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Autore: Mils    28/08/2012    6 recensioni
Miley e Nick sono sposati, hanno una figlia: Kyle.
Ma Nick ultimamente sembra così distratto, assente, e si perde nei suoi pensieri.. e sulle altre donne. Miley è stanca, non sa che fare. Sono giovani, ma hanno sempre affrontato tutto insieme, come faranno questa volta? Perché anche stavolta, dovrà essere lei a sistemare tutto.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov Nick

Sollevai la cornetta.
E la rimisi giù.
Quante volte avevo fatto questo giochino, oggi? Almeno dieci volte.
Avevo bisogno di parlare con Miley, ma non ne avevo il coraggio. Dopo quella benedetta a-mail, continuavo a pensare a quanto ero stato stupido e infantile, a come avessi sbagliato per tutto questo tempo. Avrei dovuto parlare con lei, risolvere questa cosa insieme e invece niente, avevo voluto fare di testa come come sempre, sbagliando, rovinando tutto, rovinando la mia vita e quella della persona che amavo.
Mi si parò davanti il faccino di Kyle.
Da quanto non vedevo mia figlia?
All'improvviso, tutta la mancanza che sentivo verso quel visino innocente mi piombò addosso.
Ecco!, potevo usare Kyle come scusa per sentire Miley, per parlarle.. andiamo, Nick, stai davvero usando tua figlia come scusa per parlare con tua moglie? (non ancora per molto, purtroppo, se non mi sbrigavo a combinare qualcosa nella mia vita in tempo, per una volta).
Ma prima di avere il tempo di rendermi conto di quanto schifoso fosse il mio gesto, sollevai di nuovo la cornetta del telefono e composi il numero di Miley.
«N..Nick?».
«Si, sono io, ciao», ma perché dovevo essere così stronzo? Non volevo, eppure mi usciva così naturale.
«Che cazzo vuoi?», ma anche Miley sapeva tirare fuori gli artigli se voleva, ne avevo avuto la prova molto spesso.
«Voglio vedere Kyle» le dico, e c'è un momento di silenzio.
«Kyle. Tu vuoi vedere Kyle? Nick, ma ti senti quanto parli? Tu pretendi di vedere tua figlia quando te ne sei sempre fregato di lei e di me, e adesso che sta andando tutto a puttane tu vuoi vedere tua figlia? No!», chiara e decisa, come sempre. E faceva terribilmente male.
«Miley, è anche mia figlia!».
«Interessante.. quasi non la volevi, ma non importa, vero, Nicholas?» disse, con tono sprezzante.
«Certo che la volevo! Le.. le voglio bene, Miley».
«E lei vuole bene a te, Nicholas, ma questa situazione non mi va' bene e finché non la risolviamo tu non vedrai Kyle».
«Cazzo, Miley, dai! Non fare la stronza, adesso!».
«Ah, io faccio la stronza? Fanculo, Nicholas», tu, tu, tu, mi aveva chiuso la chiamata.

