne riverso sul pavimento sporco del suo stesso sangue e quello di chissà quali altre persone.
Gli occhi ci misero parecchio ad adattarsi al buio denso della stanza.
E ancora una volta scorse vagamente una figura accasciata in un angolo.
Era quasi sicuro che non respirava ed era un uomo.
Deglutendo sonoramente si avvicinò, gattonando e gemendo per i dolori alla schiena.
Quando fu accanto alla figura, gli occhi gli lacrimavano dal dolore.
Vide che questi indossava un lungo mantello marrone ormai ridotto a brandelli e si intravedevano ferite allucinanti e sicuramente dolorose su tutto il corpo.
James ringraziò il buio che non gli permise di vedere i dettagli.
Sarebbe svenuto dallo shock.
Fece girare l'uomo e lo mise a faccia in su.
Smise di respirare per qualche secondo.
Sbatté gli occhi sperando che fosse un'allucinazione quando lo riconobbe, aspettando che questi si dissolvesse.
Ma non accadde.
Gli occhi vitrei e senza vita di suo padre sarebbero diventati uno dei suoi incubi peggiori.



*
Scusate se interrompo il capitolo così.
Volevo solo dirvi che quando ho scritto la parte che state per leggere, stavo ascoltando una canzone che credo abbia un po' modificato il corso degli eventi. 
Che mi ha ispirata e indotta a scrivere in modo diverso.
Mi farebbe piacere condividerla con voi.
Scusate ancora.  
Alice

Hero, Enrique Iglesias 





Quando Annabeth si svegliò sentì la testa pesante e un dolore attutito al braccio destro.
Cercò di mettersi a sedere e con un gemito ricadde sul cuscino.
Scorse Sirius pochi metri più in là, seduto su una sedia scomoda, le mani abbandonate sul suo grembo e gli occhi fissi nell'aria, la mente anni luce lontana da lì.
-Sirius.- sussurrò.
Ma il ragazzo non si mosse.
-Sirius.
Annabeth si agitò sul letto e cercò di raddrizzarsi di più.
-Sirius.
Ma ancora niente.
-Black! Di grazia! Non l'ho messa qui per fissare il nulla! La signorina McNoir si è svegliata e nemmeno se ne accorge!- o riprese severa l'infermiera pasando di lì.
Solo dopo le urla di Madama Chips, il ragazzo si scosse e accorse al letto di Annabeth.
Lei gli fece un sorriso, dicendogli con gli occhi che non importava.
-Scusa.- pigolò Black. -Io...
Annabeth gli mise un dito sulle labbra. -Shh. 
Sirius chiuse gli occhi, la bocca storta in una smorfia di dolore, disperazione, come se cercasse di trattenere le lacrime e le emozioni, e lasciò che la mano della ragazza gli accarezzasse dolcemente il viso, assecondando le sue carezze.
-Non rinchiudere tutto dentro di te, Sirius.- sussurrò lei appena udibile, sistemandogli un ciuffo d'ebano dietro l'orecchio per poi avvicinarsi a far toccare le loro fronti.
Le palpebre del ragazzo ebbero un guizzo, strizzò gli occhi e dopo un secondo una sola lacrima scese calda e lenta sul suo viso.
Annabeth la baciò. 
-Viens. - disse poi, stringendolo in un abbraccio.
Sirius non sapeva il francese.
Ma aveva capito benissimo quel che Annabeth voleva dire.
Si abbandonò sul suo petto, le sue mani poggiate involontariamente una sul materasso e una sul fianco della ragazza.
Si nascose nei suoi capelli, aspirandone il profumo e cercando di calmarsi.
-Pleure, Sirius.- sussurrò lei nel suo orecchio, chiudendo gli occhi e stringendo a se' il corpo dell'amato.
Anche questa volta non fu il francese a impedire al ragazzo di capire.
Annabeth non fece domande, nemmeno quando sentì il petto di Sirius, scuotersi in singhiozzi silenziosi contro il suo.



Lily fissava fuori dalla finestra del dormitorio.
La pioggia batteva leggera contro il vetro, oscurando la vista come la mente della ragazza.
Il sul viso era perfettamente asciutto, la sua gola secca, gli occhi socchiusi.
Remus, in piedi dietro di lei, qualche passo lontano dalla sua poltrona chiuse gli occhi e fece un respiro.
Le mani di Lily erano aggrappate alla stoffa, i capelli sembravano quasi spenti e sparsi sulle sue spalle. 
La bocca chiusa, storta in una smorfia.
La mano di Remus si posò sulla sua spalla.
-Lily...
In meno di un attimo la mano della ragazza era aggrappata a quella del lupo mannaro, stingendola, aggrappandoci come se fosse un faro nella notte. La sua unica speranza.
-Lily...
Remus deglutì faticosamente, ricacciando indietro le lacrime.
-Andrà tutto bene, vedrai.- sussurrò Remus, forse più per cercare di convincere se' stesso che la rossa.
Lily annuì.
-Certo. Tutto bene.
La ragazza volse lo sguardo verso l'amico.
-Remus...- gli rivolse una muta preghiera con gli occhi.
-Sono qui.
Con un passo, il ragazzo si avvicinò di più a lei e permise a Lily di poggiare la testa sul suo petto.
-Sono qui.- ripeté, accarezzando la sua chioma rossa.
Lei annuì ancora, contro il ventre di Remus, chiudendo gli occhi.
-Ma lui dov'è, Remus? Dov'è James?
Il lupo mannaro si chinò sulla testa di Lily e le diede un dolce bacio sulla fronte, come si fa con i fratellini minori quando hanno un incubo la notte.
-Sta tornando da noi, Lily. Ne sono sicuro. Sta tornando.
Una lacrima solcò la guancia della rossa. Seguita da un'altra. E un'altra ancora. E ancora.
-È colpa mia.- disse lei, nascondendo il viso nella divisa di Remus. -È colpa mia. Io... io non dovevo! Non dovevo lasciarlo andare da solo. L'ho lasciato andare ad affrontare Voldemort da solo. Lui... lui non me l'avrebbe... mai... mai permesso.
-Shhh. No, Lily. Cosa stai dicendo?- le sussurrò Remus, accompagnando le parole con un altro piccolo bacio. -Non è colpa tua. 
Dopo fu solo pianto.



