Sida non era
un'isola molto grande. Avevamo attraccato in una piccola baia e alcuni di noi
erano scesi a terra.
"Non ho
niente da mettermi!" mi ero lamentata col capitano "E per di più, NON
HO SOLDI!"
"E io
che dovrei fare?" aveva scrollato le spalle Law, staccando per un istante
le labbra dalla bottiglia di sakè.
Mi era
venuta voglia di strozzarlo "Come sarebbe a dire?! Ti ricordo che è
soltanto colpa tua se..."
"Può
prendere la mia felpa, signorina" si era intromesso Bepo
"Mi scusi, ma io non scendo a terra"
"Visto?"
Trafalgar aveva lanciato la bottiglia vuota nel cestino "Problema
risolto"
"PROBLEMA
RISOLTO UN CORNO!" avevo urlato "Come pensi che mi coprirò le
gambe?!"
"Non
coprirle. Tanto non sarebbero più scoperte di come lo sono di solito"
aveva suggerito semplicemente il chirurgo, intrecciando le mani dietro la testa
e sparendo in coperta.
"Come
ti permetti, maleducato?!" i miei denti tremavano di rabbia.
Adesso mi
trovavo nel bel mezzo dell'isola, con addosso una felpona
arancione e una specie di gonna riciclata derivata dalle lenzuola del mio
letto, con gli sguardi allibiti degli isolani che mi guardavano pensando
probabilmente che fossi appena fuggita da un manicomio, e con Anita alle
calcagna.
Almeno
Penguin mi aveva dato la quarta parte della somma di cui di solito disponevano
i pirati Heart per fare le loro compere.
Sbuffai. Non
avrei resistito ancora a lungo.
"Guarda,
Nami!" mi chiamò Anita "Lì c'è un negozio
di abiti! Ci andiamo?"
Nella calda
e ipertranquilla isola di Sida, quello era
probabilmente l'unico negozio di abbigliamento. Sperai che almeno avessero
prezzi ragionevoli.
Provai due o
tre vestiti carini, ma dovetti accontentarmi dei capi più economici. Indossai
un vestitino viola.
"Questi
li metterai per farti visitare dal capitano Law?" ridacchiò Anita.
Cominciavo seriamente ad odiare i bambini.
"E' il
tuo ragazzo?" continuò con tono impertinente.
"No"
risposi secca, mentre arrancavo con le buste in mano lungo la strada assolata.
Almeno non indossavo più quegli abiti pesanti.
Sembrò
delusa dalla mia risposta "Perchè no? E' molto
bello!" mi fece notare con un sorrisone, come se non lo sapessi.
Sì, in
effetti lo era. Tremendamente. Ed era anche bravo a letto. E in combattimento.
E a fare un milione di altre cose che non avrei potuto spiegare ad una bambina.
Arrossii
lievemente, ma non caddi in trappola "Non siamo fidanzati e basta,
Anita"
"Ma
ieri ti stava baciando!" protestò.
"Mi
stava misurando la pressione sanguigna!" m'inventai lì per lì, rossa dalla
vergogna "Ma perchè queste cose non le vai a
chiedere a lui?" divenni falsamente sorridente "Sono certa che saprà
darti delle perfette spiegazioni mediche!"
"Si
chiama 'fare sesso'"
L'espressione
di Anita si fece sbigottita e io le tappai subito le orecchie "TI HA DATO
DI VOLTA IL CERVELLO?! E' solo una bambina!"
"E
allora?" Trafalgar non sembrava preoccuparsi più di tanto "E'
intelligente per la sua età, no?"
Erano le due
del pomeriggio e cominciava a fare molto caldo. Non tutti gli uomini erano
tornati a bordo e il cuoco sbraitava che il pranzo era pronto e che si stava
facendo tardi.
Il chirurgo
si avvicinò al mio orecchio mentre liberavo Anita dalle mie mani, e sussurrò
"E' questo l'abito più serio che sei riuscita a trovare?"
"Avrei
trovato qualcosa di meglio, se qualcuno mi avesse dato più soldi!" il mio
tono furioso sembrò divertirlo.
Proprio in
quel momento, tornarono a bordo i ritardatari e il cuoco annunciò che il pranzo
era servito.
Era la prima
volta che mi sedevo a tavola con i pirati Heart. Mi
chiesi se fosse la stessa baraonda che si scatenava sulla Sunny
quotidianamente durante i pasti. Ma dovetti ricredermi: certo, si trattava pur
sempre di pirati, ma a tavola erano decisamente più composti di noi.
La cucina
era un ambiente molto grande costituito da un piano cottura sulla sinistra e da
due lunghi tavoli sulla destra. In effetti la ciurma di Law era molto più
numerosa della nostra.
Il capitano
si accomodò a capo tavola, io presi posto accanto a lui (nonostante gli
insistenti inviti di Orca e Penguin) e Anita si appiccicò alla mia sinistra.
Prima che
cominciassimo a mangiare, un uomo entrò nella stanza reggendosi a delle
stampelle.
"Papà!"
Anita gli corse incontro e lo abbracciò.
"Piccola
mia!" le sorrise "Vedo che stai bene, sono contento!"
"Papà,
ero così preoccupata! Non riesci a camminare?"
"Ce la
faccio, tranquilla" alzò lo sguardo "Ed è tutto merito..."
