Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Alyx    26/08/2012    11 recensioni
Al mio raggio di sole, Trich, perchè grazie a lei ho scoperto il meraviglioso mondo di Percy Jackson.
Quando ero più piccola mi ero iscritta a un corso di danza ma ero stata espulsa dopo che, mentre ero da sola nello spogliatoio, uno scomparto di armadietti aveva preso fuoco.
Poi a dodici anni mia mamma mi aveva rivelato la mia vera natura.
Avevo scoperto di essere una Semidea.
(...)
Ero ancora piccola e non presi troppo male il fatto di essere figlia di un Dio Greco.
Ok.
Diciamo che ero passata dalla fase '
Mamma, non credo più alle favole.' a quella 'Ok. Tutto questo è impossibile!', per poi passare a quella di 'Che figata! Sono figlia di un Dio leggendario!'.
  ***
-Oh, scusa. Disturbavo?
Sorrisi ironica mentre dentro di me la mandavo a fare una cosa non anatomicamente possibile.
-No figurati.- risposi, dolce come l'aceto.
Lei mi diede le spalle e tornò a parlare con Louis, mentre sbuffavo sonoramente e incrociavo le braccia al petto.
Alzai gli occhi al cielo, disgustata dalla lunghezza, se così si può ancora definire, della sua minigonna.
Forse Louis se ne accorse perché ridacchiò sotto i baffi.
Non mi sforzai di ascoltare fino a che non sentii qualcosa come -Dolcezza, a presto- e allora mi strozzai con la saliva.
Cominciai a tossire e Louis la scostò per iniziare a darmi delle pacche sulla schiena, mentre la piccola Afrodite mi fulminava con lo sguardo.
-Louis non potremmo andare a parlare da un'altra parte?- chiese acida mentre davo gli ultimi colpi di tosse.
Come se volesse davvero parlare con Louis.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Essere unMezzosangue è una faticaccia

                                                         Capitolo 14
                                   Il viaggio più imbarazzante della mia vita





Riassunto capitoli precedenti: Louis è riuscito a rintracciare il covo di Pitone, che ha rapito la migliore amica di Camille, Emily. Insieme a Percy e Annabeth, i quattro ragazzi riescono a entrare, pronti per sconfiggerlo.
Ma nel Covo non c'è nessuno. 
Camille, sconvolta, esce di corsa e vaga nel bacino di BadWater.
Improvvisamente incontra la Dea Artemide che le rivela la storia di una guerriera della Roma Antica, Camilla, che combatte per i suoi stessi principi. Per gli stessi ideali. Con la stessa determinazione. Inoltre scopre che realmente, Emily aveva tentato di far parte delle Cacciatrici, ma all'ultimo aveva rifiutato, grazie alla speranza che ha sempre nutrito nei confronti di Harry Bake, figlio di Ermes del quale è innamorata.



