Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Funeral of Hearts    25/08/2012    7 recensioni
Spoiler. Fan fiction ambientata dopo la saga di Punk Hazard. Con l'andare avanti della storia, probabilmente cambierò anche il genere e il rating.
Le streghe esistono. La loro è una storia di tormenti e persecuzioni, vite vissute senza pace, sempre in fuga da chi si vuole impadronire del loro potere per sfruttarlo - oppure per schiacciarlo definitivamente. Su di loro grava una maledizione che le ha quasi portate all'estinzione. Quasi, perché ancora qualcuno resiste. E non smetterà finchè non avrà posto fine al maleficio. Perché soltanto in quel momento si potrà dedicare alla realizzazione del suo sogno, messo a lungo - troppo a lungo - da parte.
Ma da soli è difficile. Sarà l'incontro, fortuito, con una delle ciurme più ricercate dei mari, potenziate dall'alleanza di pirati altrettanto famosi, a squarciare con un fascio di speranza un cielo rimasto per troppo tempo oscuro.
Dal capitolo sei:
“Dicci chi sei.”
“Luotisade Lilith, la 'Strega Rivoluzionaria'.” la voce di Trafalgar Law risuonò su tutto il ponte.
“Law...” sussurrò la ragazza chiamata Lilith, smettendo di accarezzare Bepo e guardando dritto negli occhi il capitano degli Hearts, accennando un sorriso.
“Tervetuloa laivalle, Miss Lilith.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO SEI

 

 

 

 

RISVEGLIO

 

 

È il caso di dire che è andato tutto a posto!
Spiritualmente... ecumenicamente... grammaticalmente.

Capitan Jack Sparrow. Pirates of the Carribean, 2003

 

 

“Aah... ah... aah...!”
La ragazza si voltò per vedere da dove proveniva quella voce. Alla sua sinistra uno strano animaletto peloso col naso blu la stava fissando, tremando di paura. Realizzando immediatamente cosa aveva scatenato quella reazione, schizzò a sedere e afferrò per il bavero quella creatura. Dalla sorpresa, il piccolo aveva lasciato cadere la beuta, che si era frantumata sul pavimento. La ragazza soffocò un grido di dolore, causato dalle ferite, ma ciò non le impedì di piantare le sue pupille feline su quelle sempre più terrorizzate dell'animaletto; e gli disse, in un soffio:
“Quello che hai visto... il segreto dei miei occhi... non ti conviene raccontarlo... altrimenti ti ucciderò!”
Completamente alla sua mercé, la piccola renna non poté fare altro che annuire.
In quel momento si udì una voce alla porta:
“Chopper, va tutto bene là dentro?”
La ragazza lasciò la presa sull'animaletto, che atterrò sul pavimento con un tonfo, e si coprì velocemente gli occhi con alcuni ciuffi dei suoi capelli.
“S-sì, Nami, t-tutto a posto!” mentì Chopper sotto minaccia di quegli occhi che, anche da coperti, non smettevano di fissarlo.
“Ho sentito un rumore...” la navigatrice fece capolino dalla porta. “Oh, sei sveglia!” disse notando la ragazza seduta sul letto. Entrò nell'infermeria con un gran sorriso.
La bruna si voltò a guardare la nuova arrivata.
“Ma non ti avevo detto di chiamarmi non appena si fosse ripresa?” disse la rossa portandosi le mani sui fianchi.
“Ha... ha ripreso i sensi solo ora...”
“Ce la fai ad alzarti?” Nami ormai non degnava più il dottore di attenzione, per il suo disappunto. La ragazza annuì e scostò il lenzuolo che la copriva. Si mise in piedi. Traballò un poco.
La cartografa si avvicinò per sorreggerla. Solo allora la giovane notò le bende e le fasciature sul suo corpo.
“Mi avete... curata?” chiese con un tono leggermente sorpreso. Chopper notò solo allora l'accento della ragazza, molto particolare, con le erre morbide, arrotondate.
“Naturalmente!” le sorrise Nami. “Vieni con me. Avrai bisogno di lavarti. E anche di vestiti puliti. Chopper, avverti Sanji che prepari qualcosa di caldo!”
Uscendo, la bruna si voltò verso la renna. Quest'ultima si sarebbe aspettata un'altra occhiata minacciosa; ma quello che ricevette fu uno sguardo che gli parve dispiaciuto, e un leggerissimo mormorio dalle labbra – “merci”, che Chopper riuscì a sentire ma non ad interpretare. Non era un'intimidazione. Che si stesse scusando?
Raccattò i pezzi di vetro e corse in cucina ad avvertire Sanji e i compagni.

