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Autore: Cloe Gallagher    26/08/2012    1 recensioni
Con questa Fan Fiction vorrei semplicemente cercare di aiutare chi come me si è sempre chiesto in che modo sono nati i Malandrini, usando la mia sola immaginazione ma pur sempre restando fedele a quello che J.K. Rowling ha creato. Questa è una possibile versione del primo anno ad Hogwarts di Remus Lupin, personaggio che, a mio parere, merita di essere capito a fondo. Con “Segui il tuo percorso” voglio far capire che tutti noi abbiamo un destino, che sia felice o meno, e che la cosa più giusta da fare sia viverlo al meglio
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Direi che le scuse per l'ennesimo ritardo ve le scrivo nelle note a fine capitolo T_T sempre che voi vogliate leggerlo ancora ç_ç
In ogni caso, buona lettura!


Erano già passati due mesi ad Hogwarts. Con tutto quello che c’era da fare, il tempo volava senza che nessuno se ne accorgesse. I pomeriggi erano ormai sempre più corti e con l’arrivo dell’autunno le giornate di sole da passare tra i giardini del castello erano più rare che mai. Ma neanche il freddo e la pioggia potevano frenare l’entusiasmo dei quattro Grifondoro. Più passavano i giorni, più la loro amicizia si rafforzava. James e Sirius erano ormai famosi per la loro vivacità sia tra gli studenti che tra i professori, peccato che questi ultimi non ne fossero molto entusiasti. Avevano sempre la battuta pronta e sapevano bene come farsi rispettare. Pur essendo solo al primo anno, sembravano conoscere Hogwarts meglio di chiunque altro. Infatti ci era voluto poco per convincerli che le passeggiate notturne alla scoperta del castello fossero le migliori. Intanto anche Peter cominciava a lasciarsi andare. Qualche volta metteva da parte le sue insicurezze e riusciva a dire la sua senza farsi troppi problemi, anche se ogni sua piccola presa di potere finiva con un “sempre che a voi vada bene” o con un “voi che ne dite?”. La situazione era ormai decisamente migliorata: persino la seconda luna piena non aveva portato alcun guaio. Qualche giorno dopo, mentre Remus, Sirius, James e Peter si stavano dirigendo da una lezione all’altra, il fantasma di Grifondoro, Nick-Quasi-Senza-Testa, stava passando da quelle parti occupato a parlare con un altro fantasma.
«… dicono che si tratti di una centinaia! Non hai sentito ultimamente tutti quei rumori? Se continuano così, quella casa diventerà una delle più infestate di tutta la Gran Bretagna! Te lo posso assicurare!»
 
E a quelle parole Remus non riuscì a trattenere il sorriso. Stava davvero andando tutto bene e le sue uniche preoccupazioni si riducevano ai compiti o alle punizioni scampate per un soffio dopo una qualche “idea brillante” di James.
Aveva anche scoperto di essere molto bravo in Incantesimi ed era uno dei primi della sua classe di Difesa Contro le Arti Oscure, per non parlare degli ottimi voti che riusciva ad ottenere in Trasfigurazione. Anche James e Sirius sapevano il fatto loro con la scuola: sebbene riuscissero ad essere rimproverati almeno una volta in ogni lezione, i loro voti erano alti quasi quanto quelli di Remus, contando il fatto che le ore che passavano a studiare erano decisamente meno numerose di quelle dedicate allo svago. L’unico ad avere problemi era ovviamente Peter, ma ormai tutti ci avevano fatto l’abitudine e ritagliavano sempre uno spazio del loro tempo per dargli una mano con un tema difficile o con una pozione particolarmente complicata. Una delle cose che Remus non condivideva con gli altri, era il Quidditch. Lo trovava uno sport molto interessante e coinvolgente, ma se si trattava di prendere parte ad una partita vera e propria non si preoccupava molto di tirarsi indietro. Gli piaceva volare, insomma, era magnifica la sensazione di libertà che si provava cavalcando una scopa, ma tutta quella violenza che caratterizzava quello sport non lo allettava molto. Infatti quando James e Sirius avevano cercato di intrufolarsi in uno dei provini per la squadra di Grifondoro della nuova stagione di Quidditch, aveva gentilmente rifiutato, limitandosi a sedersi sopra gli spalti sapendo di stare per assistere all’ennesimo fallimento dei suoi due amici. Infatti, il capitano della squadra non ci aveva messo tanto a riconoscere due del primo anno che litigavano su chi dei due dovesse prendere la scopa più veloce. Ma era quello il bello di James e Sirius: a loro non importava essere beccati e dover scontare una qualsiasi punizione, volevano solo divertirsi e godersi ogni attimo della loro amicizia, anche se significava dover scappare da Gazza correndo per tutta la scuola, perché, come si divertivano ad ammettere, quella era una delle parti più divertenti.
Quel giorno di fine Ottobre stavano appunto ridendo all’ennesima occhiataccia di Gazza intenti a dirigersi verso l’aula di Incantesimi.
 
