Buona lettura!
P.S. : se avete curiosità, domande o se avete semplicemente voglia di lasciare un commento a questa storia, sia positivo che negativo, fatelo! Le recensioni fanno solo piacere ^^
P.P.S : i dialoghi contrassegnati dal segno * (asterisco) sono originariamente in lingua straniera, soprattutto la lingua madre di Dmitrij e altri personaggi, cioè il russo, ma anche altre lingue, anche se meno frequenti, ma vi sarà spiegato nel corso del capitolo di che lingua di tratta. Ovviamente tutti i dialoghi sono in 'inglese'.
Le valigie erano pronte. Le tende c'erano tutte, i sacchi a pelo anche. Provviste, acqua, torcia e kit di pronto soccorso. Telefoni cellulari, funzionanti.
- Ok, ragazzi, si può partire! - Emmett si caricò lo zaino sulle spalle e guardò i suoi amici, già sulla porta.
- Solo un momento, devo fare una telefonata. - Dmitrij afferrò il suo telefono e si allontanò, arrivando in terrazza.
Due squilli, poi una voce femminile trillò dall'altra parte del telefono.
- Ciao fratellone. Che bello sentirti, c'è qualcosa che non va?* - Una ragazza sul ponte di una nave si appoggiò alla ringhiera e fissò il mare davanti a sè.
- Volevo solo sapere se ti ricordi cosa devi fare appena arrivi qui. Magari ti dimentichi qualcosa.* - Dmitrij si guardò attorno per vedere che nessuno lo avesse seguito.
- Scherzi? So perfettamente cosa fare, se no non ti avrei promesso il mio aiuto.* - La ragazza rise allegramente e tornò sotto coperta. - Tu parti tranquillo per il campeggio, che io te le rimetto a nuovo. Meglio di un chirurgo. * - Rise di nuovo e chiuse la chiamata.
In verità, non aveva la più pallida idea sul come aiutare il fratello. Qualche ora prima le aveva inviato una foto dei soggetti, e la cosa l'aveva preoccupata non poco. Ma per Dmitrij avrebbe fatto questo e altro. Infondo, lui le aveva dato molto ed era arrivato il momento di ricambiare.
- Ok, possiamo andare sul serio ora, o non arriveremo mai più al campo. - Dmitrij fece capolino dalla terrazza e raggiunse i ragazzi in macchina.
Julia, fidanzata di quest'ultimo e amica di tutti gli altri, Alice e Bella rimasero da sole in salotto.
- Beh, ora che si fa? - Alice guardò le due e si aspettò la solita risposta da Julia.
- Io vado a fare shopping, ma voi non verrete con me come al solito, siete sempre vestite uguali, chissà se vi verrà un po' di buon gusto prima o poi. Bye bye. - Julia si alzò e dopo aver schernito nuovamente le due sorelle se ne andò con una carta di credito.
- Gliela faremo vedere, diventeremo le più belle dell'intero liceo! - Bella si alzò e strinse i pugni, anche se in cuor suo sapeva che non sarebbe successo, non così facilmente almeno.
Alice la guardò e si rannicchiò sul divano. - E come? Ci vorrebbe un miracolo! - Sospirò e accese la Tv, per seguire la sua telenovela argentina preferita.
- Quanto la odio, è un'oca montata e nient'altro! Mi chiedo come possa Dmitrij stare insieme ad una ragazza del genere. - Bella proseguì, e la sorella sbuffò. - Ricominci, Bells? Cos'è, per caso ti piace Dmitrij, che continui a preoccuparti dei loro problemi?! - Bella arrossì e si girò verso la sorella, prese un cuscino e glielo lanciò. - Ma piantala, non mi piace lui! A me piac.. - Si interruppe e si tappò la bocca, ma Alice aveva sentito. - Oddioooo! Chi è allora? - La afferrò e la trascinò sul divano, si buttò sopra di lei e la tenne ferma. - Avanti, dimmi chi è dimmi chi è dimmi chi è!! -
Bella cercò di divincolarsi ma la presa era troppo forte, così si arrese. - E va bene.. Facciamo così, io ti dico chi è e tu mi dici chi piace a te. - Alice corrucciò la fronte e la guardò. - Chi ti dice che c'è qualcuno che mi piace? - Distolse lo sguardo da quello della sorella ma non mollò la presa. - Dai Al, si vede da lontano un miglio! Giuro che ti dico chi è, però anche tu devi farlo. Altrimenti non lo saprai mai! - Le fece la linguaccia e riuscì a staccarsi dalla sua presa, scappando per casa. Alice la inseguì con un cuscino in mano. - E va bene! Mi piace un certo ragazzo biondo, ma lui non mi noterà mai, stronzo com'è.. - Bella si fermò e la raggiunse, parando le cuscinate che la ragazza le diede. - Anche a me piace un biondo, ma.. non è Edward, vero? - Alice scoppiò a ridere sguaiata. - Edward?!?! Oddio, è un ragazzo carino ma no, per favore! Tutti tranne Edward! - Bella tirò un sospiro di sollievo. - Menomale, se no t'avrei soffocata con un cuscino. - La guardò e, imitando la camminata di Julia, se ne andò verso la cucina.