***


Mi incamminai verso il furgone immersa nei miei pensieri.
Le mie azioni e punti di forza si confondevamo sempre di più con quelli dell'eroina guerriera, devota Cacciatrice.
Camilla.
Era solo una coincidenza?
Il nostro nome era quasi uguale.
I nostri scopi erano uniti dal medesimo desiderio.
L'età pressoché identica.
Delle volte pensavo di no.
Quando fui quasi arrivata al veicolo, Louis mi corse incontro.
Le parole della dea della caccia mi rimbombarono nella mente.
Perchè sapete per chi combattere. Sapete cosa conta alla fine. E cosa di cui si può fare a meno.
Sappiamo cosa di cui si può fare a meno.
Era un caso anche quello?
Mi sembrava un'illusione velata verso Louis.
Forse aveva ragione.
Il figlio di Atena corse verso di me, le braccia allargate pronte ad abbracciarmi.
Ma io mi scansai, con sua enorme sorpresa.
-Ehi, che succede?- chiese chiaramente stupito.
-Muoviamoci. Abbiamo poco tempo.- dissi gelida.
Emily aveva bisogno di me.
Artemide aveva ragione.
Non arrendersi mai.
Contare sulle proprie forze.
Improvvisamente mi balenò in testa un'idea, come se fosse sempre stata lì, ma forse ero stata troppo sconvolta per notarla.
Mi voltai verso Annabeth, che mi guardava con aria seria.
-Annabeth. Tu hai un cellulare giusto?
Lei annuì tentennando.
Non c'era bisogno che lo chiedessi a voce alta.
Allungai la mano e lei me lo porse, senza fare domande.
Adocchiai Percy e gli feci cenno di seguirmi.
Ci allontanammo.
Spiegai al figlio di Poseidone cosa doveva fare.
Lui fece una smorfia, poi prese il telefono, compose il numero che gli avevo detto e si allontanò di qualche passo.
Aspettai impaziente che concludesse la telefonata, poi raggiungemmo insieme i due fratelli che ci guardavano senza capirci nulla.
Ignorai Louis e aprii la portiera anteriore del veicolo.
-A bordo, gente. Abbiamo poco tempo. E tanta strada da fare.
Mi misi a sedere e accesi il motore.
I due figli di Atena si guardarono confusi, mentre Percy mi raggiungeva nel furgoncino borbottando un -Sai guidare tu?
Solo dopo che ebbi di nuovo esortato i due fratelli a salire e dopo che l'ebbero fatto, finalmente partimmo, lasciandoci la Valle della Morte alle spalle. 
Verso Philadelphia.



