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Autore: Elpis Aldebaran    10/03/2007    5 recensioni
CHAPTER SIXTEEN
«Non è Jiraya» sussurrò appena Gaara, attirando l’attenzione di Naruto.
«Ho tenuto sotto controllo l’entrata dell’edificio per due ore e non l’ho visto, deve essere qualcun altro».
E con quel qualcun altro intendeva il Suono. Nessuno sapeva che erano lì, quindi la lista dei loro possibili visitatori si accorciava di molto.
Dopo alcuni minuti, qualcuno fece saltare la porta del piccolo appartamento.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Vi ringrazio davvero molto per i commenti! E per questo ho aggiornato ^^! Vi annuncio subito che non aggiornerò molto frequentemente (non si era capito vero?), ma tutte le volte cercherò di fare capitoli abbastanza lunghi! Non so come sia venuto questo capitolo, anche perché siamo agli inizi, nella fic devo cercare di spiegare molte situazione e comportamenti in modo chiaro e senza farvi annoiare, quindi perdonatemi se questo capitolo non è il massimo!

Come qualcuno aveva gia intuito, da qui parte un flask-back., che durerà molti capitoli.. oserei dire che potrebbe diventare quasi una fanfic dentro la fanfic.. non so se mi sono spiegata, ma lo capirete!

Non mi resta che farvi leggere.. a questo punto ^^..

 

 

 

 

 

 

“The Kunai of Death”

 

-Last Battle: Uzumaki’s Orange Fox VS Uchiha’s Red Sharingan-

 

 

 

 

 

Chapter Two:

“Mission to Suna, Ino and Choji fall into a trap. Fourteen years before”

 

 

Quel luogo sembrava fuori dal mondo. Inesistente.

Si trovava esattamente all’interno della Foresta del Suono e proprio per questo difficile da trovare. Era un luogo sinistro, dove sentivi l’aria pesante e condensata puzzare di cadavere, il terreno era arido, non crescevano fiori, non crescevano piante. La nebbia era perenne, fitta, non passava nemmeno la luce del sole a causa delle chiome degli alti alberi, ormai morti, che non cadevano per miracolo, forse per qualche arte magica sconosciuta.

Il terreno era cosparso di ossa di vecchie vittime di Orochimaru, che non potevano fare a meno di scricchiolare sotto il peso del piede di Sasuke.

Uchiha camminava lento, col naso coperto da una mano, nonostante fossero passati anni da quando si era messo al servizio di uno dei tre ninja leggendari, ancora non si era abituato a quella puzza di marcio e morto.

Quel luogo era facilmente paragonabile a un cimitero e considerando le ossa, forse lo era davvero.

La mente del ragazzo era rivolta alla missione appena svolta, con successo, doveva dire. Lui e il suo maestro avevano aspettato anni per quella vendetta, ed adesso era il giunto il momento di pareggiare i conti.

Giunto nel bel mezzo del cimitero, dove era situata una gigantesca pietra grigiastra, Sasuke si guardò attorno, per constatare che nessuno l’avesse seguito, e senza alcuno sforzo il ragazzo entrò dentro la pietra. Arte illusoria. Quella pietra era solo un’illusione, serviva per coprire il passaggio segreto che era nel terreno.

Era stato intelligente, il suo maestro.

Il ragazzo si ritrovò in uno dei corridoi principali del sotterraneo, uno dei tanti. Quel posto era un vero e proprio labirinto, ancora riusciva a perdersi in quei corridoi tutti così dannatamente uguali e tutti che sembravano andare nella stessa direzione.

Arrivò davanti a una porta e vi entrò senza tanti complimenti, come faceva sempre del resto, perché lui, a differenza di altri, si poteva permettere tanta irriverenza.

- Eccolo qua, il mio pupillo..- disse Orochimaru in un sibilo che a primo orecchio poteva sembrare serpentesco quasi.

- La missione è stata portata a termine. Siamo pronti.. quando vuoi tu possiamo iniziare a..- il ragazzo non finì la frase che la sua attenzione fu totalmente catturata dalla ragazza al fianco del suo maestro. Era un ninja, senza ombra di dubbio.

