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Autore: Anastasia_Malfoy    26/08/2012    1 recensioni
[Seguito di 'Ad un Passo dalla Fantasia. Ad un Passo dalla Realtà']
Asia, dopo due anni di Accademia, è finalmente diventata Auror. Durante questi anni il suo rapporto con Draco è diventato sempre più forte. Ma non è stata l'unica a muoversi. Cosgrave e i suoi sottoposti sono sempre più determinati ad avere la ragazza, e una conquista del genere significherebbe una cosa soltanto: il caos.
Su Draco, poi, grava il peso di una visione: la visione della sua morte.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'And you thought it wasn't real...'
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Kidnapped

 

Tre ragazzi camminavano per il centro di Londra, ridendo. Le vacanze di Natale erano già finite per tutti ma non per loro. Le lezioni all’Università non erano ancora iniziate e gli esami erano già stati verbalizzati, quindi potevano ancora godersi qualche giorno di quiete prima dell’inizio del semestre.

 

Avevano deciso di passare le loro vacanze a Londra perché avevano bisogno di una settimana tra soli uomini. Non erano stati dei mesi facili per loro. Certo, il fatto che una delle loro migliori amiche fosse nel mirino di un pazzo sadico che voleva uccidere lei e tutte le persone a cui volesse bene era già pesante di per se. Poi se ci si mettevano pure le loro questioni di cuore… uno di loro era felicemente fidanzato e innamorato, certo, ma gli altri due erano due stracci. Uno saltava da un letto a un altro senza trovare soddisfazioni, l’altro aveva rotto con il suo ragazzo.. un disastro. Fare coming out non era stato facile, e questo era poco ma sicuro. Poi il ragazzo che lo aveva quasi costretto a uscire dall’armadio lo tradiva. Stava malissimo. Perciò, gli altri due ragazzi, da buoni migliori amici, avevano deciso di portarlo lì per ricordargli che la vita non era solo un cuore spezzato. E certo, era stato imbarazzante per loro entrare nei vari gay bar, però per il loro amico ne era valsa la pena.

 

In quel momento stavano tornando da un pub. Non erano esattamente ubriachi fradici ma non erano proprio lucidi. Ridevano senza motivo, godendosi la vita, spensierati. Stavano attraversando il Millennium Bridge, illuminato da mille luci e pensavano che non ci fosse niente di più bello. Mentre camminavano, i tre ragazzi notarono lo sguardo di un uomo. Guardandolo velocemente si accorsero di un ciondolo che portava al collo. Era di quarzo rosa ed emanava una strana luce. Ma con l’alcol che girava loro in corpo non dettero troppo peso a quella luminescenza.

 

-Cazzo, chi doveva crederci che se fossi stato gay avrei avuto così pochi problemi a trovare una scopata?- chiese uno di loro, occhi verdi e sguardo malandrino.

 

-Fai schifo, non ti sazi mai..- commentò un altro ragazzo, una maglietta dei Sex Pistols a coprirgli il busto sotto un giubbotto di pelle.

 

-Hai culo pure in questo tu.- aggiunse l’altro, l’unico che, in teoria, sarebbe dovuto essere interessato alla sua stessa metà del cielo.

 

Gli occhi blu del ragazzo scintillarono per l’imbarazzo, quando l’uomo con il ciondolo di giada ghignò leggermente verso di loro.

 

E poi, all’improvviso, tremendo calore e un dolore immenso. E i tre ragazzi crollarono a terra, svenuti.

 

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

A Hogwarts le cose, dopo il ritorno a scuola, andavano abbastanza bene. Le lezioni erano iniziate, i compiti erano stati consegnati e Professori e Auror bazzicavano come al loro solito nella Torre Est. Draco Malfoy, cattedra provvisoria di Pozioni, aveva già messo il broncio da non-sopporto-questi-stupidi-ragazzini-che-non-sanno-niente-ma-se-me-ne-vado-lo-Sfregiato-mi-uccide e Asia Berri, sua fidanzata, aveva già premeditato di ucciderlo almeno una ventina di volte. E tutte consistevano in morti lente e dolorose che gli avrebbero fatto implorare di morire…

 

Asia si divertiva da matti, infatti. Tra il suo ragazzo che aveva le crisi esistenziali e Neville che lo sfotteva, stare ad Hogwarts era una pacchia. Però non poteva fare a meno di essere un po’ preoccupata per Draco. Da quando aveva capito di essere un Veggente vagava come un’anima in pena. Era più protettivo del solito ed ogni volta che i due erano costretti a lasciarsi lui la guardava come se fosse stata l’ultima volta in cui si sarebbero visti. E questa cosa, oltre a preoccuparla, la faceva arrabbiare da morire. Non riusciva a credere che Draco avesse perso tutte le speranze. E parlare con lui era inutile, visto che diceva sempre che sarebbe stato attento e non sarebbe morto. Peccato che quelle fossero solo bugie.

