In
questo capitolo vengono descritti gli outfit delle ragazze, potete
vederli QUI
se siete curiose e non vi basta
la descrizione =)
AVVISO: certe scene potrebbero essere forti,
anche se sono raccontate in modo "soft".
Alyssa
si sentiva meglio. Dopo una decina di giorni Elena si era finalmente
tranquillizzata, e anche se non erano più tornate amiche come prima
almeno adesso non la guardava con rabbia e disprezzo. La ignorava
quando poteva, e in quelle poche volte in cui si scambiavano la
parola le parlava con relativa calma. E poi Alyssa aveva smesso di
lavorare, ed ora era molto più rilassata e aveva un aspetto più
solare. Fu forse per questo che Caroline decise di organizzare una
serata tra donne: solo lei, Elena, Bonnie e Alyssa nel locale più
frequentato della città, dove ci sarebbe stata una gran festa quel
venerdì sera.
Le ragazze erano pronte per uscire ormai: Elena
indossò un vestitino blu scuro a maniche a giro, lungo fino a metà
coscia ma che lasciava intravedere una piccola porzione di pelle tra
la vita e il seno e quasi tutta la schiena grazie ai ritagli sui
fianchi contornati da placche dorate e alla scollatura profonda nella
schiena, e ai piedi calzò un paio di stivaletti alla caviglia blu
scuro con decori dorati e un alto tacco; Caroline si mise un
vestitino monospalla verde acqua in stile impero, con strisce di
volant verticali tutt'attorno al vestito al di sotto dell'elastico in
vita fino a sopra il ginocchio, e stivaletti peep toe semplici lunghi
fino alle caviglie, bianchi, con tacco alto e plateau; Bonnie invece
optò per un vestito a tulipano, tutto nero tranne il corpetto al di
sopra della vita con stampa zebrata in pailettes argentate e nere, il
tutto coordinato con gli stivaletti peep toe neri con rifiniture
argentate; Alyssa infine indossò un vestitino senza spalline lilla
tutto a balze di volant, con una cintura nera di raso in vita e
stivaletti alla caviglia neri con fiocchetto a lato. Ci aggiunsero
qualche accessorio, quali collane, anelli, braccialetti e orecchini,
e poi presero borsette e giacche abbinate alle scarpe e scesero in
salotto, dove le attendevano Stefan e Damon.
Stefan rimase
estasiato alla vista di Elena: aveva raccolto i capelli in uno
chignon in modo da mettere in risalto la scollatura del vestito, e
Stefan lo apprezzò anche se con un pizzico di gelosia: «Ti metterai
la giacca sopra, vero?» le chiese infatti con le sopracciglia alzate
e le braccia incrociate, mentre indicava la parte alta del vestito.
Elena rise con gusto, e se non fosse stata una vampira le sue guance
si sarebbero tinte di rosso: «Non lo so, vedrò…» lo stuzzicò, e
lui le balzò davanti, dandole un dolce bacio a fior di labbra.
Damon
invece era rimasto affascinato da Alyssa. L'aveva sempre vista in
jeans e canotta, in pigiama o con la tenuta del fast food, ma mai con
un vestito. E ora stava ringraziando mentalmente Caroline per aver
organizzato questa serata. Era così radiosa, così bella, che a
Damon s'illuminarono gli occhi: i capelli castani le ricadevano
morbidi sulle candide spalle, incorniciando quel viso dolce in cui
erano incastonati gli occhi smeraldo; tra di essi si posava il
delicato nasino dritto, leggermente a patata, e, al di sotto di esso,
le morbide labbra disegnate erano piegate in un sorriso timido e
imbarazzato; il vestitino poi metteva in evidenza il seno florido e
la vita stretta, lasciando ben in vista le gambe sode e le caviglie
fini, ma Damon si sforzò di non osservare troppo a lungo le forme di
Alyssa, che era già parecchio imbarazzata. «Buon divertimento» fu
l'unica cosa che le disse, e lei ringraziò arrossendo. Caroline fece
fretta ad Elena che stava salutando smielosamente Stefan e poi se ne
andarono.
Damon attese che partissero con la macchina, poi si
rivolse a suo fratello: «Andiamo?» chiese, indicando la
porta.
«Dove?» chiese a sua volta Stefan, confuso.
«Come
dove, fratellino?! A tenerle sotto controllo!» rispose Damon
allargando le braccia.
«Non sono delle bambine, Damon.» lo
ammonì Stefan.
