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Autore: Klarolineisfantastic    27/08/2012    3 recensioni
Storia interamente Klaroline sulla quarta stagione.
''L'amore è veramente la più grande debolezza di un vampiro?
L'amore di un vampiro è amplificato.
E' un amore che ti divora dall'interno che ti sconvolge la vita.
Ti scuote come un uragano e poi se ne va scomparendo tra il vento più veloce che mai.
Poi ritorna , prima o poi , e ti consuma così tanto da prosciugarti.''
Spero vi abbia incuriosito.
Baci Chiara.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolo pre-lettura.
Okay  , innanzitutto scusate il ritardo , con la pennetta ho avuto solo tempo di mettere il capitolo le recensioni le ho lette adesso e ringrazio le persone che leggono la mia storia , che l’hanno recensita e che l’hanno messa tra le seguite.
Spero continuerete a farlo. Comunque il motivo di questo angolo è per anticiparvi che il capitolo non sarà depressivo ( alla fine mi sto deprimendo io) ma più ironico.
Ho immaginato come si sarebbe comportata Caroline dopo aver fatto l’amore con Klaus e questo è quello che ne è uscito fuori.
Buona lettura , Chiara.

(Mi scuso ancora con tutte le persone che hanno recensito e non hanno ricevuto risposta voglio farvi sapere che apprezzo tutte le vostre recensioni e che se non rispondo è per colpa della pennetta. Scusatemi tanto. Spero vi piaccia il capitolo) 







Le luci del mattino cullavano la stanza della bionda.
I due  , ancora dormienti , erano ancora abbracciati l’un l’altro.
Da dietro l’ibrido avvolgeva la vita della bionda e posava la sua testa sui capelli color oro della vampira mentre le sue gambe si intrecciavano a quelle di lei.


Caroline.
Quando aprii gli occhi mi ritrovai stretta contro il corpo dell’ibrido.
Mi girai tra le sue braccia e lo guardai dormire.
Sembrava così innocente.
‘’Scappai’’ se così posso dire , dalla sua stretta di ferro e incominciai a correre cercando dei vestiti da mettere.
-Dove corri , sweetheart?-
Mi fermai di colpo e mi girai verso il letto.
-Più lontano possibile da te.-
Mi chiusi in fretta e furia la cintura lampo dei jeans e presi una maglia grigia senza spalline indossandola velocemente.
Corsi in corridoio quando poi una voce mi fermò.
-Sweetheart , non vorrei rovinarti i piani ma questa è casa tua e la casa è tracciata da uno stupido incantesimo..-
 Con velocità ritornai in camera e presi i suoi vestiti lanciandoglieli sul letto.
-Bene , allora vestiti e sbrigati-
Svogliato si alzò dal letto e potei notare i suoi addominali scolpiti.
Arrossi violentemente e mi girai per non guardare.
Lo sentii ridere e ancora più imbarazzata abbassai lo sguardo.
Non sapevo come mi sarei dovuta comportare ora che era successo tutto questo.
Quando mi girai notai che si era vestito.
-Bene ora vai nella camera degli ospiti.-
-Non vuoi davvero condividere il tuo letto con il mio?-
-No , per niente.-
-Mi offendi , love. -
Sorrisi e poi alzai gli occhi al cielo.
Si diresse verso il corridoio.