 

La ragazza sospirò, passandosi una mano sul viso. Era nel suo ufficio, quello accanto all’aula di Difesa. La campanella era suonata qualche minuto prima, ma era il secondo giorno dopo il rientro dalle vacanze e sapeva che gli studenti sarebbero comunque stati degli zombie per i primi quindici minuti, quindi era inutile iniziare presto. Poi però si arrese e si avviò in classe. Era una lezione con i ragazzi del sesto. In quel momento stavano studiando la difesa dalle Maledizioni Senza Perdono. Poco etico, ma se si tratta di salvare vite, allora chi se ne frega, no? Iniziò la lezione subito dopo aver chiamato l’appello, intimando i ragazzi a esercitarsi con la loro forza mentale. Perché se fossero stati abbastanza forti mentalmente da respingere un imperium allora avrebbero potuto fare di tutto. Stava aiutando un suo alunno, quando ‘Staying Alive’, sua suoneria al cellulare da quando si era presa una cotta per Andrew Scott, risuonò per tutta l’aula, facendole venire la voglia di buttarsi dalla Torre di Astronomia.  Quando vide che però il mittente era Adele, spense il telefono. La ragazza scordava sempre che aveva lezione e ogni tanto la disturbava per delle cavolate. Il cellulare squillò altre due volte, poi ci fu calma piatta e la lezione poté continuare tranquillamente. Dopo dieci minuti, però, ci fu un lieve bussare alla porta, che fu aperta da Draco. Aveva un’espressione confusa sul volto e il suo cellulare in mano.

 

-Asia, puoi uscire un attimo?- le chiese, tenendo una mano sul microfono del telefono.

 

-Ok.- rispose, alzando gli occhi al cielo, prima di rivolgersi ai suoi alunni. –Voi continuate ad esercitarvi.-

 

-Che succede?- chiese poi a Draco, chiudendosi la porta alle spalle.

 

-Non lo so.- rispose, scrollando le spalle. -È Adele. È preoccupata. Le ho chiesto che succede ma vuole parlare con te.-

 

Allora il ragazzo le porse il cellulare, che lei portò subito all’orecchio.

 

-Allora, Ele, che..-

 

-Cosa diamine stavi facendo?? Perché non rispondevi?- chiese la cugina, sull’orlo delle lacrime.

 

-Ero a lezione, calmati. Che succede?- chiese l’altra in risposta, alzando gli occhi al cielo.

 

-Non lo so! Non sento Lex e i ragazzi da tre giorni e sto impazzendo! Sono preoccupata da morire! Continuo a chiamare ma il cellulare risulta spento! Ti prego dimmi che puoi rintracciarli tu, subito.- disse l’altra ragazza, con la voce strozzata, come se fosse sull’orlo del pianto.

 

-Ele, calmati. Dove sono loro?- chiese la Professoressa, facendo un respiro profondo.

 

-Sono a Londra! Sono lì da dieci giorni, volevano far distrarre Roby! Asia, ti prego, trovali, sto impazzendo!- la implorò l’altra ragazza.

 

-Ok. Hai chiamato in albergo per capire se si sono fatti vedere?- provò a capire la Berri, passandosi una mano sugli occhi.

 

-Si! E non vanno in camera loro da tre notti. Asia, ti prego, fa qualcosa!- pianse Adele.

 

-Certo. Chiamo la mia squadra e cerchiamo di localizzarli, ok?- rispose, preoccupata.

 

-Va bene. Ti prego, aiutali.- pregò la cugina. –Chiamami appena sai qualcosa.-

 

-Ovvio. E sta calma. Li troverò io.- rispose Asia, con un sospiro.