«E con questo? Sai anche tu cosa sta succedendo
qui in giro, non è necessario che te lo ricordi io. E poi non vuoi
vedere cosa combina la tua Elena senza di te?» lo stuzzicò
Damon.
«No, non mi interessa. È giusto che si diverta ogni
tanto. E comunque ti ricordo che loro sono due vampire e una strega,
se dovesse succedere qualcosa sanno come difendersi.»
«Sei un
idiota fratello. Rimarrai qui tutta la notte con le mani in mano?
Beh, io non ti farò compagnia.»
«Damon! Non andare! Se ti
scoprissero…»
«Non mi scopriranno, e anche se fosse non
m'interessa!» lo interruppe Damon, mentre si avviava verso il
portone.
«Resta qui, lasciale stare!» urlò Stefan, sperando che
il fratello si fermasse.
«Ci vediamo più tardi, Stefan.» lo
salutò Damon, e se ne andò.
Damon
entrò nel locale cercando di non farsi notare. Dopotutto era facile
visto i suoi vestiti scuri e semplici. Cercò le ragazze, e dopo
nemmeno un minuto le aveva già trovate: erano sedute ad un tavolo e
davanti a ognuna di loro c'era un drink. Si tenne a distanza e le
osservò, fin quando poi finirono i drink e andarono in mezzo alla
pista per ballare. Non riusciva più a vederle con tutta quella
gente, così andò sul soppalco dove c'erano i privé rimase ad
osservarle da lì. Erano felici, e lui lo era per loro. Era da tanto
che non vedeva Elena, Caroline e Bonnie così rilassate e
spensierate, e Alyssa, con tutto quello che aveva passato
ultimamente, era meravigliosa con quell'aria serena che aveva adesso.
Bevvero qualche altro drink e continuarono a ballare tra loro per
circa un'ora mentre Damon le osservava tranquillo, poi un gruppo di
ragazzi si mescolò a loro: uno di essi si avvicinò timidamente a
Bonnie, era alto, castano con gli occhi verde-azzurro, e lei non lo
allontanò; a differenza di quel che fecero Elena e Caroline invece,
avvicinandosi tra loro in modo da non lasciare spazio ai ragazzi, e
ballando assieme con le mani al cielo in modo da mettere in bella
vista gli anelli che le proteggevano dal sole, posti strategicamente
al dito anulare. Anche Alyssa venne avvicinata da un ragazzo, non
molto alto ma parecchio muscoloso, con capelli corvini rasati e occhi
scuri, e tra l'imbarazzo e la soddisfazione gli rimase di fronte
continuando a ballare come se niente fosse.
«Grandi ragazze!
Godetevi la serata!» urlò Caroline ad Alyssa e Bonnie, cercando di
sovrastare l'altissimo volume della musica e facendo loro
l'occhiolino in segno di approvazione.
Bonnie sorrise ricambiando
l'occhiolino, mentre Alyssa guardò il ragazzo di fronte a lei e poi
abbassò gli occhi. Evidentemente non era da lei rimorchiare in
discoteca.
Damon avrebbe voluto scendere dal soppalco e andare
dritto da quel brutto ceffo a dargli un pugno sul naso, ma si rendeva
conto che sarebbe stata esagerata come reazione agli occhi delle
ragazze. Dopotutto erano uscite per divertirsi e Alyssa era single,
però Damon sapeva che meritava molto di più che un flirt in
discoteca.
Bonnie uscì nel vasto giardino del locale seguita dal
ragazzo castano, insieme si sedettero su una panchina poco distante
dal locale e iniziarono a chiacchierare.
«Qui non si sente
niente, andiamo fuori anche noi così possiamo fare due chiacchiere
tranquilli.» disse il moro ad Alyssa, e Damon captando le parole
assottigliò gli occhi.
Alyssa ebbe un attimo di esitazione, ma
dopo aver guardato Caroline ed Elena che le sorridevano
incoraggiandola, si voltò verso il moro e annuì con un lieve
sorriso. Lui la prese per mano e la portò fuori sotto gli occhi
roventi di Damon.
Chiacchierarono per mezz'oretta, seduti su una
panchina appoggiata ad un muro, distante dal locale a tal punto che
la luce era fioca. Alyssa era piuttosto brilla e rideva ad ogni
cavolata dicesse il moro. Damon li stava guardando da lontano, e
ascoltava ogni singola parola che si dicevano. «Ci
sta provando spudoratamente e abilmente, quel farabutto! Scommetto
che fa così ogni sera, cambiando sempre il bersaglio e magari
facendole pure bere quando sono troppo sobrie!»
pensò Damon, mentre continuava a restare lì immobile frenando ogni
istinto.