«Questa è la decima occhiataccia della giornata e mancano ancora due ore alla fine delle lezioni! Penso sia un record. Ragazzi, sono fiero di voi» disse Remus scherzando e mimando un inchino.
 
«E non abbiamo ancora fatto del nostro meglio» rispose Sirius mentre James faceva finta di alzare un trofeo invisibile e Peter batteva le mani.
«Comunque non mi spiego ancora tutto questo odio che prova nei nostri confronti» disse James ancora con il sorriso sulle labbra.
 
«Già! Dovrebbe solo ringraziarci! Se non fosse per noi, la sua vita sarebbe monotona e noiosa» continuò Sirius con tono fiero.
 
«Meglio una vita monotona e noiosa che insieme a voi» disse improvvisamente Lily Evans sorpassando i quattro amici.
 
«Ehy Evans, ammettilo che in realtà pagheresti pur di liberarti di Piton e essere nostra amica» replicò James in tono di sfida, ma la ragazza era ormai troppo lontana per ribattere.
 
«Prima o poi quella ragazza mi farà impazzire» sussurrò.
 
«Forse perché sei troppo orgoglioso per ammettere che in realtà ti piace» lo prese in giro Sirius punzecchiandolo.
 
«Oh stai zitto Black, lo sappiamo tutti e quattro che la detesto».
 
«Oh povero piccolo Jamie! Ricordati che il confine tra odio e amore è molto sottile » continuò Remus facendo ridere tutti tranne James che accelerò il passo arrossendo.
 
«Hai intenzione di chiamarlo in quel modo ancora per molto?» disse Sirius abbastanza divertito.
 
«Non immagini quanto» rispose Remus.
***
Arrivati in aula, le classi del primo anno di Grifondoro e Tassorosso presero posto in attesa del loro insegnante. Non appena il Professor Vitius entrò in classe, si posizionò sopra l’alta pila di libri e iniziò subito a parlare ai ragazzi.
 
«Benvenuti ad una nuova lezione di Incantesimi, giovani maghi! Oggi imparerete un incantesimo semplice e efficace, che vi aiuterà sicuramente più di una volta nella vostra vita. Si tratta dell’incantesimo “Alohomora”. Chi sa dirmi di cosa si tratta?»
 
Dopo la risposta da parte di un bambino decisamente troppo altezzoso, il professore assegnò dieci punti alla casa Tassorosso ai quali seguì un breve applauso da parte degli altri studenti.
 
«Ora dividetevi in coppie, ognuno con il proprio compagno di banco, ed esercitatevi! Ricordatevi bene il movimento del polso! Buon lavoro a tutti».
 
Remus si rese conto di non essersi ancora accorto di quale fosse il suo compagno di banco, così si girò verso sinistra senza troppi problemi ritrovandosi davanti l’espressione irritata di Lily Evans che, a quanto pareva, non era molto felice di averlo vicino. Non sapendo cosa dire, Remus si limitò a prendere la sua bacchetta dalla borsa e di rivolgersi alla serratura sospesa in aria sul loro banco.
 
