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Autore: The Mad Tinhatter    26/08/2012    0 recensioni
"Qualcosa cominciò a cambiare: il ritmo della musica divenne più serrato, e con essi i passi del danzatore davanti a loro; il ragazzo si muoveva leggero, saltando e facendo piroette quasi come se stesse volando....
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Cap. 16: Are You Going To Be My Girl?

Il giorno dopo, sulla bacheca in Sala Comune era stato affisso un avviso.
- Lezioni di Materializzazione... wow! - esclamò Eileen.
- Oh, l'ho provato una volta assieme a mio padre... non è certo una bella sensazione! Chi è il professore? - domandò Lilian.
- Wilkie Twycross... è del Ministero. Forse mio zio lo conosce.
- Probabile... ma non sperare che per questo ti dia una mano con l'esame!
- No, certo che no... è ovvio che dovrò imparare bene, non voglio certo Spezzarmi! Spero solo che non sia troppo difficile!
- Non credo... c'è gente che la usa tutti i giorni, e non credo che siano tutti dei geni.
- Speriamo! Comunque, il corso inizia mercoledì, e costerà dodici galeoni.
- Beh, sono sicura che ne varrà la pena.
- Così quest'estate potrò Materializzarmi in Giappone quando vorrò!
- Non credo che sia possibile, Eileen... è troppo lontano, e poi credo sia necessario avere almeno un'immagine di dove vuoi andare... e tu in Giappone non ci sei mai stata!
Eileen sembrò rimanerci male.
Raggiunsero la Sala Grande per colazione. Lilian doveva assolutamente raccontare ad Hikaru cosa aveva scoperto parlando con Richard.
- Ha detto di aver sentito una voce di donna, poco prima di svenire. Di nuovo, una luce azzurrina.
Erano entrati in un'aula che al momento era inutilizzata, e Hikaru la ascoltava, mentre le teneva una mano tra le sue.
- Beh, potrebbe essere chiunque. Ci sono più donne che uomini, sia tra gli studenti che tra i professori. E non credere che tra le studentesse non possa esserci la colpevole... non so cosa questa persona voglia, ma conosco ragazze che sarebbero in grado di fare qualunque cosa pur di ottenere quello che desiderano.
- Hai qualche sospetto?
- Sì, anche se è abbastanza banale e potrei sbagliarmi. La professoressa che ci ha insegnato tutto sugli amuleti... ha sempre mostrato interesse nella materia, e ha dedicato molto tempo a questi oggetti durante le sue lezioni.
- Non sarebbe strano fare così? - fece Lilian. - Attirerebbe l'attenzione su di sé.
- No, non lo è. Siamo solo noi due ad aver intuito qualcosa di strano, e per questo abbiamo dei sospetti. Agli occhi di chiunque altro potrebbe apparire semplicemente come una persona molto interessata alla materia, e nessuno sospetterebbe niente. Dobbiamo tenere gli occhi ben aperti.
- Come già stiamo facendo - disse Lilian, sorridendo. - Ora però devo andare a lezione... ci vediamo!
La ragazza fece per andare, ma Hikaru la bloccò.
- Cosa... cosa succede? - fece Lilian.
Il ragazzo le si avvicinò e, prendendole il volto tra le mani, la baciò dolcemente.
- So che tutto questo è molto importante, ma in questi ultimi giorni non stiamo parlando d'altro... possiamo prenderci un attimo di pausa? Qualche ora da passare in tranquillità... questo pomeriggio, magari?
- S-sì, ma... ma ho dei compiti da fare....
Come mai ogni volta che lui la baciava i suoi neuroni andavano a farsi benedire?
Hikaru rise. - Se vuoi, puoi portare anche quelli.
Lilian annuì. La prospettiva di fare i compiti con lui le piaceva molto, e poi ne avrebbe approfittato per chiedergli quale fosse esattamente la situazione tra loro due. Non era mai stata in una situazione del genere, e anche se lui era così dolce con lei e tutto sembrava così bello, non sapeva bene come definire il tutto.