Strizzai gli occhi e mi stiracchiai le spalle, senza lasciare il volante.
Fuori era ormai buio.
Avevamo viaggiato tutto il giorno, io alla guida non avevo mai distolto lo sguardo dalla strada mentre Percy spiegava ai due fratelli la mia idea.
Semplicemente c'era solo un posto dove poteva essere andato Pitone, senza oracolo e con ancora in ostaggio Emily.
Da Apollo.
E per sapere dove fosse il Dio, ci era bastato contattare Rachel.
E grazie a Percy era stato uno scherzo.
Presi una buca e il figlio di Poseidone si riscosse dal sedile anteriore.
Adocchiai i due figli di Atena nei posti posteriori e notai con un sorriso che si erano addormentati, una appoggiato all'altra, le due teste che si sorreggevano a vicenda.
Annabeth teneva ancora sulle gambe il computer di Dedalo che era entrato in stand-by.
-Se non fosse suo fratello sarei geloso.- borbottò a bassa voce Percy verso di me.
Sorrisi silenziosamente ma non aggiunsi altro.
-Tu?
Per poco non mi scivolò il volante.
Che domande erano?
-Cosa... Cosa vuoi dire con questo, Percy?
Lo sentii sorridere, quasi a prendermi in giro -cosa che ero sicura stesse facendo.
-Andiamo Camille. Sarò pure imbranato e ci ho messo quattro anni per capire che io e Annabeth eravamo innamorati, ma mi riesce più facile notarlo negli altri.
Boccheggiai, stringendo le mani al volante fino a che non divennero bianche le nocche.
-Tu... Sbagli.- sussurrai in risposta per non svegliare nessuno dei due di dietro.
-Perchè non ti lasci andare, semplicemente? Sei così spaventata dai tuoi sentimenti?
Mi guardai intorno, consapevole che Percy mi stesse mettendo alle strette.
Ma ne avevo bisogno. Avevo bisogno di parlare con qualcuno. 
L'avrei fatto con Emily, se solo ci fosse stata.
-Non è così semplice, Percy.
-Ma non credi di stare complicando le cose, in questo modo?
-Io?! Io le sto complicando?- per poco rischiai di alzare la voce.
-Lui ti piace, no?
Sospirai.
-Credo di sì.
-E allora?
-Allora io non sono nessuno. Sono una ragazzina che l'unica cosa che è brava a fare è combattere. Basta. Non so niente di amore. E sembra che io stia pure parecchio antipatica ad Afrodite.
Percy cercò il mio sguardo ma io continuai a fissare la strada semi buia davanti a me.
-Allora è questo. Pensi di non essere all'altezza della situazione...
-Non lo penso. Lo so. 
-E questo perchè?
-Ho solo paura, Percy. Non ho mia avuto una relazione seria, non ho mai avuto una relazione a pensarci bene! Louis è troppo per me. 
-E chi sarebbe per te?
Sospirai ancora.
-Nessuno. Non posso avere nessuno. Nessuna distrazione. 
-È questo che pensi sia l'amore? Una distrazione?- mi chiese leggermente irritato.
-Sinceramente? Nelle mie condizioni, sì.
-E quali sono le tue condizioni?!
Lo fissai rigida. -Sono alla disperata ricerca di un mostro leggendario, in una battaglia contro il tempo per salvare la mia migliore amica, sono abbastanza come scuse?- sibilai.
-Esatto. Sono solo scuse.
-Percy...
-No, Camille. Ascolta. Guardalo. Guardalo un attimo e dimmi cosa vedi!
Con un sospiro lanciai un'occhiata veloce a Louis, che ancora dormiva -per mia fortuna.
-Un ragazzo. Un bel ragazzo che ha il mondo ai suoi piedi. Un bel ragazzo intelligente che non ha una vita sentimentale stabile. Ecco. Ecco cosa vedo.
Per un attimo Percy mi fissò, come a cercare di capire.
-Sai di cosa hai paura, tu?- mi chiese poi. Non attese risposta. -Non solo di non essere all'altezza. Tu hai paura di rimanere ferita.
Scrollai le spalle. -Potrebbe essere.
Lui mi poggiò una mano sulla spalla. -Camille. Non avere paura. Lui... Lui si comporta in maniera diversa con te. 
Forzai una finta risatina. -Certo. 
-Non ti tradirebbe mai.
-Non farei in tempo a incoccare un freccia che al Campo se la svignerebbe nei bagni con una figlia di Afrodite.- dissi amara.
-Non hai fiducia in lui. E nemmeno in me.
-Scusa Perce, ma... Ma non credo che ce la farei a impegnarmi in una relazione al momento. Richiederebbe troppe energie, troppe attenzioni...
-Te lo stai facendo scappare.
Sospirai.
-Se mi vuole veramente, saprà aspettare.
E con questa frase si allontanò e si zittì.
Facemmo qualche chilometro e pensai di aver chiuso definitivamente la discussione quando lui si girò su un fianco dandomi le spalle, come per dormire, e borbottò: -Delle volte noi ragazzi non sappiamo bene come fare e roviniamo tutto. Delle volte nascondiamo i nostri sentimenti dietro sciocchezze e inutili attenzioni. Delle volte, per difenderci, ci pariamo dietro la scusa di 'quello facile'. Stai attenta, Camille. Perché Louis è molto di più di quello che mostra.
 