 

-Ok, che succede?- chiese Draco, guardandola preoccupato.

 

-Adele non sente Lex, Danny e Roberto da tre giorni.- rispose la ragazza, porgendogli il cellulare. –Non si fanno vedere in albergo da..-

 

Draco interruppe la ragazza, lasciando cadere il cellulare a terra con gli occhi spalancati e fissi in un momento che non era il loro.

 

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È una stanza buia. Non ci sono finestre, solo piccole fessure sul tetto che lasciano filtrare una luce debole. È probabilmente una cantina o al massimo un magazzino. Il luogo è a forma rettangolare, ma una delle pareti sembra più recente delle altre. È anche la parete che tiene la porta di ferro pesante. Alla parete a destra rispetto all’entrata ci sono tre uncini appesi alle pareti. Due di essi sono già occupati da due ragazzi tenuti ai ganci con delle corde attorno ai loro polsi uniti. Sono entrambi stanchi, respirano appena. Sono a busto scoperto e hanno il petto coperto di morsi, come attaccati da una bestia feroce. Sono coperti di sangue e hanno il volto gonfio e pieno di lividi. I loro occhi sono socchiusi e il loro battito è debole. Ma non hanno la forza di chiedere aiuto.

 

Al centro della stanza, invece, è posizionata una sedia. E su di essa è seduta una terza persona. Lui è messo ancora peggio. I suoi occhi blu sono velati di lacrime. Non ce la fa più. Ha negli occhi una richiesta.

 

Uccidetemi, vi prego.

 

Anche lui è coperto di morsi, anche lui è coperto di sangue. Ma non solo sul petto. È stato sbattuto su questa sedia dopo essere stato violentato con rabbia. E non ce la fa proprio più. Sente tanta di quella vergogna addosso da volersene andare per sempre.

 

Addio, Innocenza.

 

-Allora, fottuto finocchio… che ne dici sputare la verità adesso?- dice un uomo davanti a lui, alzandosi la cerniera dei pantaloni con un gesto secco, prima di aggiustarsi il ciondolo di giada al collo. –Perché, sai, io posso sempre continuare.-

 

-Basta, vi prego, basta.- lo implora il ragazzo, il cui volto è solcato da lacrime silenziose.

 

-E allora dimmelo, bastardo. Che cosa dobbiamo fare?- chiede di nuovo l’altro, premendo con cattiveria uno dei morsi sul collo del moro.

 

-Non posso dirtelo. Uccidimi, ma non farmelo dire.- implora di nuovo. –Lei.. Asia è mia sorella. Non posso farla morire così. Preferisco morire io.-

 

L’uomo lo schiaffeggia talmente forte da rovesciare la sedia sul pavimento.

 

-E allora dobbiamo continuare.-

 

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Draco espirò pesantemente, tossendo e sentendo il cuore in gola.

 

-Porca puttana!- esclamò, spalancando la porta della classe di Difesa. –La lezione è finita! Tornate ai vostri dormitori.-

 

Poi afferrò nuovamente il cellulare, facendo scorrere le dita leggere sullo schermo touch-screen.

 

-Sfregiato, sono io.- disse, dopo quelli che evidentemente erano un paio di squilli. –Non me ne fotte un cazzo se sono occupati, voglio qui Deepler e Martin e le loro squadre. È urgente ed contro dei Babbani! No, non me ne fotte niente!- continuò, dopo aver aspettato la sua risposta. –Senti, ci sono tre babbani ricoperti dal collo in giù di morsi di vampiri, stanno morendo dissanguati! Sono miei amici, cazzo, non posso farli morire così! Ah.. cazzo. Be’, sbrigati allora, organizzo io le squadre qui. Tu cerca di muovere il culo il più velocemente possibile.-

 

Poi Draco staccò il telefono, rimettendolo in tasca. Prima di ricordare che la sua fidanzata, che non aveva la più pallida idea di cosa stesse succedendo se non che probabilmente tre dei suoi migliori amici sarebbero morti nel giro di poche ore, era ancora di fronte a lui.

 

-Dray… dimmi che stanno bene.- mormorò, aggrappandosi a lui.

