Quel
giorno non aveva
fatto ritardo, anzi, al suono della campanella mancava ancora un po'.
Appena
entrò nell'ampio atrio della scuola, fu investita da un
gradevole tepore. Era
così rilassante, pensava Scarlet, a differenza del freddo
che regnava
incontrastato fuori. Lei odiava il freddo, e anche quel giorno, entrare
a
scuola, era stato come entrare in paradiso. Non che le piacesse la
scuola, sia
ben chiaro, ma la preferiva assolutamente rispetto al gelido vento che
soffiava
ogni inverno e alla bianca neve che scendeva lentamente.
Aspettò un paio di
minuti prima di togliersi di dosso il pesante giubbotto e la sciarpa
rossa ben
avvolta intorno al collo. Il cappello di lana era così
morbido e caldo, e i
vecchi guanti di suo fratello non volevano abbandonarle le mani.
Luke,
invece, non sembrava aver particolari
problemi con il freddo, anzi, al contrario della gemella, si trovava
parecchio
a suo agio tra la neve.
Ecco,
nonostante fossero gemelli, loro due erano
del tutto diversi.
Certo,
fisicamente erano uguali: stessi capelli
castani, identici occhi verdi pieni d'energia, stesse mimiche facciali.
L'unica
cosa che li rendeva diversi, sul piano fisico, erano solo dieci
centimetri in
più per Luke. Caratterialmente, invece, erano come Sole e
Luna, bianco e nero,
luce e buio. Lei ingenua, lui furbo. Lei infantile, lui maturo. Lei
dava
fiducia a tutti, lui solo a pochi. Lei distratta, lui sempre attento ai
minimi
particolari. Si compensavano persino nello studio: mentre lei andava
meglio
nelle materie umanistiche, lui la superava in quelle scientifiche.
Erano
in molti a trovare troppo strano questo
loro completarsi a vicenda, ma per loro era sempre stato
così: dove non
riusciva Scarlet, ecco che accorreva in suo aiuto Luke, e viceversa.
Non poteva
essere diversamente, loro erano due facce della stessa medaglia.
A
quel punto, la ragazza, decise di dire addio
ai suoi cari guanti e al resto del suo - così come lo
chiamava lei -
equipaggiamento di sopravvivenza. Il tutto per andare alla ricerca di
Helen.
Sapeva dove l'avrebbe trovata, e infatti era lì ad
aspettarla al solito posto
di sempre, vicino agli armadietti mezzi scassati. Si
avvicinò velocemente,
raggiungendola in pochi istanti. La trovò a leggere, come al
solito.
Attirò
la sua attenzione schiarendosi la gola.
Helen, che già si era accorta dell'arrivo dell'amica,
sollevò lo sguardo dal
libro.
<<
Buongiorno
>> disse con un grande sorriso.
<<
Buongiorno
anche a te! >> la salutò Scarlet saltandole
quasi addosso << Come
ti senti? >> domandò, premurosa.
<<
Bene Scar
>> la rassicurò Helen << Certo,
se tu ti staccassi di dosso,
sarebbe anche meglio, ma davvero, sto bene >> concluse
facendola ridere.
Dopo
aver mollato la
presa - ferrea - su Helen, Scarlet si guardò intorno, subito
imitata dalla
compagna.
<<
Emma e Luke
dove sono? >> chiese la più alta, cercando i
due con lo sguardo.
<<
Sono ancora
in cortile. Li ho lasciati in cortile a chiacchierare da soli
>> spiegò
la più bassa. Sulle sue labbra si era dipinto un sorriso
trionfante che fece
ridere l'altra.
<<
Quindi da
questo devo dedurre che a Emma piace ancora Luke? >>
Scarlet
annuì, e stava anche per aggiungere
alcuni dettagli, quando una voce l'interruppe.
<<
Che c'è? Sei
per caso gelosa? >>
Helen
alzò gli occhi al cielo, e Scarlet iniziò
a divertirsi sempre di più. A parlare era stata una ragazza
del primo anno,
Roxy Stevens, seguace di Helen fino alla morte.
<<
Roxy,
smettila con questa storia, per favore >> la
pregò Helen, tra
l'esasperato e il divertito.
<<
Ma scusami,
tu e Luke non potete far altro che stare insieme! >>
rincarò la dose Roxy, alzando
il tono di un'ottava.
