Vi ringrazio davvero
molto per i commenti! E per questo ho aggiornato ^^! Vi annuncio subito che non
aggiornerò molto frequentemente (non si era capito vero?), ma tutte le volte
cercherò di fare capitoli abbastanza lunghi! Non so come sia venuto questo
capitolo, anche perché siamo agli inizi, nella fic devo cercare di spiegare
molte situazione e comportamenti in modo chiaro e senza farvi annoiare, quindi
perdonatemi se questo capitolo non è il massimo!
Come qualcuno aveva gia
intuito, da qui parte un flask-back., che durerà molti capitoli.. oserei dire
che potrebbe diventare quasi una fanfic dentro la fanfic.. non so se mi sono
spiegata, ma lo capirete!
Non mi resta che farvi
leggere.. a questo punto ^^..
“The
Kunai of Death”
-Last
Chapter Two:
“Mission to Suna, Ino and Choji fall into a trap. Fourteen years
before”
Quel luogo sembrava
fuori dal mondo. Inesistente.
Si trovava esattamente
all’interno della Foresta del Suono e proprio per questo difficile da trovare.
Era un luogo sinistro, dove sentivi l’aria pesante e condensata puzzare di
cadavere, il terreno era arido, non crescevano fiori, non crescevano piante. La
nebbia era perenne, fitta, non passava nemmeno la luce del sole a causa delle
chiome degli alti alberi, ormai morti, che non cadevano per miracolo, forse per
qualche arte magica sconosciuta.
Il terreno era cosparso
di ossa di vecchie vittime di Orochimaru, che non potevano fare a meno di
scricchiolare sotto il peso del piede di Sasuke.
Uchiha camminava lento,
col naso coperto da una mano, nonostante fossero passati anni da quando si era
messo al servizio di uno dei tre ninja leggendari, ancora non si era abituato a
quella puzza di marcio e morto.
Quel luogo era
facilmente paragonabile a un cimitero e considerando le ossa, forse lo era
davvero.
La mente del ragazzo
era rivolta alla missione appena svolta, con successo, doveva dire. Lui e il suo
maestro avevano aspettato anni per quella vendetta, ed adesso era il giunto il
momento di pareggiare i conti.
Giunto nel bel mezzo
del cimitero, dove era situata una gigantesca pietra grigiastra, Sasuke si
guardò attorno, per constatare che nessuno l’avesse seguito, e senza alcuno
sforzo il ragazzo entrò dentro la pietra.
Arte illusoria. Quella pietra era solo un’illusione, serviva per coprire il
passaggio segreto che era nel terreno.
Era stato intelligente,
il suo maestro.
Il ragazzo si ritrovò
in uno dei corridoi principali del sotterraneo, uno dei tanti. Quel posto era un
vero e proprio labirinto, ancora riusciva a perdersi in quei corridoi tutti così
dannatamente uguali e tutti che sembravano andare nella stessa
direzione.
Arrivò davanti a una
porta e vi entrò senza tanti complimenti, come faceva sempre del resto, perché
lui, a differenza di altri, si poteva permettere tanta
irriverenza.
- Eccolo qua, il mio
pupillo..- disse Orochimaru in un sibilo che a primo orecchio poteva sembrare
serpentesco quasi.
- La missione è stata
portata a termine. Siamo pronti.. quando vuoi tu possiamo iniziare a..- il
ragazzo non finì la frase che la sua attenzione fu totalmente catturata dalla
ragazza al fianco del suo maestro. Era un ninja, senza ombra di
dubbio.
I due ragazzi si
fissarono a lungo, ognuno prigioniero degli occhi dell’altro, come due calamite.
Uchiha non si spiegava come, ma una leggere sensazione di disagio gli pervase il
corpo, una sensazione che non aveva mai provato. La ragazza non era
particolarmente bella, aveva i caratteri comuni di una qualsiasi altra ninja
donna: alta, corpo muscoloso e scattante, capelli neri legati, occhi di ghiaccio
che sembrava che ti dovessero penetrare nell’anima, nella tua parte più intima.
