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Autore: _ALE2_    10/03/2007    3 recensioni
Angel e Ryan...due vite che si intrecciano per volere del destino...un nuovo pericolo minaccia Tokyo...riuscirà l'amore a vincere sul male?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incomprensioni Ciao a ttt!!! Scusate il ritardo, ma io Gollum, ho avuto parecchie cose da fare, tanto per cominciare devo studiare…SOB!(Come se poi io, Smigol, non andassi a scuola come lei!!!) Poi dato che il compleanno della mia cara Smigol si avvicina, per regalo ho deciso di scriverle due storie molto particolari, naturalmente di mia invenzione! Quindi ho parecchie cose da scrivere e ho avuto qualche difficoltà nel pubblicare qst chappy…! Non succederà più! Vogliamo ringraziare parecchie persone, le prime due miky e maggy’94 grazie per i vostri commy, naturalmente li aspettiamo anke alla fine di questo capitolo, poi evilinnie e i suoi mitici commenti costruttivi…Thank you! Mi raccomando continuate a commentare!!! BUONA LETTURAA!

I ragazzi, sentendo le sirene della polizia avvicinarsi, si erano allontanati dal parcheggio alla svelta e, lungo tutto il tragitto, nessuno aveva aperto bocca. Una volta al sicuro nel cafè, tutti presero posto nella sala, sedendosi sulle sedie oppure rimanendo semplicemente in piedi: l’aria che si respirava era carica di tensione e di attesa. Ryan scrutò i volti di tutte le MewMew, con aria consapevole: le ragazze gli lanciavano delle occhiate di puro disprezzo e lui sapeva benissimo che, di li a poco, qualcuna gli avrebbe chiesto spiegazioni. Abbassò lo sguardo per un secondo e Mina, non deludendo il biondo, cominciò a parlare, con aria di sfida. “Devi dirci qualcosa, Ryan?” il ragazzo non sembrava intenzionato ad aprir bocca, teneva il capo abbassato e le braccia molli lungo i fianchi, con aria colpevole. “Allora… stiamo aspettando!” la voce acida di Mina riscosse il biondo che fissò la sua interlocutrice, ma i suoi occhi, in genere azzurrissimi e brillanti, erano cupi e vacui, come se la mente del ragazzo fosse proiettata altrove. Almeno, era quella la sensazione percepita da Strawberry che, appollaiata su di una sedia, lo osservava attenta, tralasciando per un attimo le medicazioni di alcune sue scottature. “Era con me quando avete telefonato… non appena ha sentito la parola ‘attacco’, ha insistito per accompagnarmi e sono stato costretto a portarmela dietro…” Ryan finalmente aveva incominciato a parlare “Bell’irresponsabile che sei!”  la voce arrabbiata di Berry risuonò nell’aria e Ryan si voltò verso di lei, stupito da quell’intervento. “Sei stato imprudente…hai visto cosa le è successo?” continuò la ragazza, seguita dai cenni di approvazione delle altre ragazze, eccezion fatta per Pam, che tenendosi fuori dalla discussione, era elegantemente appoggiata al muro, con le braccia conserte. Ryan, non sapendo cosa controbattere, abbassò nuovamente il capo e si sedette. “E’ stata ferita, Ryan! Lei non è una MewMew!” Berry insistette ancora, fissandolo accigliata, mentre Tasuku, dietro di lei, annuiva mestamente. “Non attaccatemi…lo so anch’io!” pensò amareggiato il ragazzo. “Ryan? Sappiamo che per te è stato difficile…ma è stata un’azione avventata portarla li con te: ci ha scoperto…e si è ferita!” Lory, sostenuta dalla stretta di mano di Paddy, aveva timidamente preso la parola nella discussione. “Queste cose le so anche io…” la voce del ragazzo si stagliò fredda nell’aria. “Ecco, ci siamo… adesso si arrabbia: la tua voce è troppo significativa per chi, come me, ha imparato a decifrarla…e comprenderla…”  rifletté la rossa delle MewMew, continuando insistentemente a scrutare il ragazzo che, in quel momento, si era appena rialzato, come a troncare il discorso. La ragazza non fece neanche in tempo a formulare quel pensiero che vide Mina, presa da un impeto d’ira, tirargli uno schiaffo. “LO SAI? E ALLORA PERCHÈ LO HAI FATTO?” Ryan si allontanò dalla ragazza, massaggiandosi la guancia arrossata, ma senza profferir parola. “Sei uno stupido…hai fatto una cosa che il vero