- Va benissimo - disse lei, sorridendo. - Così non facciamo gli irresponsabili.
- Hai ragione - rispose Hikaru.
- Beh, allora ci vediamo in biblioteca! - disse Lilian, dandogli un piccolo bacio sulle labbra e uscendo dall'aula.
Durante le lezioni, Eileen era sovreccitata.
- Kaito mi ha detto di rivederci nella stessa stanza di ieri, al settimo piano! Solo che abbiamo deciso di andarci stanotte... aggiunge l'eccitazione del rischio! Dobbiamo stare attenti, se non vogliamo farci beccare... speriamo che da fuori non si senta nulla! - esclamò la ragazza, prima di andare ad Erbologia.
- I muri sono di pietra, Eileen... e piuttosto, adesso abbassa il volume, credo che Roger ti abbia sentita... e sei tu che hai detto che vuoi Kaito tutto intero!
- Hai ragione... ma non credo che abbia sentito, avrebbe già sbottato - disse Eileen, osservando Roger, che si trovava poco più in là. Nemmeno le stava guardando.
- E poi deve accettare il fatto che, stando assieme, io e Kaito facciamo qualcosa di più che tenerci per un ditino... ho quasi diciassette anni, cavoli! Abbiamo passato da tempo le elementari!
Lilian sperò che davvero Roger non le avesse sentite. Beh, alla fine non era nemmeno giusto tenerlo all'oscuro di tutto, ma sarebbe stato brutto se l'avesse saputo in maniera così brusca. Per fortuna Eileen aveva capito che Roger era perlomeno infastidito dalla cosa, ed evitava di raccontargli tutto nei particolari.
- Stai attenta, comunque. La tipa con l'amuleto sembra preferire la notte, per colpire - disse Lilian.
- Non preoccuparti... sia io che Kaito sappiamo difenderci!
Lilian non ne dubitava, tuttavia non era sicura che l'incantesimo dell'amuleto fosse qualcosa da cui potersi difendere tranquillamente. Sembrava non esserci alcun tipo di controincantesimo, o, perlomeno, il libro che avevano consultato non ne riportava nessuno.
Quel pomeriggio fu col sorriso sulle labbra che Lilian si avviò verso la biblioteca. Hikaru era già lì, e stava leggendo un libro.
- Finalmente sei arrivata - disse il ragazzo, facendole posto.
- Non vedevi l'ora di vedermi? - fece Lilian, sedendosi.
- È sempre così - rispose il ragazzo.
È sempre così dolce, pensò Lilian. Non poteva dire la stessa cosa di se stessa. Se anche lei si fosse messa a fare la sdolcinata, sarebbe stato esagerato. Così, invece, era tutto semplicemente perfetto.
- Tu che cosa devi fare? - chiese Lilian.
- Giusto qualche compito di Incantesimi, come voi chiamate la materia.
- Io ho Trasfigurazione... un tema di almeno sessanta centimetri su come effettuare correttamente una Trasfigurazione umana in animale, con cenni sugli Animagi.
- Complicato.
- Ma tu sei un anno avanti, dovresti già sapere come si fa - disse Lilian.
- Non vorrai mica convincermi a fare il tema per te! - rispose Hikaru.
- Certo che no... riesco a farlo anche da sola.
- Sai, a volte sembri una principessa da salvare, ma evidentemente non è questo il caso! - disse Hikaru, prendendo il suo libro.
- Principessa!
- Di più! La mia principessa! - esclamò il ragazzo, poi le baciò una guancia.
Lilian sorrise, arrossendo. Appena uscita da quella biblioteca avrebbe fatto il suo discorsetto. - Va bene... ma ora lasciami lavorare... prima inizio e prima finisco!
Il ragazzo annuì, e si mise anche lui sui libri.