I due ragazzi si fissarono a lungo, ognuno prigioniero degli occhi dell’altro, come due calamite. Uchiha non si spiegava come, ma una leggere sensazione di disagio gli pervase il corpo, una sensazione che non aveva mai provato. La ragazza non era particolarmente bella, aveva i caratteri comuni di una qualsiasi altra ninja donna: alta, corpo muscoloso e scattante, capelli neri legati, occhi di ghiaccio che sembrava che ti dovessero penetrare nell’anima, nella tua parte più intima. Doveva avere la sua stessa età.

- Non ti ho presentato il nostro nuovo acquisto Sasuke, lei è..-

- Non m’interessa. Se è utile ai nostri piani, bene.- rispose il ragazzo. Nonostante il fatto che era stato ammaliato da quella ragazza, aveva pur sempre una reputazione da difendere e un omicidio a cui pensare.

- Come preferisci.. allora possiamo dare il via alle danze.. dì ai ninja di tenersi pronti.. stanotte, attaccheremo Suna.-

Uchiha annuì compiaciuto, diede un’ultima occhiata alla ragazza e velocemente andò a riferire l’ordine.

 

Era notte fonda, nel Paese del Fuoco.

Era notte fonda quando Hinata decise di passeggiare per le vie di Konoha. Erano diverse notti che non riusciva a dormire, e quindi invece di restare nel suo letto a girarsi e rigirarsi, finiva sempre col camminare per strada, col naso all’insù, osservando lo spettacolo che offriva la via Lattea. Stupenda.

Ed era sempre notte fonda, quando notò due ombre che saltavano sui tetti sopra di lei, in modo alquanto sospetto.

Fu subito presa dal panico e la sua mente lavorò in fretta.  

E se fossero stati nemici? Spie di qualche loro paese nemico? O peggio di Orochimaru? Non aveva con se nemmeno un kunai per difendersi, ma si preparò subito a fermarli, o almeno a cercare di capire quale era il loro obiettivo e poi magari chiamare qualcuno per darle una mano. Magari avrebbe chiamato Kiba.

Seguì silenziosamente i due ninja, con la paura in gola nel caso fosse stata scoperta. I due ninja davanti a lei, per di più, sembravano essere molto abili, constatò poi, mentre osservava con attenzione i movimenti delle due ombre, e le sembrò strano che dei ninja così capaci potessero farsi scoprire così facilmente.

Li vide avvicinarsi alla case dell’Hokage e Hinata fu sul punto di andare realmente a chiamare Kiba, ma il gesto che compirono i due ninja la lasciarono di stucco.

Bussarono alla porta.

La ragazza, perplessa, lasciò perdere il suo proposito e decise di avvicinarsi, non capendo cosa quei due.. uomini? Sì, dalla corporatura dovevano essere uomini, volessero fare.

Dopo poco Shizune aprì la porta stancamente e chiese l’identità dei due.

Quello più alto si scoprì il volto e Hinata potè riconoscere il fratello maggiore del Kazekage, Kankuro.

Entrarono in casa, accolti da Shizune che di colpo era impallidita.

Ma che stava succedendo? Perché Kankuro avrebbe dovuto venire a Konoha in modo così sospetto, di notte poi? Hyuga rimase ferma in mobile sull’albero che aveva deciso di usare come nascondiglio e lì attese per molti minuti.

Stava per tornarsene a casa, costatando che era inutile starsene lì come un gufo ad osservare la porta di una casa chiusa, quando la voce della somma Tsunade le arrivò dritta alle orecchie, con un tono forse un po’ stridulo.

- HINATA!- chiamò infatti quella, senza preoccuparsi magari di svegliare qualcuno che abitava lì vicino: “Io sono l’Hokage e sono libera di fare ciò che voglio!”, questa era la sua convinzione e il suo nuovo credo ninja.