 

Era sbucato un timido sole e sul ponte della Sunny si trovavano quasi tutti i Mugiwara, ad eccezione delle ragazze, Sanji e Franky; in più c'erano Shachi e Penguin in rappresentanza degli Hearts. Aspettavano tutti di vedere la famosa strega scampata da morte certa.
La prima ad uscire, una volta aperta la porta fu Robin, che porgeva un braccio alla ragazza per aiutarla a scendere le scale. Riecheggiò l'inconfondibile risata di Brook. La bruna indossava infatti alcuni dei capi di Nami: una felpa azzurra lasciata aperta dalla quale si vedeva una canottiera nera con la scritta bianca, in stampatello, “wave sul petto. Una semplice minigonna bianca ed un paio di stivaletti beige, alti appena sopra la caviglia, col tacco basso, completavano il semplice look. I capelli castani, sciolti, le arrivavano appena sotto le scapole, mentre due ciuffi le coprivano gli occhi. Le gambe mostravano le numerose fasciature, mentre sulla guancia sinistra vi era un cerotto. Dietro di lei, chiudeva il gruppo la navigatrice.
Shachi tirò una gomitata ad un inebetito Penguin che fissava quel terzetto femminile chiedendosi perché, a loro, tanta grazia non era concessa.

“Mi dispiace averti dovuto tagliare i capelli...” si stava scusando Nami, “ma erano davvero rovinati...”
“Non ha importanza, davvero...”
“EHIIIII!!! Da questa parte!!”
“Rufy, lo vediamo che sei lì...” la rossa, sconsolata, si portò una mano alla fronte. “Non farci molto caso, fa sempre così.” cercò di minimizzare. La ragazza sorrise leggermente.
Fu fatta accomodare su una sedia pieghevole con alcuni cuscini, sistemata sul ponte erboso della Sunny. Chopper, dimenticando le minacce ricevute prima, le si avvicinò per chiederle come stava, ma il suo capitano lo precedette:
“Ehi, è vero che sei una strega e sai fare un sacco di magie potentissime?”
“Ti sembra questa la prima domanda da rivolgere ad una sconosciuta? Almeno chiedile prima come si chiama.” gli fece notare Zoro, stranamente sveglio.
“Ah... hai ragione.” disse Rufy pensandoci un attimo. Riguardò la ragazza.
“È vero che voli di notte a cavallo di una scopa?”
“RUFY!!!” gridarono all'unisono buona parte dei Mugiwara, mentre Nami, con un solo e poderoso calcio, lo spedì dall'altra parte del ponte. Chopper non potè fare a meno di notare che la cartografa si era rimessa molto bene dopo Punk Hazard.
“Yohohohoh, ma che incantevole signorina!” Brook si era parato davanti alla ragazza facendole un inchino.
“Può concedermi l'onore di vedere le sue mutandine?” un secondo calcio della rossa mandò lo scheletro a far compagnia al suo capitano, mentre un yohohohoh risuonava nell'aria.
In quel momento uscì Sanji dalla cucina portando un vassoio con un piatto, un bicchiere e una brocca. Vide i due compagni riversi per terra.
“Ah, ecco cos'era quel rumore.” constatò senza scomporsi. Poi si voltò e vide la nuova arrivata. L'occhio visibile si trasformò in un cuore ed avanzò verso di lei con uno strano movimento delle gambe che le faceva assomigliare a una trottola, mantenendo però in perfetto equilibrio il vassoio.
“Aah, mirabile visione! Vedo che si è ripresa, signorina! E sta d'incanto con gli abiti di Nami-swan! Ecco!” le porse il vassoio. “Avrà sicuramente fame. Le ho preparato questa deliziosa zuppa con tutto il mio amoreee!!” disse avvicinandosi, secondo i gusti di lei, fin troppo; continuando ad emettere cuoricini da tutti i pori.
“Tsk! Sempre il solito idiota!” sbuffò Zoro.
“Cosa hai detto, marimo?” si riprese il cuoco guardando male lo spadaccino.
“Esattamente quello che intendevo!”
“Vuoi per caso una lezione?” il biondo sollevò una gamba.
“Semmai sei tu quello che ha bisogno di una lezione!” il verde mise le mani sulle tre spade.
“Voi due... non avete il minimo rispetto... volete lo stesso trattamento di Rufy e Brook?”