Doveva avere la sua stessa età.
- Non ti ho presentato
il nostro nuovo acquisto Sasuke, lei è..-
- Non m’interessa. Se è
utile ai nostri piani, bene.- rispose il ragazzo. Nonostante il fatto che era
stato ammaliato da quella ragazza, aveva pur sempre una reputazione da difendere
e un omicidio a cui pensare.
- Come preferisci..
allora possiamo dare il via alle danze.. dì ai ninja di tenersi pronti..
stanotte, attaccheremo Suna.-
Uchiha annuì
compiaciuto, diede un’ultima occhiata alla ragazza e velocemente andò a riferire
l’ordine.
Era notte fonda, nel
Paese del Fuoco.
Era notte fonda quando
Hinata decise di passeggiare per le vie di Konoha. Erano diverse notti che non
riusciva a dormire, e quindi invece di restare nel suo letto a girarsi e
rigirarsi, finiva sempre col camminare per strada, col naso all’insù, osservando
lo spettacolo che offriva la via Lattea. Stupenda.
Ed era sempre notte
fonda, quando notò due ombre che saltavano sui tetti sopra di lei, in modo
alquanto sospetto.
Fu subito presa dal
panico e la sua mente lavorò in fretta.
E se fossero stati
nemici? Spie di qualche loro paese nemico? O peggio di Orochimaru? Non aveva con
se nemmeno un kunai per difendersi, ma si preparò subito a fermarli, o almeno a
cercare di capire quale era il loro obiettivo e poi magari chiamare qualcuno per
darle una mano. Magari avrebbe chiamato Kiba.
Seguì silenziosamente i
due ninja, con la paura in gola nel caso fosse stata scoperta. I due ninja
davanti a lei, per di più, sembravano essere molto abili, constatò poi, mentre
osservava con attenzione i movimenti delle due ombre, e le sembrò strano che dei
ninja così capaci potessero farsi scoprire così facilmente.
Li vide avvicinarsi
alla case dell’Hokage e Hinata fu sul punto di andare realmente a chiamare Kiba,
ma il gesto che compirono i due ninja la lasciarono di
stucco.
Bussarono alla
porta.
La ragazza, perplessa,
lasciò perdere il suo proposito e decise di avvicinarsi, non capendo cosa quei
due.. uomini? Sì, dalla corporatura dovevano essere uomini, volessero
fare.
Dopo poco Shizune aprì
la porta stancamente e chiese l’identità dei due.
Quello più alto si
scoprì il volto e Hinata potè riconoscere il fratello maggiore del Kazekage,
Kankuro.
Entrarono in casa,
accolti da Shizune che di colpo era impallidita.
Ma che stava
succedendo? Perché Kankuro avrebbe dovuto venire a Konoha in modo così sospetto,
di notte poi? Hyuga rimase ferma in mobile sull’albero che aveva deciso di usare
come nascondiglio e lì attese per molti minuti.
Stava per tornarsene a
casa, costatando che era inutile starsene lì come un gufo ad osservare la porta
di una casa chiusa, quando la voce della somma Tsunade le arrivò dritta alle
orecchie, con un tono forse un po’ stridulo.
- HINATA!- chiamò
infatti quella, senza preoccuparsi magari di svegliare qualcuno che abitava lì
vicino: “Io sono l’Hokage e sono libera di fare ciò che voglio!”, questa era la
sua convinzione e il suo nuovo credo ninja.
L’erede degli Hyuga si
affrettò a scendere dall’albero e raggiunse la donna, che la guardava con un
sorriso, dietro di lei Kankuro e un altro ninja con un’espressione completamente
differente da quella della donna. Sì, perchè Tsunade sorrideva sempre, anche in
momenti come quello, perché come seppe più avanti Hinata, quello fu il momento
dove tutto iniziò.
- Va a svegliare i
Jonin e i saggi del villaggio. È un’emergenza!- Hinata obbedì e di corsa si
diresse verso la prima abitazione che trovò sul suo cammino:
Haruno.