Alice la seguì continuando a ridere e si sedette sul bancone. - Beh, diciamo che lo stronzo per eccezione è Jasper, non Edward. E tranquilla tesoro, tienitelo pure, a me non piace. Tanto anche se fosse non mi guarda minimamente, ma va bene così. Purtroppo però, nemmeno il biondino mi guarda, e questo è peggio. - Sospirò e scese, afferrò un bicchiere e vi versò del latte.
- Beh, tranquilla Al, riusciremo in qualche modo a cambiare la situazione, e prima dell'inizio dell'anno saremo delle dee! - Bella appoggiò la mano sulla spalla della sorella e sorrise, poco convinta.
- Bella, come fai a dire così?! Mancano tre settimane all'inizio della scuola, e se aspettiamo l'aiuto di quella strega diventiamo vecchie e con la barba, fidati. - Guardò la sorella e scrollò il capo, sospirò amareggiata e se ne andò in camera sua.
Bella la guardò andare via senza dire niente, poi con l'aria triste mise il guinzaglio a Rudy, il loro pastore tedesco, e uscì a fare una passeggiata.
La nave sbarcò esattamente dove l'aveva caricata, e Rosaliya, o come la chiamano tutti Rose, scese attendendo il suo turno in fila. Era appena andata a fare un giro in barca e ora doveva prendere l'aereo per volare dritta dritta a Forks, dove l'aspettava una nuova vita e un compito affatto facile.
Poi la nuova scuola, il distacco dalla sua Russia, dalla sua famiglia.. Doveva farlo, nessun rimpianto. Un'auto parcheggiata poco distante la aspettava, e Rose salì senza indugi verso l'aereoporto, cominciava a fare tardi.
Erano le cinque di pomeriggio, l'aereo sarebbe partito mezz'ora dopo, e lei era ancora in auto, vicina all'aereoporto ma ancora lontana.
I secondi passavano, e la ragazza era sempre più in ansia, soprattutto dopo tutti gli sforzi che aveva dovuto fare per poter viaggiare senza un maggiorenne. Sì, Rose aveva solo 16 anni e c'era il problema della maggiore età, ma dopo qualche settimana riuscì ad ottenere tutti i permessi, e non si sarebbe persa il volo neanche a morire.
Mancavano venti minuti, e riuscì ad intravedere il suo aereo poco distante da lei, e l'ansia crebbe. Il traffico era intenso, ma che diavolo stava succedendo?
Rose tirò giù il finestrino dell'auto e guardò fuori. Un incidente. Allora prese le sue due valigie e aprì la portiera, pagò in fretta l'autista e cominciò a correre velocissima verso l'aereoporto, guardando di tanto in tanto l'orologio.
Mancavano solo otto minuti. La ragazza senza fiato arrivò vicino al Check In e porse il biglietto, rossa in viso, poco prima che gli sportelli dell'aereo si chiudessero.
Appena fu sull'aereo, andò a cercare il suo posto. Prima classe, ovviamente. Si sedette e scoprì che vicino a lei c'erano un paio di ragazzi che l'avevano seguita con lo sguardo dal suo arrivo sull'apparecchio.
Si mise comoda sulla poltrona e tirò fuori il suo Mp3, il viaggio sarebbe stato lungo e stressante.