Ryan non avrebbe mai fatto!” insistette la ragazza “Il VERO Ryan?” la voce del biondo era oramai talmente tagliente da poter ferire la ragazza, che gli stava di fronte. Strawberry rabbrividì, abbastanza preoccupata da come si stava sviluppando la situazione, e a mala pena percepì la mano di Pam, che nel frattempo le si era avvicinata, poggiarsi sulla sua spalla. “Si…il Ryan che eri prima di incontrare Angel… quello che manteneva il sangue freddo sempre e comunque.” Ryan guardò Mina con disprezzo, ma lei sostenne lo sguardo. “Cosa c’entra Angel?” “Semplice: tra di voi sta nascendo qualcosa…qualcosa che, ora come ora, è negativo!” Gli occhi azzurrissimi di Ryan, che fino ad allora erano rimasti sempre freddi come il ghiaccio, nell’udire quelle parole si dilatarono leggermente per lo stupore; le ragazze si guardarono dapprima preoccupate ma poi, facendosi forza l’una con l’altra, cominciarono ad annuire, davanti allo sguardo interrogativo del ragazzo. “Siete tutte d’accordo?!” La voce di Ryan parve vacillare un po’, ma il suo sguardo non lasciò spazio ad alcuna fragilità, almeno in apparenza; Mina guardò le sue compagne che, una dopo l’altra, annuirono nuovamente mentre Lory confermò i dubbi del biondo con un timidissimo “Si”. Ryan, accusando il colpo per la prima volta, abbassò lo sguardo, per non rivelare tutta la tristezza che lo cominciava ad invadere. Poi, con la voce più ferma che avesse, disse “Allora non abbiamo più niente da dirci!”. Con un gesto violento si strappò la fascetta nera che aveva al collo, rivelando una cicatrice circolare, segno dell’esperimento che aveva compiuto su se stesso anni prima. “Da adesso in poi, il coordinatore del progetto MewMew sarà solo Kyle: a me…a me non interessa più NIENTE!” Così dicendo girò i tacchi e si avviò alle scale, dove trovò l’affascinante pasticciere appena nominato ed Angel, entrambi in piedi con gli occhi sgranati per lo stupore. “Sei davvero sicuro di quello che hai fatto, Ryan?” gli chiese Kyle, con voce tremante. “L’ho detto: a me non interessa più niente…” superò il moro che non era riuscito a controbattere, troppo stupefatto per riuscire a rispondere. “Angel…come stai?” il biondo si rivolse con voce dolcissima alla ragazza e lei si tranquillizzò all’istante: temeva che Ryan fosse incollerito anche con lei, per quanto era successo. “Sto molto meglio… ma tu?” Il biondo, senza dire nulla, la prese per mano e la condusse in camera sua. “Ryan…?” Angel era alquanto confusa. Il ragazzo chiuse la porta poi si girò verso di lei e l’abbracciò, affondando il volto tra le sue braccia. “Ryan?” ripeté la ragazza, interdetta. “Permettimi di sfogarmi, almeno con te, per favore…” il corpo del giovane fu sconvolto da violenti singhiozzi, mentre numerose lacrime bagnarono la maglia di Angel. “Ryan…” pensò tristemente lei, cominciando ad accarezzare affettuosamente la schiena del giovane, che continuava a piangere “E’ tutto a posto…”.

Angel era in camera di Ryan da molto: dopo essersi sfogato a lungo, il biondo si era fatto convincere dalla ragazza ad infilarsi sotto le coperte del suo letto e non erano passati più di cinque minuti che si era addormentato. Angel, che si era intrattenuta per parecchio a consolarlo, sorrise e, soffocando uno sbadiglio, guardò l’orologio: erano le sette del mattino e lei era rimasta, per tutta la notte, fuori. Si alzò dal letto e, aprendo la porta, avvertì un mugolio proveniente dalla massa di coperte vaporose: Ryan si era mosso. Credendo che il biondo si fosse svegliato, la ragazza si voltò verso di lui e rimase incantata per qualche secondo, osservando la splendida figura del ragazzo: in quel momento, era piegato su di un lato e stringeva convulsamente il cuscino; il volto, dopo essere stato a lungo contratto dalla rabbia, in quel momento era immerso in una tranquillità immensa, i capelli erano sparsi sul cuscino come fili d’oro e la pelle leggermente ambrata risaltava sul bianco delle lenzuola. Angel sorrise nuovamente, chiudendo la porta, e si avviò al piano di sotto, augurandosi di non trovare nessuno.