Vidi il sole alzarsi nel cielo appena, guardate il caso, passai anche il casello per St. Louis.
Lo trovai uno stupido nero senso dell'umorismo della mia inutile vita, ma mi accontentai.
Per sera saremmo arrivati a Philadelphia, ma la strada era ancora lunga.
Ero praticamente aggrappata al volante, come se ne dipendesse la mia vita. 
Adocchiai l'orologio e scoprii che erano appena le 6 e mezzo di mattina.
Soffocai uno sbadiglio.
Ma un attimo dopo sobbalzai, appena sentii una mano toccarmi la spalla.
-Scusa. Non volevo spaventati.
-Nessun problema. Abbiamo appena passato St. Louis se è questo che vuoi sapere.
Louis rise. -Sono proprio padrone della tua vita. 
-Ti piacerebbe. Puoi tornare a dormire adesso.
-No.
Sbuffai.
-Sei sempre stato così fastidioso?
-Anche io ti voglio bene. Ma adesso facciamo a cambio. Devi riposarti. Sono quasi 24 ore che guidi ininterrottamente. Fai fare a me.
-Sono abbastanza grande da farcela da sola.
-Ma sei umana! E hai bisogno di dormire.
-Semi-umana.
-Hai. Bisogno. Di. Dormire!
-Torna a nanna, Bonnet.
Lo sentii irritarsi.
-Accosta. 
-No.
-Ho bisogno di fare delle cose che tutti gli esseri viventi fanno.
-Rompere al prossimo?
-Devo proprio dirlo?
-Mi correggo. Rompere a me?
-Mingere.
-Che vorrebbe dire nel gergo comune?
-Svuotare la vescica, Camille.
Mi strinsi nelle spalle. -Aspetti la prossima sosta.
Stette un attimo in silenzio.
-Accosta.
-No.
-Ti ho detto di farlo.
-Non sei mio padre. E nemmeno mia madre. 
-Camille...- mi chiamò con tono serio.
-Non urlare. Sveglierai Percy e Annabeth.
Louis si allungò verso i posti anteriori.
-Non fare il bambino! Mi farai fare un incidente. Louis! Torna dietro!
Lui si limitò a mettersi a sedere accanto a Percy, spingendo lo verso la portiera.
Povera anima.
-Louis!
-Bene, accosta.
-Ti ho detto di no. Dobbiamo arrivare a Philadelphia prima di sera!
-È quello che faremo. Guido io. Tu dormi.
-Non ne ho voglia!
-L'hai voluto tu.
Afferrò il suo coltello e lo fece girare in aria.
Per un attimo fremetti, visto quanto era andato vicino a impiantarselo nella coscia.
-Cosa vuoi fare ora? Sgozzarmi? Minacciarmi prendendo in ostaggio Percy?
-Che ne dici di bucare la ruota?
-Cosa?! Non osare!
-In quel caso saresti obbligata a fermarti...
-Non lo faresti.
Louis abbassò il finestrino e si sporse.
-Va bene!- urlai, consapevole che l'avrebbe fatto. -Va bene! Accosto!



Sbattei la portiera, fissando truce da dietro il finestrino Louis che mimò con le labbra -Buona Notte!
Lo mandai mentalmente a fare cose non anatomicamente possibili e incrociando le braccia al petto, mi lasciai andare sul sedile posteriore.
Annabeth si mosse nel sonno.
Louis rimise in moto e dopo pochi minuti sentii Percy urlare un -Razza di idiota! Rallenta! Così stai superando troppo il limite di velocità!
Chiusi gli occhi mentre cercavo di reprimete una risata.
Non me ne resi nemmeno conto. Tre minuti dopo, dormivo.



-È lei che rende tutto dannatamente difficile!
Mi irrigidii, scoprendomi sveglia e mi misi subito all'erta.
Alzando leggermente una palpebra notai Annabeth di fianco a me che batteva concentrata al computer.
Continuai a fingere di dormire.
-Lei sarà difficile, Louis.- commentò la bionda, che sembrava quasi sovrappensiero mentre analizzava lo schermo. -Ma tu devi capire che non è l'ennesima figlia di Afrodite che ti trascini dei bagni. Ne' una qualsiasi sgualdrina. 
-Non ho detto questo! Ci siamo baciati e dopo tre minuti... Puff! Come se niente fosse. E da quando siamo usciti dal covo di Pitone...
-Mr. SquameVerdi- borbottò Percy da davanti.
-... a malapena mi guarda negli occhi! Cosa devo fare ancora per dimostrare le che mi piace, Dèi Immortali! Una normale ragazza sarebbe ai miei piedi già da...
-Ma lei non è una normale ragazza, Louis!- lo interruppe Annabeth, facendomi per poco sobbalzare. -Inoltre, una ragazza normale non ti avrebbe mai reso così... irritabile sul fronte amore.
-Solo perchè Afrodite è particolarmente disponibile nei miei confronti...
-Solo un corno. Dimmi il nome di una, una!, sola ragazza che ti ha dato problemi...
Lui non la fece continuare.
-Camille.
Un brivido mi percorse lentamente la schiena, nel sentirlo nominarmi in quella circostanza.
-Louis, non vuoi capire.- borbottò Annabeth tornando a concentrarsi sul suo lavoro mentre Percy si intrometteva con un -Lei non conta, Cervello Calcolatrice!
-È lei che non capisce.- borbottò in risposta Louis, ignorando Percy.
-Le devi dare tempo.- disse Annabeth.
- Non glielo sto negando, come vedi.
-Ma sei impaziente.
-Vorrei solo poter prenderla, abbracciarla e baciarla fino a che non le fa male la lingua.- disse lui facendomi accigliare mentalmente. Certo, come se lo avrei permesso.
-Che poesie Louis!- commentò sua sorella. -Comunque abbiamo afferrato il concetto.
-Vai così amico!- lo spronò Percy scatenando qualche risata.