Helen
le voleva bene, la conosceva già da un
paio d'anni, e col tempo le si era affezionata, ma in momenti come
quelli,
voleva quasi rinchiuderla in uno stanzino. Era fin dalle medie, che
quella
buffa ragazzina dai grandi occhi da cerbiatto si era fissata sul fatto
che,
prima o poi, Helen e Luke si sarebbero dovuti fidanzare,
perchè, come le
piaceva dire, erano fatti l'uno per l'altra. I due diretti interessati,
però,
non avevano mai creduto alle parole della "piccola sognatrice" -
così
l'avevano soprannominata. Si conoscevano fin dall'asilo, erano
semplicemente
migliori amici, niente di più, niente di meno.
<<
Dai, si vede
lontano un miglio che vi piacete! >> quasi
urlò lei, presa dalla foga.
Qualche
studente che
si trovava ancora a passare per il corridoio si girò
incuriosito da quello
strano "teatrino".
Helen,
imbarazzatissima, stava pensando
seriamente all'idea di chiuderla in uno stanzino. Scarlet invece,
assisteva
alla scena sempre più divertita.
<<
Beh, vuol
dire che devi metterti gli occhiali, perchè a me lui non
piace, e a lui non
piaccio io. Chiaro? >> disse col tono più
convincente che aveva.
<<
Chiaro
>> si arrese Roxy, andandosene mogia mogia.
Mentre
Helen
osservava la ragazzina allontanarsi, Scarlet sembrava riflettere su
qualcosa.
<<
Helen!
>> gridò.
L'interpellata
sobbalzò.
<<
Per caso
vuoi farmi prendere un colpo? Che c'è? >>
sibilò.
<<
Tra qualche
giorno è il tuo compleanno! >>
esclamò elettrizzata.
<<
E tu mi fai
venire un infarto per dirmi una cosa del genere? >> Helen
la guardava allibita.
Scarlet
la ignorò.
<<
Dobbiamo
festeggiare! >> trillò, aprendo le braccia.
Helen
annuì, poco
convinta. L’altra la fissò e non aggiunse nulla.
Poteva immaginare cosa passava
per la testa dell’amica: era da un po’ che non
festeggiava i suoi compleanni, e
lei voleva che almeno il suo sedicesimo compleanno lo passasse in modo
magnifico, libera da ogni pensiero. Ma Helen non voleva, quella era
l'ultima
cosa che desiderasse.
In
quel momento
arrivò anche Luke.
<<
Ehi!
>> salutò le due.
<<
'Giorno Luke
>> ricambiò Helen, cordialmente.
<<
Oi Luke,
dove hai lasciato Emma? >> domandò poi,
cercando l'amica con lo sguardo.
<<
Ha detto che
doveva passare un attimo in bagno prima delle lezioni. Ci raggiunge
direttamente in classe >> rispose lui, noncurante.
Helen
annuì,
distratta. Nel frattempo Scarlet aveva posato lo sguardo sull'entrata della scuola. Improvvisamente, i suoi occhi si
illuminarono.
<<
Eccole!
Abigail e Alice! >> saltellò, per poi avviarsi
a passo svelto verso di loro.
Il tragitto tra armadietti e ingresso era abbastanza breve, ma
l'abilità di
Scarlet nel cadere superava ogni aspettativa. Inciampò,
infatti, sul piede di
un ragazzo del terzo anno, cadendo per terra come una pera cotta.
Fortunatamente, non sembrava essersi fatta male. Immediatamente si
rialzò sotto
gli occhi straniti del ragazzo - che Scarlet non aveva minimamente
calcolato -
e continuò la sua strada con molta nonchalanche, facendo
morire dalle risate
Luke ed Helen che avevano assistito all'intera scena. Abby ed Alice,
invece,
non sembravano essersi accorte di nulla, impegnate com'erano a
guardarsi
intorno.
<<
Ragazze!
>> le chiamò Scarlet, una volta arrivata
vicino alle due.
<<
Ciao
Scarlet! >> la salutò Alice.
<<
Buongiorno
>> disse sorridendo Abby.
Scambiarono
velocemente qualche parola sul clima di quei giorni, quando Scarlet si
ricordò
di essere andata da loro per un motivo ben preciso.
<<
Venite,
voglio presentarvi Helen, ieri era assente >>
annunciò, prendendole
entrambe per mano e trascinandole vicino agli armadietti.
Dopo
essere state
presentate da Scarlet, calò un imbarazzante silenzio.
<<
Allora... Da
dove venite? >> cercò di rompere il ghiaccio
Helen.
Alice
fece per
parlare, ma Scarlet la precedette.
<<
Vengono da
Londra! >> rispose pimpante.
Alice
le scoccò
un’occhiata dievertita, poi annuì in segno di
approvazione.