Scese le scale velocemente e sentì una voce familiare chiamarla dalla cucina. “Angel!” la ragazza si diresse verso la stanza titubante e vi trovò Kyle, che armeggiava con una caffettiera “Ti sei svegliata, buongiorno! Ti va del caffè?” lei annuì entusiasta e lo chef gliene porse una tazza “Veramente non sono proprio andata a dormire stanotte…” “Come sta?” “Mh…” il ragazzo non indagò oltre, traendo da quel mugolio diverse informazioni significative. Angel sentì la porta della stanza aprirsi ed indirizzò lo sguardo in quella direzione: era appena entrata la stessa bellissima ragazza che il giorno prima aveva salvato le altre; non avendo ancora avuto modo e l’occasione di presentarsi, Angel non ricordava il suo nome e la osservò attentamente non percependo, nei suoi occhi color ametista, nulla se non il vuoto più totale ed assoluto. “Buongiorno” la voce fredda della ragazza la fece trasalire, ma si riprese prontamente e le rispose, con voce altrettanto gelida “Buongiorno”. Percependo l’atmosfera di sfida che si stava creando, Kyle intervenne allegramente “Ah…che sciocco: voi non vi siete presentate! Allora…lei è Angel, questa simpaticona qui invece è Pam…” “Piacere…” le due ragazze, rispondendo quasi all’unisono, si diedero la mano e la pesante atmosfera andò scemando, non appena le due si scambiarono uno sguardo complice e poi sorrisero contemporaneamente. “Angel, per quanto riguarda stanotte…” incominciò l’affascinante pasticciere “Non preoccuparti io non dirò nulla…oggi pomeriggio rimarrò a casa: immagino che, dopo ieri, dobbiate parlare anche voi…” Kyle si rabbuiò per un istante, pensando all’accesa discussione tra Ryan e le ragazze della notte precedente. “Già…ma immagino che tu voglia dei chiarimenti…” Angel scosse la testa “Voi non dovete sentirvi in obbligo a spiegarmi nulla e, se vuole, sarà Ryan a dirmi tutto, anzi…per favore Kyle, quando si sveglia fammi telefonare…” “Certo…” Angel salutò il ragazzo con un bacio sulla guancia e fece un cenno con la mano a Pam, che ricambiò sorridendo. “Allora a domani…” “ A domani Angel!”. Non appena sentì la porta del locale chiudersi, Kyle osservò curioso la MewMew viola che, intanto, si era seduta al posto di Angel. “Allora ha colpito anche te…” “Di che parli?” “Mh…non saprei spiegarlo, ma ha l’innaturale capacità di entrare nelle simpatie di tutti…” Pam sorrise al moro, che la fissava stupito “Quella ragazza, Kyle, appare molto diversa da com’è in realtà…non so se lo hai notato, ma i suoi occhi…” “Lo so…sono identici a quelli di Ryan…” “Già”

Ryan si svegliò soltanto nel pomeriggio: la stanchezza dei giorni precedenti si era fatta sentire tutta all’improvviso ieri sera. Aprì gli occhi a fatica e guardò l’orologio sul comodino: erano le tre, le ragazze sarebbero arrivate di li a poco e ripensando al litigio della sera, anche se per pochi secondi, i suoi occhi furono tentati di riempirsi di nuovo di lacrime. Si alzò e andò in bagno, si fece una doccia veloce ed, altrettanto velocemente, si vestì. Sospirò prima di aprire la porta, scese le scale con passi pesanti ed arrivò in cucina dove Kyle lavorava ad un dolce. “Ciao” la voce di Ryan fece letteralmente sobbalzare lo chef, che si girò verso il ragazzo ansimando. “Mi hai fatto prendere un colpo!” Ryan sorrise, immediatamente ricambiato da Kyle. “Hai fame?” Il biondo fece cenno di no col capo e osservò, con il suo famoso sguardo, gli occhi del moretto, che rabbrividì: non si poteva fare altrimenti quando Ryan Shirogane ti fissava negli occhi. “Hai veramente deciso?” “Non ho cambiato idea…” i due ragazzi continuavano a fissarsi intensamente “Sarà per sempre?” il biondo, nell’udire quella domanda, si addolcì immediatamente “Non dipende da me…” “No?” “No. Le ragazze devono capire che anche io ho diritto ad una vita…” “E tu? Lo hai capito?” Ryan, sorpreso da quella domanda, non rispose ed abbassò lo sguardo. “Io sono dalla tua parte Ryan…” il moro si avvicinò al ragazzo e l’abbracciò. Ryan si lasciò cullare per qualche secondo da quel contatto quasi fraterno poi, udendo la porta del caffè aprirsi e le ragazze parlottare tra loro, si staccò dall’amico e, con fare distaccato, uscì dalla cucina trovandosi davanti Berry, Puddy, Mina e Lory. Il gruppetto lo fissò un attimo interdetto, il biondo invece non degnò nemmeno di uno sguardo le ragazze e uscì dal caffè, con passo deciso. Le ragazze si guardarono tristemente. “Non ci ha nemmeno guardate…”mormorò Puddy, aggrappandosi a Lory. “Mina…abbiamo fatto la cosa giusta?” Berry guardò confusa l’amica che non la ricambiò se non con una frase gelida. “Non sta a me deciderlo.”