«Vuoi iniziare prima tu?» le disse cercando di essere gentile.
 
«Da quando un Malandrino è così gentile?» chiese ancora più sostenuta.
 
«Come mi hai chiamato scusa?» rispose Remus alquanto confuso.
 
«Malandrino. È così che qui a scuola vi chiamano tutti: “I Malandrini”- disse enfatizzando l’ultima parola con un tocco di disgusto- Non fate altro che farvi notare» sbuffò in seguito.
 
«Non sapevo che ci avessero soprannominato in questo modo. E poi che problemi hai con me? Non mi sembra di averti fatto qualcosa di male, o sbaglio?» disse Remus iniziando a sentire un brivido di fastidio.
 
«Solo il fatto di essere amico di quei due ti rende irritante almeno quanto loro» disse guardandolo negli occhi come se stesse parlando con il proprio acerrimo nemico.
 
«Questa è la cosa più stupida che qualcuno abbia mai detto» disse Remus non riuscendo a trattenersi.
 
«Mi stai dando della stupida?» rispose sbarrando gli occhi.
 
«No, ma quello che dici è stupido» continuò Remus non sapendo da dove quella frase gli fosse uscita. Non era mai stato in grado di rispondere in quel modo a qualcuno, ma sentire insultare i suoi amici gli stava facendo provare una rabbia che non aveva mai sentito.
 
«Senti, perché non la smettiamo e ci dedichiamo semplicemente al compito? Prima ci sbrighiamo, meglio è. Dato che io voglio stare con te almeno tanto quanto lo voglia tu» disse sicura.
 
In quel momento non sembrava una ragazzina di undici anni, aveva un’aria fin troppo decisa. Così Remus accettò annuendo e passarono il resto della lezione a provare l’incantesimo, alternandosi. Quando la campanella suonò, entrambi avevano già eseguito il compito alla perfezione, riuscendo a sbloccare la serratura più di una volta e facendo ottenere alla loro casa ben venti punti. Prima di andarsene, la ragazza gli lanciò uno sguardo per salutarlo eppure Remus intravide qualcosa in quegli occhi verdi. Sotto il velo di sfida che lei voleva far trasparire, c’era anche un bagliore che non aveva nulla a che fare con la Lily con cui Remus aveva appena parlato. Così, mentre gli altri lo raggiunsero e iniziarono una conversazione, lui sentiva le loro parole sempre più lontane perché non faceva altro che chiedersi se fosse stato troppo duro nel risponderle in quel modo. Chi era la vera Lily? Era sicuro che non si trattasse di quella ragazza a cui era seduto vicino per tutta la lezione, ed era altrettanto sicuro che avrebbe fatto il possibile per scoprirlo.
 
***
«Malandrini?» ripeté per l’ennesima volta James.
 
«uhm-uhm – annuì Remus ancora con la bocca piena di spinaci – o almeno è così che ha detto la Evans».
 
«Mi piace! Davvero, è geniale! E si adatta perfettamente a noi» continuò James sempre più fiero.
 
«E il bello è che ce lo hanno attribuito gli altri senza che noi dicessimo niente, quindi è come se fossimo … famosi?» disse Sirius abbastanza elettrizzato.
 
«A quanto pare …» continuò Remus.
 
«Quindi, Malandrini, avete già idee per Halloween?» disse James abbassando sempre più la voce per non farsi sentire dagli altri Grifondoro.
 
«Cosa intendi dire?» rispose Remus imitandolo quasi prendendolo in giro.
 
«Intendo scherzi, piani, qualsiasi cosa abbia a che fare con il divertimento e abbastanza geniale da assicurarci una punizione» continuò scherzando.
 
«Tanto so già che la tua domanda è una formalità e che hai già in mente qualcosa» disse Sirius girando gli occhi.
 
«Perché? Anche se fosse?» disse James quasi offeso.
 
«Stai provando a negarlo?» replicò Sirius.
 