Naruto fu svegliato
dalla porta del suo appartamento nel quale aveva sempre vissuto da solo,
sbattere violentemente. Non fece nemmeno in tempo ad alzarsi dal letto per
accendere la luce, che un’ombra lo fece al posto suo, ad una velocità
incredibile.
-
Naruto!-
- Presente..- mugugnò
il ragazzo mentre con gli occhi cercava di abituarsi alla luce della sua lampada
appesa al soffitto.
- Vestiti! È
un’emergenza! Tsunade vuole tutti i Jonin!- disse Sakura, mentre con troppa
agitazione gironzolava per la stanza di Uzumaki cercando i suoi vestiti per lui,
velocizzando i tempi.
- Ma si può sapere che
è successo?- chiese il biondo frastornato. Stava facendo un sogno magnifico: lui
circondato da decine e decine ciotole di ramen, stava per iniziare a mangiare la
prima ciotola e li puf! Haruno era entrata! L’avrebbe
pagata!
- Naruto ti prego
alzati!- supplicò lei tirando le coperte da sopra il corpo del compagno, che
ostinatamente combatteva per non alzarsi.
- Sakura-chan va’ a
farti un giro per piacere! Ho sonno!-
La ragazza spostandosi
una ciocca di capelli dal viso, si mise le mani sui fianchi e in modo
autoritario, e disse quelle parole - Suna è stata attaccata, Naruto!!-
Uzumaki lentamente si
tolse le coperte di dosso e si mise a sedere, guardando con le sue iridi azzurre
il volto dell’amica, serio, anche troppo
- Come Suna è stata
attaccata?-
- Tutto quello che so è
che stanotte Kankuro e un altro Jonin sono venuti ad avvertire l’Hokage, dicendo
che dei ninja del Suono hanno fatto esplodere la porta ovest della città e sono
entrati e..-
- E?- incitò la ragazza
Naruto, sperando però che non dicesse quello che in realtà lui temeva più di
tutte.
- .. Sasuke. Sasuke è
con loro, sta cercando Gaara. Vuole ucciderlo per Orochimaru, Naruto.- Sakura
distolse lo sguardo da quello del compagno di squadra, sapendo che esso ora
traboccava di disprezzo. Uzumaki rimase qualche secondo immobile, cercando di
inghiottire la pillola amara che aveva appena ricevuto. Sapeva che prima o poi
Sasuke si sarebbe fatto vivo, avrebbe attaccato, avrebbe ucciso. Si era
preparato a quella evenienza, ma come succede nella maggior parte dei casi,
quando il momento che attendi da una vita si presenta davanti a te
all’improvviso, non sei mai pronto per affrontarlo.
Nasuto si alzò dal
letto, con una lentezza che quasi diede ai nervi a Sakura e prese dalle mani
dalle mani di lei la sua maglietta che essa stringeva
convulsamente.
E poi,
inavvertitamente, il ragazzo sorrise. Non uno dei suoi soliti sorrise da scemo,
da ragazzo allegro e spensierato dopo che ha fatto una marachella. Un sorriso
battagliero, di colui che si diverte come un pazzo ad andare a combattere.
Perché lui, e gia lo sappiano, voleva diventare Hokage.
Se nonna Tsunade voleva
mandarli a Suna per combattere contro Sasuke, bene. Avrebbe
obbedito.
- Andiamo a sgozzare
qualche gola..- disse infine, cercando di sdrammatizzare il più
possibile.
Choji saltava fra gli
alberi della foresta. Ancora qualche chilometro e lui e Ino sarebbero giunti al
confine col paese della Sabbia.
Il ragazzo volse appena
la testa indietro e vide Yamanka che gli saltava poco dietro, la faccia seria e
contratta in una smorfia che le aveva visto fare tante volte.
Era
arrabbiata.