Scattai a sedere sul sedile, solo dopo che loro albero cambiato discorso e scoprii che era pomeriggio inoltrato.
-Dove siamo!?
-Ben svegliata, Sleepin'beauty.*- commentò Louis.
-Non chiamarmi in quel modo.
-Come? Sleepin' o Beauty?- ghignò lui.
Arrossii fino alla punta dei capelli.
-Smettila.
-Sai che in verità avresti dovuto svegliarti solo dopo il bacio del vero amore?
-Basta, Louis.- dissi, lo sguardo basso.
-In effetti ci contavo. Mi sarei risparmiato un sacco di piagnistei -che farai adesso- fino a Philadelphia. Una volta giunti a destinazione, ti avrei baciata e tutto risolto.
-Smettila!- urlai, alzando lo sguardo e puntandolo nello specchietto retrovisore , incontrando il suo.
-Smettila! Non sono una bambola! Non puoi parlare di me in questo modo! Smettila!
Mi parve un po' confuso, come se non avesse capito quel che aveva fatto.
Non gli rivolsi più la parola per il resto del viaggio.
Nemmeno quando tentò un approccio pacifico.
Mi limitai a fissare il vuoto fuori dal finestrino, chiedendomi come facesse Emily a essergli amica e quando fosse cambiata così drasticamente la nostra relazione.



Scesi dalla macchina, e la luce rossa del tramonto mi accecò.
Riconobbi la casa di Emily infondo alla strada.
Presi un bel respiro.
Il piano A era entrare e aspettare che Apollo si facesse vivo dalla mamma della mia migliore amica, Susan.
Il piano B era contattare ancora Rachel in caso il Dio non si fosse presentato.
Il piano C, che speravo non si rivelasse necessario, era chiedere aiuto agli altri Dèi. 
Il piano D, non esisteva. Perchè molto probabilmente avrebbe voluto dire che avevamo fallito e che Emily era... andata.
Scossi la testa, come a cercare di cancellare quel pensiero.
Louis mi si affiancò, Percy e Annabeth per mano dietro di noi.
-Camille... Io, scusa per prima.
Alzai un braccio e posi la mia mano tra lui e me.
-Non è il momento, Louis. 
E fu allora che capii appieno le parole di Artemide.
Seppi cosa di cui si può fare a meno.





Angolo dell'Autrice:
Buono. 
A differenza del capitolo dell'altra storia, questo mi soddisfa particolarmente.
Spero vi sia piaciuto quanto a me è piaciuto scriverlo.
Direi che per una volta sono soddisfatta. :D
Bene, gente. 
Siamo credo quasi alla fine.
In realtà nemmeno io so esattamente come sarà la fine... quindi bo!
Grazie mille per le meravigliose 7 recensioni che mi avete lasciato lo scorso capitolo! ;)
Vi ho pensato tanto scrivendo questo. 
Ovviamente per ringraziarvi, nel prossimo capitolo ho una sorpresa -che forse non è tanto sopresa.
Grazie davvero un milione, splendori. :D
Alice



P.s. Mi scuso con chi ha magari letto e recensito l'altra mia storia. Non ho ancora risposto alle recensioni, ma sono piuttosto  schizzata in questo periodo. 
Risponderò al più presto. 
Scusate ancora. (:
Ali

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Alyx