Ryan camminava per il centro di Tokyo: aveva appuntamento con Angel in un locale. Avrebbero mangiato qualcosa e, soprattutto, avrebbero parlato.  “Mai come questa volta preferirei affrontare un alieno…” accelerò l’andatura e sospirò. Dopo pochi minuti, arrivò davanti al bar dell’appuntamento, il Gaulon. Sbirciò dalle vetrine del locale per controllare se Angel fosse già lì e, per sua meraviglia, la vide seduta, intenta a sorseggiare una bibita fredda con una cannuccia. Ryan entrò nel bar e si fermò un secondo a contemplare affascinato la figura seduta al tavolino: la ragazza aveva legato i suoi capelli verde smeraldo in una coda bassa con un nastro rosso, il busto era vestito con una maglietta a maniche corte, dello stesso colore del fermacapelli, le lunghe gambe erano lasciate scoperte da una graziosa minigonna a pieghe di jeans ed i piedi erano calzati da graziose ballerine intonate all’abbigliamento. Il ragazzo arrossì impercettibilmente e si avvicinò al tavolo; Angel, appena lo vide, sorrise e lo salutò con la mano sinistra. “Vedo che ti fa ancora male la spalla” “Già…ma poco” rispose la ragazza toccandosi la parte del corpo interessata, mentre il biondo la guardava pensieroso. “E’ stata colpa mia: non avrei dovuto portarti con me…” abbassò lo sguardo, al contrario di Angel che lo fissava indagatrice. “Te l’ho chiesto io…” “Si, ma non avrei dovuto comunque…” “Non è successo nulla…” “Ti sei ferita…” “Lievemente…” “Sei svenuta…” “Ero scossa…” “Sei stata male…” “Per poco tempo…” “Se…” “BASTA!” l’urlo di Angel risuonò nel locale e tutti i clienti si voltarono vero la ragazza abbastanza sorpresi, mentre lei si ricomponeva ed il suo viso diventava dello stesso colore della sua maglia. Ryan la fissò con il suo solito sguardo di ghiaccio, aspettandosi una reazione, un sussulto. Ma non successe nulla e Angel continuò a fissarlo calma. Ryan dilatò leggermente gli occhi per lo stupore: mai nessuno era rimasto indifferente a quello sguardo, senza provare un benché minimo imbarazzo o disagio. La ragazza si accorse che il biondino aveva mutato espressione e ridacchiò “Non usare quello sguardo su di me…non funziona!” Ryan sorrise e, dopo poco, anche la ragazza lo ricambiò, facendo accelerare i battiti di Ryan. “Usciamo…” A quelle parole, il biondo la guardò confuso “Cosa?” “Andiamo via, ho voglia di divertirmi oggi…” “Ma…io…” Angel si alzò e zittì Ryan, poggiandogli un dito sulle labbra. “Tu non devi dirmi nulla, per citare parole tue: a me non interessano i fatti…a me, Ryan Shirogane, interessi tu!” Angel pronunciò l’ultima frase con una voce insolitamente roca e Ryan arrossì, non abituato a tanta schiettezza. Angel si allontanò dal ragazzo, andò a pagare il suo conto e, senza aspettare il ragazzo, uscì fuori dal locale“E’ così che vedo sfumare il mio pranzo…ah…” .