"Le
avevo detto di aspettare ancora un po', signor Fitzgerald" il tono di
Trafalgar era pacato, ma lasciava trapelare tutta la sua autorità.
"Tu..."
l'uomo lo indicò e si avvicinò "Ci hai salvato la vita...grazie"
Mi voltai
verso Law per misurare la sua reazione. Il suo sguardo era glaciale
"Siediti e mangia, vecchio" gli diede improvvisamente del tu.
Non riuscii
a capire se si trattasse di modestia o di riluttanza.
Il signor
Fitzgerald prese posto a tavola con l'aiuto di sua figlia e, dopo aver mangiato
il primo assistendo agli schiamazzi di Orca e Penguin su chi avesse più ramen nel piatto, battè i pugni
sul tavolo. Tutti lo fissammo in silenzio: gli tremevano
le mani.
"Perchè non vuoi che ti ringrazi..." finalmente parlò e
delle lacrime cominciarono a rigargli il volto abbassato.
Trafalgar
Law cercò di reprimere un moto di sorpresa di cui si accorsero solo coloro che
gli erano seduti accanto.
"Io...io
sono stato ingordo..." continuò l'uomo "Volevo a tutti i costi
diventare ricco, e poi..."
"Papà!"
Anita gli posò una mano sulla spalla.
Si asciugò
le lacrime "Volevo trovare il canino dorato dello squalo, così da non
trovarci più in miseria..."
Tutti i
presenti lo ascoltavano col fiato sospeso "Il canino, hai detto?" mi
permisi di chiedergli.
Mi guardò
insistentemente e arrossii un po', forse avevo osato troppo con quella domanda.
"Davvero
non ne sapete niente?" sembrava sbalordito.
"Di che
si tratta?" chiesi ancora, tremendamente incuriosita.
"Beh..."
incalzò "In verità, è una pazza scommessa tra i cittadini del nostro
villaggio"
"Non è
pazza, papà!" lo rimproverò sua figlia.
"La
nostra piccola isola fu saccheggiata dai pirati qualche anno fa" i suoi
occhi si persero in un passato che nessuno poteva immaginare "Portarono
via tutto: soldi, tesori, cibo, armi...abbiamo sofferto la fame per molto
tempo. Poi, un giorno, il vecchio Bam ci raccontò una
leggenda..." nella cucina del sottomarino dei pirati Heart,
tutti avevano smesso di parlare e ascoltavano l'uomo silenziosi e attenti
"...si raccontava dell'esistenza di un dente di squalo che valeva milioni
di berry. Tutti noi sapevamo che tra i mari più
vicini al nostro villaggio, c'era proprio quello infestato da quelle
creature" scosse la testa, amareggiato "Scommettemmo di arrivarci con
le nostre misere imbarcazioni e di ridare vita all'isola proprio grazie al
canino dorato" tornarono a tormentarlo le lacrime, mentre tutti lo ascoltavamo
incuriositi, senza perderci una singola parola del suo racconto.
"Bam ci disse che era solo una leggenda, che eravamo dei
pazzi a crederci. Ma ormai non avevamo più niente da perdere..." anche gli
occhi di Anita si fecero lucidi.
"Ho
messo a repentaglio la mia vita e quella di mia figlia, non so cosa volevo
fare..." si coprì il volto con le mani "Non so nemmeno se gli altri
che erano partiti con noi sono tornati a casa sani e salvi...sta di fatto che
quelle bestie ci hanno attaccati dopo neanche un'ora che eravamo riusciti a
raggiungere questo mare, dopo un'ardua settimana di navigazione. Tutte le
nostre provviste, le armi, le medicine...probabilmente penserete che sono
matto!"
"Papà,
non fare così..." lo consolò la bambina con fare apprensivo.
"Se non
avessimo incontrato voi, a quest'ora..." i singhiozzi gli impedivano di
parlare "TI PREGO!" urlò ad un tratto, battendo nuovamente i pugni
sul tavolo con forza "TI PREGO, capitano, permettimi di ringraziarti come
si deve! Farò qualsiasi cosa! Non possiedo molto, ma ti donerò tutto quello che
vorrai per mostrarti la mia gratitudine! GRAZIE, DOTTORE, GRAZIE!"
A quel
punto, con gesto piuttosto naturale, tutti ci voltammo verso Trafalgar Law: i
suoi occhi erano coperti dal capello e non aveva battuto ciglio durante tutta
la storia.
Con un
movimento lento, si versò da bere e si portò il bicchiere alle labbra mentre
tutti lo fissavamo, in attesa di una risposta. Posò il bicchiere sul tavolo e
disse "Finirà di pranzare, signor Fitzgerald. Dopodichè,
raccoglierà le sue cose e ripartirà con la sua barchetta" alzò lo sguardo
e l'osservò intensamente "Intesi?"
Il signor
Fitzgerald esitò, poi con un po' di confusione rispose "Sarà fatto"
Tutti
restammo lievemente sorpresi, ma continuammo a mangiare in silenzio, finchè Orca e Penguin non ripresero di nuovo a bisticciare.
©
E’
sempre un piacere mettere a lavoro la mia fantasia, per lei è un invito a nozze
creare nuove storie. E così ecco a voi una storia nella storia :) One Piece ne è pieno e quindi ne
ho inventata una anch’io, perché no?
Spero
mi perdonerete il nome poco originale del padre di Anita xD