Quando erano giunti
dalla somma Tsunade per chiedere informazioni e questa aveva detto che si doveva
partire per Suna, lui e Ino avevano subito notato l’assenza di Shikamaru e
avevano chiesto spiegazioni.
- Nara si trova gia sul
posto, a quanto pare nel momento dell’attacco era già la per.. bhe, immagino che
lo sappiate, quindi andate!-
Shikamaru era già là da
Temari. Per quale altro motivo altrimenti?
Ino diceva che si era
arrabbiata perché un ninja deve sempre avvertire i compagni di squadra quando si
allontana dal villaggio, nel caso poi succeda qualche emergenza, come in quel
caso.
Choji sosteneva che Ino
non era arrabbiata, ma era gelosa.
Lo aveva capito diverso
tempo fa.
Il rapporto di
Shikamaru e Temari era stato sempre particolare, e col passare del tempo era
diventato qualcosa di più profondo che alla solita collaborazione fra ninja.
Almeno da parte di lei, perché Shikamaru, con lui, di queste cose non parlava
mai, si teneva tutto serrato dentro.
All’inizio, quando la
storia aveva preso una piega un po’ più seria, c’erano stati diversi problemi
fra loro, a partire dalla loro età. Tre anni di differenza non sono poi pochi,
se ci si pensa. E gia da allora Ino aveva cominciato a dare i primi segni di non
sopportazione verso la nuova ragazza di Nara.
E Temari? Lei non la
considerava nemmeno, per lei Ino Yamanka era solo la “compagna di squadra del
mio ragazzo”. Niente di più.
E lui? Choji?Bhè lui ne
era rimasto fuori, anche perché non sapeva nemmeno lui che cosa stesse
succedendo precisamente.
- Se ci sono dei
problemi, e credimi: non riesco a capire che generi di problemi ci potranno mai
essere, lascia che se la sbrighino da sole, sono grandi, vaccinate e mature,
cioè Temari sì, Ino non so a che punto si è fermata.- aveva detto col sorriso
Shikamaru un pomeriggio mentre guardavano le nuvole.
Tutto era iniziato
così, il tempo trascorreva ed era gia passato un anno che stavano insieme e
cinque mesi fa i primi cenni di cedimento, di rottura.
Ogni pretesto
discutevano, lei veniva a Konoha per trovarlo e discutevano, lui andava a Suna
per trovarla, litigavano, lui tornava e..
- Choji! Rallenta,
credo che siamo arrivati.-
Il ragazzo guardò
avanti e notò che gia da parecchio avevano superato il confine e in lontananza
si vedevano gia le mura del villaggio e, cosa che lo lasciò alquanto perplesso,
si accorse solo in quel momento che stava correndo sul deserto e non nella
foresta.
- Comincia a prendere
contatto con Tenten.. io vado avanti e controllo la situazione..- disse
nuovamente Ino, aumentando la velocità e superando il compagno. Akimichi si
nascose dietro una duna di sabbia e con la ricetrasmittente si mise in contatto
con il gruppo di Tenten.
- Dove siete Choji?-
domandò questa dopo numerose interferenze.
- Siamo arrivati, Ino è
andata a controllare più da vicino, tra poco iniziamo. Voi siete
pronti?-
- Io e Hinata siamo gia
davanti alla porta sud del villaggio, Kiba e Shino sono davanti a quella est,
Neji e Naruto non sono non sono ancora arrivati alla porta ovest, a quanto pare
hanno avuto a che fare con qualche ninja da tramortire.-
Choji, mentre ascoltava
il resoconto della Jonin, vide Ino che guardava nella sua direzione e teneva il
pollice della mano destra alzato. Libero. Potevano avanzare ancora un altro
po’.
- Tenten noi ci
avviciniamo, fatevi sentire quando Naruto e Neji sono in posizione.-
Akimichi e Yamanaka
avanzarono quasi fino alle mura e questo non li rassicurava per niente e
complicava anche le cose. Eppure lì intorno non c’era nessuno, non un’anima.
- Non mi piace per
niente.. troppo silenzio, troppa calma, nessun ninja.- commentò
Choji.