Pov Miley

«Chi era, mamma?», la vocina di Kyle mi impedisce di scoppiare a piangere.
«N.. niente, tesoro..» le dico, prendendola in braccio e portandola in camera sua. Mi piaceva stare da Demi e Joe, ma ho bisogno dei miei spazi, della mia camera da letto, della mia roba e di mia figlia. Anche se sto seriamente pensando di trasferirmi, perché questa casa ha troppi ricordi.
«Dov'è.. papà...?» mi chiede Kyle, mentre la metto a letto.
«A lavoro» dico, ormai è diventata la bugia che le dico più spesso.
«Torna?».
«Certo che torna, amore».
«Mamma?».
«Si?», cerco di sembrare tranquilla mentre le rimbocco le coperte.
«Papà mi vuole bene?».
«C..certo che te ne vuole, tesoro! Amore, non devi pensare cose del genere, okay?», mi siedo vicino a lei sul letto e l'abbraccio, «Papà ha solo.. qualche piccolo problema, ma si risolverà tutto, vedrai.. andrà tutto bene, Kyle, te lo prometto.. e sai che le promesse della mamma sono vere promesse».
«Quindi.. papà viene?» mi chiede, con gli occhi lucidi.
«Certo.. certo che viene, torna presto..», le accarezzo il viso e cerco di non piangere.
«Stasera?».
«Kyle...».
«Voglio papà! Voglio papà! Papà!» strilla, scoppiando a piangere fra le mie braccia.
«Kyle.. amore, non fare così.. papà.. papà viene.. te lo prometto, viene presto..».
«No presto, stasera!!», una bambina può essere davvero insistente se vuole.
«Amore.. ti prego, non..».
«STASERA!».
«Kyle, basta!».
«NO! STASERA! VOGLIO PAPA', ORA!», si pesta, sbatte i piedi, le mani, urla, strilla, si dimena, si agita così tanto che il suo colorito passa da rosa a rosso e da rosso a blu. Sono costretta ad acconsentire per non rischiare una crisi isterica o di soffocamento.
«Va.. va bene... vado a chiamare papà! Vado a chiamare papà, Kyle, ma calmati, amore mio!».
Lei si calma subito.
Si asciuga le lacrime come un'attrice consumata e mi sorride,
«Papà.. ora!».
«Sei tutta tuo padre... piangi benissimo quando ti conviene, signorina».

«Nicholas?», perché lo stavo chiamando?
Perché non riuscivo a fare a meno di lui?
Anche Kyle mi aveva - appena - dimostrato quanto difficile la mia vita senza di lui.
Eppure lui, per me, non c'era mai stato.
«Miley... p..perché mi stai chiamando? Che succede? Ti senti male?», no, per favore, non fare il dolce con me, no.
«Kyle non dorme se non ci sei tu.. puoi..», prendo un bel respiro, prima di perdere anche l'ultimo goccio di sanità mentale che mi resta. «puoi dormire a casa, stanotte? Altrimenti non so proprio come metterla a letto».
«Quindi.. hai bisogno di me?», stava gongolando.
«Nostra figlia ha bisogno di te, stronzo, ma tu non ci sei mai stato, quindi adesso o muovi il culo e vieni o puoi davvero scordarti di vederla per il resto della tua vita, ti è chiaro il concetto o lo preferisci in rima, Nicholas?».
«O..okay, arrivo.. scusa...sto venendo».
«Ecco, ti conviene. Hai le chiavi, giusto?».
«Si».
«Non per molto, però. E' solo per stanotte, Nicholas, poi mi ridarai anche le chiavi. Non ti voglio più vedere, okay?».
«Ho capito! Arrivo, ciao».

Indossavo ancora solo una maglietta larga quando sentii suonare il campanello di casa.
Sapevo che non era una buona idea aprire a Nick in quel modo, ma non avevo neanche il tempo di andare in camera a cambiarmi, adesso.
Quando aprii la porta Nick fece scorrere il suo sguardo su ogni centimetro del mio corpo, facendomi alzare gli occhi al cielo.
«Fai schifo, Nicholas».
«Che posso farci? Sembra che hai ancora diciassette anni».
«Tu invece ne dimostri cinquanta, da quanto non ti fai la barba?».
«Sono corso subito appena mi hai chiamato, Miley, non ho avuto il tempo di farmi bello per te, piccola».
«Ringrazia che c'è Kyle in casa o ti avrei già ucciso, Nicholas».
«Come sta?» chiese, e il suo tono di voce cambiò subito, passando da sbruffone a dolce e preoccupato.
«Vieni..» e prima di rendermene conto, l'avevo preso per mano e ci stavamo dirigendo verso la cameretta di Kyle, ancora sveglia e seduta sul letto.
Balzò subito in piedi appena vide Nick.
«Papà!», Nick la prese in braccio e la fece volteggiare per tutta la stanza, mentre lei rideva felice.
«Chi è la bambina di papà, eh?».
«Io!».
«Sei bellissima, amore di papà, lo sai?», la baciò sulla guancia, mentre io mi sedevo sul letto, osservandoli.
«Papà, papà, papà.. tu resti? Dormi a casa, ora?» gli chiese Kyle, dimenandosi fra le braccia del padre.
Nick guardò verso di me.
Annuii.
Stupida!, mi urlai contro. Cosa hai in mente?, niente, niente. Ma forse.. vederlo di nuovo qui, a casa, con Kyle in braccio.
Non riuscii a fare a meno di sorridere anche io.
«Certo che resto! Ma adesso è ora di andare a nanna, piccolina», la adagiò dolcemente sul letto, dove io le rimboccai le coperte.
«Buonanotte, amore» le dissi, appoggiandole vicino il pupazzetto a forma di stella marina che le aveva regalato Nick per i suoi tre anni.
«'Notte, Kyle», Nick le accarezzò la guancia e Kyle, come per magia, chiuse gli occhi e si addormentò.