<<
Luke mi ha
detto che siete sorellastre, giusto? >> chiese ancora
Helen.
Questa
volta fu Abby
che aprì la bocca per rispondere, ma Scarlet fu nuovamente
più veloce.
<<
Ma certo,
perché Luke avrebbe dovuto mentire? Saranno sicuramente
sorellastre! >>
continuò a dire, come se fosse la cosa più ovvia
del mondo.
Abby
richiuse la
bocca, guardando confusa Helen, che con la bocca mimò "Fa
sempre
così".
La
campanella suonò, e i ragazzi si avviarono in
classe.
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Le
prime ore di
lezione erano passate abbastanza velocemente. Professori che andavano e
venivano, interrogazioni, le solite cose di sempre. Alla fine, era
arrivata
anche la fatidica ora di biologia. Abby era sempre stata una ragazza
diligente
e studiosa, non aveva di certo paura di un'interrogazione, ma il giorno
precedente il professor Fisher, li aveva avvisati che avrebbero
vivisezionato
una rana. Bene, Abby non voleva, ed era sicura di non essere l'unica. A
parte
qualche sadico che faceva parte della sua classe, come un certo Steven
Webb:
non la smetteva di dire cose tipo "Non vedo l'ora di aprire quella
rana" oppure "Sono certo che ci sarà da divertirsi". Bah,
che
gente. Aveva notato che Alice non aveva la benchè minima
intenzione di far del
male alla sua rana, lei amava gli animali! Scarlet, invece, stava
facendo una
serie di discorsi - pieni zeppi di sorrisi - alla sua rana, mentre Luke
ci
stava giocherellando. Helen fissava la sua rana, triste per la fine che
avrebbe
potuto fare. Infine, la sua compagna di banco, Stephanie, continuava a
lagnarsi, dicendo che non aveva mai toccato una rana in vita sua, e che
mai
l'avrebbe fatto.
<<
Su
Stephanie, forse se baci quella simpatica rana, potresti trasformarla
in un
principe >> disse il vecchio professor Fisher, causando
l'ilarità della
classe e beccandosi una stilettata d'odio da parte della Anderson.
<<
Bene, direi
che possiamo cominciare la lezione vera e propria: in fondo cosa
c'è di meglio
se non la pratica? >> disse il professore, convinto della
sua
affermazione. Guardò un attimo la classe, e sorridendo,
puntò il dito verso
Abby.
Abby
sgranò gli occhi. Cavolo, non avrebbe mai
pensato di essere scelta dal professore! E cavolo, non avrebbe mai
squartato
una povera rana! Mai e poi mai!
<<
Si alzi
signorina, e venga qui con la sua rana >>
sentenziò Fisher, mentre con la
mano ticchettava la cattedra.
Abby
si alzò dopo qualche secondo, come in
trance. Cercando di guadagnare più tempo, faceva tutto con
estrema lentezza. Fu
per questo che molto lentamente prese la sua rana, e sempre molto
lentamente,
camminava verso la cattedra, dove il professore l'aspettava, sorridendo.
<<
Ecco, ti
servirà questo per inciderla >>
continuò Fisher, passando a Abby un
piccolo bisturi medico.
La
ragazza prese l'oggetto, osservandolo con
riluttanza. Dannazione, non voleva vivisezionare quella rana!
Tutti
la stavano osservando e il suo nervosismo
era palpabile.
Fisher
continuava a sorriderle.
<<
Sbrigati
Cross! >> la incitò Steven.
<<
Zitto
stupido >> rispose Luke per la ragazza, che lo
ringraziò mentalmente.
<<
Ehi tu, chi ti credi di essere per dir-
>>
<<
Silenzio ragazzi,
la signorina Abigail deve concentrarsi >> li
bloccò il professore,
mellifluo.
Abby
lo guardò.
Secondo lei, quell'anziano professore, pensava che vivisezionare un
animale
fosse una cosa normale, una di quelle cose che si fanno tutti i giorni,
come ad
esempio lavarsi i denti.
<<
Però si
sbrighi, signorina, non può passare l'ora con il bisturi in
mano, così, senza
far niente >>
Continuava
a sorridere. Abby pensò fosse molto
sadico. Okay, sei un professore di biologia, ma vivisezionare una rana
col
sorriso in volto era una cosa da sadici. O da pazzi.
<<
Professor
Fisher... Io... >> iniziò Abby.
<<
Cosa
Abigail? >> la spronò a continuare, sorridendo
calmo.
"Io
non voglio
uccidere questo povero animale!"
Era
questo che Abby
stava pensando ma che non riusciva a dire. "Non voglio, non voglio, non
voglio!"