Ok, l'amore era una cosa meravigliosa, ma Lilian sapeva bene che non poteva permettersi nessuna distrazione: doveva studiare con costanza e prendere bei voti, se voleva entrare nella Facoltà di Medimagia. Erano in molti quelli che volevano seguire quella strada; forse l'unica professione che attirava più studenti era quella di Auror. E, naturalmente, non tutti potevano accedervi.
A volte Eileen le domandava come mai non fosse finita a Corvonero, ma lei la faceva facile: la sua aspirazione era quella di lavorare al Ministero della Magia, e negli ultimi anni il numero di studenti che volevano iscriversi in Legge del Mondo della Magia era diminuito notevolmente.
Lilian non riusciva proprio a capire come lei potesse ambire ad un posto del genere: lo trovava estremamente noioso.
Non ci mise molto tempo a finire il suo tema.
- Vedi? Ce l'ho fatta da sola! - esclamò la ragazza, posando la penna.
- In realtà, io ho finito un quarto d'ora fa. Sai, sei carina quando sei concentrata.
- Sei rimasto ad osservarmi tutto il tempo? - fece la ragazza, stupita.
- Beh, non volevo disturbarti... oh, non devi preoccuparti... non verrò mai ad osservarti mentre dormi... a meno che non me lo chieda tu.
Lilian provò ad immaginarsi la scena: lei che dormiva tra le braccia di Hikaru, e lui che la osservava, le accarezzava i capelli....
Un pensiero le attraversò la mente, veloce come un lampo. Dormire, tsk.
Ripensò ad Eileen e al letto nella stanza misteriosa, e ridacchiò.
- Cosa succede? - domandò Hikaru.
- Oh, niente - disse Lilian, arrossendo.
- Non credo proprio - disse Hikaru, prendendola per mano. - Sei diventata rossa.
- Oh... beh, in effetti avrei qualcosa da dirti. Però prima usciamo fuori, non credo che Madama Pince sarebbe contenta di sentirci chiacchierare.
Ritirarono i libri, poi uscirono nel parco innevato.
Dalla nave di Durmstrang, Viktor Krum si stava buttando in acqua, con addosso solo un costume da bagno.
- Folle - disse Lilian.
- Se me lo chiedi, posso farlo anch'io - disse Hikaru.
- No... ci tengo, a te!
- Ci tieni?
- Sì, ci tengo - disse la ragazza, abbracciandolo. Lui la baciò sulla fronte.
- Non dovevi dirmi qualcosa?
Lilian annuì.
- Ecco... io non sono abituata a stare così... con un ragazzo. Forse... forse non so bene come comportarmi....
- È perfetto - disse Hikaru. - Sei perfetta.
- Sì, hai ragione, è tutto così bello, e tu sei... sei fantastico, e sono felice, davvero, però....
- Però? - fece il ragazzo. Sembrava preoccupato.
- Però vorrei sapere esattamente cosa c'è tra noi due. Voglio... voglio esserne sicura, ecco.
- Oh - disse Hikaru. Sorridendo, prese le mani della ragazza tra le sue.
- Lilian-san - fece il ragazzo, lo sguardo luminoso di felicità. - Vuoi essere la mia ragazza?
Lilian sgranò gli occhi. Si aspettava uno di quei discorsi che solo Hikaru sarebbe stato in grado di fare, ma di certo non si sarebbe mai aspettata una domanda così diretta. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, incapace di rispondere.
- Ehi, non volevo spaventarti - disse Hikaru, ridendo. - Non ti sto chiedendo di sposarmi!
Lilian scosse la testa, poi sorrise. - S-sì - disse, recuperando l'uso della parola. - Sì - aggiunse, con più fermezza.
Hikaru la baciò con così tanta forza da sollevarla da terra. Mentre si baciavano, sentirono qualcuno applaudire.
- Sembra che abbiamo degli spettatori - le disse il ragazzo, a fior di labbra.
- Vai, Lilian! Meglio di Romeo e Giulietta!
- Oh... - fece la ragazza, liberandosi dall'abbraccio di Hikaru e voltandosi.
