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Autore: REAwhereverIgo    25/08/2012    4 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Segreti malcelati

Andiamo?” la chiamò Fabio, quando lei ebbe finito di fare sia la propria che la sua cartella.

Arrivo” rispose sospirando. Laura e Emma li fissarono incuriosite, morendo dalla voglia di sapere come mai lei lo seguisse tanto docilmente.

Mi aiuteresti a mettere la giacca? Ho dei problemi con il polso” le domandò, mal celando un sorriso divertito. Rea si sentì in colpa per una frazione di secondo, poi si ricordò che lui la stava ricattando e mise il broncio.

Dopo la sua richiesta assurda, sua madre aveva insistito per portarlo al pronto soccorso, dato che il polso non voleva sgonfiare e che lui non riusciva a muovere la mano. Aveva invitato anche la ragazza ad andare con loro, ma lei aveva elegantemente rifiutato, dicendo che non le piacevano gli ospedali. In realtà, sperava che Fabio cambiasse idea e le chiedesse qualcos’altro, anche dei soldi, pur di non dover cedere a quel ricatto stomachevole. Purtroppo, nonostante le sue richieste, lui l’aveva chiamata quella sera sul cellulare (come avesse fatto a trovare il numero non l’aveva ancora capito) per dirle che gli avevano fasciato il polso dicendogli che se lo era slogato e che doveva tenerlo fermo per dieci giorni.

Sembra fatto apposta, vero?” domandò.

In che senso?” chiese lei, senza capire.

Invece di una settimana, starai con me per tutto il periodo in cui avrò le bende, così che mi aiuterai. Sarai la mia infermiera personale” decise, usando di proposito un tono sensuale e malizioso.

Naturalmente, questo rimarrà un segreto solo tra me e te, non dovrai dirlo nemmeno alle tue sorelle” le ricordò.

Stai tranquillo, io non ho assolutamente intenzione di far sapere a qualcuno del tuo sporco ricatto” gli assicurò. Fabio rise.

Non lo chiamerei ricatto ma scambio di favori

Tu mi hai rubato il quaderno! Non è uno scambio perché l’unico che ci guadagna sei tu!” gli urlò Rea, arrabbiata.

Dettagli” aveva minimizzato.

L’aveva salutata col dire che si sarebbero visti  l’indomani a scuola per decidere per bene come strutturare le loro giornate.

Erano già passati quattro giorni, nei quali la ragazza aveva più volte avuto l’istinto di strozzarlo con le sue mani. Le aveva fatto svolgere i suoi impegni domestici, facendole pulire la sua stanza (peraltro già splendente), lavare i piatti e fare il bucato. Rea non pensava che anche i maschi facessero quelle cose, ma finché si trattava solo di questo poteva farcela. Il suo problema era che non solo aveva dovuto fare uno scambio di posto con Johan, che prima era accanto a Fabio e ora era accanto a Emma, ma doveva stargli appiccicata per aiutarlo a scrivere e a fare la cartella ogni santo giorno. Non vedeva l’ora che quella settimana finisse per potergli stare alla larga almeno il sabato, e, dato che era venerdì, doveva aspettare solo altre ventiquattro ore.

Oggi non ho niente da farti fare: le faccende domestiche le hai già finite ieri e non ci hanno dato compiti di alcun genere” le disse il ragazzo mentre andavano verso la paninoteca. Pranzavano lì insieme e poi andavano a casa sua.

Quindi posso andare via?” gli domandò speranzosa. Aveva bisogno di parlare con Laura e Emma, che vedeva pochissimo: tornava così tardi la sera, che cenava e andava direttamente a dormire, stremata. Tanto non doveva studiare, visto che faceva i compiti nel pomeriggio con lui.

No, affatto. Ho bisogno che tu faccia una cosa per me, poi puoi andartene” le rispose.

Una sola? È una sciocchezza! Dimmi tutto” disse felice.

Fabio sorrise e la fissò.

Voglio che tu mi prometta che sabato e domenica sarai solo mia” sussurrò, facendola fermare. Come sempre quando la guardava con quegli occhi neri e intensi, il cuore di Rea prese a battere all’impazzata.

Ma sabato sera volevo uscire, e domenica avevo promesso a Emma e Laura che studiavamo insieme per il test di matematica di lunedì!” si ribellò lei.

E invece farai esercizi con me e domani verrai a cena a casa mia” decise.

C-cosa?” esclamò la ragazza. Fabio rise nel vederla arrossire e le accarezzò una guancia.

Esatto. Consideralo un appuntamento vero e proprio, visto che saremo soli” le consigliò ammiccante.

E… e se non volessi?” suggerì.

Dovrei rendere pubblico il tuo quaderno. E tu non vuoi che succeda, vero?” domandò. Rea deglutì e si sentì costretta a fare qualcosa che non doveva fare.

Va bene, verrò da te” accettò, abbassando la testa. Il ragazzo si chiese se non stesse esagerando, ma la prospettiva di poter stare da solo con lei, senza scocciatori o senza che fosse impegnata a fare le sue faccende era troppo allettante.

La guardò andare via senza nemmeno pranzare, sperando che andasse tutto per il meglio.

 

 

Rea rincasò distrutta. Aveva i nervi a fior di pelle e un’enorme voglia di urlare. Laura e Emma quasi non le parlavano più perché si erano arrabbiate quando l’avevano vista spostarsi di banco dietro di loro, e lei non sapeva più che inventarsi per fare in modo di scusare la sua assenza. Se avesse detto anche una sola parola sul ricatto, avrebbero capito che aveva qualche segreto e questo avrebbe peggiorato ancor di più la situazione.

Come richiamate dai suoi pensieri, le sue sorelle apparvero nell’ingresso, stupite nel vederla rientrare così presto.

