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Autore: IloveJawaad    26/08/2012    2 recensioni
Un ragazzo e una ragazza, legati fin dall'infanzia da una grande amicizia: un'amicizia unica di quelle che ti segnano per la vita, un'amicizia che era però destinata a finire.
Ma si sa, quando un rapporto è stato importante è impossibile che i sentimenti svaniscano..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Ti ha abbracciato..» chiese la voce di Mark dall’altra parte del telefono.
Era quasi incredulo, come me del resto. Non avevamo avuto più alcun tipo di rapporto e nonostante io fossi rimasta fredda, quasi paralizzata a quel contatto con lui, mi aveva fatto piacere.
«Non so cosa pensare Mark..» dissi io con un tono di voce basso, guardandomi per un attimo intorno, assicurandomi che nessuno stesse ascoltando quella conversazione «..insomma, non ci siamo parlati per anni, torna e fa questo gesto. Cosa si aspetta da me? Crede che le cose si sistemeranno solo con un abbraccio? Perché, se è così che la pensa, il ragazzo è fuori strada, completamente!» aggiunsi tutto d’un fiato, rendendomi conto solo dopo che avevo alzato leggermente il tono di voce.
La risatina del mio amico dall’altra parte del telefono mi face raggelare il sangue e se l’avessi avuto davanti in quel momento sarebbe finita decisamente male per lui.
«Vuoi far ridere anche me?..» chiesi leggermente irritata dalla sua reazione.
«No okay, ti chiedo scusa..» soggiunse lui, cercando di placare quella risatina «..solo che è così evidente!»
«Cosa è evidente?» chiesi io senza riuscire a trattenere una risatina; nonostante fosse odioso il suo comportamento non riuscivo a rimanere seria con lui, era più forte di me.
«E’ più che evidente che quell’abbraccio ti è piaciuto e, anche se probabilmente non lo ammetterai mai, speravi in una reazione del genere da parte sua..» affermò, più che convinto di quello che mi stava dicendo.
Detestavo il suo comportamento, detestavo quando riusciva a comprendermi anche solo dal tono di voce e si, non avrei ammesso niente di tutto ciò.
«Credo sia meglio cambiare discorso..» dissi quasi lagnando, provocandogli nuovamente una risata «..te l’ho già detto che sei odioso?» chiesi cercando di mantenere un tono serio.
«Mh, no oggi no. Almeno fino ad ora..» rispose lui quasi sospirando, facendo piombare il silenzio per una frazione di secondo «..ma io so bene che mi adori proprio per questo» continuò, spezzando nuovamente quel silenzio.
«Ti detesto..» affermai ironica, scoppiando in una risatina divertita: lui sapeva quanto lo adoravo, sapeva che senza di lui non avrei mai potuto vivere. Era la persona che più mi capiva, la persona che nonostante tutto era rimasta al mio fianco e provavo un grande affetto nei suoi confronti.
«Ti voglio bene anche io..» concluse lui, facendo nascere sulle mie labbra un sorriso sincero, un sorriso che mi faceva stare bene, un sorriso che fino ad ora solo lui era stato in grado di donarmi…
 
