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Autore: The Cactus Incident    28/08/2012    4 recensioni
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sch chapter 15



Marzo 1999
Margareth P.O.V.
Da quando JD e Matt si erano messi insieme, con tanto di benedizione di Val, le cose stavano andando alla grande.
Niente più seghe mentali, niente più crisi isteriche, niente più colossi dal cuore spezzato che non sapevano dove andare a parare……
Io e Zack resistevamo, di settimana in settimana e ormai stavamo insieme da tre mesi e qualcosa e andava alla grande.
C’era una sola, piccola cosa che mi preoccupava: il concerto.
Si, perché con l’avvento della primavera, ci sarebbe stato il concerto di primavera, insieme al ballo, fra l’altro e la cosa mi stava già torcendo le budella.
Gli anni precedenti al ballo o non ci ero andata proprio (primo anno) e ci eravamo andati in massa, vestiti in maniera “non consona” (come aveva detto la prof di teatro vedendoci) e ci eravamo divertiti come mai al mondo.
Ma quest’anno sarebbe stato diverso…. Insomma, non c’era Haner con cui far cadere quelli che ballavano o Jim che faceva a botte col dj.
Quest’anno ci saremmo stati io e Zack. E un ridicolo vestito che Stacey mi avrebbe obbligato a indossare.
Si, avremmo fatto la cosa più odiosa, detestabile e melensa che avessi mai fatto: doppia coppia al ballo.
Mio Dio, mi veniva voglia di tagliarmi le vene al solo pensiero… No, non mi piace come battuta (un giorno saprete perchè, promesso).
Zack nemmeno mi sembrava troppo convinto, ma lui si era fatto trascinare dall’euforia di Matt e io da quella di Stacey e adesso io e la ragazza stavamo facendo compere.
“JD davvero…. ma che cazzo? E’ un ballo, mica un matrimonio!” dissi scandalizzata, vedendo quello che mi proponeva.
“Infatti, peggio, ci sarà tutta la scuola, ci sarà Michelle e tu devi essere una figa stratosferica”
Ehi, aveva detto il nome magico.
“Michelle? Davvero?” Chiesi mentre un sorriso sornione si apriva sulle mie labbra.
“E’ una cheerleader, è ovvio che ci sarà anche lei” disse ovvia Sty e in effetti aveva ragione.
“Quindi è anche ovvio che tu dovrai farla crepare, intesi?” disse puntandomi un dito contro e io annuii, guardandola.
“Ok, però niente di esagerato”
Seh, fate finta che io non abbia pronunciato quella frase, uhm?
Comunque, prima di questa parentesi, cos’è che stavo dicendo?
Ah si, il concerto.
Zack era ancora in combutta contro il prof di musica per via dell’umiliazione dopo il compleanno di Jim e aveva intenzione di fargliela pagare il giorno del concerto che, fra parentesi, era anche il giorno del ballo.
Il concerto si sarebbe tenuto di mattina, il ballo di primavera di sera.
Non avevo la più pallida idea di quello che voleva fare e il fatto che lo chiamassero “Vengeance” non mi convinceva per niente.
Quindi avevo due pensieri che mi torturavano: il ballo e il sabotaggio di Zack, perchè in qualche modo l’avrebbe come minimo sabotato, ne ero convinta.
Avevo provato più volte a convincerlo dal desistere, ma lui no.
Zack non aveva proprio dei sani principi, uno di questi, ad esempio, era la vendetta.
Era il suo modo di farsi rispettare, di riscattarsi dai torti subiti e di far vedere agli altri chi è che comanda.
Io ero più per l’approccio diretto: ti faccio vedere che comando io dall’inizio. E basta.
Più alla “occhio per occhio, dente per dente” mentre Zack era alla “braccio per capello, ghigliottina per dente”, no so se mi spiego.
Fortunatamente, nella nostra storia non comandava nessuno dei due, altrimenti sarebbe stata la fine, quasi sicuramente.

Stacey P.O.V.
Andava tutto alla grande.
Con Matt era tutto perfetto, certo, eravamo agli inizi della seria “conosciamoci visto che la cosa più intima che abbiamo fatto fino ad ora è stata cacciarci la lingua in bocca o cambiarti l’orecchino”, ma per il momento si stava alla grande, speravo solo che durasse.
