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Autore: Resistance_    27/08/2012    1 recensioni
[Questa fanfic è scritta da Camy e Alicchan, per la vostra felicità ♥]
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"Il Girallo nel fiume un dì discese,
ed a nuotar sorprese di pesci un bel gruppetto.
E tutto arcigiulivo i suoi artigli arrotò,
dischiuse poi le fauci ed i pesci si mangiò."
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OTP: BanGaze, HiroMido, GouFubu, AtsuAfu .
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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# Capitolo 2
Quando non si capiscono i sentimenti altrui ...
 
Quella mattina si era svegliato come ogni altro giorno.
Ma chi vogliamo prendere in giro. Era nel letto di qualcun altro –perché quella non era la sua camera, era arredata in modo orrendo- e oltretutto era dolorante.
Gli faceva male ogni muscolo del corpo, tanto che quando dovette mettersi seduto sul materasso gemette di dolore.
Poi, all’improvviso, sentì un brivido percorrergli la schiena quando un braccio gli cinse la vita e lo riportò sdraiato. Spalancò gli occhi e si voltò leggermente, accorgendosi che no, decisamente non era da solo in quel letto.
Ecco, come sospettava.
Aveva passato l’ennesima notte tra le braccia del suo fidanzat— no, nemmeno. Lui e il ragazzo che ora aveva il viso appoggiato alla sua spalla non stavano insieme.
Lui e Atsuya erano tutto, tranne che una coppia.
Ma nonostante gli seccasse ammetterlo, stare nel suo stesso letto non gli dispiaceva. Eh, no.
Così, quando i flashback della notte passata tra sospiri e gemiti –più che altro i suoi, perché Fubuki aveva l’insopportabile capacità di contenersi- divenne paonazzo e mollò una sberla al compagno.
Il minore dei Fubuki brontolò insulti sconnessi mentre apriva gli occhi grigi, e fissò l’amico accanto a lui.
-Se continui ad arrossire così, i tuoi occhi non si distingueranno più dal resto della faccia.- mormorò, e scoppiò a ridere nel vedere il broncio dell’altro.
-Idiota- fece quest’ultimo, per poi alzarsi, mettersi i pantaloni il più velocemente possibile –Atsuya non gli staccava gli occhi di dosso, dannazione!- uscire dalla stanza e dirigersi in quella accanto, in bagno, per farsi una lunga (davvero lunga) doccia.

Quando scese, si ritrovò Fubuki in piedi accanto alla finestra, con una tazza di the fumante in mano. Fissò l’orologio. Era mezzogiorno passato. Ovvio che fosse così tardi, erano rimasti svegli fino alle cinque di mattina o forse più a fare—
No! Non doveva pensarci. Scosse la testa e prese una brioche alla vaniglia dalla credenza.
Conosceva quella casa come il palmo della sua mano, ormai, e non sapeva se esserne felice o meno.
-Ti va di uscire?- chiese all’improvviso il ragazzo dai capelli rosa.
L’altro lo fissò -Uscire? Con te? Scordatelo.- Tagliò corto, e addentò il dolce.
Fubuki posò la tazza sul tavolo e si avvicinò pericolosamente. -Passi una notte con me, ma non vuoi che usciamo insieme. Spiegami la tua logica, biondina.-
Aphrodi avvampò di nuovo -Ho i miei buoni motivi, idiota!- esclamò.
In ogni caso, dopo nemmeno dieci minuti era in strada, a passeggiare insieme ad Atsuya.
E dopo nemmeno un quarto d’ora stava prendendo un gelato, con Atsuya.
E dopo cinque secondi quell’idiota di Fubuki, fuori dalla gelateria, in mezzo al marciapiede, davanti a tutti, lo stava baciando.
Sorvolando sul fatto che il sapore di yogurt e menta non era male, insieme –ma che si ritrovava a pensare??- si staccò non appena si accorse che un gruppo di ragazzine a pochi passi da loro li stavano osservando estasiate, cinguettando riguardo al fatto che lei era davvero una ragazza fortunata.
Maledizione, lui non era una ragazza! Si voltò e prese a camminare velocemente, mentre stringeva così forte il cono che teneva tra le mani che probabilmente si sarebbe rotto, di lì a poco.
Quando Atsuya lo raggiunse, ormai entrambi avevano già terminato di mangiare da un pezzo. Fubuki lo abbracciò da dietro e affondò il viso nei capelli biondi, mettendosi a ridere.
-C-Che vuoi, idiota?- balbettò Afuro.
-Ho ragione io. - mormorò piano il ragazzo -Con capelli così lunghi, sembri davvero una ragazza.- e si rimise a ridere.
Aphrodi tirò una gomitata nello stomaco dell’altro, e riprese a camminare. Le vie di Inazuma-cho erano quasi sempre deserte, nel fine settimana. Tutti preferivano andare in città ben più grandi a fare shopping o chissà cos’altro. Ma lui no. Lui se ne stava –volente o nolente?- insieme ad Atsuya.
Desiderò, mentre si infilava in una via più piccola delle altre, che il minore dei Fubuki non fosse mai entrato nella sua vita Eppure era accaduto.
Fubuki lo raggiunse di nuovo, mentre lui si era fermato davanti alla vetrina di un negozio di antiquariato.
Atsuya lo fissò -Che guardi?- chiese, e Terumi indicò un oggetto tra i tanti esposti. Era uno specchio, di forma ovale, con il manico in argento e strane greche tutte intorno al vetro.
-È da ragazze.- Lo prese in giro l’amico, come suo solito.
-Non mi importa- sbottò il biondino, ed entrò nel negozio. Atsuya invece rimase fuori, interdetto.
 
