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Autore: Bluemask    27/08/2012    3 recensioni
Ventiquattro anni. Una figlia di sei da crescere. Il padre della bambina morto in mare. Domande che sono rimaste in sospeso per troppo tempo.
Ma, fra tutte, una sembra la più pungente:
Chi è il vero padre di Elisa?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niall guidò la barca fino alla riva, scesi sottocoperta a svegliare Elisa.
- Dove è papà?- chiese lei, immediatamente.
- E’ dovuto andare via.-
- Ma poi torna, vero? Rimarrà per sempre con noi.-
- Rimarrà per sempre con noi.- ripetei, assente.
Lei mise il broncio, insoddisfatta per la risposta che aveva ottenuto, e si lasciò prendere in braccio.
Andammo a casa, la bambina si fiondò davanti alla tv. Io trascinai, letteralmente, Niall in cucina.
- Pensa che Louis sia suo padre.- mormorai, come per fare il punto della situazione.
- Davvero? Ma guarda, non me ne ero accorto.- sibilò.
- Per favore, piantala con questo tono. –
- Non ci riesco, okay? Non posso non essere...-
-  Non essere cosa?-
Abbassò lo sguardo, ma lo rialzò subito, con determinazione.
- Non essere geloso di lui. Di quello che provi per lui.-
- E’ assurdo, io non provo niente per lui.-
- Ti aspetti che creda a questo?-
Annuii, poco convinta.
Respirò profondamente, come per riordinare i pensieri.
- Vorrei invitarlo a cena. – aggiunsi, incerta.
- Che hai detto?- mi fulminò con lo sguardo.
- Niall... Elisa gli vuole bene, lo faccio per lei. Farà bene a tutti.- mentii.
- Bene a tutti? Ma se lo voglio uccidere!- sbottò.
- Non credi di stare esagerando?-
Non rispose, si voltò.
- Beh, io lo chiamo. Se vuoi unirti a noi, questa è anche casa tua.-
Rimase in silenzio.
Me ne andai in camera.
Invitai Louis, lui accettò. Gli diedi l’indirizzo.
Verso le 20 suonò al campanello, Elisa si precipitò verso di lui.
- Papà!-
- Ehi, come sta la mia bambina?- le sorrise.
Era bellissimo vederli così uniti, lui aveva legato molto con lei.
Però c’era una nota stonata, in tutto questo.
Niall era il vero padre, non lo potevo tenere nascosto ancora a lungo.
Alla fine il biondo mangiò insieme a noi, rimanendo muto per tutta la serata.
Non toccò nemmeno molto cibo, con mia grande sorpresa.
E’ realmente grave, allora.
- Vado a mettere a letto la bambina.- ci informò Louis, lei sorrise.
Non era mai stata così felice, come potevo dirgli la verità?
Niall si sedette sul divano, con lo sguardo perso in un punto indistinto tra la televisione e il mobile.
Sospirai.
- Mi dispiace.- esclamò alla fine, lo guardai sorpresa.
- Cosa ti dispiace?-
- Che lui ti abbia fatto soffrire per sette lunghi anni. Che lui non ci sia stato, che credevi che fosse morto. Mi dispiace che Elisa pensi che sia suo padre, mi dispiace che lui sembri davvero un buon padre. Mi dispiace che lui ti ama, mi dispiace che ti innamorerai sicuramente di lui. Però, più del resto, mi dispiace di amarti.-
Si asciugò una lacrima, continuando a non girarsi verso di me.
Rimasi lì, bloccata da quella parole. Fissandolo in silenzio.
- Però, più del resto, mi dispiace di amarti.-
Louis tornò dopo alcuni minuti.
- Che è successo?- domandò, vedendo le nostre facce.
Niall si alzò, lentamente, andando verso di lui.
Mi preparai a vedere una rissa, con la morte certa da parte di uno dei due.
Però non accadde.
Perché Niall lo abbracciò.
Louis rimase incredulo per quel gesto, poi ricambiò l’abbraccio.
Il biondo gli mormorò qualcosa all’orecchio, il moro sorrise.
Poi Niall se ne andò in camera.
Mi sedetti, stanca, sul divano. Louis venne vicino a me.
- Troppe emozioni?- chiese, con un sorriso complice.
- Sì, direi di sì. Che ti ha detto prima?-
- Mi ha chiesto scusa. Che tipo strano, ma sono sicuro che è molto dolce.-
- Lo è, infatti.-
- E’ lui il padre, vero?-
Sbiancai.
- Come...?-
- Hanno gli stessi occhi, lui ed Elisa. –
Scossi la testa. – Mi chiedo come tu l’abbia capito in un giorno, e lui no in sette anni. -
- Forse l’ha capito ma non lo vuole accettare, o forse preferisce non capire.-
- Forse.- acconsentii.
- Ha proprio ragione.- ridacchiò, dopo alcuni secondi passati in silenzio.
- Riguardo a che?-
- Riguardo al fatto che sia un coglione. Tu lo ami, lui ti ama, Elisa gli vuole bene. Le diremo che sono dovuto partire per un viaggio, che non tornerò. Le diremo qualsiasi cosa, mi farò persino odiare da lei, se serve. Ma non posso mettermi in mezzo tra te a Niall.-
Lo abbracciai, con le lacrime agli occhi.
- Sei fantastico, Lou.-
- Grazie.-
- Davvero, sei dolcissimo.-
- Grazie.- ripeté, divertito. Ma con voce triste.
Mi staccai da lui, la mia faccia tornò seria.
Stava piangendo, non me ne ero accorta. Come avevo fatto a non vederlo?
- Tu... stai...- sussurrai.
- Oh, non è niente, figurati! Mi passerà, vedrai. –
- No, io...- non riuscii a continuare: lui mi interruppe accarezzandomi i capelli, con lentezza.
- Sei importante per me, Anna. Lo sei sempre stata. Io voglio solo che tu sia felice, con me o senza di me. -
Passarono dei secondi silenziosi, vicini l’uno all’altra sul divano.
- Vorrei che tu non fossi caduto, quel giorno, in mare. Lo vorrei davvero.- dissi infine.
- Lo vorrei anche io. – mi diede un bacio sulla fronte, si alzò.
- Vieni sulla spiaggia, domani. Con Elisa e con Niall. Mi inventerò qualcosa, fidati di me. –
Preferii non dire niente, asciugandomi le lacrime.
Lui sorrise.
Aprii la porta.
Se ne andò.
 