Matt in fin dei conti era un ragazzo semplice, pochi principi e ben saldi e mi trattava come se fossi la prima e l’ultima della sua vita.
No, non avete capito. Non è che mi arrivava davanti ogni giorno col fascio di rose recitando roba melensa o cagate del genere.
Era il suo modo di guardarmi, le piccole attenzioni e i gesti dolci che sbucavano fuori ogni tanto in modo inaspettato, senza la fanfara.
Matt non era un tipo da grandi cerimonie, per i suoi standard, era già stato troppo teatrale a San Valentino con tutte le rose e lo striscione (mi ero fatta perdonare per la storia degli insulti a quest’ultimo e lui non se l’era presa come sembrava, non disperate).
Anche in quel momento, mentre fumavamo nel giardino della scuola, invece di starcene nell’auditorium a trovare un posto per il concerto.
Sta volta si era portato la coperta per mettersi sull’erba ed evitare di diventare fucsia e si era steso, con me che gli stavo praticamente poggiata addosso e gli piazzavo la sigaretta fra le labbra di tanto in tanto.
“Di che colore è il tuo vestito?” chiese ad un tratto e io inarcai un sopracciglio.
“Uhm?”
“Il tuo vestito, per il ballo” specificò, tranquillo.
“Blu acceso. Perché?”
“Per i fiori, che domande” fece ovvio.
“Parli di quelli che si legano al polso?”
“Si, proprio quelli”
Mi raggomitolai sul suo petto e lo guardai divertita, mentre lui si mordicchiava il piercing.
“Ma ti metti lo smoking?” dissi divertita.
“Eh si, dolcezza, sono obbligato, altrimenti mia madre non mi fa uscire di casa” risi divertita e lui rise con me.
“Beh, saremo una coppia spettacolare” dissi quasi sarcastica e lui mi guardò con un sorriso uccidi- neuroni.
“Si che lo saremo. Insomma, guardaci, siamo perfetti!”
“Beh, tu, in solitario, magari qualche accenno di perfezione ce l’hai, ma l’insieme non so quanto possa giovarti”
“Solo qualche accenno?” disse scettico inarcando un sopracciglio. Ecco, era bello e sapeva di esserlo, era forse un reato? Non se sei Matt Sanders. Se invece sei Brian Haner (e siamo nel ’99, specifichiamo), potrebbe.
“Sei un adolescente, gli adolescenti non sono mai uno spettacolo, fra qualche anno diventerai un figo da paura e lì mi pentirò di averti lasciato” il sorriso di Matt morì.
“Perchè dovresti lasciarmi?” scrollai le spalle.
“Boh, non so, siamo adolescenti, possiamo durare fino al matrimonio così come tre mesi, chi può dirlo” Matt scrollò le spalle.
“Personalmente punto all’eternità, se poi qualcosa va storto, pazienza”
“Eternità?” chiesi stranita mentre mi sedevo sulle sue gambe e gli mettevo le braccia attorno al collo.
“Si, ti spiego. Se mi metto con una persona è perché mi piace davvero, non sono il tipo di mettersi con una tanto per non stare solo. Se voglio scopare e sono single non ho grossi problemi a trovarmene una, sembro più grande di quello che sono, capirai che ci voglio. Ma se devo stare con una ragazza fissa è diverso, voglio che ci sia qualcosa di vero. Scelgo bene le mie malcapitate” disse convinto e lo guardai compiaciuta.
“Beh, Matt, sei……. maturo, non l’avrei mai detto” dissi sorvolando sul suo “se voglio scopare ecc….”. Di quello si sarebbe parlato un’altra volta, uhm?
Mi beccai un finto cazzotto su una spalla.
“Ehi!” disse facendo il finto offeso divertito e io risi.
“Dai Matt, non ti conosco, lasciami un po’ di tempo” avvicinò il viso al mio, le punte dei nasi che si sfioravano.
“Tutto il tempo che vuoi” sospirò prima di baciarmi e sorrisi appena prima di intrecciare le nostre labbra.
La realista riccia e il sognatore con le fossette.
Si, avevamo buone probabilità di durare un bel po’, forse aveva ragione.
Almeno fino all’università se mai mi fossi decisa ad andarci.
Il nostro bacio idilliaco fu distratto da una mandria di pecore che veniva cacciata nel cortile.
Che diamine stava succedendo?


