eccoci all'ultimo capitolo!!!! finalmente sono riuscita a finirla!!! delle volte pensavo veramente di non riuscire a completarla!!! ma ora sono felicissima!!!!!! mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensante!!!! e grazie infinite a chi mi ha sostenuto con le recensioni!!!!!!! un ringraziamento particolare a mia cugina e alla mia amica Betta e Clu!!!
un besito a tutti e buona lettura (preparatevi a ridere fino all'osso!!!!)




EPILOGO

Kakashi non si era mai sentito così felice da molti anni, ma c'erano momenti in cui malediceva quel giorno in cui aveva detto "sì" davanti all'altare. Uno di questi si stava proprio verificando. Erano le 2 di notte di una bella giornata d'inverno. La luce della luna entrava dalle fessure della tapparella e Kakashi era sveglio sotto le coperte a godersi il calore del letto abbracciato alla moglie, pensando al gelo che c'era fuori.
K "Finalmente un po' di pace dopo queste giornate. Allenare Naruto e Sasuke è una faticaccia!"
Sorrise sprofondando nel cuscino e benedicendo quella calma augurandosi che durasse a lungo. Illuso. Nel raggio di pochi minuti un urlo squarciò il silenzio.
K "Nooooooooooooooo! Iruka...-
Osservò la moglie che si girava, pregando di non sentire quella frase.
K "Ti-prego-non-dirlo... ti-prego-non-dirlo...!-
N -Kakashi... vai tu- disse con voce assonnata.
K "L'ha detto... sigh..." pensò con rassegnazione.
Kakashi si alzò contro voglia, scansò la coperta trattenendo un'imprecazione quando il gelo lo avvolse.
Si diresse come uno zombie nella camera a fianco. Iruka stava piangendo a squarcia gola e questo turbava i nervi ancora assopiti del padre.
K -Non ce la fai a dormire per più di tre ore senza svegliarti?!- mormorò. Kakashi sollevò il bimbo e dirigendosì verso il fasciatoio in bagno. Dal "profumo" che le sue narici captavano capì, suo malgrado, che cambiare il pannolino sarebbe stata una facceda tutt'altro che facile!
Posò il bimbo sul fasciatoio e cominciò a togliergli il pannolone tentando di resistere alle esalazioni tossiche. Comiciò a pulire il sederino del piccolo quando sentì qualcosa di caldo sulla mano.
K -Nooooo! Che schifo!- Iruka rideva beato mentre faceva la pipì sulle mani del padre. Kakashi si affrettò a posare i bimbo su wc (da bravo genitore inesperto) ma entro pochi secondi tutto il suo pigiama e il pavimento erano schizzati del bisognino di Iruka.
Kakashi cominciò a imprecare e il bimbo a piangere.
N(dalla camera da letto) -Kakashi! Tutto bene?-
K -Si si-
Entro mezzora (una mezzora di fuoco) il bagno fu completamente pulito e così pure il bambino e finalmente il ninja potè tornare a dormire.
Il giorno successivo verso sera Nayuki e Kakashi tornarono da lavoro e andarono a casa della baby-sitter di Iruka a riprenderlo. La madre di Kakashi corse verso di loro con il nipote in braccio. Nayuki osservò che aveva i capelli rizzati in aria e gli occhi fuori dalle orbite. Il bambino dal canto suo rideva beatamente.
N -Come sta il mio bimbo? Si è comportato bene?-
bs -S-si... benissimo. Non lo portate anche domani... VERO?-
K -Ehm... forse si - gli occhi della ragazza lanciarono scintille.
Poi Kakashi sussurrò a Nayuki.
K -Andiamo è meglio- e sparì prima che la donna potesse ribattere.
Dopo cena Kakashi stava leggendo il giornale e Nayuki lavava i piatti. Per l'ennesima volta un urlo squarciò la quiete della casa. In quel momento tutti i ricordi delle notti e delle sere precendenti riaffiorarono della mente del ninja. Come un uomo morente che rivede tutta la sua vita, tutte le imprecazioni notturne dei mesi precedenti gli passarono dentro le orecchie così come tutte le volte che controvoglia si era svegliato nel cuore della notte. Allora decise.
N -Kakashi, vai...- non ebbe il tempo di finire la frase che sentì uno spiffero gelido.
Si girò di scatto e vide la porta finestra aperta, guardò la poltrona del marito e notò che era vuota. Corse in terrazza e vide una sagoma scura che balzava da un tetto all'altro delle case circostanti.
N -KAKASHI! DOVE PENSI DI ANDARE?! DEVI CAMBIARE IL PANNOLINO A IRUKA!-
K -SCORDATELO!-
N -SE TI BECCO TI SPELLO VIVO! VEDRAI!-

Nonostante tutto, lui amava suo figlio, amava la sua vita con Nayuki e in conseguenza a tutto questo amava il mondo che gli stava intorno…sentiva sulle sue spalle la responsabilità di un padre e di un marito…la sua vita era ormai radicalmente cambiata e gli piaceva cos’ com’era…dopotutto anche le nottatacce notturne non gli facevano poi tanto schifo o i bisticci con Nayuki perché si eclissava ogni volta che Iruka iniziava a piangere…poi però succedeva che come si allontanava per qualche ora, sentiva subito la loro mancanza e doveva subito tornare a casa…baciare sua moglie e immancabilmente cambiare il pannolino a Iruka…certe notti restava sveglio per ore prima di riuscire a riaddormentare il piccolo e certe altre vedeva arrivare Nayuki e farlo addormentare in pochi secondi…insomma…nonostante la sua perenne battaglia contro suo figlio, gli voleva bene…e poi, portava il nome di uno dei suoi migliori amici, e sapeva che non poteva deluderlo…
-che fai?- chiese una voce alle sue spalle
-…mmmh? Ah! Ciao…pensavo…- rispose Kakashi
-…come sta Iruka?-
-…non ho mai visto nessuno stare meglio di lui…è una cosa a dir poco inquietante…sprizza energia da tutti i pori!!!-
-…avrà pur preso da qualcuno!!! Da Nayuki non di certo…  -
-…beh…effettivamente Nayuki mantiene la calma…-
-…e tu invece no…mi ricordo che quando eravamo piccoli, tu eri quello che dava più rogne ai prof!!!!-
-…ehi!! frena un secondo Iruka!!! Capisco che sei il padrino ma non diventare vecchio così presto!!! Guarda che ti confondi con Naruto!!- rise Kakashi
-…tu e Naruto vi assomigliate molto…- si fermò e sentì Kakashi sospirare pesantemente -…tutto bene?-
-…devo tornare…Nayuki avrà bisogno di me sicuramente!! Poverina…- disse lui in preda ai sensi di colpa e alla preoccupazione…Iruka si mise a ridere a crepapelle e Kakashi lo guardò interrogativo
-…non cambierai mai Kakashi!!! Eclissati che è meglio….ci vediamo domani….(addesso ha le ripetizioni con la Anti su come si tiene la classe Ndio Anti!!! Noooooo!!! NdIruka)- osservò Kakashi saltarlo e poi sparire tra i tetti della città fino a casa sua.