Un altro problema mi stava assalendo.
Tyler.
Cosa provavo ora?
Non ebbi il tempo di pensare qualcuno aveva già aperto la porta.
-Un problema , love. Qual è la camera degli ospiti?-
Klaus sorrideva beffardo.
-Trovatene una.-
Chiuse la porta.
Ritornai ai miei pensieri.
Non lo sapevo o forse  non lo volevo capire.
Guardai il letto ancora disfatto.
Non seppi perché sorrisi  ma lo feci.
Cominciai a sistemarlo e il suo odore  mi pervase.
Un profumo dolce ma forte allo stesso tempo , un profumo che avevo già sentito molte volte quella notte.
Sentii , poi  , bussare e mi diressi verso la porta ancora stanca.
Qualcuno mi scaraventò le braccia alla vita e mi aveva preso in braccio.
-Caroline!-
-Tyler- Sorrisi amaramente sapendo quello che poco prima avevo fatto e chi c’era lì con me.
Le sue labbra arrivarono alle mie ma questo bacio fece ardere solo il desiderio di averne un altro da.. Klaus.
Ogni volta che pensavo anche ad una sola carezza da parte sua mi disprezzavo.
Ci aveva fatto del male , lo aveva fatto sempre e io non lo vedevo.
Quando era con me io non vedevo il male che lui aveva dentro.
Bensì il rancore.
‘’Mio padre mi ha inseguito per 100 anni e l’unico momento d’intimità l’abbiamo avuto quando ha ucciso il mio cavallo preferito’’
Rancore verso un qualcuno che non l’aveva amato.
Qualcuno che avrebbe dovuto farlo sin dal principio.
Ho sempre pensato che Rebekah e Elijah fossero gli unici che tenevano a lui.
-Damon mi ha raccontato che è stato lui a salvarti-
Damon?
Era cambiato tutto in meno di 4 giorni.
-Già. Non sappiamo ancora chi sia lo scrittore dei bigliettini.-
-Non ne sono arrivati altri.-
Abbassai lo sguardo.
-Andiamo a fare una passeggiata?-
Alzai lo sguardo verso il suo e sorrisi.
-Non mi sento bene vorrei stare un po da sola.-
-Okay ma poi tornerò a prenderti.-
Mi diede un bacio sulla fronte e lo vidi uscire.
Ora l’unico problema era evitare Klaus in tutti i modi possibili.
Neanche il tempo di alzarmi qualcuno aveva ancora suonato alla porta.
Andai ad aprire spaventata.
Poteva essere Tyler che mi chiedeva spiegazioni della protezione attorno alla mia casa.
Bonnie non mi aveva spiegato come tutti , tranne Klaus , avrebbero potuto sorpassare quella restrizione.
Quando aprii la porta però la sorpresa sul mio volto era indescrivibile.
-Rebekah?-
-Dov’è mio fratello?-
Aprii di più la porta per farla entrare.
Poi corse verso il corridoio.

***

Klaus.
-Non dovevi comunque ucciderla , Bekah!-
Rebekah camminava avanti e indietro in quella che avrebbe dovuto essere la mia stanza.
Aveva ucciso la mia doppleganger.
Quella che mi sarebbe servita come protezione.
-Ti credevo morto! Anzi credevamo. Eri morto a causa di una stupida ragazzina.-
-Quindi? Mi volevi morto anche tu se non ricordo.-
Rebekah ora si era girata piena di rabbia verso di me.
-SEI MIO FRATELLO!-
Quelle parole mi trafissero più di quanto potessero fare mille paletti.
Dopo tutto quello che gli avevo fatto.
Chiusa in una bara e uccisa molte volte.
Lei era mia sorella e lo è.
Non seppi perché , ma ebbi il primo senso di colpa.
Le accarezzai le guancie e spinsi la sua testa verso il mio petto.
Le diedi un bacio sulla nuca e la strinsi a me.
-Okay Nik basta così mi uccidi.-
Sorrisi a quella frase ricordando dei momenti della mia vita che avevo cancellato.