- Roger! - esclamò la ragazza. - Romeo e Giulietta sono entrambi morti, non vorrai portarci sfortuna?
Accanto all'amico c'era Becky Anderson, a braccetto con lui, che ridacchiava.
- Certo che no! - fece Roger. - Oh, Hikaru, Hikaru, perché sei tu Hikaru?
- Oh, smettila! Stavate origliando?
- Beh... non proprio. Diciamo che per caso siamo passati di qui, e abbiamo assistito alla scena - rispose Roger.
A Lilian non importava realmente che Roger avesse assistito: era Becky la presenza che non le era troppo gradita.
- Posso parlarti un attimo? - chiese Lilian a Roger.
- Sì, certo - rispose il ragazzo, lasciando Becky.
- Non consumarmelo, guarda che è mio! - esclamò quest'ultima.
- Oh, non c'è problema! - fece Lilian.
- Che oca! - disse la ragazza, non appena fu fuori dalla portata d'orecchio di Becky.
- Ehi, ti ricordo che è la mia ragazza! - fece Roger.
- Ecco, vorrei sapere come mai, tra tutte quante, proprio lei. Certo, non la conosco, però... secondo me ti meriti di più. E poi, se volevi far ingelosire Eileen, beh, non ci stai per niente riuscendo.
- Sai, non è tanto male, alla fine. Qualche volta è un po' acida, ed è un po' superficiale, ma non è così orrenda. Volevo solo farvi vedere che posso essere felice comunque, e pensavo che uscire con una ragazza bella come Becky potesse aiutarmi! Lei è carina, popolare, tutti i ragazzi della mia Casa, e non solo, stanno morendo per l'invidia! Pensavo che questo mi avrebbe reso felice!
- Oh, e poi è lei quella che è superficiale....
- Ma non sono felice. Non riesco a togliermi Eileen dalla testa. Folle, no?
- Non così tanto. È una cosa normale, dopotutto. Ma sbagli a cercare di risolvere tutto uscendo con Becky.
- Forse... vedremo come andrà. Per fortuna, però, esistono i miei compagni di dormitorio.
- Oh, sì. Credo che sia difficile non farsi due risate con i gemelli Weasley accanto.
- A volte li invidio, vorrei essere come loro.
Lilian lo abbracciò. - Sei meraviglioso così come sei - disse.
- Oh, dai... il tuo ragazzo potrebbe ingelosirsi! - rispose Roger.
- Beh, di certo non sarà mai come Kitagawa - disse Lilian.
- Spero che sarà il ragazzo che sposerai.
Lilian sciolse l'abbraccio, ridendo. - Ehi, calma! Sono ancora troppo giovane per anche solo pensarci!
- Era per dire... Lilian, io ti auguro e ti augurerò sempre tutto il bene del mondo. Sei la mia migliore amica.
Lilian sorrise. - Grazie, Roger.
Ritornarono da Hikaru e Becky. Quest'ultima lanciò a Lilian un'occhiata penetrante.
- Ehi, ehi, Becky! Ha già un ragazzo, lei! - fece Roger, mentre Lilian ritornava tra le braccia di Hikaru.
- Già - fece Lilian, sorridendo a Hikaru. - E poi, Roger è come se fosse mio fratello.
- Beh, allora forse è meglio lasciarvi soli - disse Becky, trascinando via Roger, che la salutò con una mano.
- Roger-san sta con quella ragazza? - domandò Hikaru.
- Sì. È una ragazza molto popolare del nostro anno. Sta uscendo con lei per distrarsi da Eileen, ma è abbastanza inutile.
- Oh, non dev'essere felice - disse Hikaru. - Non l'ho mai fatto, ma lo capisco.
- Sembra quasi una maledizione. Darebbe qualunque cosa pur di liberarsene. Non so cosa fare... non mi piace vederlo stare così male.
Hikaru le strinse una spalla. - Non c'è niente che tu possa fare, se non stargli accanto. Deve superare tutto da solo. Io ho fatto così.