Meg P.O.V.
Il concerto del coro del prof doveva iniziare e noi eravamo seduti tutti nell’auditorium, ma non cominciava.
Erano ormai venti minuti di ritardo e per quanto riguarda la Huntington Beach High School posso assicurarvi che era qualcosa di ineccepibile e spaventoso.
Zack continuava a ridacchiare, al mio fianco e io mi avvicinai a lui.
“Allora?” mi guardò con un sorriso sornione.
“Aspetta che se ne accorgano tutti, non voglio rovinarti la sorpresa” e mi lasciò un bacio a fior di labbra, mentre ancora sghignazzava.
Un tipo secco e con una zazzera arancione (non rossa, proprio arancione) entrò nell’auditorium correndo.
“Venite a vedere cos’hanno fatto nell’aula di musica!”
Noi che eravamo fra le ultime file ci alzammo e uscimmo subito, quasi a capo di quell’armata di curiosi che invase i corridoio per dirigersi verso la classe.
Riuscimmo ad entrare per un pelo, vista quanta gente c’era.
Dal soffitto, dove dei grossi ganci tenevano su i lampadari al neon, pendeva un groviglio indicibile ed enorme di microfoni.
Si, esattamente, quasi sicuramente erano tutti i microfoni della scuola (e la nostra scuola era grande e ben fornita, posso assicurarvelo) uniti e incastrati in un groviglio spaventoso di fili e gelati del microfono che in alcuni casi pendevano quasi fino al pavimento.
In più dietro al groviglio, c’era un grossa scritta sul muro, in un rosso intenso e grondante che sembrava quasi sangue.
“Ehhhi… vendehttha siih?” lessi incespicando e Zack mi si avvicinò, mettendomi le braccia in vita abbracciandomi da dietro e lasciandomi un bacio sulla guancia.
“E’ italiano, significa ‘e vendetta sia’. Ti piace?” sospirò tranquillo sulla mia spalla, per non farsi sentire da nessuno e io emisi un verso stranito mentre continuavo ad osservare quello che aveva combinato il mio ragazzo.
“Italiano?” chiesi stranita
“Mia madre è italiana, non te l’ho detto?”
“Uhm… no” Scrollò le spalle
“Bhe, adesso lo sai” Uscimmo dalla classe giusto dopo aver visto il professore di musica che si disperava e ce ne andammo, certi che non ci sarebbe stato nessun concerto del coro.
Zack mi teneva tranquillamente la mano, mentre uscivamo dalla scuola.
“Ma come hai fatto?”
“Prima ho fatto una copia delle chiavi del bidello, poi sono entrato la notte scorsa. Mi ero anche informato e ho saputo che la guardia notturna era in vacanza, giusto per stare un po’ più tranquilli. Sapevo che avevano già disposto tutto per il concerto e quindi che i microfoni sarebbero stati tutti nell’auditorium.
Non ho fatto altro che prelevarli, metterli in un sacco e quando li ho tirati fuori erano già aggrovigliati così.
Per la scritta è bastata una bomboletta spray ed ecco qui, il mio tesoro è vendicato” disse sorridente.
“Lo ammetto, era un po’ che volevo farlo, aspettavo solo il pretesto giusto e anche la motivazione” Mi strizzò l’occhio e accennai una leggera curva con le labbra.
Zack mi scrutò a lungo.
“Che c’è? Non ti è piaciuto?”
“No che non mi è piaciuto Zack, è una stronzata. E se qualcuno venisse a saperlo? Potrebbero arrestarti!”
“Io e te siamo gli unici a saperlo, il professore di musica è pieno di “nemici”. Se tu non dirai niente, non rischio niente”
“Certo che non dirò niente, ma tu potresti anche evitare di fare di queste stronzate” dissi scazzata e Zack indurì la mascella, sconcertato.
“Era la tua vendetta, l’ho fatto per te!” Sgranai gli occhi.
“Non ho bisogno di queste dimostrazioni di affetto e, personalmente, trovo la vendetta una cosa stupida e infantile” Mi guardò come se gli avessi rivolto l’insulto più grande possibile.
“Peccato che la mia vita si basi su una vendetta e una rivincita continua”
“C’è differenza fra vendetta e rivincita. La vendetta è da stupidi, la rivincita è da chi vuole mettersi sempre in gioco”
“E allora io sono entrambi”
“Al momento mi sembri più uno stupido” dissi secca e lui incrociò le braccia al petto, offeso.
