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Autore: Assasymphonie    25/08/2012    1 recensioni
« Cosa ti avevo detto? » Chiese, al ragazzo di fronte a lui, che ora si esibiva in una smorfietta. « Non avreste mai potuto vincere. Non quando sono io a gareggiare. » { PruLiet }
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo del capitolo: What doesn’t kill you makes you stronger.
Personaggi: Gilbert Beilschmidt { Prussia } / Toris Laurinaitis { Lituania }
Rating: Giallo.
Note dell'autore: One-shot / Shonen-ai / AU
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.

.What doesn’t kill you makes you stronger.

Il pubblico dello stadio, composto da almeno dieci migliaia di persone, aveva un respiro solo. Non volava neppure una mosca, il silenzio era talmente comune da poter essere paragonato all’ossigeno.
Era stato lui a richiederlo, l’atleta del salto con l’asta che si accingeva a compiere la sua personalissima impresa. Nazionalità tedesca, altro poco meno di un metro e settantacinque, magro e dai colori insoliti. Occhi rossi come braci, che ora fissavano intensamente l’asta posizionata a quattro metri di altezza; capelli talmente chiari da poter essere scambiati per bianchi, alla luce del sole.
Insolito, strano, gareggiava solo per sé stesso. La maglia su cui erano stampati i colori tedeschi non era che un indumento come un altro, gli altri solo avversari da battere per poter arrivare sul podio e indossare la medaglia del metallo più nobile.
Null’altro contava.
Il giudice di gara diede il segnale; l’atleta soppesò l’asta, la tenne sollevata sulla spalla e cominciò a correre. Le gambe, seppur magre, possedevano un’energia tale da consentirgli di accelerare a sufficienza per potersi puntellare al meglio.
L’asta andò ad incastrarsi nel rettangolo posto di fronte all’ostacolo e si piegò all’indietro, proiettando poi l’atleta in alto e in avanti.
Avvenne tutto al rallentatore, per lui; riprese consapevolezza solo quando la schiena urtò prepotentemente il materassino e un’ovazione potente irruppe da tutte quelle gole.
Lo speaker parlò.
Il risultato balzò sul tabellone talmente luminoso che rischiò di accecarlo, ma lo vide.
E vide un numero accanto al proprio nome, Gilbert Beilschmidt.
Il numero 1.
Dovette passarsi più volte i pugni sugli occhi, ma quel risultato non voleva andarsene. Per questo un sorriso grande come il mondo si aprì, mostrando una fila di denti bianchi e aguzzi.
Aveva vinto.
Ce l’aveva fatta.
Come da tradizione corse verso gli spalti, dove sventagliava una bandiera tedesca che conosceva bene. Al diavolo la bandiera in verità, era chi la teneva ad importargli.
Un balzo e fu contro la ringhiera, una risata e l’incontro con due grandi occhi verdi.
« Cosa ti avevo detto? » Chiese, al ragazzo di fronte a lui, che ora si esibiva in una smorfietta. « Non avreste mai potuto vincere. Non quando sono io a gareggiare. »
La risposta piccata non tardò ad arrivare, compresa di bandiera attorno al collo del tedesco. Insomma.
« Sei fortunato che tu non sia nella squadra di basket, Gilbert. » Una pausa, i capelli castani scivolarono sul viso delicato e maschile, nascondendo un sorriso soddisfatto di fronte alle telecamere. Sapeva quello che doveva fare. Tirò la bandiera verso di sé e premette le labbra contro quelle del vincitore, in mondovisione.
Era così scandaloso che un atleta lituano ed uno tedesco stessero insieme?

.Fine.

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Scritta solo per il mio Toris.
I love you, baby. -?- <3
   
 
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