-Papààà! No! Papààà!
James si buttò sul cadavere del padre, scuotendolo e afferrandolo per le spalle. 
-Papà! Nooo! Rispondi papà!
Ma i morti non parlano. 
James poggiò le mani sulle ginocchia, lasciò cadere la testa all'indietro, lanciando uno straziante urlo di dolore.
-Papà!! 
Ogni lacrima che gli scendeva dal viso era un ricordo, un meraviglioso ricordo passato con lui.
La sua prima volta sulla scopa, quella sera che con Sirius aveva rubato le caramelle e lui lo aveva sgamato. Quando era tornato a casa saltando per la gioia dicendo al padre che aveva baciato una ragazza! Quella volta, la prima volta, che gli aveva parlato di Lily. Di come fosse diversa da tutte le altre. Quando suo papà gli aveva rivelato che ne era sicuramente innamorato. Quando avevano litigato perchè James non voleva capire che per conquistarla doveva smettere di fare il Don Giovanni e crescere. E quando era tornato a casa piangente, arrabbiato, urlando che aveva sbagliato tutto, che era tutto sbagliato. Quando aveva spalancato gli occhi e incredulo aveva ascoltato il figlio che diceva che voleva entrare a fare parte dell'Ordine. Che voleva diventare Auror, come suo papà, e non uno sciocco giocatore di Quidditch. Che avrebbe rinunciato a tutti i suoi sogni, pur di difendere Lily. La sua Lily. Era stato tanto contento quando gli aveva rivelato che si erano baciati. Che erano usciti insieme. Che lei si era divertita. Di Sirius che lo aveva preso in giro a morte. 
Suo papá. Il suo unico papà. 
Chino sul suo cadavere, James singhiozzava lacrime amare.
Il dolore delle sue ferite erano nulla in confronto alla morsa gelida del vuoto che si era formato nel suo cuore.
Il suo dolce papà. Il suo esempio. Il suo eroe. Quello a cui si era sempre ispirato.
-Papà! No! Dimmi di no! Dimmi che è uno dei tuoi stupidi scherzi! Papà!
James si rannicchiò vicino a lui, poggiando la testa contro il suo petto.
Quel petto che lo aveva sempre accolto nei momenti di difficoltà, di tristezza, e di gioia. 
Quel petto che aveva tanto preso in giro al mare, quel petto peloso.
-Papà...
Il dolore da sopportare era troppo.
La mente di James si annebbiò, i pensieri si spensero come candele in una notte ventosa, e si addormentò, il viso umido di lacrime, stretto a suo padre. 
Sperando che fosse solo un brutto sogno. 
Sperando.
Sì. Perchè la speranza, quella non deve morire mai.


I can be your hero, baby.
I can kiss away the pain. I will stand by you forever.
You can take my breath away
.



 

Angolo dell'Autrice:
LO SO, potrebbe sembrarvi un miracolo, ma è tutto vero. 
Ho aggiornato per davvero.
Uno schifo, ovviamente (devo dire che le vacanze non hanno fatto così bene come pensavo...).
Lo ammetto. 
E' stato un  parto plurigemellare piuttosto complicato.
Non... non riuscivo a continuare, a sentire i personaggi miei come di solito.
E mi sono incasinata.
Spero solo di rimprendermi nei prossimi capitoli.
Ora sono tipo stanca morta, sono tornata dall'Asia stamattina alle 6, e per il mio cervellino bacato adesso sarebbero le... 3 e mezzo di notte. 
In pratica sono 24 ore che non dormo. :)
Però sono stata brava, vi ho messo il riassunto, la canzone (ho cercato di far funzionare il link, in caso contrario ho bisogno di qualcuno che prossimamente mi illustri il procedimento. Chi si offre volontario come tributo?) e adesso vado a ripescare tutte le recensioni per avvisare dell'aggiornamento. 
Dovreste battere le mani. Anche solo tre volte e mezzo. (?)
Sarebbe appagante abbastanza.:)
Sappiate che mi avete fatta felicissima con le scorse 10 recensioni... Davvero! Siete state tutte fantastiche! 
Non sapete il bene che vi voglio. 
E di sicuro siete voi che mandate avanti questa storia. 
Un bacione a tutte, splendori.;)
A prestooo! (forse)
Ali 

 

   
 
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