I due ‘piccioncini’ cominciarono a camminare sulla riva del lago di Tokyo, mano nella mano; ogni tanto, Angel vedeva qualche fiore e si fermava a raccoglierlo: solo in quel momento le loro mani si slacciavano per poi intrecciarsi di nuovo, subito dopo. Erano silenziosi ma non imbarazzati: l’atmosfera che si respirava era tranquilla e i due ragazzi provavano benessere solamente nello stare vicini; le parole avrebbero rovinato quella splendida atmosfera. Arrivati nel parco, Ryan si sedette sul prato soleggiato, appoggiando la schiena contro un albero, ed Angel subito lo imitò, posizionando la testa sulla sua spalla. Il ragazzo si voltò verso di lei e la guardò “Adesso…sembra tutto così calmo…” “Così come non è…” “Già…” Angel alzò lo sguardo, incrociando quello limpido di Ryan: era rapita da quegli occhi e bastava una semplice occhiata per incatenarla a lui, a quello sguardo così dolce…così romantico “Mi piaci…”  Queste due parole le risuonavano nella mente, mentre i loro volti si avvicinavano e le loro labbra si incontravano nuovamente, vogliose le une delle altre. Si strinsero l’uno all’altra e lei gli buttò le braccia al collo, mentre le loro labbra si continuavano a scontrare dolcemente. Poco tempo dopo, si separarono: l’ossigeno era indispensabile per entrambi. Il biondo guardò la ragazza con aria incerta, Angel, notando questo tentennamento, fece appoggiare la sua testa bionda sulle sue gambe. Ryan, in quella posizione, si rilassò e chiuse gli occhi e lei, avvertendo il corpo del ragazzo farsi più pesante, schiuse la bocca in un lieve sorriso e cominciò ad accarezzargli amorevolmente i capelli. Ryan, sentendo il tocco delicato della ragazza a cui si stava affezionando sempre più, si ritrovò a pensare ad una cosa, che gli fece torcere le viscere “Ho fatto la cosa giusta…”

Le Mew Mew erano finalmente al completo ed aspettavano pazientemente Kyle nel laboratorio del cafè; quel pomeriggio il cafè era chiuso per la riunione straordinaria del gruppo, stabilita alla luce della comparsa di quegli strani esseri che infestavano la città e che sembravano impossibili da fermare. Il pasticciere salutò le ragazze con voce triste, mentre Strawberry fissava con occhi spenti quella che, una volta, era la postazione di Ryan. “Allora…” esordì Kyle richiamando a sé la massima attenzione da parte di tutto il gruppo. “Purtroppo, dai dati raccolti, non sappiamo ancora con precisione chi sia il nostro nemico né a cosa aspiri…” “Non si sa cosa sono?”  “No, Paddy. Sembrerà strano, ma non abbiamo raggiunto alcuna spiegazione, nonostante abbiamo fatto numerose ricerche… è tutto un’incognita…” “Mh…non sappiamo né cosa sono, né da dove provengono e né cosa vogliono…allora cosa sappiamo?” Berry domandò preoccupata, “Pochissimo, l’unica cosa di cui siamo venuti a conoscenza, è il fatto che  Tokyo non è la prima città in cui sono apparsi: è come se si spostassero di luogo in luogo per tutto il mondo…preferiscono soltanto le zone industrializzate, il che ci porta ad una prima conclusione: sono intelligenti, si nascondono, viaggiano e attaccano i luoghi dove capiscono che possono creare gravi danni e perdite.” Le ragazze ammutolirono, preoccupate. “A rigor di logica, quindi, si potrebbe pensare che attacchino solo per il puro e semplice gusto di annientare?” Pam si intromise “Esattamente…ma un’altra cosa ci ha fatto rimanere perplessi. Il fatto è che i mostri, come avrete ben notato, sono attratti dai vostri poteri e, se azzardiamo un po’ le ipotesi, potremmo arrivare ad una terza conclusione: queste creature sono esseri artificiali.” Dopo l’ultima affermazione un silenzio tombale, carico di terrore, calò nella stanza, “A-artificiali? Cioè…è stato un uomo a crearli?” la voce di Lory era palesemente tremolante “Si…soltanto un essere artificiale può avvertire i vostri poteri…è inquietante a dirlo, ma è così” Mina rabbrividì e domandò, con una nota di panico nella voce. “Come possiamo affrontarli. allora? Non sono alieni!” “I vostri poteri, se pur in maniera minore, sono ugualmente efficaci… Ryan stava lavorando ad un modo per incrementarne la potenza, ma…” “Dov’è