Il moro avvicinò il viso a quello di Alyssa, e poggiò
la mano sulle sue guance, cercando di avvicinarla a sé. Alyssa non
si mosse, insicura di quel che stava succedendo, così il ragazzo si
avvicinò ancora di più e sfiorò le labbra di Alyssa con le sue.
Damon era pronto a saltargli addosso e picchiarlo senza pudore, ma
proprio in quel momento Alyssa ricambiò il bacio delicatamente,
lasciandosi andare, e Damon rimase impietrito a guardarli. Il ragazzo
incominciò a cercare più passionalità nel bacio, ma Alyssa era
piuttosto casta; così il moro iniziò a carezzarle i capelli, e
Alyssa si tranquillizzò. Il moro si staccò, si alzò in piedi e
porse la mano ad Alyssa, che l'afferrò e si alzò affianco a lui.
Lui la baciò ancora e pian piano la fece avvicinare al muro, mentre
lei iniziava a prendere confidenza. Damon controvoglia si allontanò,
rassegnandosi all'idea che Alyssa forse desiderava delle storielle
del genere al contrario di quanto pensasse lui. I due continuarono a
baciarsi per un po', ma poi improvvisamente il moro iniziò a
toccarla dappertutto: nella schiena, nelle gambe, nel seno. Alyssa
cercò di divincolarsi, ma non ce la fece, e il ragazzo iniziò a
toccarla sotto il vestito. Le scostò gli slip e s'intromise nella
sua intimità, mentre Alyssa continuava a divincolarsi e cercava di
urlare. Alyssa riuscì a mordere forte le labbra del ragazzo, e
nell'attimo in cui lui si staccò da lei per il dolore provocatogli,
riuscì ad urlare «Lasciami! Aiuto! Lasciami andare!», ma senza
apparente successo. La paura nel cuore di Alyssa lo stava per far
esplodere. Era bastato un attimo per trasformare una bella serata
spensierata tra amiche in una serata orribile, la più brutta della
sua vita. Avrebbe voluto piangere, ma dai suoi occhi non riusciva a
scendere nemmeno una lacrima. Voleva sparire. Il ragazzo si fiondò
di nuovo sulle labbra di Alyssa, ammutolendola, e iniziò a
slacciarsi i jeans. «È
finita.»
pensò Alyssa, disperata e rassegnata allo stesso tempo. Una lacrima
solcò il suo viso quando il ragazzo si tirò giù i boxer e iniziò
a toccarsi mentre l'altra mano era ancora dentro gli slip di Alyssa e
col corpo la teneva bloccata contro al muro. Non voleva tutto questo.
Non voleva tutto questo squallore. Non voleva tutta questa furia.
Perché a lei? Cosa aveva fatto di male a quel ragazzo che la stava
usando e sfruttando nel peggior modo possibile? Nessuna delle domande
trovò una risposta. Alyssa chiuse gli occhi. Non voleva più vedere
nulla. Non voleva avere in mente quelle luride immagini. Il moro
continuò a toccarsi e a toccare lei per alcuni interminabili
secondi, poi si preparò per finire ciò che aveva iniziato. Ma
Alyssa improvvisamente sentì il vuoto davanti a lei. Aprì gli
occhi, e vide che il ragazzo era accanto a lei: Damon era davanti a
lui e gli stava stringendo forte le mani intorno al collo tenendolo
attaccato al muro. Il suo viso si trasformò, riempiendo gli occhi di
rosso e facendo spuntare i grandi canini da vampiro.
«Non farai
mai più una cosa del genere ad una donna. D'ora in poi ti
comporterai da galantuomo e ogni volta che ti passerà per la testa
una schifezza del genere ti tirerai dieci fortissimi pugni da solo.
Ora vattene lontano da lei, dimenticati di entrambi e ringrazia il
tuo Dio che io non ti stia mangiando vivo.» gli ringhiò Damon
soggiogandolo, poi lo buttò a terra. Il moro si rialzò velocemente,
ancora tremante, e scappò via.
«Ehi…è tutto ok ora…»
sussurrò Damon ad Alyssa, avvicinandosi.
Alyssa scosse la testa,
le lacrime scendevano copiose sul suo viso.
«Voglio andare a
casa.» fu l'unica cosa che riuscì a dire.
«Ti porterò dove
desideri.» le disse dolcemente Damon, e allargò le braccia per
abbracciarla, ma lei si scostò. Damon comprese che era sotto shock
per ciò che le era appena accaduto, e preoccupato come non mai le
fece strada verso la sua auto.