‘’-Nik.Nik. Guarda.- Rebekah correva con gli occhi sognanti di una bambina ma quella volta erano lucidi.
Occhi azzurri come il cielo , profondi come l’oceano.
Il fratello Nik, che ora aveva 16 anni , era  sdraiato sull’erba della foresta e ora si stava alzando lentamente.
-Bekah?-
La bambina correva verso di lui e gli si avvinghiò contro le sue braccia facendolo sdraiare di nuovo.
Si mise seduta sulla pancia del ragazzo.
-Guarda-
Piccole lacrime le rigavano il volto mentre faceva vedere il braccio al fratello maggiore.
-Come hai fatto , Bekah?-
La bambina aveva una ferita sul  braccio che perdeva poche gocce di sangue.
-Sono caduta , scusa- La bambina era pronta a difendersi , sapeva che se lo avesse saputo il padre gli avrebbe fatto di molto peggio malgrado i suoi 9  anni.
-Ti scusi perché sei caduta?- Il ragazzo dai capelli biondi rise e la fece sedere sull’erba.
Si alzò e si tolse un pezzo di seta dai pantaloni pur sapendo che il padre non gliel’avrebbe fatta passare liscia.
Per lui tutto era sacro. Cibo , vestiti o altro.
Niente doveva essere sprecato.
Ma la sorella , per lui , era molto più importante.
-Cosa vuoi fare?- Aveva balbettato con le lacrime.
-Stai tranquilla , Bekah. Ora sei una signorina non devi avere paura , non di me , non averne mai.-
-Io non ho paura di te.-
Il ragazzo le stampo un bacio sulla fronte e posò la seta sul braccio ferito della sorella.
Fece un nodo e lo strinse stando ancora attento a non fargli male.
-Grazie Nik.-
-Perché stavi venendo qui?- Il ragazzo si sedette vicino a lei giocando con i suoi capelli.
-Volevo vedere dov’eri. Elijah si stava allenando.- La bambina abbassò lo sguardo consapevole di non avere molte amiche. Anzi forse neanche una.
-Anche io prima mi stavo allenando ma mi hai seguito comunque.-
-Ma io voglio vedere te.-
Il ragazzo rise compiaciuto.
-Elijah è più grande e molto più bravo.- Consapevole  di non essere all’altezza del fratello , Klaus abbassò lo sguardo e rise amaramente.
-Non è vero tu lo hai battuto.-
-Una volta , Bekah.- Klaus le diede un bacio in fronte.
-Oggi c’è festa al villaggio e nessuno vuole venire con me.-
Klaus sapeva perché tutti rifiutavano la loro famiglia.
Erano tutti dei licantropi e loro no. Solo degli esseri umani.
Il biondo si alzò e pose la mano alla sorella.
-Vuole venire alla festa con me?- La bambina alzò lo sguardo e sorrise.
-Sì- Con eleganza la bambina si sistemò il vestito lungo e gli diede la mano .
Poi ritornarono al villaggio.’’


-Nik ci sei?- Disse Rebekah togliendosi dal mio  abbraccio.
-Sì. Perché sei ritornata?-
 Tu mi hai mandato un bigliettino con scritto che sei ancora vivo.-
Rebekah mi porse uno di quei bigliettini che così tanto odiavo.

-Rebekah c’è una firma originale femminile non maschile. -
-Non l’avevo notata. Non sei stato tu allora ?-
-A quanto pare..- Feci per girarmi e a pochi metri di distanza , sulla porta , vidi Caroline  intenta a camminare scalza per non farsi sentire.
Sentii una stretta allo stomaco
Cercai di rimuoverla in tutti i modi possibili. Lo avevo fatto in passato perché adesso non ci riuscivo?


***


Caroline.
Avanti Caroline piano.
-Ma guarda chi c’è-
Una voce femminile mi fece sobbalzare.
Se fossi stata umana adesso il cuore avrebbe cominciato a battere così forte.
-Non capisco  perché ti hanno lasciato proprio a casa con quella sgualdrina.-
Mi girai infuriata evitando l’occhiata divertita di Klaus.
Sapevo che se solo avessi parlato  , l’originaria mi avrebbe uccisa.
Ma in fondo non avevo più nulla da perdere.
-Stai parlando di te , forse.-
-Ripetilo se ne hai il coraggio.-
Avanzò verso di me con aria minacciosa.
-Cosa?Pensavo sapessi già quello che sei.-
Eccolo lì.
Il colpo di grazia.
Sentii una spinta forte verso il muro e caddi addosso ad un tavolo.
Riuscii ad alzarmi e a spingere l’originaria addosso alle pareti.
Ero così stupita di quello che ero riuscita a fare.
Ma la sorpresa non durò molto poiché Rebekah era già sopra di me.
Riuscii a ribaltare la situazione ma solo per poco.
Sentii una spinta forte e seppi dov’ero diretta.
Una gamba di un tavolo troppo appuntita.
Chiusi gli occhi e sentii una stretta alla mia vita.
Klaus mi aveva protetto da dietro e il suo volto era tra i miei capelli.
-Sono quattro volte ora , love.-
Un sussurro dolce si fece spazio nella mia mente.
Mi fece così rabbrividire che , se fossi stata umana , mi sarei dimenticata di respirare.
La sua stretta si fece meno forte e  a poco a poco si allontanò da me.
Barcollai con le gambe per poco.
Quella frase e quei brividi mi lasciavano senza fiato.