Ma dopo qualche attimo di esitazione James rispose «E va bene, ho già qualcosa in mente».
 
«Chissà perché riesco ad immaginare solo piani che hanno a che fare con l’illegalità!» scherzò Remus ricordando tutte quelle volte che erano finiti nei guai in soli due mesi.
 
«Non sarebbe geniale se non fosse un tantino illegale! E poi fino ad ora non vi siete mai lamentati» rispose in tono di difesa.
 
«Per me va tutto bene! Basta che non si tratti di nuovo di girovagare di notte!» disse infine Peter, ma lo sguardo che James gli lanciò gli fece capire immediatamente che avrebbe dovuto accontentarsi per l’ennesima volta.
 
Dopo aver rincuorato Peter e organizzato a grandi linee il piano, i Malandrini tornarono in sala comune per rilassarsi dopo quella lunga giornata. Remus aveva evitato di raccontare agli altri del battibecco tra lui e Lily Evans non solo perché non avrebbe sopportato un altro lungo monologo di James su quanto lei fosse insopportabile, ma anche perché non era ancora soddisfatto di tutta quella faccenda. Aveva deciso di chiarire le cose semplicemente parlando con lei e magari avrebbe davvero scoperto chi fosse la vera Lily Evans, o si sarebbe semplicemente rassegnato davanti al pessimo comportamento della ragazza. Quindi, mentre saliva le scale che lo avrebbero portato al dormitorio, si ripromise di parlarle il prima possibile, magari proprio il giorno seguente visto che sarebbe stato Sabato e non avrebbero avuto lezione. Intanto, scherzò ancora qualche minuto con i compagni di stanza prima di andare a dormire con quella sensazione di impazienza nei confronti della giornata che aveva davanti.
 
La mattina seguente si svegliò prima degli altri così da poter dedicarsi direttamente al suo piano, allora si vestì facendo il meno rumore possibile e andò a fare una colazione veloce. I corridoi erano ancora deserti e la Sala Grande era quasi del tutto vuota, a parte per un gruppetto di Serpeverde piuttosto chiassoso. Dopo aver asciugato con un colpo di bacchetta il succo che aveva accidentalmente versato sul tavolo, fu distratto ancora una volta dai Serpeverde che ormai si erano avvicinati all’uscita: erano in cerchio e sembravano fin troppo vivaci. Così Remus decise di alzarsi e avvicinarsi al baccano per capire cosa stesse succedendo, cercando di non dare nell’occhio. Quando finalmente era abbastanza vicino per intravedere la causa del loro svago, non poté fare a meno di continuare ad ascoltare. Infatti i ragazzi avevano accerchiato Lily Evans e stavano facendo il possibile per prenderla in giro ma, d’altro canto, lei sapeva come difendersi. La cosa degenerò solo quando Remus sentì urlare da uno di loro qualcosa che lo lasciò senza parole.
 
«Non voglio più perdere tempo con te, sporca mezzosangue!» e lasciando la Sala Grande fu seguito dai suoi amici che sghignazzavano dopo aver visto l’espressione offesa di Lily.
 
Remus le si avvicinò lentamente, non sapendo bene cosa fare.
 
«Stai bene?» chiese timido e chiedendosi quale potesse essere la sua reazione.
 
«Benissimo» disse lei allontanandosi e asciugandosi una lacrima cercando di non farsi vedere.
 
«Lily, se hai bisogno di parl-»
«Non ho bisogno assolutamente di niente, da te!» disse all’improvviso trattenendo le lacrime.
 
Remus fu quasi tentato di andare via, ma poi decise di sedersi vicino a lei: dopo essere diventato un lupo mannaro, si era abituato ad essere insultato da perfetti estranei, e non era una sensazione poi così bella.
 
«Quei ragazzi, loro … loro sono degli idioti, ecco» disse con un filo di imbarazzo.
 
«E tu che ne sai?» rispose Lily tirando su col naso.
 