***

«Si mamma, rientro stasera..» borbottò Louis, calciando una piccola pietra che si trovava nel prato del giardino di casa Payne «..va bene, a dopo.» aggiunse quasi sbuffando, chiudendo la chiamata e riportando il telefono nella tasca dei pantaloni.
«Problemi con tua madre?» una voce, quella voce che conosceva bene, era entrata nella testa del ragazzo che era quasi intimorito all’idea di girarsi e incontrare i suoi occhi chiari meravigliosi.
Si voltò lentamente, donando un sorriso ad Harry che era in piedi di fronte a lui: prese a camminare con passo svelto in sua direzione, diretto alla porta d’ingresso dell’abitazione.
«No, assolutamente è tutto okay..» affermò Louis, cercando di essere il più convincente possibile.
Harry l’afferrò per il polso,  bloccandolo: restò a fissare Louis, sperando che si voltasse verso di lui, sperando che come una volta riuscisse a confidarsi.
Louis se ne restava in silenzio, a fissare la mano del suo Harold che stringeva ancora saldamente il suo polso: alzò lentamente lo sguardo, incrociando i suoi occhi.
Deglutii, cercando inutilmente di liberarsi dalla presa dell’amico.
«Sto bene Harry, fidati di me..» disse Louis accennando un sorriso «..non sono mai stato meglio!»
Preso da un momento di rabbia Harry strattonò l’amico avvicinandolo, prendendolo dal colletto della camicia: Louis restò impietrito dalla reazione dell’amico.
Tutto si aspettava, ma non quello: quei bellissimi occhi chiari erano appena inumiditi. Il suo migliore amico, la persona più importante per lui era sul punto di piangere per causa sua.
«Harry..»
«Non dire una parola..» lo interruppe Harry alzando leggermente il tono della voce «..mi dici cosa ti sta succedendo? Mi dici perché tra di noi c’è questo muro? Non riesco più a comunicare con il mio migliore amico, capisci che mi fa male?» si stava sfogando. Da troppo tempo si tratteneva, da troppo tempo voleva dirgli quelle cose, si era trattenuto abbastanza.
Harry rivoleva indietro il suo amico, rivoleva il suo Louis.
«Ho fatto qualcosa? Dimmelo, fallo..ti prego. Ma non continuare ad allontanarmi, non continuare a tenermi all’oscuro di tutto. Tu stai male, è evidente, prima mi dicevi tutto e potevo aiutarti in qualche modo o provare almeno a confortarti, ma se mi allontani per me è praticamente impossibile..»
«Io non sto allontanando nessuno, io sto bene..» disse Louis abbassando lo sguardo mentre i suoi occhi si gonfiavano di lacrime; Niall nel frattempo, forse per le urla di Harry, li aveva raggiunti nel cortile.
«Stai bene..» sussurrò Harry annuendo, mentre inevitabilmente una lacrima gli rigava il volto: mollò la presa e si allontanò velocemente da Louis. Il biondo provò senza successo a fermare il ragazzo che sparì all’interno dell’abitazione, senza dargli troppo conto.
«Louis, cos’è successo..» esclamò Niall raggiungendolo, mentre gli posava una mano sulla spalla, come per consolarlo: l’amico non proferì parola per un istante, se ne restò in silenzio, ad osservare il prato, mentre si lasciava cadere sullo scalino.
Niall si accomodò al suo fianco, ricambiando quel silenzio: capì che la discussione tra i due era stata abbastanza accesa e soprattutto riuscì a percepire che Louis non aveva la voglia né tantomeno la forza di affrontare la discussione. Gli portò un braccio attorno alle spalle, lasciando che l’amico si poggiasse.
«Qualsiasi cosa sia successa stai tranquillo, riuscirete a chiarire. Siete amici da sempre, avete condiviso tutto, gioie e dolori, siete come fratelli, supererete anche questo momento..» affermò Niall, cercando di consolare in qualche modo l’amico.
«Grazie, ma stavolta non credo riusciremo a trovare un punto d’incontro..» sussurrò infine Louis, lasciando che tra i due ricadesse nuovamente il silenzio..

                                                                                            ***

«Harry, dove vai..» urlò Liam preoccupato, vedendo l’amico correre verso il piccolo giardinetto sul retro.
«Cosa diamine succede, stava piangendo?» chiese Zayn alzandosi dal divano: Liam gli fece cenno di restare seduto. Conosceva abbastanza Harry da sapere quando era il momento di stargli lontano: accennò un sorriso, prima di raggiungere Zayn sul divano, accomodandosi al suo fianco.
«Lascialo stare, avrà avuto un battibecco con Louis..»
«Harry…con Louis?» chiese il moro inarcando un sopracciglio: Liam ridacchiò, divertito dalla reazione dell’amico e annuì «Louis e Harry non litigano mai» aggiunse  Zayn, leggermente irritato dalla risatina del suo migliore amico.
«No, è qui che ti sbagli. Non litigavano, ora non fanno altro che discutere.»
Zayn spalancò gli occhi, restando con lo sguardo fisso sul suo amico che lo guardava con un gran sorriso stampato in volto.
«E tu?» chiese Liam, incrociando le braccia al petto «..credo che mia cugina resterà traumatizzata per il resto della giornata» aggiunse abbassando lo sguardo, mantenendo un’espressione divertita sul volto.
Zayn si voltò velocemente, fulminando Liam con lo sguardo: lui fece una smorfia di dolore portandosi una mano sul petto «Zayn, se gli sguardi potessero uccidere in questo momento sarei già bello che morto!» affermò ironico, facendo si che il moro scoppiasse a ridere.
«Perché mai tua cugina dovrebbe restare traumatizzata…ho salutato una vecchia amica, non ci vedo niente di male» affermò dopo un attimo Zayn abbassando lo sguardo.
«Si, peccato che nessuno, lei compresa, si aspettava un gesto del genere da parte tua e conoscendola ora sarà chiusa in una stanza a farsi milioni di domande!»
Il moro si voltò nuovamente, guardandolo di sottecchi, prima di tornare a fissare il pavimento «Era una delle mie più care amiche, ho rovinato tutto e si, credo mi sia mancata. Voglio recuperare..»
«Vuoi recuperare..» chiese Liam, senza distogliere lo sguardo da lui: gli diede una leggera pacca sulla spalla, prima di alzarsi dal divano «..beh, buona fortuna allora!» affermò infine, senza riuscire a trattenere una risata. Conosceva la cugina, forse come nessuno e sapeva che non perdonava facilmente, ma sapeva anche che Zayn per lei era una persona troppo importante, forse era il suo punto debole; aveva sempre pensato che lei avesse una cotta per il suo migliore amico, ma per evitare discussioni aveva tenuto tutto per sé.
No, forse Zayn non avrebbe faticato poi molto…
Lei lo avrebbe perdonato comunque, ma di una cosa Liam era certo: sua cugina non si sarebbe mai più fidata di Zayn come un tempo..