Afuro entrò a grandi passi in quello strano negozio. Alle pareti color nocciola erano appesi strani orologi e anche quadri davvero particolari. Quello che colpì più il biondino sembrava essere ambientato in un altro mondo, c’erano perfino degli strani animaletti e non poté che sorridere.
Poi si avvicinò alla cassa. Dietro il bancone c’era un uomo dai capelli grigi e gli occhiali spessi, color ruggine. I suoi occhi sembravano spenti, ormai abituati all’idea di dover vedere sempre le stesse cose e sempre meno clienti. Sembrò sorridere quando vide il biondino fermarsi di fronte a lui.
- Mi dica. – aveva una voce roca, quasi non parlasse da anni.
- Volevo comprare lo specchio in vetrina, è molto bello.-
Il commesso rimase interdetto, quello specchio era pericoloso, non sarebbe stata una buona idea venderlo ad un ragazzino così giovane.
Scosse la testa sconsolato – Non è in vendita. – mormorò.
Afuro lo guardò deluso – Posso pagarla quanto vuole! – il biondino non aveva intenzione di andarsene senza quell’oggetto tra le mani.
Dopo una decina di minuti il misterioso uomo dietro al bancone cedette e glielo diede.
Chissà per quale motivo aveva detto di non aver messo in vendita quello specchio, aveva fatto una faccia davvero strana quando Afuro gliel’aveva chiesto.
Appena l’aveva avuto tra le mani, Terumi era uscito tutto contento. Non vedeva l’ora di farlo vedere ad Atsuya, che sicuramente avrebbe borbottato qualcosa sull’inutilità di quello specchio che sembrava essere molto vecchio.
Però quello che vide quando uscì dal negozio lo innervosì. Si sentì strano a vedere Atsuya chiacchierare molto amichevolmente con due ragazze.
Ad una le stava perfino cingendo le spalle. L’unica cosa che Afuro riuscì a pensare era che fosse davvero un bastardo. Per qualche strano motivo sentiva una strana e nuova sensazione crescergli dentro: gelosia.
Lui era geloso.
Qualche secondo dopo gli occhi di Atsuya si incrociarono con i suoi, notò l’espressione cupa del biondino, lo vide girarsi di spalle e tornare verso casa.
Salutò le due ragazze e seguì Afuro, dopo aver urlato un paio di volte il suo nome, lui l’aveva bellamente ignorato.