Lungo
il tragitto non fiatarono. Alyssa era troppo sotto shock, e Damon non
sapeva esattamente come comportarsi in questa situazione. Avrebbe
voluto abbracciarla, rassicurarla, farla sentire al sicuro come in
tutte quelle notti in cui l'aveva stretta a sé per farla dormire, ma
capì che era l'ultima cosa che Alyssa avrebbe voluto, dopo il trauma
subito.
Arrivarono al loft, e Damon accompagnò Alyssa al divano,
poi in un attimo sparì e ricomparì con una coperta in mano, che
adagiò sul corpo ancora scosso di Alyssa.
«Chiama Elena e dille
che Alyssa è a casa e sta bene, che è tornata perché era stanca, e
di non preoccuparsi e godersi la serata finché ne hanno voglia.»
ordinò Damon al fratello che stava facendo capolino dalla cucina, e
subito Stefan ritornò in cucina con il cellulare in mano.
«Torno
subito, piccola.» disse poi ad Alyssa colmo di dolcezza, e andò al
piano di sopra in bagno. Preparò la vasca riempiendola di acqua
tiepida e bagnoschiuma, anche se era consapevole che tutto ciò non
sarebbe bastato a farla riprendere. Poi tornò giù, sedendosi di
fronte a lei.
«La vasca è pronta se vuoi farti un bagno caldo.
So che non cancella ciò che è successo ma può darti un leggero
sollievo. Io però posso farti dimenticare ciò che è successo
stasera, se lo vuoi. Essere un vampiro me lo permette.» le sussurrò
teneramente.
«No, non voglio. Mi serve da lezione. Non devo
fidarmi degli uomini. Non dovevo fidarmene già prima. Fanno solo
soffrire. Sempre.» rispose fredda Alyssa.
Damon rimase ferito da
quella risposta, ma cercò di non darlo troppo a vedere, non era
affatto il momento di fare la vittima. Alyssa però se ne accorse lo
stesso, ma in quel momento non ebbe la forza di aggiungere altro,
anche se avrebbe voluto dirgli che lui era l'eccezione, l'unico che
non l'aveva fatta soffrire e di cui si fidava. Si alzò e andò su in
bagno. Si immerse nell'acqua tiepida, e cominciò a sfregare la pelle
con tutta la forza rimastale in corpo. Voleva lavare via dal suo
corpo ogni minimo segno di quella terribile serata, come se
l'aiutasse a cancellare le orribili immagini che si erano radicate
nella sua mente. Quando ebbe finito si asciugò con l'accappatoio, ma
le venne in mente che non aveva preso i vestiti e non aveva alcuna
voglia di passare per il corridoio in quello stato. Ma nemmeno finì
di pensarci che sul mobiletto affianco al lavandino vide il suo
pigiama. Damon aveva pensato anche a quello. Si sentì terribilmente
in colpa per come aveva lasciato le cose con lui, così decise di
vestirsi in fretta e andare giù in salotto per spiegargli quello che
non era riuscita a dirgli prima. Ma quando arrivò in salotto c'era
soltanto Stefan, che stava aspettando il ritorno di Elena e le sue
amiche.
«Non so cosa ti sia successo prima, ma ho capito dal
comportamento di Damon che di sicuro non è stata una cosa bella, e
mi dispiace.» le disse Stefan.
«Non è successo niente, non devi
preoccuparti. Sono solo stanca.» rispose Alyssa cercando di
nascondere il tutto.
«Damon non si prende mai cura degli altri,
ad esclusione di Elena, a meno che non succeda qualcosa di molto
grave. Conosco mio fratello.» spiegò Stefan.
«Non
lo conosci molto bene, a quanto pare.»
pensò Alyssa ricordando tutto ciò che Damon aveva fatto per lei da
quando si erano conosciuti, ma non rispose a Stefan. Se ne andò
semplicemente in camera sua, prese il cellulare e compose un SMS
indirizzato a Damon.
Sei
scappato prima che riuscissi a dirti
che tu sei stato l'unico uomo
finora
che non mi ha mai fatto soffrire, e che
anzi mi ha
sempre aiutata e sostenuta
quando più ne avevo bisogno.
Tu sei
l'uomo migliore che io abbia mai conosciuto.
Se stanotte vorrai
ancora continuare a sostenermi
e a starmi accanto come hai sempre
fatto,
io sono qui che ti aspetto, a casa.
P.S.: Grazie per
prima, non oso immaginare
come sarebbe andata senza il tuo
arrivo.