-Eh comunque , Rebekah sono qui per non essere ucciso la strega ha tracciato una restrizione  il quale possono uscire  e entrare solo le persone con una pietra  ben precisa-
-Lo so questa pietra me l’ha data Bonnie. Beh Nik ci vediamo domani.-


***


Klaus.
Notai con piacere che in quella stanza c’era un angolo tutto dedicato alla pittura.
Chissà a chi piaceva disegnare in quella casa.
Era troppo.
Mi stavo indebolendo.
Quella ragazza mi stava facendo impazzire.
Ogni volta che ero con lei si comportava in modo insopportabile ma , non lo potevo negare ora non più , mi piaceva stare con lei.
-Puoi spiegarmi?-
Mi girai cercando di coprire il foglio in cui stavo disegnando da ormai due ore.
-Cosa?-
-Lascia perdere. Cosa disegni?-
-Niente di che.-
Mentii come sempre.
La risposta era così semplice.
Persi il tempo a pensare che qualcuno mi aveva già tolto di mano il mio ‘’prezioso’’ foglio.
-Belli , di chi sono?-
Due occhi color mare erano disegnati sul foglio.
-Davvero non li riconosci?-
La bionda mi guardava alzandò un sopraciglio.
-Sono i tuoi.-
Il suo sorriso si trasformò in una ‘’o’’ di stupore.
-Come fai a non riconoscerli?-
-I miei occhi.. erano così quelli da .. umana. Come hai fatto a vederli?-
-I tuoi occhi non cambiano devi solo guardarli bene , Caroline. Quando non hai fame i tuoi occhi sono più scuri dei tuoi normali , questo è vero. Ma devi vedere oltre l’oscurita.-
Risi nella mia mente.

’Vedere oltre l’oscurità’’  Non ci riuscivo neanche io.
Con lei invece , non seppi come ci fossi riuscito.
-E’ bellissimo.-
Girai il volto verso di lei che ora sorrideva compiaciuta che qualcuno avesse visto i suoi veri occhi.
-Come mai c’è un angolo dedicato al disegno.-
-Adoravo disegnare ma mi fermai quando ebbi 14 anni. Dovevo preoccuparmi della scuola e non degli stupidi disegni che facevo.-
-Quindi i disegni che facevi da piccola sono qui?-
Imbarazzata posò il mio disegno e prese una piccola scatola porgendomela.
Mi sedetti sul letto che , per chissà quante notti , avrebbe dovuto ospitarmi.
Aprii la scatola e trovai un volto.
-Chi sarebbe questo?-
-Il mio.. principe azzurro.-
Risi e , seppur mi duole ammetterlo , provai della gelosia per quella ragazza che alcune ore prima era stata mia.
-Io vado a letto. Non prendermi in giro so che non sono brava.  Buona notte Klaus.-
Sorrise.
-Notte , Caroline.-
Credo che fu la prima volta che vidi il suo vero sorriso.
Ma ora basta almeno per una notte quella ragazza non doveva tormentarmi.
Sapevo che l’avrebbe comunque fatto e la cosa che mi faceva più male era che una parte di me la desiderava così tanto da.. amarla.
Che parola stupida , detta da me.
Amore.
Chissà cos’era l’amore.
Chissà se l’avrei mai vissuto.
Poi  per quella notte mi convinsi che l’amore era solo una stupidaggine.
L’amore era la più grande debolezza di un vampiro.
Ma mi stava assalendo. Lo stava facendo. 
  
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