«Perché quando si dice qualcosa di proposito per offendere qualcun altro, beh, si è idioti e basta» continuò ripensando a tutte quelle persone che lo avevano insultato senza pietà.
 
«Non ho bisogno della tua compassione» disse cercando di ricomporsi.
 
«Questa non è compassione, è comprensione. So cosa stai provando e so che fa dannatamente male»
 
Lei si girò guardandolo negli occhi con aria interrogativa «E cosa ti hanno detto? Tu non sei un nato babbano».
 
«Ecco, preferirei non parlarne. Ma sappi che tutto quello che dicono gli altri non deve abbatterti. Te lo dico per esperienza. Non serve a niente farsi coinvolgere troppo»
 
«Sì, lo so, ma fa male. Fa male camminare per i corridoi e vedersi puntare il dito solo perché i tuoi genitori non sono maghi! Io non ho fatto nulla di sbagliato, e tanto meno la mia famiglia! Non merito tutto questo» rispose lei con voce tremante.
 
«E loro non meritano la tua sofferenza» disse Remus perso nei suoi ricordi. All’inizio lui si era arreso, e l’arrendersi non aveva portato nulla di buono.
 
Lily rimase in silenzio per qualche secondo per riflettere a quelle ultime parole, poi si asciugò le lacrime e sorrise a Remus dicendo «È caratteristica dei Malandrini essere così saggi?»
 
«No – rispose Remus sorridendo a sua volta – solo del sottoscritto, chi immaginerebbe un James saggio?» e così dicendo riuscì a strapparle una risata.
 
«Grazie – disse lei arrossendo – e scusa, per ieri».
 
«Non importa, anche io ti devo le mie scuse, non sono stato poi così gentile» rispose Remus.
 
«È solo che ero convinta che tu fossi come James e Sirius, e loro non sono poi così simpatici»
 
« Hanno i loro difetti ma sono dei buoni amici. E comunque non dovresti giudicare qualcuno solo in base alle persone che frequenta. Se tutti facessero così vivremo in un mondo di gruppi ognuno lontano dall’altro. Avremmo tutti una mente abbastanza limitata»
 
«Hai ragione. E poi mi sono lasciata trasportare da quello che diceva Severus … »
 
«Cosa c’entra Piton ora? » chiese Remus confuso.
 
«Ecco, lui mi diceva di stare lontana da voi, e aveva ragione dato che non fate altro che prenderlo in giro »
 
«Lui non è da meno però » sottolineò Remus.
 
« Il punto è – lo interruppe Lily – per quanto Severus sia mio amico, non devo pensare con la sua mente, cercherò di conoscere gli altri anche in base a come si comportano con me»
 
«Ben detto signorina Evans! E comunque non sono il solo ad essere stato giudicato: anche noi ti stavamo un po’ alla larga per via di Piton»
 
« Uhm, quindi siamo pari?» chiese lei sorridendo.
 
«Se vuoi metterla su questo piano, sì, siamo pari » rispose Remus.
 
«Brindiamo alle prime impressioni allora, anche se a volte sono sbagliate » disse lei alzando il suo bicchiere di succo di zucca, e Remus si lasciò scappare una risata. Era felice di aver conosciuto la vera Lily, anche se solo uno spicchio. Perché Lily Evans non era arrogante o presuntuosa, era una ragazza gentile ma molto sicura di sé, con due occhi verdi mozzafiato che nascondevano una personalità altrettanto sorprendente.
 
Il tempo passò senza che loro se ne accorgessero. La Sala Grande si riempì sempre di più di studenti in preda all’entusiasmo del week-end fino a quando anche Sirius, James e Peter raggiunsero i due nuovi amici al tavolo di Grifondoro.
 
«E lei che ci fa qui?» disse James sorpreso.
 
«Sai Potter, questo è il tavolo dei Grifondoro e, guarda caso, io sono una Grifondoro, pensavo che tu fossi più intelligente» rispose Lily con un sorriso sarcastico.
 
«So che sei una Grifondoro – ribattè James quasi offeso – ma perché stai parlando con lui?»
 