Alyssa
si mise a letto, ripensando a quanto era stata sconsiderata dicendo
quella stupida frase a Damon, sapendo che avrebbe pensato
erroneamente che includeva anche lui. Non riusciva ad addormentarsi,
il pensiero di quella orribile esperienza di quella sera non le dava
pace, e la brutta sensazione di aver perso Damon non l'aiutava
affatto.
Dopo circa un'oretta sentì arrivare le ragazze. Una di
loro, forse Caroline da quel che era riuscita a capire Alyssa, aprì
la porta della sua camera per vedere se fosse sveglia o meno, e lei
fece finta di dormire. Non aveva voglia di parlare con loro in quel
momento, avrebbero capito che c'era qualcosa di peggio della semplice
stanchezza, e non voleva riparlare dell'orrore di quella serata. E
poi Damon si era inventato la scusa del sonno, quindi l'avrebbe
sfruttata appieno. Appena le ragazze e Stefan andarono a letto, fece
un sospiro si sollievo. Ora poteva continuare a girarsi e rigirarsi
nel letto. Prima o poi quella maledetta notte sarebbe passata.
Tutto
taceva finalmente, e anche Alyssa aveva smesso di muoversi in
continuazione. Aveva semplicemente deciso di stare ferma a fissare il
soffitto, il tempo sarebbe passato inesorabile. Improvvisamente sentì
dei passi in lontananza, e il suo cuore incominciò a palpitare.
Questa volta avrebbe iniziato ad urlare da subito. Non avrebbe
aspettato il peggio. I passi si avvicinarono sempre di più alla sua
camera, e Alyssa era pronta ad urlare con tutte le sue forze se fosse
stato necessario. La porta si aprì dolcemente e silenziosamente, e
Alyssa riconobbe subito la figura che entrò cautamente nella sua
camera. Era Damon. Lui si avvicinò al letto, tenendo le mani dietro
la schiena e lei si mise a sedere, mentre un dolce sorriso comparve
sul suo viso accompagnato dal sollievo di non averlo perso. Damon si
accomodò accanto a lei, e le porse un pacchetto.
«So che non
servirà a niente, ma dicono tiri su di morale.» le sussurrò
indicando il pacchetto.
Alyssa lo aprì: cioccolatini di vari
gusti e fattezze erano riposti in una graziosa scatolina. Ne prese
uno e se lo gustò, poi ringraziò Damon. Alyssa si sdraiò, e fece
cenno a Damon di mettersi affianco a lei. Damon si sdraiò cautamente
accanto a lei nel bordo del letto, e pian piano iniziò ad
avvicinarsi a lei.
«Se faccio qualcosa che ti turba, dimmelo
subito.» le sussurrò Damon.
Alyssa annuì, ma era tranquilla.
Ora come ora niente che potesse fare Damon l'avrebbe turbata. Con lui
si sentiva al sicuro.
Pian piano Damon arrivò a sfiorare Alyssa,
e poi l'abbracciò delicatamente. Lei si strinse nel suo petto e
inspirò profondamente: il solo respirare il suo profumo la
rassicurò. Ma dopo qualche secondo Alyssa iniziò a singhiozzare
sommessamente, e Damon si preoccupò.
«Ehi… Che succede?»
chiese Damon, ma vedendo che non rispondeva si allarmò: «Scusa
Alyssa! Scusami tanto! Ti lascio stare…» le sussurrò
allontanandosi, ma lei scosse la testa e si avvicinò a lui,
sussurrandogli «Non mi hai fatto nulla. Di male, almeno. Mi hai
salvata oggi, te ne rendi conto? Se non ci fossi stato
tu…».
«Sssh…non ci pensare più.» la interruppe Damon,
carezzandole i morbidi capelli e baciandole la fronte. La strinse a
sé continuando a carezzarle i capelli. Non riusciva ancora a
spiegarsi come quel mostro avesse potuto fare una cosa così
terribile ad un angelo come Alyssa.
«Quello che ti ho scritto nel
messaggio è esattamente ciò che penso. Non voglio perdere l'unico
uomo di cui mi fido. Ti voglio bene, Damon.» gli sussurrò Alyssa,
guardandolo negli occhi.
«Non succederà. Ti starò accanto e ti
proteggerò da questo mondo squallido, te lo giuro.» le sussurrò
dolcemente Damon, e dopo un attimo di pausa inspirò profondamente e
aggiunse «Ti voglio bene anche io, piccola.».