Quando Louis uscì andai a bussare alla porta di Niall.
- E’ aperto.- rispose lui, con la voce assonnata.
Mi accorsi in quel momenti che era piuttosto tardi.
- Stavi dormendo?- mi chiusi la porta alle spalle.
- No, pensavo.- era seduto sul letto, in boxer.
- Volevo parlarti.- lo informai.
Lui annuì, come se l’avesse già programmato. Mi fece segno di sedersi accanto a lui.
- Louis si trasferirà qui? Me ne devo andare? O andrete voi da lui?-
Aveva gli occhi lucidi, il solo pensiero che avesse pianto mi fece star male.
- Oh, no, affatto, se ne andrà. Io, te e Elisa continueremo a vivere qui, insieme.-
- Cosa? Perché?- era realmente sbalordito.
- Perché lui non è il vero padre, perché io non lo amo, perché la bambina con te sta bene.-
- Preferisci me a lui, quindi?- chiese, con un filo di voce.
- Certo.- sorrisi.
Il sorriso che fece in quel momento me lo ricorderò per sempre.
Era bellissimo, caldo, radioso. Assolutamente stupendo.
- Domani lo incontreremo in spiaggia, ha detto che penserà a tutto lui. Questa situazione si risolverà, vedrai.- continuai.
- Oh, sì, bene, okay.- Niall era euforico, mi misi a ridere. La sua allegria era veramente contagiosa.
Mi distrassi un attimo, per guardare la sua stanza.
Era completamente in disordine, con dei poster dell’Irlanda attaccati ai muri.
Quando mi voltai verso Niall aveva un panino in mano.
- E quello dove...?-
- Ho la mia scorta.- alzò le spalle.
Sbadigliai. Mi aveva davvero stancata quella giornata.
- Vieni?- il biondo divorò il panino e si sdraiò, spostandosi per farmi spazio.
Mi sdraiai, sperando che la mia faccia completamente rossa fosse nascosta dalla semi-oscurità della stanza.
Mi appoggiò la testa sulla sua spalla, cingendomi la vita.
- Così sei più comoda?- sussurrò.
- Così è perfetto.- mormorai, chiudendo gli occhi.
Sentivo il suo respiro sui miei capelli, la mia fronte sulla sua pelle, la sua mano sul mio fianco.
Avevo un’irresistibile voglia di baciarlo, ma se poi avessi rovinato tutto?
E’ anche vero che ci siamo baciati in barca, e che mi ama. Quindi come dovrei comportarmi?
Preferii non fare o dire niente, probabilmente si era già addormento.
E dopo pochi minuti mi addormentai anche io.
- Buongiorno, bellezza.- mormorò qualcuno la mattina successiva.
Strizzai gli occhi, infastidita dalla luce del sole che filtrava dalle finestre.
La voce era di un ragazzo biondo posizionato su di me, che sorrideva.
- Niall.- sussurrai. – Buongiorno anche a te. -
Mi baciò la guancia, fece per alzarsi.
No, okay, ora basta giocare.
Gli posai una mano sul collo, per spingerlo verso di me. I miei capelli sfiorarono i suoi, i nostri nasi si toccavano.
Lo baciai, prima che potessi cambiare idea.
Forse era uno sbaglio, o forse era la cosa più giusta da fare.
Sicuramente non se l’aspettava, questo era certo.
Ma rispose al bacio con passione, per poi guardarmi negli occhi.
- Chi è il padre?- bisbigliò.
All’inizio credei di avermelo immaginato, ma il suo sguardo confermò le parole.
- Ci tieni tanto a saperlo?-
Annuì.
Aveva la mani premute contro il lenzuolo, era a pochi centimetri dal mio volto.
Il mio braccio era ancora dietro al suo collo, l’altro intorno alla sua vita.
Sospirai.
- Sei tu il padre.-
Fu poco più di un sussurro, leggero come il suono del vento.
Però lui lo sentii.

 






AngoloMe: Salve mondo! (?)
Vi lascerò liberi in pace tra poco, ma prima una cosetta.
Ringrazio ogni persona che ha letto (una recensione mi renderebbe felice, fate carità per i poveri e non-bravi scrittori come me) il capitolo precedente. Ovviamente un grazie particolare va ad XxAleXx, BeeMe e _Lou che hanno recensito (in particolare a Bee che mi tira sempre su di morale *w*).
D’accordo, mio padre mi sta minacciando di morte se “non mi stacco immediatamente da quell’aggeggio elettronico *anche detto pc*” e quindi devo chiudere.
Un bacio e grazie ancora =)

 
  
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