 

-Asia…- iniziò lui, prima di sospirare. –Li ho visti. Sono ricoperti di morsi di vampiro, e come ho detto, hanno perso molto sangue. Lex e Danny erano incoscienti, non so se di proposito. Roby era quello messo peggio. Aveva morsi e lividi ovunque e.. probabilmente ha subito violenza.-

 

-Cosa?- chiese la ragazza, portandosi le mani ai capelli, sconvolta. –No, non.. non può essere, ok? Perché…? Chi..?-

 

-Asia, c’era un uomo lì.- provò a spiegarle con calma, nonostante nemmeno lui fosse al massimo della pace interiore. –Aveva un ciondolo di quarzo al collo.-

 

E Asia non ebbe bisogno di sentirsi dire altro. Perché in fondo dentro di se lo sapeva già.

 

Cosgrave.

 

I ciondoli di quarzo erano gli amuleti che Cosgrave aveva creato per attirare l’attenzione dei Dominatori non maghi, che senza di essi non avrebbero sopravvissuto a lungo. Sapeva che Draco non poteva essersi sbagliato perché Alistair ne aveva fatto uno schizzo così da poterli riconoscere.

 

Rabbia. Furia. Furia sorda e ceca che fa rivoltare le viscere.

 

-Andiamo.- ordinò secca a Draco, schizzando verso la Torre Est. –Deepler e Martin dove sono?-

 

-Erano in missione entrambi, ma stanno correndo qui. Harry li sta riassegnando per farli venire.- rispose lui, stringendole la mano. –Asia, non fare niente di stupido.-

 

-Niente di stupido, un cazzo, Draco!- urlò, sbattendo la porta della Torre. –Loro sono…-

 

-Loro sono anche miei amici.- ribatté il ragazzo, posandole entrambe le mani sulle spalle prima che commettesse una strage. –Ma perdere la calma non ti porterà a nulla. Devi concentrarti, devi cercare di capire cosa fare per salvarli.-

 

Asia era pronta a dargli una rispostaccia, ma poi decise di evitare, capendo dove voleva arrivare il biondino. Perciò fece un respiro profondo, chiuse gli occhi per un secondo e iniziò a radunare le truppe.

 

-Haley, Ian, Mark, Mina, ho bisogno di voi, subito!- li chiamò, raccogliendo i capelli in una coda in cima alla testa.

 

I quattro ragazzi accorsero subito, percependo il cambio d’atmosfera.

 

-Che succede?- chiese Mark, preoccupato.

 

-Missione. Ho bisogno di voi. Siete i migliori che se la cavano con le tecniche di annientamento dei Dominatori e ne ho bisogno adesso. Tre miei amici sono stati rapiti da non sappiamo quanti Dominatori non maghi, e non sappiamo nemmeno se c’è qualche Dominatore mago a capo del rapimento. L’unica cosa che sappiamo è che c’è Cosgrave dietro e che dobbiamo fare il più presto possibile.- spiegò la ragazza.

 

-Solo questo?- chiese Mina Turpin, passandosi una mano tra i lunghi capelli castani, preoccupata.

 

-Potrebbero anche esserci dei vampiri.- intervenne Draco, annuendo. –Per questo ci servi tu, Mina.-

 

La ragazza sembrò improvvisamente trovare il buon umore, perché fu felice di poter mettere in mostra i denti.

 

-Dovevi dirlo subito, Asia. È un lavoro per un Diurno, questo.- continuò, portando la lingua al canino sinistro.

 

-Perfetto.- rispose Asia, portando la mano destra al polso sinistra e slacciandosi un bracciale di cuoio invecchiato. –Ian, tu prova a localizzarli con questo bracciale. Danny l’ha portato al suo di polso per tre anni. Dovrebbe ancora mantenere una sua traccia. Mark, Haley, voi concentratevi per la magia senza bacchetta. Io vado a cambiarmi.-

 

-Vengo anch’io.- disse Draco, risoluto.

 

-Scordatelo, Malfoy.- esclamò Asia, scoccandogli un’occhiataccia.

 

-Mi prendi in giro?- chiese l’altro, serio.

 

-No. Non sappiamo se c’è Cosgrave lì. E ti voglio a mille miglia di distanza da lui.- rispose lei.

 

-Non puoi chiedermi una cosa del genere! Sono anche i miei amici. Sono un Auror anch’io, sono un fottuto Caposquadra, se c’è qualcuno che può dare ordini qui quello sono io!- disse Draco seccato, digrignando i denti.