«Adesso riposa,
ne hai bisogno. Io sarò qui. A proteggerti. Sempre.» sussurrò
Damon ad Alyssa dopo nemmeno un minuto, stringendola a sé. Lei si
accoccolò tra le braccia di Damon, e in qualche minuto si
addormentò.
Alyssa
si risvegliò ancora tra le braccia di Damon, che la stava osservando
da chissà quanto tempo.
«Buongiorno, piccola.» le disse
dolcemente Damon sorridendole.
«Buongiorno. È da molto che sei
sveglio?» gli chiese ancora assonnata Alyssa.
«Un'oretta.» le
rispose con un sorriso.
«E non ti sei mosso affatto? È da un'ora
che mi guardi dormire?» chiese sorpresa Alyssa.
«Ti avevo detto
che sarei rimasto qui affianco a te, e l'ho fatto.» le rispose
dolcemente Damon, stringendola a sé, poi le propose di andare a fare
colazione fuori.
«Ti ringrazio, ma preferisco restare in casa.»
rispose timorosa Alyssa.
«Non vuoi uscire per quel che è
successo ieri, vero?» chiese preoccupato Damon.
«Non so se è
per quello… Voglio stare a casa però. Mi sento più tranquilla.»
rispose insicura Alyssa.
«Quel lurido bastardo! Avrei dovuto
torturarlo per giorni e non sarebbe bastato a vendicarti di ciò che
ti ha fatto!» ringhiò furioso Damon, ma quando vide che Alyssa si
era un po' spaventata si calmò e le fece una proposta: «So che non
vuoi dimenticare quel che è successo, ma mi permetteresti almeno di
convincere la tua mente a lasciare questi ricordi ben nascosti nei
meandri più profondi della tua testolina?» le disse con un pizzico
di ironia, poi si rabbuiò: «Alyssa, io non voglio vederti soffrire.
Lascia che ti aiuti come posso.».
Alyssa abbassò la testa e
rifletté per diversi minuti. Nemmeno lei voleva soffrire ancora, ma
sentiva che quella volta le era andata più che bene, e che avrebbe
potuto succederle di peggio. Quei ricordi l'avrebbero spronata a
tenere gli occhi ben aperti e a non essere ingenua come lo era stata
quella maledetta sera. Era solo quello il motivo per cui non voleva
dimenticare. Ma le venne in mente una soluzione.
«Mi farò
soggiogare da te per dimenticare ciò che è successo ieri sera, solo
se soggiogandomi potrai anche rendermi avveduta, in modo che ciò che
è successo ieri non si ripeta.» gli disse decisa.
«Non sono la
fata madrina, ma credo di poter realizzare il tuo desiderio.»
rispose ironico Damon, poi diventò serio e la soggiogò.
Per lei
avrebbe fatto questo ed altro, pur di non vederla soffrire, pur di
vederla con quell'aria spensierata che aveva la sera precedente prima
di incontrare quel mostro.
«Vieni giù con me a fare colazione?»
le chiese Damon come se niente fosse.
«No, grazie. Dovrei farmi
una doccia prima. Quando finisco scendo.» gli rispose Alyssa
tranquilla, uscendo dalla stanza e dirigendosi in bagno.
Damon
scese in cucina, preparò una grande fetta di pane con burro e
marmellata di fragole, poi versò un succo al limone in un bicchiere
e prese dal frigo uno yogurt bianco, posò il tutto su un vassoio e
lo portò su in camera di Alyssa. Attese per qualche minuto, poi
Alyssa entrò nella camera in accappatoio, rimanendo senza parole per
la sorpresa.
«Scusami, non sapevo saresti tornata in accappatoio.
Torno tra cinque minuti.» le disse gentilmente Damon, e si alzò dal
letto sul quale la stava aspettando.
Alyssa annuì, guardando
prima Damon e poi il vassoio appoggiato sul letto. Si cambiò più in
fretta possibile dopo che Damon chiuse la porta dietro di sé, e
appena fu pronta aprì la porta, sapendo che se lo sarebbe ritrovata
davanti.
«Fatto!» gli disse con un occhiolino, e Damon si
accomodò nella stanza.
Alyssa vuotò con gusto il vassoio, poi
prese lo scatolino sul comodino e ne tirò fuori un cioccolatino per
lei e uno per Damon: «So che solitamente voi vampiri non mangiate,
ma prendilo come un ringraziamento per la colazione.» gli disse
dolcemente.
Damon afferrò il cioccolatino e lo masticò pian
piano, guardando negli occhi Alyssa.