L’erede degli Hyuga si affrettò a scendere dall’albero e raggiunse la donna, che la guardava con un sorriso, dietro di lei Kankuro e un altro ninja con un’espressione completamente differente da quella della donna. Sì, perchè Tsunade sorrideva sempre, anche in momenti come quello, perché come seppe più avanti Hinata, quello fu il momento dove tutto iniziò.

- Va a svegliare i Jonin e i saggi del villaggio. È un’emergenza!- Hinata obbedì e di corsa si diresse verso la prima abitazione che trovò sul suo cammino: Haruno.

 

Naruto fu svegliato dalla porta del suo appartamento nel quale aveva sempre vissuto da solo, sbattere violentemente. Non fece nemmeno in tempo ad alzarsi dal letto per accendere la luce, che un’ombra lo fece al posto suo, ad una velocità incredibile.

- Naruto!-

- Presente..- mugugnò il ragazzo mentre con gli occhi cercava di abituarsi alla luce della sua lampada appesa al soffitto.

- Vestiti! È un’emergenza! Tsunade vuole tutti i Jonin!- disse Sakura, mentre con troppa agitazione gironzolava per la stanza di Uzumaki cercando i suoi vestiti per lui, velocizzando i tempi.

- Ma si può sapere che è successo?- chiese il biondo frastornato. Stava facendo un sogno magnifico: lui circondato da decine e decine ciotole di ramen, stava per iniziare a mangiare la prima ciotola e li puf! Haruno era entrata! L’avrebbe pagata!

- Naruto ti prego alzati!- supplicò lei tirando le coperte da sopra il corpo del compagno, che ostinatamente combatteva per non alzarsi.

- Sakura-chan va’ a farti un giro per piacere! Ho sonno!-

La ragazza spostandosi una ciocca di capelli dal viso, si mise le mani sui fianchi e in modo autoritario, e disse quelle parole - Suna è stata attaccata, Naruto!!-

Uzumaki lentamente si tolse le coperte di dosso e si mise a sedere, guardando con le sue iridi azzurre il volto dell’amica, serio, anche troppo

- Come Suna è stata attaccata?-

- Tutto quello che so è che stanotte Kankuro e un altro Jonin sono venuti ad avvertire l’Hokage, dicendo che dei ninja del Suono hanno fatto esplodere la porta ovest della città e sono entrati e..-

- E?- incitò la ragazza Naruto, sperando però che non dicesse quello che in realtà lui temeva più di tutte.

- .. Sasuke. Sasuke è con loro, sta cercando Gaara. Vuole ucciderlo per Orochimaru, Naruto.- Sakura distolse lo sguardo da quello del compagno di squadra, sapendo che esso ora traboccava di disprezzo. Uzumaki rimase qualche secondo immobile, cercando di inghiottire la pillola amara che aveva appena ricevuto. Sapeva che prima o poi Sasuke si sarebbe fatto vivo, avrebbe attaccato, avrebbe ucciso. Si era preparato a quella evenienza, ma come succede nella maggior parte dei casi, quando il momento che attendi da una vita si presenta davanti a te all’improvviso, non sei mai pronto per affrontarlo.

Nasuto si alzò dal letto, con una lentezza che quasi diede ai nervi a Sakura e prese dalle mani dalle mani di lei la sua maglietta che essa stringeva convulsamente.

E poi, inavvertitamente, il ragazzo sorrise. Non uno dei suoi soliti sorrise da scemo, da ragazzo allegro e spensierato dopo che ha fatto una marachella. Un sorriso battagliero, di colui che si diverte come un pazzo ad andare a combattere. Perché lui, e gia lo sappiano, voleva diventare Hokage.

Se nonna Tsunade voleva mandarli a Suna per combattere contro Sasuke, bene. Avrebbe obbedito.

- Andiamo a sgozzare qualche gola..- disse infine, cercando di sdrammatizzare il più possibile.

 

Choji saltava fra gli alberi della foresta. Ancora qualche chilometro e lui e Ino sarebbero giunti al confine col paese della Sabbia.