 

-Be’, credimi, se tu non avessi dei fottuti istinti omicidi ogni volta che ti avvicini a Cosgrave potrei anche darti ragione, ma questo non è il caso. E poi ho bisogno di te per un’altra cosa. Devi preparare una pozione per Stella e Adele, per annullare il Repello Babbanum che circonda la scuola e andarle a prenderle. Le voglio qui, voglio tutti qui. Quindi va da loro, prepara i bagagli di loro due e dei ragazzi e scortale qui. Ti prego.- aggiunse alla fine, prendendogli il viso tra le mani.

 

-Non puoi chiedermi di farmi da parte così.- le disse.

 

-Posso farlo invece.- ribatté lei, chiudendo gli occhi e sospirando. –Ti prego, almeno per oggi, non rischiare la vita mettendoti di fronte a Cosgrave.-

 

-Se torni anche con un solo capello fuori posto, ti faccio fuori, chiaro?-  le disse, baciandole la fronte.

 

-Cristallino.-

 

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Alla fine non avevano avuto bisogno né di Adam Martin, né di Brian Deepler. Asia e Draco si erano limitati a parlare con loro via polvere volante e avevano pianificato il tutto. Erano riusciti a localizzarli perché, fortunatamente, chiunque avesse rapito i tre ragazzi si era dimenticato di scagliare un incantesimo irrintracciabile. Quando Asia e Ian, l’unico nel gruppo che sapesse rintracciare le persone attraverso gli incantesimi, erano riusciti a localizzarli avevano tutti tirato un sospiro di sollievo. Sarebbe stato frustrante non riuscire a trovarli dopo che non erano riusciti a trovare nemmeno Cosgrave.

 

Era sera quando Asia, Mark Baston, Haley Steins, Ian Knight e Mina Turpin si smaterializzarono a Stephen way, nel quartiere di East London. Era una strada deserta, se non per i vari magazzini che occupavano entrambi i lati della strada. Il magazzino dove erano tenuti i ragazzi era nella madia, né troppo grande, né troppo piccolo. Quando arrivarono lì i ragazzi capirono subito che non c’era nessun Dominatore mago lì. Non c’era nessun incantesimo di disillusione, nessun incantesimo di protezione, nemmeno un semplicissimo muffliato.

 

Asia ghignò, sapendo che la cosa così sarebbe andata meglio del previsto. Perciò partì subito in carica, silenziosamente, scattando accanto alla porta e facendo gesto a tutti gli altri di posizionarsi ai lati della porta. Mark fece saltare la serratura, sguainando la spada d’argento e preparandosi al primo scontro con i vampiri. Che non si fece attendere. Il magazzino doveva essere stato diviso in due ambienti di misura diversa, perché in fondo a quello che poteva essere definito l’ingresso vi era una parete con una seconda porta ma sembrava di dimensioni diverse da quelle che Draco aveva visto nella sua visione. Ad accoglierli in questo ambiente di un centinaio di metri quadrati vi era un gruppo di vampiri, più di due dozzine delle creature della notte.

 

E mai come allora Asia era stata felice di avere una Diurna come amica. Mina Turpin era nata quasi un secolo prima da un mago, una strega e un vampiro millenario. Quando quest’ultimo aveva deciso di tenere per se la giovane strega non aveva potuto sapere che questa era incinta da un paio di settimane. Perché è così che nascono i Diurni: un vampiro morde una donna incinta e il feto, ingerendo e morendo insieme alla madre, subisce anch’esso una trasformazione. Assume la forza, l’aspetto, l’immortalità e la sete dei vampiri ma con la maledizione che comporta per un essere oscuro avere l’anima. La voglia e la sete di sangue e il rimorso di portare via la vita a un uomo. Mina aveva avuto la fortuna di avere avuto un padre umano stupendo che era riuscito a sopperire in maniera impeccabile alla mancanza di una madre e di un padre vampiri. Era anche riuscito a insegnarle a cacciare e non uccidere e questo, col tempo, era riuscito a dare pace alla ragazza, che così poteva convivere con la sua stessa natura e sfruttarla per aiutare gli altri. Era entrata all’Accademia Auror a novant’anni suonati ed aveva ancora l’aspetto di una ventenne. Non sarebbe più cresciuta, non avrebbe mai avuto figli, ma avrebbe aiutato gli Auror a liberare il mondo dai vampiri molesti, con il vantaggio di non potere morire mai. Perché i Diurni possono solo morire se viene loro mozzata la testa, cosa impossibile, visto e considerata la loro forza.