Il
vecchio professore
la stava guardando, aspettando una risposta. Sempre con quel sorriso
stampato
sulle labbra. Possibile che non cancellasse un attimo quel sorriso
così
tranquillo?
"Vorrei
che suonasse la campanella!"
si ritrovò a sperare Abby. Sapeva che era impossibile,
mancava ancora un bel
po' prima della fine della lezione, ma lo sperò lo stesso.
Davvero,
lei quella rana non voleva
vivisezionarla, e il suo non era uno stupido capriccio. Non voleva e
basta.
"Vorrei
che la
lezione finisse ora" pensò di nuovo.
E
fu in quel momento che accadde. Il suono della
campanella aveva spezzato quel silenzio che si era andato a creare in
classe,
interrotto solo da qualche sussurro.
<< Oh, com'è passato in fretta il tempo >> canticchiò Fisher << Non me n'ero accorto! >>
<< Ma cosa.. >> disse piano Abby, senza che nessuno la sentisse.
Dopo che il professore ebbe lasciato la classe - sempre sorridendo, tutti si alzarono e iniziarono a sparpargliarsi per la scuola. Era suonata la campanella dell'intervallo.
Abby si guardava intorno stralunata. Possibile che nessuno, oltre lei, si fosse reso conto di quello che era appena successo? In fondo, mancava ancora molto alla fine della lezione!
<< Abby! >>
Alice interruppe i suoi pensieri. Nemmeno lei sembrava essersi accorta di quello che era appena successo.
<< Alice >> fece, con un dolcissimo sorriso << per fortuna non ho dovuto fare niente alla rana >>
<< Già! >> disse l'altra << Senti, io, Scarlet e Luke andiamo in mensa, Helen invece va in biblioteca, ha detto che ha da fare. Tu vieni con noi? >>
<< Certamente! >> le rispose, avviandosi verso la grande mensa con gli amici.
Riguardo
a quello che
era appena successo in classe, decise di non dire niente a nessuno.
Forse si
era sbagliata. Forse era stata solo una sua impressione.
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Helen
entrò
nella piccola e accogliente biblioteca.
Appena posò il piede sulla moquette rossa, si
sentì a casa. Da sempre, i libri
erano i suoi migliori amici. Poteva rifugiarvisi all’interno
e viaggiare per
chilometri, stando seduta comodamente nella sua stanza.
I libri, non l’avrebbero mai tradita.
Salutò,
come
d’abitudine, l’addetta alla biblioteca e si
avviò alla ricerca di una lettura
leggera.
La biblioteca della scuola era molto ordinata: ogni scaffale aveva il
suo
genere. C’era lo scaffale per gli horror, che Helen evitava
accuratamente,
quello dei gialli, quello dei libri per le ricerche, quello dei
fantasy, il suo
genere preferito, e tanti altri scaffali pieni di tomi che Helen non
vedeva
l’ora di leggere. Optò per un libro di leggende,
che trovava particolarmente
interessanti.
Si avviò verso la sezione apposita, scorrendo con lo sguardo
tutti i titoli.
Uno di questi le saltò all’occhio: “Storie
e Leggende d’Inghilterra”. Helen,
che d’altronde amava la storia della sua terra, decise di
leggere quello.
Lo afferrò e andò a sedersi al suo tavolino
preferito, vicino alla finestra che
dava sul cortile della scuola.
Lo aprì e andò all’indice. La
attiravano diversi titoli, ma non sapeva da quale
cominciare. Decise di iniziare da una storia intitolata “Il
mistero di
Stonehenge”. Aprì il libro alla pagina indicata e
cominciò a leggere:
“Tanto tempo fa, nelle terre Britanniche,
abitava un Re molto ricco e presuntuoso che, nonostante fosse il
più potente
del suo regno, desiderava sempre di più. Un giorno, stanco
dall’essere
continuamente insoddisfatto, gli venne in mente un’idea che
avrebbe potuto
renderlo il più potente Re mai esistito al mondo: decise di
voler diventare uno
stregone. Dopo anni e anni di studi, sua Maestà
trovò la soluzione che avrebbe
realizzato tutti i suoi sogni. Ordinò agli architetti
più bravi del regno di
far costruire il monumento che oggi viene chiamato Stonehenge. Ci
vollero molti
giorni e molte notti, ma alla fine i lavori terminarono. Secondo i
calcoli del
Re, se lui si fosse messo al centro della costruzione una sera di luna
calante
pronunciando delle parole conosciute solo a lui, l’imponente
struttura avrebbe
conferito lui gli immensi poteri degli Stregoni Antenati, una setta di
potenti
maghi sotterrati proprio sotto quel suolo. E così fece,
divenendo il Re più
potente di tutti. Sottomise il suo popolo in modo brutale, uccidendo
chiunque
intralciasse il suo cammino. Il Regno, stanco delle cattiverie di sua
Maestà,
convinse lo Stregone di Montagna ad affrontarlo.