- Ho l’impressione di
essere cascata io nella loro trappola che non loro nella nostra..- commentò di
rimando Ino.
- Naruto e Neji pronti
alla porta ovest.- gracchiò Tenten dalla ricetrasmittente.
Ecco. Se prima erano
gli altri a non essere pronti, ora erano loro. Akimichi vide la compagna di
squadra accanto a se irrigidirsi un po’ e farsi stranamente
tesa.
- Cosa c’è?- domandò il
ragazzo non capendo il comportamento della compagna.
- Come gia detto..
siamo cascati nella loro trappola.-
- Che intendi
dire?-
- Ci stanno puntando,
Choji.- ammise con tono amaro la ragazza, accorgendosi solo adesso che erano
circondati da almeno cinque ninja del Suono e non se ne erano nemmeno accorti.
Bei Jonin della Foglia, davvero! E lei faceva parte addirittura della squadra
delle spie!
“Bella spia, Ino!
Complimenti davvero!” si disse mentalmente.
- Ci hanno circondato e
aspettano una nostra mossa falsa. Ci siamo cascati in pieno, cazzo!- imprecò,
mentre un ninja del Suono spuntava con un balzo esattamente dalla duna dove
prima Akimichi era nascosto e si preparò a lanciare i primi shurinken di quello
scontro contro di loro.
Tenten non faceva altro
che passeggiare su e giù. Ci stavano mettendo troppo. Il piano non era
difficile, accidenti!
Ino e Choji dovevano
solo avvicinarsi, Yamanaka avrebbe usato la tecnica del capovolgimenti
spiritual, prendendo sotto il suo controllo un Jonin nemico e con lui avrebbe
fatto entrare i suoi compagni dalle altre porte del villaggio, senza che nessuno
se ne accorgesse. Facile no? E allora perché ci mettevano tanto? Lei non era una
tipa che amava aspettare, lei era una guerriera, doveva sempre combattere e
mettersi alla prova, non poteva stare ferma! Quell’attesa la stava uccidendo nel
vero senso della parola!
- Tenten, io credo che
sia successo qualcosa.. non è da loro metterci così tanto..- disse Hinata
cominciando a preoccuparsi.
- Hai ragione..
dobbiamo mandare qualcuno, ma questa missione è calcolata al millimetro, è
necessario che ognuno rimanga al proprio posto..- Tenten prese la
ricetrasmittente e con fare da soldato chiamò la prima persona che in qualche
modo credeva che le potesse essere utile.
- Rock Lee, abbiamo un
problema e anche bello grosso e..-
Un colpo secco. Alla
testa. L’avevano stesa senza tanti problemi.
Tenten si rialzò a
fatica, gemendo dal dolore: un colpo in testa, infondo, è sempre doloroso! Era
quasi riuscita a mettersi in piedi, quando la punta di un kunai ben appuntito
premette contro la sua schiena, facendola sobbalzare. Ora sì che erano veramente
nei guai!
- Spengi la
ricetrasmittente!- ordinò l’uomo che le stava dietro le spalle. Le avevano
trovate, e loro non si erano accorte di niente.
Tenten obbedì, sperando
con tutto il cuore che Rock Lee stesse ascoltato tutto e presto o tardi avrebbe
mandato qualcuno ad aiutarle. Girò di poco la testa, notando purtroppo che anche
Hinata aveva fatto la sua stessa fine: un uomo le puntava un pugnale alla
gola.
- Come avete fatto a
capire che ci nascondevamo qui?- chiese poi.
- Voi della foglia
siete prevedibili.. e non sapete affatto fare i ninja..- bisbigliò l’uomo
all’orecchio di Tenten mentre con forza le afferrò un braccio, portandoglielo
sgarbatamente dietro la schiena.
- Ora voi due ci
seguite, qualsiasi tentativo di fuga e vi faccio fuori!- minacciò il ninja che teneva stretta a
se Hinata e velocemente le portarono all’interno di Suna, della quale la metà
era già pienamente sotto il controllo del Suono.