«Sarebbe più corretto dire
che non abbiamo bisogno
di
mangiare, come di tante altre cose, ma lo facciamo lo stesso.» la
punzecchiò una volta mandato giù il cioccolatino.
«Altre cose
come…?» chiese curiosa Alyssa.
«Te lo dirò un altro giorno.»
le rispose Damon, che purtroppo ancora ricordava la serata
precedente, facendola sbuffare. «A momenti arriveranno Klaus, Matt e
Rebekah. Immagino tu voglia stare con loro, giusto?» le chiese
poi.
«A meno che tu non abbia dei piani migliori…» lo sfidò
Alyssa.
«Piccola, non mettermi alla prova. Ci rimarresti troppo
male vedendo cosa son capace di fare.» ribatté Damon, sicuro di
sé.
Alyssa scoppiò a ridere fragorosamente. «Magari me li dirai
un altro giorno, che ne dici?» gli fece il verso, poi tornando seria
gli disse: «Ora voglio aspettare quella pazza di Bekah, è da una
settimana che non la vedo.», prese il vassoio tra le mani e si alzò
dal letto.
«Ah, e grazie ancora per la colazione.» gli disse,
chinandosi su di lui e schioccandogli un bacio sulla guancia, poi
uscì dalla stanza.
Damon sprofondò nel letto, con ancora
un'espressione sorpresa sul suo volto. «Forse
dovevo stare attento nel soggiogarla»
pensò, mentre gli spuntava un sorrisetto.
I
tre ospiti erano arrivati: Klaus entrò per primo nel loft, a
velocità vampiresca, e subito acchiappò Caroline e la prese in
braccio baciandola passionalmente, mentre, con più calma, Matt e
Rebekah oltrepassavano l'uscio mano nella mano. Salutarono Elena,
Stefan, Damon e Bonnie che erano già in salotto, e appena Rebekah
vide Alyssa che scendeva dalle scale corse verso di lei ad
abbracciarla.
«Aly! Ciao! Sei ancora qui! Allora non te ne vai
più?» chiese Rebekah piena di gioia ad Alyssa, riferendosi alla
situazione con Elena. Alyssa infatti le aveva confidato che se la
situazione fosse diventata ingestibile se ne sarebbe andata lei,
piuttosto che rovinare il gruppo.
«No, non me ne vado più,
CrazyBekah!¹ Perciò rassegnati all'idea di trovarmi qui ogni volta
che ci verrai! Allora, com'è andata la gara di atletica?» disse
Alyssa a Rebekah, felice di rivederla.
Rebekah si voltò verso
Matt, che scosse la testa e sbuffò alzando gli occhi al cielo, poi
si rivolse ridacchiando ad Alyssa: «Record del college! Ovviamente
sono arrivata sul gradino più alto del podio!».
«Bekah! Ti
avevo consigliato di non barare!» la canzonò Alyssa.
«Ehi, è
noioso stare al passo con voi umani! Senza offesa, eh. E poi mi piace
vincere ovviamente…» le rispose Rebekah facendole una giocosa
linguaccia.
Le due continuarono così per qualche minuto, mentre
si avvicinavano al divano e gli altri decidevano se uscire o meno
durante il weekend: in quella settimana era sparito un solo vampiro,
quindi la situazione si era relativamente calmata, ma nessuno si
fidava di uscire tutti insieme per il momento, soprattutto Stefan,
Damon e Klaus. Farlo significava attirare l'attenzione di chiunque
fosse dietro a tutto questo, e quindi rischiare di rimetterci
qualcuno di loro. E ciò non era ammissibile.
«Che ne dite di
stare qui in casa tranquilli per questa volta? Però alla prossima
sparizione che avviene vi trasferite tutti a Los Angeles per un po',
finché non riusciamo a scovare chi c'è dietro tutto questo o almeno
finché non si calma del tutto la situazione.» propose Klaus.
«Non
male come idea devo dire» commentò Damon «però io resterò qui lo
stesso, devo controllare la situazione, mentre tutte voi ragazze e
Stefan andrete lì come ha consigliato Klaus.».
«No.» gli disse
seria Alyssa, fulminandolo con lo sguardo, interrompendo il discorso
che stava facendo con Rebekah.
«No cosa?» le rispose irritato
Damon. Non amava essere contraddetto quando progettava qualcosa.
«Tu
non resterai qui. Altrimenti io
resterò
con te.»
rispose Alyssa scandendo bene ogni parola.
«Qualcuno deve restare
qui per forza, altrimenti non sapremo mai come si evolve la
situazione, ma tu non puoi stare qui a rischiare per nulla.» le
spiegò Damon.