« Dai James, lei è … lei è a posto» disse Remus leggermente imbarazzato.
 
«Non ti preoccupare, Remus, tanto stavo andando via» e così dicendo, Lily si alzò e raggiunse Severus Piton al tavolo dei Serpeverde.
 
«Pff, Mocciosus. Ancora non capisco cosa ci trovi in lui. E comunque da quando parli con la Evans?» continuò James servendosi la colazione.
 
«In realtà da oggi. Sai, non è poi così male come sembrava» rispose Remus.
 
«Cos’hai bevuto a colazione Lupin? Vino elfico? – si intromise Sirius scherzando – lo sai come si comporta con noi»
 
«Sì ma si comportava di conseguenza» la giustificò Remus.
 
«Beh sinceramente non mi interessa, finché sta con Piton non credo che passerò molto tempo con lei» disse James.
 
«Ma-» cercò di controbattere Remus quando fu nuovamente interrotto da James « A proposito di Mocciosus, dobbiamo definire il nostro piano per Halloween» e così iniziarono un’altra conversazione su quello che James definiva “ il miglior scherzo della storia”.
***
«Accidenti, Peter! Mi hai pestato il piede! » disse Sirius con un sussurro, rompendo il silenzio.
Lui, Remus e Peter si trovavano tra i bui corridoi del terzo piano, bacchette alle mani e attenti a non emettere il minimo rumore. Come deciso si sarebbero incontrati con James proprio di fronte all’armatura posizionata alla sinistra del quadro raffigurante quello strano mago con il vestito a pois. Avevano raggiunto da una buona mezzora il luogo stabilito, quando sentirono i passi svelti di James che si avvicinava.
 
«Regazzi? Ragazzi siete voi?» sussurrò James prima di riuscire a vedere i suoi tre amici goffamente appoggiati alla parete.
 
«James perché ci hai messo così tanto?» disse Sirius sbadigliando.
 
«Già, non mi sento più le gambe!» si lamentò Peter alzandosi da quella scomoda posizione.
 
«Almeno hai preso tutto l’occorrente? Hai avuto problemi con la pozione?» chiese Remus dopo essersi stiracchiato. Sebbene fossero tutti e tre abbastanza stanchi, lui poteva affermare di esserlo di più. Con la luna piena a un giorno di distanza, i soliti sintomi avevano già iniziato a manifestarsi per ricordagli quanto fosse straziante essere un lupo mannaro. Per poi aggiungere tutti quegli appostamenti che i Malandrini avevano fatto per spaventare gli altri studenti, così da passare un Halloween degno di essere chiamato tale.
 
«Non potete nemmeno immaginare cosa mi è appena successo!» disse James facendo un po’ di luce con la sua bacchetta.
 
«Stavo quasi per raggiungere la scorta di Lumacorno quando ho sentito Mrs Purr miagolare e poi le banali imprecazioni di Gazza – “stupida gatta” riuscì a commentare Sirius poco prima che James riprese il racconto – Così mi sono nascosto dietro una statua e ho aspettato che se ne andasse. Non appena l’ho visto girare l’angolo e allontanarsi, ho visto dei ragazzi uscire da una stanza poco lontana da me. Indovinate di chi si trattava!»
 
«Non so perché ma sto pensando ai Serpeverde» disse Remus sarcastico.
 
«Esatto. Mocciosus e i suoi amichetti inquietanti stavano discutendo di uno scherzo, e non sarete felici di sapere che siamo noi il bersaglio!» così dicendo gli altri tre non riuscirono a trattenere uno sguardo stupito.
 
«Sapevano già tutto quello che avevamo noi in mente, forse ci hanno sentito parlare, non so» continuò sorridendo.
 
«OK sono un po’ confuso. James ci stai dicendo che il piano è andato a rotoli e tu stai sorridendo, forse ho perso qualche passaggio o- » disse Remus quando fu poi interrotto da James.
 