Il ragazzo volse appena la testa indietro e vide Yamanka che gli saltava poco dietro, la faccia seria e contratta in una smorfia che le aveva visto fare tante volte.

Era arrabbiata.

Quando erano giunti dalla somma Tsunade per chiedere informazioni e questa aveva detto che si doveva partire per Suna, lui e Ino avevano subito notato l’assenza di Shikamaru e avevano chiesto spiegazioni.

- Nara si trova gia sul posto, a quanto pare nel momento dell’attacco era già la per.. bhe, immagino che lo sappiate, quindi andate!-

Shikamaru era già là da Temari. Per quale altro motivo altrimenti?

Ino diceva che si era arrabbiata perché un ninja deve sempre avvertire i compagni di squadra quando si allontana dal villaggio, nel caso poi succeda qualche emergenza, come in quel caso.

Choji sosteneva che Ino non era arrabbiata, ma era gelosa.

Lo aveva capito diverso tempo fa.

Il rapporto di Shikamaru e Temari era stato sempre particolare, e col passare del tempo era diventato qualcosa di più profondo che alla solita collaborazione fra ninja. Almeno da parte di lei, perché Shikamaru, con lui, di queste cose non parlava mai, si teneva tutto serrato dentro.

All’inizio, quando la storia aveva preso una piega un po’ più seria, c’erano stati diversi problemi fra loro, a partire dalla loro età. Tre anni di differenza non sono poi pochi, se ci si pensa. E gia da allora Ino aveva cominciato a dare i primi segni di non sopportazione verso la nuova ragazza di Nara.

E Temari? Lei non la considerava nemmeno, per lei Ino Yamanka era solo la “compagna di squadra del mio ragazzo”. Niente di più.

E lui? Choji?Bhè lui ne era rimasto fuori, anche perché non sapeva nemmeno lui che cosa stesse succedendo precisamente.

- Se ci sono dei problemi, e credimi: non riesco a capire che generi di problemi ci potranno mai essere, lascia che se la sbrighino da sole, sono grandi, vaccinate e mature, cioè Temari sì, Ino non so a che punto si è fermata.- aveva detto col sorriso Shikamaru un pomeriggio mentre guardavano le nuvole.

Tutto era iniziato così, il tempo trascorreva ed era gia passato un anno che stavano insieme e cinque mesi fa i primi cenni di cedimento, di rottura.

Ogni pretesto discutevano, lei veniva a Konoha per trovarlo e discutevano, lui andava a Suna per trovarla, litigavano, lui tornava e..

- Choji! Rallenta, credo che siamo arrivati.-

Il ragazzo guardò avanti e notò che gia da parecchio avevano superato il confine e in lontananza si vedevano gia le mura del villaggio e, cosa che lo lasciò alquanto perplesso, si accorse solo in quel momento che stava correndo sul deserto e non nella foresta.

- Comincia a prendere contatto con Tenten.. io vado avanti e controllo la situazione..- disse nuovamente Ino, aumentando la velocità e superando il compagno. Akimichi si nascose dietro una duna di sabbia e con la ricetrasmittente si mise in contatto con il gruppo di Tenten.

- Dove siete Choji?- domandò questa dopo numerose interferenze.

- Siamo arrivati, Ino è andata a controllare più da vicino, tra poco iniziamo. Voi siete pronti?-

- Io e Hinata siamo gia davanti alla porta sud del villaggio, Kiba e Shino sono davanti a quella est, Neji e Naruto non sono non sono ancora arrivati alla porta ovest, a quanto pare hanno avuto a che fare con qualche ninja da tramortire.-

Choji, mentre ascoltava il resoconto della Jonin, vide Ino che guardava nella sua direzione e teneva il pollice della mano destra alzato. Libero. Potevano avanzare ancora un altro po’.

- Tenten noi ci avviciniamo, fatevi sentire quando Naruto e Neji sono in posizione.- la Jonin annuì e spense la comunicazione.

Akimichi e Yamanaka avanzarono quasi fino alle mura e questo non li rassicurava per niente e complicava anche le cose. Eppure lì intorno non c’era nessuno, non un’anima.