«Io non rischio un bel niente! Sono un'umana,
ricordi? E a quanto pare degli umani non gliene può fregar di meno a
chiunque sia alla base di queste sparizioni! Quello che rischia
invece sei tu! Non vorrai mica farti rapire o…uccidere?»
disse con un tono di voce un po' troppo alto Alyssa, sussurrando però
l'ultima parola dopo aver deglutito timorosa.
Damon abbassò lo
sguardo. Aveva ragione e non poteva contraddirla. Ma se fosse
successo qualcosa a lui non avrebbe sopportato che Alyssa ci andasse
di mezzo. Non voleva che lei restasse con lui per questo, per
proteggerla da qualsiasi cosa sarebbe potuta accadere. Con le
ragazze, soprattutto Rebekah e Caroline che si erano affezionate a
lei, e Klaus a Los Angeles, sarebbe stata più che al sicuro.
«Non
mi succederà niente. E tu potrai andare tranquillamente a Los
Angeles.»
«Ti ho detto di no.» s'impuntò Alyssa.
Damon si
guardò attorno: tutti gli altri li stavano osservando confusi,
chiedendosi se ci fosse qualcosa sotto, di cui loro non erano ancora
a conoscenza. «Scusateci un attimo.» disse loro, facendo cenno ad
Alyssa di seguirlo fuori. Lei lo seguì, e quando uscirono in
giardino la prese in braccio e cominciò a correre a velocità
vampiresca. Arrivarono abbastanza distanti dal loft, in mezzo ad un
bosco, e tenendo ancora Alyssa in braccio Damon le ordinò: «Tu non
resterai qui con me.».
«Primo: fammi scendere. Secondo: non
darmi ordini. Terzo: io resto qui. Hai voluto offrirmi una camera nel
tuo loft? Bene, la sfrutterò finché non finirò l'università.»
affermò Alyssa, decisa e sicura di sé.
Damon la lasciò scendere
delicatamente mentre ridacchiava. «Sei proprio unica, piccola.» le
sussurrò nell'orecchio, facendola rabbrividire.
«Perché vuoi
che me ne vada anch'io?» gli chiese poi Alyssa, leggermente
dispiaciuta dal fatto che lui fosse ostinato nel non volerla con lui
a Durham.
«Io non voglio che tu te ne vada. Però son certo che
lì saresti al sicuro: mi basta sapere che con te ci sono Klaus,
Caroline e Rebekah per farmi stare tranquillo. E preferisco
rinunciare a starti vicino per un po', sapendo che sarai al sicuro.»
le disse dolcemente.
«Tu credi che con te io non sarei al sicuro?
Io mi fido di te, Damon. Perché parli così?» gli chiese confusa
Alyssa, che iniziava ad avere gli occhi lucidi.
Damon sospirò.
Non sapeva se dirle tutta la verità, o metà di quel che aveva in
mente. Decise per la seconda: «Se dovessero prendermi mentre siamo
insieme, tu che faresti? Rispondimi onestamente.».
Alyssa capì
dove voleva andare a parare: lei non sarebbe rimasta con le mani in
mano a guardarlo mentre veniva portato via da chissà chi o chissà
cosa. Ma non l'avrebbe salvato lo stesso. Avrebbe rischiato di
rimetterci anche lei per salvarlo senza successo, oppure di avere i
sensi di colpa a vita. Abbassò lo sguardo. «Non importa cosa farei.
Staremo il maggior tempo possibile nel loft, e quando dovremo uscire
staremo attenti.» gli sussurrò Alyssa.
«Non mi hai risposto.»
puntualizzò Damon.
«Lo sai anche tu che non è necessario che ti
risponda, la sai già la risposta: tu hai salvato me, e io cercherei
di salvarti ovviamente.» gli rispose guardandolo negli occhi, mentre
una piccola lacrima le solcava il viso. Damon gliela asciugò con una
carezza, le diede un bacio sulla fronte e l'abbracciò stretta a lui.
1:
Mi è uscito spontaneo, scusatemi! xD Però in un certo senso è
perfetto xD
Vi ricordo il Blog e la Pagina Facebook. Grazie a
chi segue questa storia, per me siete davvero importanti ed è grazie
a voi che pubblico ogni capitolo!
Spero di non essere stata troppo
cruda nella tragica scena di Alyssa fuori dal locale, ho cercato di
"pulire" quella parte il più possibile.
Al prossimo
capitolo, per chi vorrà!