adesso?” “E’ fuori, con Angel…” “Ah bene, siamo in mani d’oro…” Mina commentò sarcastica e Strawberry, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, sbattè nervosamente le mani sul tavolo, facendo voltare tutti i presenti verso di lei . “Tu…ancora ti comporti così? Io, mi dispiace, ma mi dissocio!” disse furente, rivolta a Mina. “Cosa vorresti dire?” “MINA?! Ma non ti rendi conto? Quel ragazzo sta iniziando solo adesso a vivere, non ci pensi? Per tutti questi anni, la sua vita è stata sempre confinata dentro le quattro pareti di un laboratorio…ora…ora sta…” non riuscì a terminare la frase perché le lacrime le cominciarono a rigare il viso arrossato dalla rabbia. “Capisco quello che pensi Strawberry, ma lui è il capo di questo progetto e, di conseguenza, dovrebbe comportarsi come tale. Non mi sembra proprio che lo stia facendo, anzi…” Mina fissò tutte le altre Mew Mew che annuirono, ma non troppo convinte. “Non stai ragionando in maniera giusta” La voce fredda di Pam si levò nell’aria e Mina, sussultando, osservò confusa la sottile figura della ragazza, con un timore quasi reverenziale “Pam…” “Scusa la franchezza Mina, ma il tuo comportamento è puramente egoistico…” “E-egoistico? Lui rischia la vita di tutto il mondo ed io sarei egoista?” Mina, quasi dimentica del fatto che si stesse rivolgendo al suo idolo, ritornò ad essere aggressiva e sbattè una mano sul tavolo, ma senza riuscire ad intimorire la splendida modella “Io penso di si…” “Lui…capisco che lui ha sacrificato la sua vita per noi…ma non l’abbiamo obbligato, ha scelto lui!” “Già Mina ha scelto lui…ma dopo la morte dei suoi genitori per mano di un alieno, dopo avrer affrontato una infanzia infelice e dopo aver passato tutta la sua esistenza a combattere quei maledetti alieni, per la salvezza dell’umanità…come puoi chiedergli di sacrificarsi ancora, sopprimendo i suoi sentimenti?” Mina si zittì e abbassò gli occhi, incapace di controbattere. “Adesso torniamo a noi…”  Kyle troncò in modo brusco quella discussione, che si stava spingendo su tasti dolorosi ed imbarazzanti. “Cosa c’è ancora?” Lory fissò il moro spaventata. “Si tratta di Hunter…” “Hunter?” risposero le ragazze all’unisono. “Già…è così che io e Ryan avevamo deciso di soprannominare la nostra misteriosa alleata… a quanto pare, non è la prima volta che appare, anzi, si potrebbe dire che segue la scia di quegli strani mostri: lei è stata in ogni città ‘visitata’ da loro; questo lo abbiamo capito leggendo diverse testimonianze di vittime di attacchi di queste creature, che si sono salvate in circostanze e modi alquanto sospetti…” “Allora possiamo fidarci…giusto?” le parole di Paddy risuonarono speranzose nell’aria “Non saprei dirlo con certezza: a quanto pare, anche Hunter riesce a percepire i vostri poteri e quelli dei mostri…quindi, penso che anche lei sia una di loro…” “Cosa?!” “Si…magari una sorta di anti-virus creato per sconfiggerli…” “Possibile..” il silenzio ricadde nella sede, mentre ognuno dei partecipanti della riunione era silenziosamente intento a rielaborare le notizie acquisite. “Bene…per oggi, ho concluso…domani al cafè sarà tutto regolare…potete andare…” Le ragazze si alzarono e, salutando il ragazzo, uscirono una dopo l’altra; solo Pam rimase seduta dov’era e Kyle le scoccò uno sguardo divertito. “Non sarai stata troppo dura?” “No. Tutti devono crescere prima o poi…adesso tocca a Mina…” “Se lo dici tu…” detto questo, il moretto lasciò il laboratorio, mentre Pam rifletteva da sola.





Rieccoci qui per i soliti commenti finali…cosa dire questo capitolo è molto emotivo, dobbiamo ammettere che questa crisi Ryan-Mew mew non era prevista, ma è uscita di getto ed adesso va bene così…speriamo vivamente che questo capitolo vi piaccia perché ci costato parecchia fatica! Mi raccomando commentate! Vi invitiamo anche ad esprimere le vostre considerazione su di una eventuale coppia Kyle-Pam…fateci sapere!!!! BAAAAcIIII!               
                                                                                  Ale&Ale…
           …Gollum&Smigol
  
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