Quando arrivarono a casa lo afferrò per un polso, costringendolo a guardarlo negli occhi.
Sembravano essersi arrossati, come se stesse per scoppiare in lacrime. Sussultò quando lo sguardo di Afuro lo fece sentire tremendamente in colpa.
- Cosa diamine ti è successo? – chiese con un fil di voce.
- Sei un bastardo.-
Quelle furono le prime parole di quell’assurdo litigio.
Atsuya lo guardò nervoso – Sapevo che eri lunatico, ma così è troppo!
- Sapevo che eri stupido, ma non così tanto! – ribatté l’altro. Okay, stava male perché lo aveva visto flirtare spudoratamente con quelle ragazze. Non gliel’avrebbe detto, non l’avrebbe mai ammesso, anche perché loro non erano fidanzati. Però gli sarebbe piaciuto che Atsuya se me accorgesse da sé.
- Dimmi perché ti sei innervosito e mettiamo un punto a questa discussione senza senso.-
Afuro scosse la testa – Non devo dirti sempre tutto io.-
Si liberò della presa del ragazzo e posò lo specchio su un mobiletto vicino il divano.
In quel momento, senza motivo, gli venne in mente che lo specchio avrebbe dovuto appenderlo da qual che parte. Queste cose gli venivano in mente proprio nei momenti più assurdi.
Fubuki lo guardò scoraggiato, detestava quando si comportava così. Certo, spesso non capiva che problemi avesse Afuro, però anche lui era parecchio complicato.
Poi gli venne in mente qualcosa. Afuro si era innervosito quando l’aveva visto con quelle due ragazze.
Senza pensarci disse forse l’unica cosa che Aphrodi non avrebbe voluto udire.
- Che importa se ci provo con delle ragazze? Tanto non sono fidanzato.-
Una specie di pugnalata trafisse Afuro, un coltello invisibile, proprio dov’era il cuore. Strinse i denti e cercò di cacciare le lacrime che non vedevano l’ora di uscire.
Quella frase si che faceva male.
Senza pensarci due volte si girò verso Atsuya e gli mollò uno schiaffo sulla guancia destra, poi senza dire nulla fuggì in giardino.
Atsuya si toccò il punto dove aveva avuto la botta, stupito di quel gesto, poi fissò qualche secondo la porta chiudersi alle spalle di Afuro.

Il peggiore! Atsuya era sicuramente il peggior cretino che avesse mai conosciuto!
Afuro si sdraiò sull’amaca e fissò i rami degli alberi sopra di sé. E allora le lacrime, scesero, finalmente.
E il verde delle foglie si mischiò all’azzurro del cielo, rendendo tutto una macchia colorata ed indefinita.
Era stato così stupido. Così tanto stupido, quando aveva pensato che andasse bene avere una relazione del genere con uno dei suoi migliori amici. Che relazione, poi.
Non si poteva nemmeno chiamare così.
Gli sembrava di essere precipitato in un film romantico. Solo che non c’era il bel finale felice che ci si aspetta. Il suo non era uno di quei pianti uniti a singhiozzi e lamenti.
Erano solo lacrime. Stupide gocce d'acqua salate.
Gli scesero lungo le guance per interminabili minuti, mentre il vento continuava a muovere le foglie e l’amaca ondeggiava leggermente.
Poi, all’improvviso, ci fu un lampo di luce bianca.
Aphrodi si asciugò velocemente gli occhi con il dorso della mano sinistra, e scattò a sedere.
Si voltò, verso la fonte di quello strano bagliore, e lo vide affievolirsi oltre la finestra che dalla sala dava sul giardino.
Si alzò in piedi e con gli occhi ancora appannati rientrò in casa. Quando arrivò in sala, l’unica cosa che trovò era lo specchio appoggiato non più sul mobiletto, ma a terra, sul tappeto.
Lo lasciò là dov’era, e si mise a cercare Atsuya. Lo chiamò più volte, a voce, con il cellulare … nulla.
Tornò in sala, fissò lo specchio, se lo rigirò tra le mani e notò una strana incisione sul retro, che non aveva notato prima.
Ebbe un’orribile sensazione, e le lacrime gli salirono di nuovo agli occhi.
 