“Non mi capisci, nessuno ci riesce”
“Io non capisco perché dovrei essere felice del fatto che hai rovinato il muro della scuola e fatto una cagata del genere!” Zack sgranò gli occhi.
“Quindi adesso è una cagata! Alla prossima frase che dici? Che sono uno stronzo e che non vuoi venire al ballo con me?” quasi mi urlò contro e io presi un paio di respiri profondi, per tornare completamente calma.
“Certo che no, io ti amo, Zack, ma questi comportamenti sono stupidi e infantili”
“E allora sono io a essere stupido e infantile”
“Quando fai così, si” Serrò la mascella.
“Bene, passo a prenderti alle otto da Stacey, con Matt” e se ne andò.
Io rimasi lì, come una cogliona, ancora incazzata, ma mi dispiaceva di averlo trattato così.
Però se l’era meritato, diamine!
Ok, anche io faccio una miriade di stronzate, ma questa è proprio una cosa infantile.
La nostra è una scuola fornita, in altre quello che abbiamo noi se lo sognano, detesto che dei coglioni come Zack rovinino quello che abbiamo, così.
Avrei preferito se avesse dato fuoco alla macchina del prof, sul serio. Non ci sarebbero state ritorsioni sulla scuola, solo su quello stronzo.
Ma Zack no, Zack doveva fermare tutto il concerto perché è una fottuta primadonna e vuole che quello che fa rimanga nella memoria di tutti.
Ancora scazzata me ne tornai a casa per prendere l’occorrente per andare da Stacey. Aveva insistito perché mi preparassi a casa sua, un po’ come a capodanno e per alcune cose la cara JD è irremovibile, a me mi frega fino ad un certo punto e quindi gliela do vinta.
Stavo aprendo la porta di casa, scazzata, quando la porta di Jim si aprì e ne uscirono Jim e Brian.
“Ohi Nessie! Stasera sei dei nostri? Come l’anno scorso?” chiese Brian con un sorriso.
“No, vado con Zack” diamine, dal tono da funerale che avevo usato sembrava avessi detto che ci andavo con mia madre.
“E non è un bene?” chiese Brian stranito dal mio tono.
“Certo” bofonchiai prima di sbattere il portone alle mie spalle.
Afferrai l’occorrente già preparato sul divano e quando riaprii il portone avevo quei due davanti, con la braccia incrociate e le espressioni preoccupate.
“Mi fate passare? Non voglio fare tardi da Stacey. Jim mica mi dai uno strappo?”
“Se mi dici cosa è successo, si” disse Jim secco.
“Che è successo….. ho litigato con Zacky venti minuti fa, ecco che è successo” dissi stizzita e col tono stanco. Brian mi guardò preoccupato.
“Dev’essere serio se stai così” chiese mentre mi scrutava.
“Certo che è serio, solo con te litigo per le stronzate” dissi con voce stanca.
“Vuoi davvero andare al ballo con lui?” chiese Jim rilassando le bracci lungo i fianchi e scansandosi appena, facendomi uscire di casa e chiudere il portone a chiave.
“Certo, dobbiamo parlare, non voglio che rimanga in sospeso”
“Ok, come preferisci. Se vuoi, noi siamo lì” mi propose Brian dopo un leggero cazzotto su una spalla.
“Ma tu non vai con Michelle?” gli chiesi stranita e in risposta Brian sgranò gli occhi e cambiò colore.
“Oh cazzo!” bofonchiò prima di correre via come un forsennato. Io e Jim rimanemmo a guardarci prima di scoppiare a ridere.
“Dici che se n’è sul serio dimenticato?” commentai io divertita e Jim annuì.
“Dico proprio di si” Mi mise un braccio attorno alle spalle e mi guardò. “Forza, ti accompagno io che devo recuperare una camicia preferibilmente a tinta unita, magari bianca”
Lo guardai allibita, mentre scendevamo le scale.
“James Sullivan con una camicia a tinta unita?! Mi prendi in giro?”
“No, ma se non trovo un amico con cui andare al ballo, mi tiro a lucido e vedo di fare conquiste sul posto” disse tranquillo e annuii.