«Eri seria quando hai detto che potevo dormire qui?».
«Si, Nick, ero seria».
«Okay...quindi.. devo usare la camera degli ospiti?», una parte di me gridò no! nell'esatto momento in cui l'altra urlò si!
«Ehm..».
«Mi manchi, Miley.. non possiamo cercare di chiarire?», evitai di guardarlo negli occhi e continui a camminare fino alla mia camera da letto, dove lui mi seguì.
«Nick.. non so se voglio.. non credo di potercela fare questa volta» dissi, appoggiandomi allo stipite della porta.
«Vuoi davvero divorziare?», non c'era più traccia di spavalderia o cattiveria nel suo sguardo adesso.
«Forse non ti è chiaro il concetto, allora: mi hai tradito, non una, ma centinaia di volte, Nicholas!».
«Ero insicuro, Miley! Non credevo di farcela!».
«Di fare cosa? Di amarmi? Oh Nicholas...», le lacrime iniziavano a scalpitare per uscire.
«Lo so che sono stato uno stronzo e che ti ho tradito e ti ho fatto cose che non meritavi e so anche che la colpa è assolutamente e interamente mia, ma se ti chiedo di perdonarmi, te lo chiedo con il cuore in mano, amore», prese le mie mani sulle mie, ma io mi tirai indietro, spaventata.
«No».
«Perdonami, per favore».
«Ti odio per quello che mi hai fatto, non potrei mai perdonarti, Nicholas. Ti odio, ti odio!» urlai, mentre le lacrime iniziavano a scendere.
«Saprò farmi perdonare, lo giuro!».
«Sei un bugiardo, lo sei sempre stato, e io ti odio anche per questo», feci per chiudergli la porta in faccia ma lui mi intercettò e prima di rendermene conto era entrato in camera e mi aveva spinta verso il letto, stringendomi i fianchi con le mani. Mi sentivo un animale in gabbia, ma allo stesso tempo era da tanto tempo che qualcuno non mi toccava in quel modo, e mi mancava più di quanto osassi ammettere.
«Non è vero che mi odi» mi sussurrò all'orecchio, mentre cadevamo sul letto.
Sentii tutto il peso del suo corpo cadere sopra il mio, facendomi mancare il respiro per un attimo.
«Si, invece» ringhiai, anche se non facevo niente per allontanarlo.
«Non è vero, tu mi ami».
«Io ti odio, Nicholas, ti odio, ti odio, ti odio!».
«Se mi odiassi, non mi avresti permesso di entrare nella tua stanza, non trovi, Miley?», mi accarezzò dolcemente il braccio, facendomi sciogliere.
«Mi hai spinto.. non ho avuto il tempo..».
«Mmh.. bugiarda, bugiarda, non è vero.. mi ami, lo so.. smettila di mandarmi via, amore, per favore», le sue labbra si posarono sul mio collo, facendomi perdere definitivamente la ragione.
«Nicholas..».
«Non chiamarmi così, non essere arrabbiata con me, piccola», le sue labbra finalmente incontrarono le mie.
«Nick..», gli gettai le braccia al collo, attirandolo ancora di più a me.
«Amore..».
«Nicky..».
«Si, amore, si», si sfilò la maglietta e i jeans, aiutandomi poi a togliere l'unica cosa che indossavo, lasciandomi in intimo.
«Non mi odi, vero, amore?» mi chiese, mentre scendeva con le labbra fino al mio stomaco.