Stavano seguendo un picchio.
Stavano seguendo un picchio.
Un uccellino di piccole dimensioni verde evidenziatore –almeno lui non sembrava essere fosforescente- con il becco a punta.
Suzuno se l’era ripetuto più volte, nella sua testa, ma … nulla. Più ci pensava, più gli sembrava assurdo.
Dalle civette canterine, ai fiori altri due metri o forse più, picchi dai colori improbabili …
E poi le fruittelle che piovevano dal cielo.

Roba da matti, insomma. Ma mai quanto ciò che si ritrovarono davanti pochi istanti più tardi, quando la pazienza dell’albino raggiunse il confine possibile.
Attorno a loro c’erano fiori … vivi. Erano fiori di tutti i tipi, sempre sproporzionatamente alti.
Nagumo e gli altri li fissavano incantati e stupiti, mentre questi bisbigliavano tra loro.
-Un nostro fratello che cammina, incredibile!- fece un soffione ad una margherita vicina.
Midorikawa si lasciò scappare una risatina, senza che nessuno se ne accorgesse, a parte Suzuno, che infatti mormorò – L’avevo detto, io.-
-Guardalo, guardalo!- mormorò un fiore indicando Nagumo con una foglia.
-Sì, sì, lo vedo!- rispose l'altro aprendo i petali rossi e ammirandolo.
-E' proprio uno di noi!- esclamò un girasole abbassando lo sguardo, sorpreso.
Un tulipano rosa sembrò tingersi all’improvviso di rosso -Mi sono innamorata!- cinguettò chinandosi verso Haruya, che fissava il fiore confuso.
Se solo avesse potuto, Suzuno avrebbe congelato quel tulipano rosa con lo sguardo.
Ma non poteva.
E come se non bastasse, quel fiore idiota stava accarezzando con le foglie i capelli di Nagumo che, ignaro di tutto, si chiedeva come mai Fuusuke pareva così arrabbiato.



 






Frittelle, frittelle! Vendo frittelle!
Sapevate che all'inizio questo capitolo volevo chiamarlo "Amici di letto"? LoL
Ok, no, riproviamo.
É Alicchan che parla e no, non vendo frittelle (anche se mi piacerebbe ~)
Diciamo che avrei parecchio materiale per queste note, visto che io e Camy abbiamo passato i 3/4 del tempo a sclerare.
Partiamo dal fondo.
Allora, diciamo che con i fiori, la prima cosa che abbiamo pensato è stata Nagumo. So che chiamarlo "tulipano" e scambiare la sua pettinatura per un fiore è una cosa già vista e rivista, ma ... insomma, è d'obbligo x° 
Poooooiiiii ♥
La parte iniziale, quella con la AtsuAfu (♥) è un flashback, ovviamente. Ci sentivamo in dovere di spiegare da dove è sbucato questo specchio e come Atsuya ci è finito dentro e ... la parte iniziale volevo descriverla di più quando l'ho scritta, maaaaaa ... ehm ... il rating è giallo, ecco. -ma se continuiamo a farci filmini mentali, diventerà arancione-
Mi sembra chiaro (?) che Atsuya e Afuro hanno una relazione-non relazione tipo "Amici di letto" (e questo è il motivo per cui mentre pensavo al titolo con Camy, mi è uscito fuori).
Alla fine, il titolo del capitolo l'ha trovato Camy, perchè per me come seconda opzione c'era "Un giorno un tulipano si innamorò ~" e l'idea era tantotanto penosa.
Meno male che scrivo questa fic con Camy ♥
Dal prossimo capitolo parleremo di tante altre belle cose, e tra poco il rating diventerà arancione
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto, e che lascere qualche recensione per dirci cosa ne pensate uwu
Ora vado, sto parlando troppo ~
É sempre un piacere fare l'editor di questa fic ♥w♥
Peace, Love and lots of AtsuAfu   fruittelle ~
Camy e Alicchan ~

  
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