“Mh...! No...!” risposero all'unisono i due spaventati, vedendo una minacciosa aura nera che circondava il corpo della navigatrice, la mano stretta in un pugno e uno sguardo tutt'altro che rassicurante.
Usopp si girò per guardare la ragazza. Era allibita.
“Eehm...come vedi, questa è una ciurma di tipi un po'... particolari. È stata una fortuna per loro che non sia intervenuto io, sono quello che temono più di tutti, su questa nave...” La giovane sollevò un sopracciglio, palesemente incredula.
“Mangia pure, prima che si raffreddi!” la invitò Robin.
La ragazza sembrò ricordarsi solo allora del piatto. Portò il cucchiaio alle labbra.
“È deliziosa.” si fermò un attimo come se stesse pensando a cosa dire. “Grazie.” aggiunse, rivolta al cuoco.
“Sono felice che ti piacciaaa...” rispose il cuoco cadendo a terra come se stesse per svenire, ed emettendo altri cuori.
“Sanji, che ti succede? Ti senti male?” chiese allarmato Chopper, ancora memore di quanto era successo al biondo sull'isola degli uomini pesce.
“Vedrai che si riprende. Piuttosto, non dovresti preoccuparti della salute della ragazza?” domandò di rimando il cecchino.
“Ah...! È vero!” era ancora intimorito, ma da quando l'aveva sentita pronunciare quella strana parola con quel tono sommesso, quasi dispiaciuto, stava cominciando a cambiare idea sulla sua nuova paziente. Probabilmente si era comportata così perché non sapeva dove si trovava. Dopotutto, l'ultimo ricordo che doveva avere era quello del rogo in fiamme. Doveva superare quella paura verso di lei e comportarsi da dottore professionista. E poi un vero medico cura tutti, senza chiedersi chi siano i pazienti o cosa abbiano fatto.
“Come ti senti? Ti fanno male le ferite se appoggi la schiena?” la giovane era infatti seduta con la schiena e le gambe perfettamente perpendicolari a terra. Dalla postura e dal modo di mangiare, Robin dedusse che doveva perlomeno provenire da una famiglia altolocata. In quel modo però non si spiegava perché fosse stata condannata al rogo. Tuttavia era certa che le sue curiosità sarebbero state presto soddisfatte.
“No, non mi fanno male. Sono... solo abituata a sedere così.” gli rispose. “Mi ha curata lei?” lo sguardo rivolto a Chopper questa volta era dolce, e gli aveva dato del lei, al contrario di quanto era successo poche ore prima. La renna rimase sorpresa.
“Sì, siamo stati io e il dottor... ah!” si era dimenticato di avvisare Law!
“Torno subito!” gridò lasciando dietro di sé una scia di fumo.
“Quindi la sorella ora sta bene!” aveva fatto la sua comparsa Franky. “Eravamo super-preoccupati per te!” dalla gigantesca mano ne uscì un'altra, più piccola, che si portò al viso per frenare, invano, un fiume di lacrime.
“Una ciurma interessante, non trovi?” le sorrise Robin.
“Sì...” era ancora piuttosto sconcertata.
“Perché non sei vecchia, brutta e col porro sul naso?” Rufy, riapparendo all'improvviso, era tornato all'attacco. La ragazza era rimasta a bocca aperta, troppo sbalordita da ciò che aveva appena udito.
“MA COME OSI FARLE DOMANDE DEL GENERE?!?” un altro calcio, questa volta di Sanji, buttò direttamente il ragazzo in acqua.
“Rufy-sama!!!” in suo soccorso si gettò subito Brook.
“Scusate...” intervenne un intimorito Shachi. “Ma non hanno mangiato entrambi un Frutto del Diavolo?”
“Sì.” rispose cupo Zoro.
“E non andate a ripescarli...?”
“Non subito. Devono imparare la lezione.”
Si tuffò poco dopo insieme a Usopp per recuperarli.
“Che vi serva da monito a entrambi per la prossima volta.” li guardò con aria di sufficienza lo spadaccino.
“Credevo di morire! Ah, ma io sono già morto! Yohohohoh!”
“Anche se non sei vecchia, sei una strega giusto?” chiese Rufy tornando subito alla carica.
La ragazza richiamò a sé tutta la pazienza di cui era dotata:
“Sì, sono una strega.”