                                                                                         ***

 «Scusa, devo lasciarti..» dissi a Mark non appena sentii un rumore proveniente dal giardino sul retro: lui nonostante lo avessi interrotto nel bel mezzo di una discussione scolastica decise di non fare troppe domande e mi  salutò, chiudendo immediatamente la telefonata.
Ero quasi spaventata, poteva essere chiunque e i ragazzi erano tutti in cucina o almeno ero sicura che fossero tutti li, fino a quel momento: Harry era seduto su uno dei gradini con la testa fra le mani.
Era una visione, uno strano sogno o quello che vedevo era vero?
Harry Styles stava veramente piangendo?
Non che ci sia qualcosa di particolarmente strano nel vedere un ragazzo che piangeva, ma non pensavo che un ragazzo come Harry -che sembrava avesse una vita perfetta- potesse piangere.
«Sai quanto detesto intromettermi, non sono proprio il tipo ma…non pensi anche tu che, qualunque problema tu abbia, non può essere risolto se stai qui in disparte a piangerti addosso?» chiesi prima di sedermi al suo fianco, costringendolo ad alzare la testa. I suoi magnifici occhi verdi erano leggermente arrossati e gonfi di lacrime: non avevo mai avuto un rapporto stretto con quel ragazzo. Avevamo frequentato la scuola insieme fin dall’asilo, ma non eravamo mai andati d’accordo, anzi: spesso non mi piaceva il suo modo di fare, non mi piaceva come si comportava con le ragazze, era arrogante e mi faceva rabbia la maggior parte delle volte, ma in quel momento provavo una gran pena per lui.
«E da quando mi rivolgi la parola? Pensavo non provassi simpatia nei miei confronti…forse mi sbagliavo?»
Touché.
Nella sua voce c’era una punta di ironia, quell’ironia che avevo sempre detestato ma che in quel momento non poteva fare altro che farmi sorridere.
«Non sono così cattiva, presto soccorso anche alle povere anime che non meritano il perdono..» risposi facendo una piccola smorfia: riuscii a strappargli un sorriso, quel sorriso che aveva fatto innamorare troppe ragazze, un sorriso che avevo desiderato di vedere da quando mi ero seduta al suo fianco.
«Dai, sono davvero così perfido da non meritare il perdono?»
«Forse..o forse no!» Infondo non era mai troppo tardi, forse questo momento ci sarebbe stato d’aiuto e la situazione c’avrebbe avvicinati, e dovevo ammettere che non mi sarebbe dispiaciuto infondo.
«Allora, cosa succede?» chiesi dandogli una leggera spallata «..problemi con Eleanor?» aggiunsi abbassando leggermente il tono della voce: Eleanor era stata la sua prima vera ragazza, l’unica che era riuscita a farlo innamorare davvero, l’unica che era riuscita a cambiarlo e a fargli mettere la testa a posto –o almeno parzialmente-.
«No, Eleanor è perfetta…sono, altri problemi.»
Non aveva voglia di parlarne ed era più che comprensibile: forse non si fidava abbastanza o forse l’argomento lo faceva soffrire troppo.
«Okay, non mi intrometto..» affermai alzando le braccia, prima di donargli uno dei miei migliori sorrisi.
Mi alzai e mi voltai per rientrare, quando la sua voce ruppe nuovamente il silenzio.
«E a te da quanto tempo piace Malik?» chiese lui, senza riuscire a trattenere una risata.
Quella era sicuramente l’ultima cosa che mi aspettavo di sentirmi dire.
Mi bloccai, restando immobile davanti alla porta per una frazione di secondo. Sentii le guance avvampare e capii che ero diventata rossa come un peperone, il che era abbastanza imbarazzante.
Indietreggiai lentamente, sistemandomi di fronte a lui a braccia conserte.
«Come hai detto prego?» chiesi inarcando un sopracciglio, cercando di mantenere un minimo di controllo: lui si alzò lentamente, facendo qualche passo verso di me…troppi passi verso di me.
«Hai capito bene..» sussurrò annuendo, mordendo appena le sue labbra come per trattenere una risata «..credo l’abbiano capito tutti ormai, tutti tranne il diretto interessato!» aggiunse, stropicciando subito dopo la mia guancia.
Restai in silenzio, non sapevo cosa dire: ero solo estremamente imbarazzata.
Sorrise, prima di indietreggiare ed andare verso la porta, voltandosi leggermente prima di entrare.
«Comunque, ti ringrazio..» disse facendomi l’occhiolino «..forse hai acquistato qualche punto, mi sei quasi simpatica!» aggiunse, prima di entrare nell’abitazione.
Io non ero stata in grado di replicare, non ero stata capace di dire nulla riguardo Zayn.
Tutti lo pensavano? Come facevano gli altri ad aver capito che mi ero presa una cotta per Malik, quando io ero più che certa di non provare alcun tipo di sentimento per quel ragazzo, nessun sentimento che non fosse odio.
Io non ero innamorata, non di lui..
Potevano pensare quello che volevano: Zayn era tornato, più bello che mai, con il suo ciuffo in perfetto ordine e con quel sorriso che avrebbe fatto cadere ai suoi piedi tutte le ragazze del paese..
Tutte tranne me..

  
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