 

Era uno spettacolo vedere i cinque ragazzi fare fuori un vampiro dopo l’altro. Usavano pugnali e spade d’argento ed Asia stava creando dei piccoli fuochi per farli incenerire dall’interno, con il risultato che nel giro di meno di un’ora li avevano fatti tutti fuori. Mancava solo la porta da far saltare e poi avrebbero potuto salvare i ragazzi. Asia concentrò tutta la sua rabbia sulla porta, facendola letteralmente saltare in aria insieme a tutta la parete. Scoprì sia Lex che Daniele ancora appesi agli uncini e Roberto ancora su quella maledetta sedia, ancora ricoperto di sangue, ancora pieno di morsi di vampiro. Quando vide tre uomini con i ciondoli di giada il suo viso assunse una smorfia di rabbia e con tutta la magia che aveva in corpo ordinò all’ossigeno di fuoriuscire dai loro polmoni, sperando che quei bastardi morissero asfissiati, mentre gli altri Auror correvano a soccorrere i tre ragazzi.

 

Era a buon punto quanto tutta la sua magia sentì il bisogno di fermarsi contro la sua stessa volontà e rivolgersi verso un punto molto luminoso che si stava avvicinando.

 

Morpheus Cosgrave entrò in tutta la sua carismatica presenza e un’espressione livida in volto. Ignorò i quattro Auror che accompagnavano Asia e poi di parò di fronte a lei, di spalle, e sfidando apertamente i tre che alla sua vista avevano iniziato a tremare.

 

-Maestro.- disse uno di loro, chinandosi. –Maestro, abbiamo attirato qui la ragazza.-

 

-Come avete osato disubbidire ai miei ordini?- esclamò, facendo cenno alla ragazza di stare indietro. –Vi avevo esplicitamente vietato di toccare gli amici di Anastasia! E invece cosa scopro appena arrivato a casa dall’Australia? Scopro che li avete rapiti, torturati e violentati! Mi avete disubbidito di proposito e consapevolmente!-

 

-Ma-Maestro, sapete che il nostro scopo è quello di servirla, ma pensavamo che il fine giustificasse i mezzi. La ragazza è qui adesso. Può portarla con sé.- disse lo stesso uomo, ancora in ginocchio.

 

La mano di Cosgrave scattò alla gola del servo, stringendola forte.

 

-Non me ne faccio niente delle tue patetiche scuse. Quello che hai fatto è stato crudele e disumano e mi vergogno di voi. Vi avevo detto che gli amici erano intoccabili!- scattò Cosgrave, sempre più livido.

 

-Ci dispiace, Maestro.- sussurrò l’uomo.

 

-Non m’interessa! Vi avevo ordinato di non farlo!- urlò il Dominatore, alzando l’angolo sinistro della bocca in una smorfia disgustata. –E voi.. voi sapete cosa succede quando qualcuno mi disobbedisce.-

 

-No, Maestro, la prego.- sussultarono i tre uomini, spaventati.

 

-No. Non ho bisogno di servi disobbedienti.- rispose Cosgrave, scuotendo la testa.

 

E detto questo, con un potente soffio d’aria tolse i ciondoli al collo dei tre sottoposti, facendoli incenerire per autocombustione interna. Asia si riprese in quel momento, facendo una smorfia rabbiosa.

 

-Cosa ci fai qui?- gli chiese.

 

-Sono venuto a punire chi mi aveva disubbidito.- le rispose, con un sorrisetto tranquillo che però si trasformò in un’espressione preoccupata. –Mi dispiace per quello che è successo. Avevo davvero ordinato loro di non toccare i tuoi amici. Sapevo che erano a Londra ma so anche che gli amici sono intoccabili.-

 

Asia in quel momento si arrabbiò sul serio, afferrando la gola dell’uomo e sbattendolo al muro. –Gli amici sono intoccabili ma i fidanzati si possono uccidere? Cos’è questa, la tua nuova filosofia?-

 

-No.- ribatté lui, ignorando il fatto che la ragazza fosse pronta a ucciderlo. –Non è la mia nuova filosofia. È la mia filosofia di sempre.-

 

-Va al diavolo.- gli disse, sbattendogli di nuovo la testa al muro.