La risposta scatenò due reazioni completamente diverse. Da una parte, gli occhi del ragazzo col cappello di paglia erano diventati due stelle luminose, mentre gridava “Che forzaaaa!!”; dall'altra, il tipo col naso lungo, terrorizzato a morte, correva avanti e indietro sul ponte strillando: “Lo sapevo io che era una strega!!! Adesso ci trasformerà in rospi e ci butterà nel suo orrido calderone per preparare un incantesimo, o peggio, per mangiarci!!!”
La ragazza era rimasta col cucchiaio a mezz'aria. Probabilmente si stava chiedendo se non fosse capitata su una nave medica, di quelle che trasportano “pazienti speciali”. Grazie ad un calcio del biondo che bloccò l'invasato che l'aveva accusata di cannibalismo, la scenetta ebbe finalmente termine. Nel frattempo Rufy le si era avvicinato.
“Unisciti alla mia ciurma!” l'esclamazione, improvvisa, la colse di sorpresa.
“Smettila di invitare chiunque a unirsi a noi!” gli urlò Zoro.
“La ringrazio per l'offerta.” poggiò il cucchiaio accanto al piatto, ora vuoto. “Ma sono costretta a declinare.”
“Vuol dire che ti unisci a noi?”
“VUOL DIRE DI NO, ZUCCONE!” gli gridarono nuovamente il verde e il cecchino, riavutosi dal calcio, e lo colpirono con una manata.
“Però devo sapere il tuo nome, altrimenti come faremo a chiamarti quando navigherai con noi...” disse portandosi una mano sotto il mento con aria interrogativa.
“TI HA GIA' DETTO CHE NON VUOLE VENIRE!” strepitò Usopp
“TI RICORDI SOLO ORA DI CHIEDERLE COME SI CHIAMA?!?” sbraitò a sua volta Zoro.
Una vena stava cominciando a pulsare sulla fronte della giovane.
“Ho già detto che rifiuto l'invito.” sospirò, cercando di ritrovare la calma. “Ad ogni modo, il mio nome è...”
Miss Liliiiiith!!!”
Tutti i presenti si voltarono in direzione dell'urlo.
“Bepo?!?” si guardarono interrogativi Shachi e Penguin.
L'orso stava infatti arrivando di corsa su quattro zampe, lasciando dietro di sé fiumi di lacrime.
Miss Liliiiith!!”
La ragazza, che aveva assunto un gran sorriso alla vista dell'animale, aveva velocemente cambiato espressione – un misto di terrore e orrore – intuendo cosa stava per fare.
“Bepo! Non pensarci neppure!” gli ordinò.
L'orso cominciò a frenare puntando tutte e quattro le zampe, inchiodò di fronte alla sedia della bruna, si alzò in piedi, reclinò il capo e disse:
“Chiedo scusa.”
“Che cosa avevi intenzione di fare, si può sapere?!?” gli ruggì contro Shachi mostrando denti da squalo.
“Voleva saltarmi addosso come quando era un cucciolo.” la ragazza si alzò con un po' di fatica e allungò una mano per accarezzare la guancia dell'animale.
“Sapevo che eri cresciuto...” gli stava dicendo, “ma non immaginavo così tanto!” Bepo arrossì.
“Lo conosci?” chiese incredulo Penguin.
“Naturalmente.” rispose senza smettere di guardare l'orso. “Il nome gliel'ho dato io. Era il mio orsacchiotto, quando ero piccola.”
“Sciocchezze! È da quando lo abbiamo conosciuto che Bepo sta col nostro capitano! È stato il suo primo compagno! E non gli abbiamo mai sentito dire che sia 'appartenuto' a qualcun altro!” sbottò Shachi facendo il segno delle virgolette con le dita.
“Prima mi ha chiamata per ben due volte. Come se lo spiega?” la bruna lo guardò con sufficienza, senza smettere di carezzare il candido pelo dell'orso.
Shachi si bloccò. Il ragionamento non faceva una piega.
“Non sta mentendo.” Jean Bart era comparso alle spalle dei suoi due compagni. “Bepo non dà tutta questa confidenza agli estranei.” puntò lo sguardo sulla ragazza, che l'osservava a sua volta. “Dicci chi sei.”
“Luotisade Lilith, la 'Strega Rivoluzionaria'.” la voce di Trafalgar Law risuonò su tutto il ponte.
“Law...” sussurrò la ragazza chiamata Lilith, smettendo di accarezzare Bepo e guardando dritto negli occhi il capitano degli Hearts, accennando un sorriso.
Tervetuloa laivalle, Miss Lilith.”