- Non mi piace per niente.. troppo silenzio, troppa calma, nessun ninja.- commentò Choji.

- Ho l’impressione di essere cascata io nella loro trappola che non loro nella nostra..- commentò di rimando Ino.

- Naruto e Neji pronti alla porta ovest.- gracchiò Tenten dalla ricetrasmittente.

Ecco. Se prima erano gli altri a non essere pronti, ora erano loro. Akimichi vide la compagna di squadra accanto a se irrigidirsi un po’ e farsi stranamente tesa.

- Cosa c’è?- domandò il ragazzo non capendo il comportamento della compagna.

- Come gia detto.. siamo cascati nella loro trappola.-

- Che intendi dire?-

- Ci stanno puntando, Choji.- ammise con tono amaro la ragazza, accorgendosi solo adesso che erano circondati da almeno cinque ninja del Suono e non se ne erano nemmeno accorti. Bei Jonin della Foglia, davvero! E lei faceva parte addirittura della squadra delle spie!

“Bella spia, Ino! Complimenti davvero!” si disse mentalmente.

- Ci hanno circondato e aspettano una nostra mossa falsa. Ci siamo cascati in pieno, cazzo!- imprecò, mentre un ninja del Suono spuntava con un balzo esattamente dalla duna dove prima Akimichi era nascosto e si preparò a lanciare i primi shurinken di quello scontro contro di loro.

 

Tenten non faceva altro che passeggiare su e giù. Ci stavano mettendo troppo. Il piano non era difficile, accidenti!

Ino e Choji dovevano solo avvicinarsi, Yamanaka avrebbe usato la tecnica del capovolgimenti spiritual, prendendo sotto il suo controllo un Jonin nemico e con lui avrebbe fatto entrare i suoi compagni dalle altre porte del villaggio, senza che nessuno se ne accorgesse. Facile no? E allora perché ci mettevano tanto? Lei non era una tipa che amava aspettare, lei era una guerriera, doveva sempre combattere e mettersi alla prova, non poteva stare ferma! Quell’attesa la stava uccidendo nel vero senso della parola!

- Tenten, io credo che sia successo qualcosa.. non è da loro metterci così tanto..- disse Hinata cominciando a preoccuparsi.

- Hai ragione.. dobbiamo mandare qualcuno, ma questa missione è calcolata al millimetro, è necessario che ognuno rimanga al proprio posto..- Tenten prese la ricetrasmittente e con fare da soldato chiamò la prima persona che in qualche modo credeva che le potesse essere utile.

- Rock Lee, abbiamo un problema e anche bello grosso e..-

Un colpo secco. Alla testa. L’avevano stesa senza tanti problemi.

Tenten si rialzò a fatica, gemendo dal dolore: un colpo in testa, infondo, è sempre doloroso! Era quasi riuscita a mettersi in piedi, quando la punta di un kunai ben appuntito premette contro la sua schiena, facendola sobbalzare. Ora sì che erano veramente nei guai!

- Spengi la ricetrasmittente!- ordinò l’uomo che le stava dietro le spalle. Le avevano trovate, e loro non si erano accorte di niente.

Tenten obbedì, sperando con tutto il cuore che Rock Lee stesse ascoltato tutto e presto o tardi avrebbe mandato qualcuno ad aiutarle. Girò di poco la testa, notando purtroppo che anche Hinata aveva fatto la sua stessa fine: un uomo le puntava un pugnale alla gola.

- Come avete fatto a capire che ci nascondevamo qui?- chiese poi.

- Voi della foglia siete prevedibili.. e non sapete affatto fare i ninja..- bisbigliò l’uomo all’orecchio di Tenten mentre con forza le afferrò un braccio, portandoglielo sgarbatamente dietro la schiena.

- Ora voi due ci seguite, qualsiasi tentativo di fuga e vi faccio fuori!-  minacciò il ninja che teneva stretta a se Hinata e velocemente le portarono all’interno di Suna, della quale la metà era già pienamente sotto il controllo del Suono.