 

-Ci andrò, stai tranquilla.- le rispose, in un soffio. –Ci vediamo, Anastasia.-

 

Cosgrave si smaterializzò, lasciando Asia incazzata col mondo. Prima di ricordarsi dov’era e correre a dare una mano agli altri. Mina si stava occupando da sola di Lex, mentre Haley e Ian si stavano occupando di Daniele. Insieme stavano provando a liberarli dalle corde senza fare loro troppo male, ma erano troppo feriti perché non gemessero al minimo contatto.

 

Mark invece si stava occupando di Roberto. Ma quest’ultimo doveva ancora essere in stato di shock, perché quando Mark gli toccò il braccio per liberarlo dalle corde, Roby sussultò, cominciando a gemere e piangere.

 

-Vi prego, basta.- disse, tra i singhiozzi. –Uccidetemi, ma vi prego, basta.-

 

-Hey, no, amico, sei al sicuro adesso. I cattivi sono morti. Non c’è più pericolo. Sono con Asia, la tua amica.- gli disse Mark, prendendogli il volto tra le mani per risvegliarlo.

 

Asia si sentì il cuore in gola, ma corse al suo fianco, sfiorando il suo amico di liceo sul braccio.

 

-Roby, sono qui. Non preoccuparti, nessuno ti farà più del male.- gli promise la ragazza, sentendo una morsa al cuore.

 

-Asia! Oddio…- disse lui, sospirando per il sollievo. –Vi prego, portatemi via di qui.-

 

-Certo! Ti stiamo portando ad Hogwarts.- gli disse. –Ti accompagna Mark, ok?-

 

Il ragazzo annuì, aggrappandosi all’Auror.

 

-Tu non vieni?- le chiese Mark, aggrottando le sopracciglia.

 

-Non adesso. Vedo se ci sono delle prove da raccogliere e arrivo subito.- gli rispose, passandosi una mano sul volto. –Dì a Draco di non preoccuparsi.-

 

-Va bene. Ma sta attenta.- le disse, prima di smaterializzarsi con gli altri.

 

Asia sospirò, chiudendo gli occhi. –Fatti vedere, Cosgrave. Sei qui, lo sento.-

 

L’uomo si materializzò a qualche passo di distanza da lei, con un ghignetto compiaciuto in volto. –Vedo che Alistair ti ha spiegato alcune cose su di noi.-

 

-L’ha fatto, si.- disse lei, indifferente. –Dammi una buona ragione per non ucciderti adesso.-

 

-Perché se mai lo farai, vuoi farlo mettendo in atto un grande show.- le rispose, arrogante. –Qui non ti vedrebbe nessuno, nessuno saprebbe come mi hai ucciso, nessuno potrebbe vederti diventare un’eroina.-

 

Asia lo spinse di nuovo al muro, di nuovo arrabbiata. –E se volessi sbattermene della mia voglia di mettermi in mostra e volessi farti secco seduta stante?-

 

-Be’, provaci.- le disse, scrollando le spalle. –Ma non vuoi farlo.-

 

La ragazza si staccò da lui, guardandolo però ancora negli occhi.

 

-Perché dovrei crederti?- gli disse, sentendo le lacrime velargli gli occhi improvvisamente. –Perché dovrei crederti quando dici che non volevi fare loro del male?-

 

-Te l’ho detto, gli amici sono sacri.- le disse, abbassando lo sguardo e cominciando a rovistare nella tasca destra dei pantaloni, da dove estrasse una boccetta con un liquido trasparente all’interno. –Prendila. Li aiuterà a guarire più velocemente.-

 

-Cos’è?- chiese lei, aspra. –Veleno?-

 

-No.- disse lui, alzando gli occhi al cielo. –Sono lacrime d’angelo.-

 

-Cosa?- chiese lei, sconvolta. –No! Non.. come fai ad avere delle lacrime d’angelo? Ci sono alcuni alchimisti che darebbero il loro braccio buono per averle!-

 

-Compreso il tuo Malfoy?- celiò, amaro. –Bastano tre gocce sulla loro fronte e guariranno completamente.-

 

La ragazza guardò l’ampolla per un paio di secondi, combattuta, prima di decidere che la salvezza dei suoi amici fosse più importante del suo orgoglio e quindi afferrarla. Nel farlo, però, sfiorò la mano del Dominatore, rabbrividendo di conseguenza.