 

 

 

 

* * * * *

 

 

 

 

NdA: ed ecco a voi un capitolo che mi è piaciuto molto scrivere! Sì, mi sono proprio divertita! Anche se ammetto che ci sono dei punti che non mi soddisfano ancora appieno... ma forse possono andare, lascio commentare voi. I vostri commenti mi aiutano molto a migliorare la scrittura e mi spronano tantissimo – oltre a gasarmi, in perfetto stile Chopper!!
Bando alle ciance. Finalmente si scopre il nome della strega – almeno esplicitamente, dato che dà il titolo alla ff! Il significato del suo nome e cognome lo rimanderei al prossimo capitolo. Naturalmente non ho scelto dei nomi a caso, soprattutto dietro al nome c'è una storia piuttosto interessante... ve la racconterò in seguito.
Di nuovo, non sapevo cosa mettere a inizio capitolo. Volevo qualcosa di divertente, dato che questo non è un capitolo drammatico come gli altri (almeno credo), ma non ho trovato né testi o aforismi adatti... e poi mi è venuto in mente Pirati dei Caraibi. Cavolo, meglio di quel film per una storia su One Piece! Anche qui lascio a voi la scelta se tirarmi addosso pomodori freschi o in scatola.
Tradurrò per voi il significato dell'ultima frase di questo capitolo. È finlandese, vuol dire welcome on board, benvenuto a bordo; se il traduttore del più noto motore di ricerca non mi ha fregata... ebbene sì, ho peccato e l'ho usato! Non conosco, purtroppo, questa lingua, ma mi piacerebbe studiarla... Ho voluto che Law parlasse fnlandese per una semplice congiunzione mentale che mi sono fatta: viene dal Mare Settentrionale e ha una cortesia un po' fredda come gli scandinavi nel nostro nord Europa (anche se sui finlandesi, quando sono andata là, mi sono ricreduta). Anche su questo aspetto i vostri commenti.
Alla prossima, filibustieri!

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Funeral of Hearts