- E poi io mi ritrovo tra due fuochi... non posso certo dire ad Eileen di mollare Kaito, perché insomma, li hai visti, no? Sono il ritratto della felicità!
Hikaru rise. - Sì, li ho visti.
- Ed Eileen dice di essersi innamorata di lui, ed è vero, perché non l'ho mai vista così felice con nessun altro, finora, e....
Hikaru le posò un dito sulle labbra, interrompendola. - Andrà tutto bene. Ma perché, invece di essere sempre preoccupata per qualcosa, non pensi a qualcosa di bello... per esempio a noi? - disse, chinandosi su di lei per baciarla.

*

Era notte. Eileen era uscita ben poche volte dal suo dormitorio a quell'ora. Lilian aveva cercato più volte di convincerla a non andare, ma lei era convinta che avrebbe fatto qualunque cosa pur di stare qualche minuto di più con Kaito.
Il ragazzo la stava aspettando fuori dal suo dormitorio, nell'ombra.
- Ce l'ho fatta - disse lui, avvicinandosi alla ragazza.
- Beh, la parte difficile arriva ora - fece Eileen.
- Sarà comunque bellissimo.
Kaito le spostò una ciocca di capelli dal viso, poi la baciò.
- Ok, ok. A tutte queste cose pensiamoci dopo, se non vogliamo essere beccati da qualcuno - mormorò Eileen.
- Oh, ma io amo il rischio - fece Kaito, sorridendo.
- Io... beh, diciamo che preferirei non essere scoperta da qualche professore, soprattutto se è una cosa che si può evitare.
Kaito rise, e prese la bacchetta.
- Cosa pensi di fare? - fece la ragazza, vedendo Kaito che puntava la bacchetta verso di lei.
- Oh, nulla di male. Cerco solo di aiutarti - rispose il ragazzo, dando ad Eileen un colpetto sulla testa con la bacchetta.
Eileen si sentì come se qualcuno le avesse rotto un uovo in testa.
- Che cavolo hai fatto?
- Perfetto - commentò Kaito, ammirandola. - Sembri proprio uguale al muro di pietra.
- Cosa?
- Ora hai lo stesso aspetto di ciò che ti sta dietro. Sei praticamente invisibile.
- Wow! - fece Eileen, alzando una mano e guardandola. Se stavano attenti, sarebbero riusciti a passare inosservati.
- Ora devo fare l'incantesimo su di me - disse Kaito.
- Aspetta! Prendimi per mano, così non ci perderemo.
- Oh, giusto - fece Kaito, prendendo la mano della ragazza e effettuando l'incantesimo su di sé.
Giunsero al settimo piano senza troppi problemi: grazie all'incantesimo di Kaito riuscirono ad evitare la McGranitt che faceva la guardia all'ingresso.
- Siamo i migliori - mormorò Kaito, mentre raggiungevano il pianerottolo.
Il corridoio del settimo piano era buio. Non appena vi misero piede, sentirono dei passi che si allontanavano velocemente.
- Sembra che qualcuno abbia fretta - disse Kaito.
- Già... magari qualcuno ci ha sentiti e ha pensato che fossimo professori.
Risero silenziosamente. Invisibili, sembrava che la scuola fosse tutta per loro.
- Non vedo l'ora di poterti stringere di nuovo - mormorò Kaito.
Eileen stava pensando esattamente la stessa cosa.
- Andiamo, allora - fece Eileen, procedendo nel corridoio.
Ad un tratto, il piede di Eileen urtò qualcosa, e la ragazza cadde in avanti.
- Era proprio necessario farmi finire a terra? - di lamentò Kaito.
Eileen si mise in ginocchio. Era inciampata in qualcosa di decisamente grande.
- Non è colpa mia... non so nemmeno dove diavolo sono inciampata! Lumos!
La bacchetta di Eileen si illuminò, e la ragazza esaminò ciò che aveva davanti.
- Oh mio Dio... disse la ragazza, improvvisamente spaventata.
   
 
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