«Non hai fatto l'amore con nessuna di quelle donne, vero?».
«Neanche con una, solo con te, amore», eppure non mi bastava ancora.
«Voglio comunque il divorzio, Nick» dissi, decisa.
«NO!» mi morse con forza sulla pancia. - «AHIA! Cazzo, Nick!».
«Allora promettimi che non mi manderai via.. non vivo senza di te, anche se ti ferisco, tu non mandarmi via».
«E allora tu non andare via...» sussurrai, mentre le lacrime continuavano a scendere.
«Oh, amore, amore, amore», Nick continuava a chiamarmi mentre le sue labbra si impadronivano delle mie e le sue mani del mio corpo.
Ed era quello che volevo.
Volevo lui.
E mi faceva male.
E mi feriva.
E mi uccideva ogni bacio che mi dava se pensavo a quante altre prima di me aveva baciato. Ma lo volevo.
Lo volevo perché senza di lui tutto era buio e le canzoni non avevano senso.
Nick era la mia melodia.
Tutto il mio talento era niente se lui non era con me.
«Ah..», mi lasciai andare mentre lui mi entrava dentro, in tutti i sensi.
«Mi dispiace.. mi dispiace» mi sussurrò all'orecchio, mentre le spinte si facevano più intense.
«Ti odio».
«Tu mi ami. Io ti amo. Perdonami».
«Ahi!».
«Ho bisogno di te, piccola, ne ho bisogno più di ogni altra cosa», i suoi baci bruciavano la mia pelle.
«Te ne andrai.. andrai via di nuovo e io non ti voglio» dissi.
«No, non andrò più via, lo giuro, amore, credimi».
«Non ti credo!», era incredibile quanto sicura sembrasse la mia voce quando in realtà dentro morivo.
«Credimi», rallentò le spinte finché non restammo semplicemente fermi, lui sopra di me e io sotto di lui, a fissarci negli occhi, l'uno dentro l'altra.
«No».
«Si».
«Non ti credo più, sei un bugiardo.. sei.. sei..ah.. stronzo», con una spinta improvvisa aveva ricominciato.
«Mi manca fare l'amore con te, piccola», mi baciò l'angolo della bocca e quando vide che non lo respingevo, la bocca.
«Vattene...», provai a spingerlo via, ma ero debole, lo ero sempre stata quando si trattava di lui.
«Ti ho chiesto, per favore, di non mandarmi via».
«Me ne fotto dei tuoi per favore, non ti voglio dentro di me, non ti voglio nel mio letto, ti voglio fuori. Esci!», ma lui rimase dov'era.
«Amami, di nuovo».
«No!».
«Perché non puoi amarmi di nuovo Miley!? Perché!?» mi urlò, a pochi centimetri dal mio viso.
«Non posso amarti di nuovo.. perché non ho mai smesso».

_____________

okay, fa schifo.
fa davvero schifo questo capitolo.
ma non aggiornavo da una vita quindi..
scusate, ma sono davvero presa con l'altra storia e ho bisogno di scrivere anche su altro.
diciamo che mi sto mettendo alla prova, quindi..
spero che non odiate.
comunque, mi farebbe molto piacere se leggeste anche questa storia.
per favore.
comunque sia, be', alla prossima - che non so quando sarà.
grazie ancora se avete letto questo capitolo e leggerete l'altra mia storia.










   
 
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