«Sorrido perché so come vendicarci anche se non ci hanno fatto ancora niente. Si da il caso che abbia sentito il loro piano e ho già un’idea per fargliela pagare: ragazzi, vi presento Pix!» alle sue parole un fantasma molto più piccolo rispetto agli altri passò oltre il muro e fece un inchino ai tre ragazzi sorpresi. Aveva un vestito da giullare che sarebbe stato sicuramente molto colorato se non fosse stato un fantasma. Con un sorriso a trentadue denti, disse «Ovviamente non farò quel che voi piccoli scansa fatiche mi direte di fare perché siete voi a chiedermelo, ma perché Pix fa quello che vuole per seminare caos e divertimento ovunque lui passi!» e così dicendo diede una forte scossa all’armatura lì vicino.
 
«James se finiamo nei guai puoi scordarti di copiare il mio compito di Trasfigurazione!» gli sussurrò Remus col timore che dopo tutto quel baccano Gazza potesse spuntare da un momento all’altro.
 
«Remus non ti preoccupare! Adesso dobbiamo andare in biblioteca perché è lì che ci stanno aspettando, ma ancora non sanno che abbiamo portato il nostro amico» e così dicendo fece un cenno a Pix e tutti e cinque arrivarono davanti il grosso portone della biblioteca e entrarono. All’apparenza la grande stanza antica aveva proprio l’aria di una biblioteca in piena notte, invece stava per diventare un campo di battaglia a suon di scherzi. Prima che potesse succedere qualcosa, Pix schizzò verso un particolare scaffale e iniziò a sbattere a terra i libri più pesanti che si aprirono e rilasciarono agghiaccianti urla che riecheggiarono per tutta la biblioteca e, Remus ne era sicuro, anche per il corridoio. A tutto quel rumore, i Serpeverde ben nascosti dietro una scrivania si alzarono spaventati per capire da dove provenisse tutto quel rumore, ma fecero appena in tempo a vedere i ghigni divertiti sui visi dei Malandrini che Pix li aveva già presi di mira, iniziando a scagliare contro di loro tutto quello che gli capitava sottomano. Remus, James, Sirius e Peter non riuscirono a trattenersi dal ridere quando videro Piton e i suoi amici imprecare e inciampare tra i volumi che ingombravano il pavimento e gli altri lanciati da Pix. Solo un urlo lontano li distrasse.
 
«Studenti fuori dal dormitorio!! Studenti fuori dal dormitorio!!»
 
Remus riuscì subito ad immaginarsi un Gazza zoppicante e ansimante mentre Sirius lo spingeva per uscire il prima possibile dalla stanza. Riuscirono a mala pena a sentire Piton minacciare Pix con qualcosa che riguardava il Barone Sanguinario e gli urli di Gazza che doveva essere arrivato in biblioteca. Mentre correva, Remus non si preoccupò delle conseguenze di quel gesto o delle possibili punizioni, sorrise agli altri e vide che loro stavano ricambiando. Sapeva che quella era solo una delle tante avventure che avrebbe vissuto grazie ai Malandrini



Scusate, scusatemi e ancora scusatemi! Credo che non imparerò mai!! Se dopo tutti questi ritardi siete ancora disposti a leggere la mia storia, vi sarò grata per sempre! 
Comunque ho molte cose da dire su questo capitolo! 
Per esempio se vi state chiedendo il perchè Peter sembra quasi muto, è perchè come personaggio gli do poca importanza e dobbiamo pur sempre ricordarci che è un traditore u.u
Poi volevo sottolineare il fatto che il tutto è ambientato negli anni '70 perciò la questione dei nati babbani era ancora più grave, ecco il perchè del dolore di Lily.
Inoltre - forse sono ripetitiva - ma questo è il capitolo che mi soddisfa di meno infatti ci ho messo così tanto a scriverlo perchè non mi sembrava mai abbastanza buono! Ma adesso eccolo qui e se c'è qualcosa che non vi piace vi prego di farmelo notare in una recensione :) 
Vi ringrazio ancora per essere qui a leggere la mia storia!! 
   
 
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