E tu che ci fai qui? Credevamo fossi da Fabio” la accolsero. La ragazza strinse i denti e si chiese come fare, poi si stampò un sorriso sulla faccia e le guardò tranquilla.

Oggi il suo polso stava meglio e non aveva bisogno di me per dargli una mano nelle faccende di casa, quindi sono venuta via” rispose. Tutte e due sorrisero maliziose mentre lei si toglieva il giacchetto.

Quindi oggi possiamo metterti sotto torchio e  sapere come mai, da martedì, non fai altro che stargli appiccicata!” esultò Laura. Le era passata l’arrabbiatura del disegno già dal giorno dopo che era successo e quasi non se ne ricordava più.

Preferirei di no” commentò storcendo la bocca. Sapeva benissimo che non avrebbero mollato la presa finché non avesse cantato come un fringuello, ma almeno ci stava provando.

Invece sì!” decise Emma. La presero di peso e la fecero sedere in cucina, mettendosi davanti a lei con le mani appoggiate sul tavolo.

Dicci come…” “…quando…” “…dove…” “… e perché…” “…tu e Fabio siete sempre insieme!” le dissero all’unisono. La ragazza si morse l’interno della guancia per evitare di confessare tutto.

Quando martedì sono andata a pranzo con lui si è fatto male per colpa mia e mi sento in dovere di aiutarlo fin quando non potrà muovere il polso” rispose. Con le bugie era pessima, ma così stava riuscendo a dire una mezza verità, quindi era più semplice.

E come mai siete usciti insieme martedì?” fu la domanda successiva. Rea si sentì avvampare, ma rimase zitta senza confessare.

Allora?” la incalzarono. Non parlare, non parlare ripeteva una voce dentro di lei.

Guarda che se lo chiediamo a lui, sono sicura che risponderà” la minacciò Emma.

Non credo proprio che lo farà, ma apprezzo l’impegno” rispose, ringraziando il fatto che anche lui voleva tenere segreto il motivo dei loro incontri.

Per cui diccelo tu!” s’infiammò Laura. Inventati qualsiasi cavolata, ma non dire del quaderno!

Beh, lui aveva… aveva gli appunti di chimica che io non riuscivo a seguire e si è offerto di prestarmelo, ma siamo dovuti andare a prenderli a casa sua” iniziò.

Poi io sono inciampata e lui, per recuperarmi, ha battuto il polso, slogandolo” inventò.

E perché non chiedere a me gli esercizi? Ti deve interessare proprio tanto se rifiuti i miei per i suoi” rise la mora.

Lui non mi piace! Non mi interessa per niente” negò la rossa, sentendo il cuore accelerare i battiti.

Certo, come no?” la prese in giro la bionda.

Ehi, potresti chiedergli se domani sera esce con noi!” propose Emma, sorridendo. A quelle parole, lei si ricordò dell’appuntamento e abbassò la testa.

N-non penso che uscirò… domani” balbettò.

Perché?” le chiese Laura. Ma porca §@#%*

Perché… perché… ecco, ho mal di gola e sapete che non posso assolutamente perdere la voce dato che mi alleno a cantare ogni volta che posso. Essendo già poche, non posso sprecarle perché sono fioca, quindi, onde evitare di prendere freddo, preferisco rimanere a casa” spiegò. Fa’ che funzioni!

Oh. Ma noi avevamo programmato già di andare in discoteca!” le disse tristemente la più alta.

Lo so e non so dirti quanto mi spiace, ma voi andate e divertitevi comunque” rispose.

Sei sicura? Se vuoi spostiamo la cosa alla prossima settimana e rimaniamo in casa con te” propose l’altra, generosa.

No, no, figurati!” si affrettò a tranquillizzarla lei. Nel vedere gli sguardi allibiti della sorella capì di essere stata anche troppo affrettata.

Mi sentirei in colpa se voi non vi godeste l’unico giorno libero che abbiamo a disposizione per causa mia, quindi andate e non pensate a me, io starò bene” rimediò.

Rimasero zitte tutte e due, capendo che c’era qualcosa di più profondo che Rea non aveva confessato.

 

 

Devi darci una mano, Johan” esordì Emma, il mattino dopo, parlando col ragazzo. Lui la fissò con gli occhi spalancati.

A far cosa?” domandò confuso.

A capire che diavolo sta combinando nostra sorella! Con te parla, si confessa, magari ti dice anche che cosa succede” rispose. I suoi occhi si rattristarono.

Da sabato passato ci siamo a mala pena detti ciao. Sembra talmente presa dal suo nuovo amico che non considera più noi tre” le fece presente.

Lo so, ma tu sei quello che le è più vicino, le sei più intimo anche di noi, quindi ti prego, almeno chiedile il vero motivo per cui non esce stasera!” lo implorò. Johan sospirò e si passò una mano tra i capelli.

Posso provarci, ma non assicuro niente. Laura, tu che ne pensi?” le chiese. La ragazza, in tutto questo discorso, era stata zitta a fissare estasiata i suoi capelli biondo cenere e i suoi occhi azzurrissimi, e non si era accorta che lui  le stava parlando.

Ehi, bella addormentata, ci sei?” la chiamò, agitandole una mano davanti agli occhi. Lei sobbalzò e arrossì.

Eh? Cioè, sì… cioè…” iniziò a balbettare frasi sconnesse e senza senso, esasperando la sorella, che sospirò arrendendosi.

Certo che sei proprio strana” commentò Johan, fissandola.

Scusami, stavo pensando ad altro” disse mesta.

I tre decisero che il ragazzo avrebbe parlato a Rea durante la ricreazione. Tutti e tre sperarono vivamente di riuscire a venire a capo di tutta quella faccenda.

 

  
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