Quest’ultimo, avendo molta più
esperienza del Re, lo sconfisse facilmente, liberando il Popolo. Lo
Stregone fu
trattato come un Dio e, quando morì, lo seppellirono al
centro di Stonehenge,
dove giacque per sempre.”
Finito di
leggere il racconto, Helen si stiracchiò. La leggenda era
piuttosto carina e,
anche se non era vera, le piaceva pensare che esistessero davvero cose
come
magia o stregoni. Guardò l’orologio e
notò che si stava facendo tardi, ma si
concesse comunque un’ultima storia. Fece scorrere velocemente
le pagine del
volume fino a fermarsi ad una storia intitolata “Il regno
Rosso e il regno
Verde”. Iniziò a leggere.
“Anni e anni or sono, l’Inghilterra era
divisa
in due fazioni: il regno Rosso e il regno Verde. I due regni erano
sempre in
conflitto e questo li portava spesso a dichiararsi guerra. Un giorno,
il Re del
regno Rosso, decise di porre fine a tutto questo distruggendo il regno
Verde e
facendone schiavi i suoi abitanti. Così, attaccò
un villaggio dell’altro regno
radendolo al suolo. La regina del regno Verde, accecata
dall’ira, dichiarò
guerra al regno Rosso che, dopo anni e anni, ne uscì
vittorioso. Uno stregone
del regno Verde, però, non fu contento di tutto
ciò. Inviò così una maledizione
al castello del regno Rosso: tutti gli abitanti del castello si
trasformarono
in esseri senz’anima, capaci di trasformarsi in animali.
Avrebbero vissuto per
sempre una vita eterna e dannata, marchiati dall’anatema
dello stregone.”
Helen
controllò nuovamente l’orologio. Doveva tornare in
classe e doveva anche
muoversi. Si alzò di scatto e fece per andare a mettere a
posto il libro ma,
nella fretta, non si accorse che c’era qualcuno sulla sua
traiettoria e andò a
sbattere contro un ragazzo intento a scegliere un libro da uno
scaffale.
<<
Oh,
scusa, andavo di fretta e non ti ho visto! >> si
scusò Helen, alzando lo
sguardo. Incontrò gli occhi del ragazzo, di un azzurro
bellissimo, che le
ricordavano il cielo al mattino presto. Si prese qualche secondo per
osservarlo:
aveva dei capelli rosso fiammante, corti sotto e più lunghi
sopra. Era più alto
di lei di qualche centimetro e aveva delle spalle belle larghe. Dal
sorriso che
presentava sul volto si potevano scorgere i denti bianchi e dritti.
“Un bel ragazzo” pensò
Helen.
<<
Non
preoccuparti >> la rassicurò lui sorridendo
<< Non ti sei fatta
male, vero? >> chiese dolcemente.
Lei scosse
la testa, facendo così allentare la disordinata coda con cui
aveva legato i suoi
capelli.
<<
Bene! Comunque piacere, io sono Dean! >>
disse, porgendole la mano che lei strinse cordialmente.
<<
Piacere, Helen >> rispose sorridendo lei. Poi si
ricordò del suo ritardo.
<< Ora scusa, ma devo proprio andare! >>
aggiunse, correndo verso l’uscita
e dimenticandosi di mettere a posto il libro.
Uscendo
dalla biblioteca, il calore, che fino a quel momento l’aveva
avvolta, svanì.
Era una sensazione che non le piaceva per niente. Corse per i corridoi
della
scuola, urtando ogni tanto qualche alunno e balbettando qualche
<< Scusa
>>. Raggiunse la classe di inglese e aprì la
porta.
No. Niente
sarebbe mai stato come entrare in una biblioteca.
N.d.A
Alloooooora
:D come vi sembra questo nuovo capitolo? Vi piace? :D fatecelo sapere
:D La
prima parte del capitolo è stata scritta da entrambe, la seconda da Cherry e la terza da Ely :D Un grazie speciale alla beta di
Ely, Mary
Spurce :D Baci e a
presto
Cherry&Ely
p.s. per chi fosse interessato, su face book c’è la pagina ufficiale della storia con dentro disegni dei personaggi e tanto altro. Per il link, clicca qui.