 

-Lo senti, vero?- le chiese, avvicinandosi a lei pericolosamente. –Lo senti anche tu.-

 

-Non è vero.- mormorò lei, guardandolo spaventata. –No. Alistair mi ha detto che è solo a causa dei nostri poteri. Tu sei più forte di lui. Per questo mi sento così…-

 

-Così come?- la interruppe. –Voluta? Attratta? Quale delle due?-

 

-Omicida.- celiò lei, provando a liberarsi di lui.

 

Cosgrave rise, avvicinandola a se per i fianchi. –Dio, non hai idea di quanto vorrei averti.-

 

-Lasciami andare.- gli ordinò, provando a mantenere il controllo.

 

-Mi dispiace, non posso farlo.- le rispose, appoggiando la fronte alla sua. –Dovevi essere mia.-

 

La guardò negli occhi per un paio di secondi, nell’attesa di una risposta che non ne voleva sapere di uscire dalla bocca di Asia. Così Murphy fece la cosa che gli sembrò più normale fare. Avvicinò la bocca alla sua, sfiorando le labbra di Asia come se fosse la rosa più preziosa. La ragazza per un millesimo di secondo si sciolse nel contatto, perdendo un battito al cuore. Ma nello stesso lasso di tempo si riprese e schiaffeggio l’uomo con tutta la forza che aveva in corpo.

 

-Non osare, miserevole essere!- sputò, rabbiosa.

 

-Sarò anche miserevole, ma ti sto dando un’alternativa.- le disse, scuotendo la testa per riprendersi, ma con un sorriso.

 

-Di che parli?- gli chiese, alzando un sopracciglio.

 

-Sai che ucciderò Malfoy. Lo sai che accadrà. Bene. C’è un modo per salvarlo.- disse il Dominatore, guardando la ragazza dritto negli occhi. -Vieni da me di tua spontanea volontà e gli risparmierò la vita. Resta lì dove sei e giuro che prima o poi il suo collo sarà tra le mie mani.-

 

-Nessuna terza possibilità?- gli chiese Asia, senza farsi colpire troppo dalla minaccia dell’uomo. –Sai, ti converrebbe chiedere una terza porta. In fondo potresti anche essere tu quello a morire in un possibile scontro.-

 

-Forse, è vero.- ammise Cosgrave, accondiscendente. – Ma sono disposto a correre il rischio. Dì ad Alistair che capisco perché ha fatto quello che ha fatto, ma questo non cambia le cose. Ci vediamo, Anastasia. Io aspetto te.-

 

Spazio Autrice: Salve a tutti!!! Scusate per il tremendo ritardo!! TT_TT io ho provato a fare il più velocemente possibile, ma questo capitolo è stato difficile a venire fuori. Quindi.. be’, avevo pure detto che avrei aggiornato ieri, ma non ho potuto perché mi diceva che non c’era il server disponibile. -.-

Passo ai riferimenti, va:

-Allora, il rapimento dei ragazzi. È una cosa che pianifico da tipo l’inizio della storia. Ora, non so com’è venuto fuori alla fine, ma io spero bene. xD Roberto.. be’, povero il mio cucciolo. Può non sembrare, ma Roberto è l’amico di Asia che preferisco. Davvero io lo adoro. E ripeto, nell’ultimo periodo mi stanno molto a cuore le tematiche LGBT, e non scrivere di personaggi omosessuali mi fa strano, ecco. Quindi, beccatevene un po’. Le cose si sistemeranno per lui, tranquilli.

-Andrew Scott è l’attore che ha interpretato Jim Moriarty in ‘Sherlock’e Staying Alive è la suoneria del cellulare di Jim. E lo amo.

-Ah, quanto mi piace Cosgrave, qui. L’ho adorato. E tengo a specificare che lui veramente non sapeva quello che stava succedendo ai ragazzi. E il regalo che le fa… molto importante. Spiegherò, spiegherò, lo prometto! xD

Quindi.. boh. Ringrazio chi segue, preferisce e ricorda! :D Vi lovvo.

 

A presto,

Micaela

   
 
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