 

Sasuke camminava lento per le vie ormai completamente distrutte di Suna. I passi erano pesanti e strascicati e la sua spada grondava di sangue che cadeva a goccioline dietro di lui.

Erano riusciti ad occupare quasi tutta la città, ma del kazekage nessuna traccia, non era nemmeno sceso a combattere per difendere il suo villaggio, il codardo.

- Sasuke-san.. abbiamo trovato due ninja della foglia alla porta sud. Come avevi previsto, ci stanno attaccando da più parti..- disse una voce femminile proprio dietro di lui.

Uchiha si voltò appena, il tempo necessario per osservare con estrema attenzione la ragazza che lo aveva seguito. Era la stessa che aveva incontrato nel nascondiglio di Orochimaru e che stranamente aveva destato il suo interesse. Lui non aveva mai pensato seriamente a una ragazza, non nel modo in cui ci si aspetta da un qualsiasi ragazzo normale, almeno.

Sakura era sempre stata vista da lui più come una mamma o una sorella maggiore che come una ragazza da amare, come faceva Naruto.

Lei si era sempre preoccupata per lui, in qualsiasi circostanza stava in ansia per lui, proprio come una mamma apprensiva.

Ecco come aveva sempre visto Haruno-san. Come una sorella, ma non come una donna da amare.

E ora, quello che gli stava suscitando quella ragazza nel corpo, era tutt’altra cosa. Ma cosa di preciso l’avrebbe scoperto più avanti e se ne sarebbe anche pentito. Lui era un ragazzo nato solo per vendetta, per uccidere, per distruggere, per avere potere. Questo è quello cheaveva capito col tempo.

- Portatemele qui.. se la Foglia ha mandato dei ninja, deve almeno sapere i piani di Suna e io devo scoprire dove è Gaara..-

La ragazza annuì con un sorriso e correndo si allontanò da quel ragazzo, che le metteva una strana soggezione, come nessuno aveva mai fatto in tutta la sua vita. Perché lei, avendo abilità innate era sempre stata abituata a mettere soggezione e terrore negli altri, non il contrario.

Sasuke Uchiha invece le faceva tremendamente paura. Ma l’affascinava altrettanto, perché lui, a differenza di lei, non aveva alcun timore nel togliere la vita ad altre persone. Senza alcun motivo.

 

Gaara camminava velocemente, mentre sua sorella più avanti controllava la strada. Avrebbe preferito combattere, schiacciare quei ninja del Suono in un sol colpo, se voleva. Perché lui poteva.

E invece era stato costretto a nascondersi e a fuggire da Suna attraverso i passaggi sotterranei, perché lui era il Kazekage e la sua vita valeva più degli altri che invece erano andati a morire.

Temari si voltò verso il fratello minore, leggendo nel suo sguardo il disprezzo che in quel momento provava nei suoi confronti per averlo costretto a fuggire dal pericolo. Perché infondo era quello che stavano facendo, stavano scappando, e nel modo più vergognoso.

- Gaara, la Foglia ha mandato rinforzi. Ha mandato Uzumaki. Suna non cadrà facilmente in mano a Orochimaru..-

- Io non mi preoccupo per il villaggio.. tu te ne stai occupando un po’ troppo, per i miei gusti.-

- Che intendi dire? Non te ne importerebbe niente se venisse tutto distrutto da quei bastardi?-

- Ho solo detto che non mi preoccupo per Suna.. fossi nell’Hokage, io mi preoccuperei per Konoha..-

Temari lo guardava storto, non capendo appieno il significato di quelle parole. In realtà lei, come anche loro fratello Kankuro, non aveva mai capito Gaara, e non sapeva se era lei, troppo stupida per capirlo, o era lui che desiderava non essere compreso affatto.

- Che c’entra Konoha in questo momento?-

- Non lo sai Temari? L’obiettivo di Orochimaru sono io, ha bisogno del mio potere, proprio come l’Alba. Ma Sasuke Uchiha vuole un’altra cosa che sicuramente adesso, non è a Konoha..-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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