Sasuke camminava lento
per le vie ormai completamente distrutte di Suna. I passi erano pesanti e
strascicati e la sua spada grondava di sangue che cadeva a goccioline dietro di
lui.
Erano riusciti ad
occupare quasi tutta la città, ma del kazekage nessuna traccia, non era nemmeno
sceso a combattere per difendere il suo villaggio, il
codardo.
- Sasuke-san.. abbiamo
trovato due ninja della foglia alla porta sud. Come avevi previsto, ci stanno
attaccando da più parti..- disse una voce femminile proprio dietro di
lui.
Uchiha si voltò appena,
il tempo necessario per osservare con estrema attenzione la ragazza che lo aveva
seguito. Era la stessa che aveva incontrato nel nascondiglio di Orochimaru e che
stranamente aveva destato il suo interesse. Lui non aveva mai pensato seriamente
a una ragazza, non nel modo in cui ci si aspetta da un qualsiasi ragazzo
normale, almeno.
Sakura era sempre stata
vista da lui più come una mamma o una sorella maggiore che come una ragazza da
amare, come faceva Naruto.
Lei si era sempre
preoccupata per lui, in qualsiasi circostanza stava in ansia per lui, proprio
come una mamma apprensiva.
Ecco come aveva sempre
visto Haruno-san. Come una sorella, ma non come una donna da amare.
E ora, quello che gli
stava suscitando quella ragazza nel corpo, era tutt’altra cosa. Ma cosa di
preciso l’avrebbe scoperto più avanti e se ne sarebbe anche pentito. Lui era un
ragazzo nato solo per vendetta, per uccidere, per distruggere, per avere potere.
Questo è quello cheaveva capito col tempo.
- Portatemele qui.. se
La ragazza annuì con un
sorriso e correndo si allontanò da quel ragazzo, che le metteva una strana
soggezione, come nessuno aveva mai fatto in tutta la sua vita. Perché lei,
avendo abilità innate era
sempre stata abituata a mettere soggezione e terrore negli altri, non il
contrario.
Sasuke Uchiha invece le
faceva tremendamente paura. Ma l’affascinava altrettanto, perché lui, a
differenza di lei, non aveva alcun timore nel togliere la vita ad altre persone.
Senza alcun motivo.
Gaara camminava
velocemente, mentre sua sorella più avanti controllava la strada. Avrebbe
preferito combattere, schiacciare quei ninja del Suono in un sol colpo, se
voleva. Perché lui poteva.
E invece era stato
costretto a nascondersi e a fuggire da Suna attraverso i passaggi sotterranei,
perché lui era il Kazekage e la sua vita valeva più degli altri che invece erano
andati a morire.
Temari si voltò verso
il fratello minore, leggendo nel suo sguardo il disprezzo che in quel momento
provava nei suoi confronti per averlo costretto a fuggire dal pericolo. Perché
infondo era quello che stavano facendo, stavano scappando, e nel modo più
vergognoso.
- Gaara,
- Io non mi preoccupo
per il villaggio.. tu te ne stai occupando un po’ troppo, per i miei
gusti.-
- Che intendi dire? Non
te ne importerebbe niente se venisse tutto distrutto da quei
bastardi?-
- Ho solo detto che non
mi preoccupo per Suna.. fossi nell’Hokage, io mi preoccuperei per
Konoha..-
Temari lo guardava
storto, non capendo appieno il significato di quelle parole. In realtà lei, come
anche loro fratello Kankuro, non aveva mai capito Gaara, e non sapeva se era
lei, troppo stupida per capirlo, o era lui che desiderava non essere compreso
affatto.
- Che c’entra Konoha in
questo momento?-
- Non lo sai Temari?
L’obiettivo di Orochimaru sono io, ha bisogno del mio potere, proprio come
l’Alba. Ma Sasuke Uchiha vuole un’altra cosa che sicuramente adesso, non è a
Konoha..-