“Ti conviene provare da Matt, lui ne ha qualcuna e più o meno dovrebbero andarti”
“Buona idea, ragazza, direi proprio che Shad è la mia ultima spiaggia”
Dopo avermi scaricato da Stacey, continuò in direzione della casa di Sanders.

Stacey P.O.V.
Meggie arrivò con una mezza faccia da funerale e la custodia del vestito in spalla.
“Ohi, che succede?”
“Ho litigato con Zack” sgranai gli occhi, scandalizzata.
“Ha deciso di portare un’altra al ballo e adesso tu vai con Haner o cosa?” fece una faccia quasi schifata.
“No, diamine. Hai presente il casino nella sala musica?”
“Si”
“E’ stato lui” disse secca.
“Cazzo”
“Per questo abbiamo litigato” Sbuffai mentre salivamo al piano superiore. Dopo esserci chiuse in camera mia, schiaffai Meg nel mio bagno per cambiarsi, mentre io mi cambiavo in camera mia.
 “Se ne è uscito fuori con “l’ho fatto per te, era la tua vendetta” e roba del genere, ma a me non me ne fotte un cazzo della vendetta! Se lo arrestano devo averlo pure sulla coscienza, diamine” mi spiego dal bagno.
“Meg, lo sai che Zack è quello che è, non puoi di certo aspettarti che metta la testa a posto” risposi io mentre mettevo i collant leggeri.
Buttai un occhio al mio vestito blu lapislazzulo appeso all’armadio. Era un semplice vestito di shantung, lungo fino al pavimento, avvitato e aderente fino alle anche per poi aprirsi leggermente. Lo scollo diritto con le spalline sottili, era decorato da ricami di perline bianche che scendevano sul lato destro e alcuni ricami uguali erano anche sulla fine del vestito e salivano fino al fianco, dal lato destro. Semplice, niente di esagerato.
L’abito lungo è d’obbligo in queste serate. In molte scuole se non ce l’hai non ti fanno proprio entrare, vi pare giusto?
Scivolai nel vestito e aspettai che uscisse Meg per chiudermi la zip sulla schiena.
“Bene, con questo vestito mi sento una vacca e la mia voglia di andare al ballo e sotto i tacchi” bofonchiò incazzata uscendo dal bagno.
A Meggie il rosso stava una favola, non si poteva obbiettare. Anche se detestavo quel colore (il preferito di Matt, fra l’altro) a lei stava bene. Pure se il suo, di colore preferito, era il viola.
Il suo vestito era della stessa stoffa del mio, ma era a due pezzi. Aveva un corpetto senza spalline rosso di base con del tulle nero cucito su entrambi i lati e due strisce nere sottili sul davanti e una centrale, lo scollo leggermente più sagomato rispetto al mio, ma egualmente…. “generoso”, ecco. Non che si vedesse granché, visto come eravamo messe entrambe. Beh, almeno non eravamo di certo volgari, poco ma sicuro.
La gonna era nera, sempre di shantung e lunga fino al pavimento, ma leggermente più stretta della mia e aveva le stesse strisce del corpetto, come se ne fossero la continuazione, ma con i colori invertiti.
“Meg, stai una favola, posso assicurartelo”
“Sarà” disse stizzita, sedendosi sul letto, aspettando che mi preparassi io.
“Mi trucchi tu anche sta volta?” chiese distrattamente, mentre carezzava la testa di Jack, ma impedendogli di avvicinarsi troppo.
“Certo, dammi un attimo che finisco io. Puoi chiudermi il vestito?”
Si alzò e mi chiuse la zip, sospirando un “Certo” per poi tornare a sedersi sul letto, ancora scalza.
“Metti le stesse scarpe di capodanno?” chiesi distrattamente e lei annuì.
“Tanto, sono nuove e sono gli unici tacchi che ho” disse tranquilla. “Jack che ne pensi di venire al ballo con me? Eh cuccioline? Andiamo io e te e mollo Zack qua, che ne pensi?”
Jack scodinzolò ed emise un “Woff!” convinto.
“Oh, l’ho sempre detto che i cani sono meglio di molti ragazzi”
“Dai, adesso non essere tragica, vedrai che con Zack le cose si sistemeranno” sospirai alzandomi e facendole segno di sedersi al posto mio.
“Boh, speriamo bene”
I capelli le erano cresciuti parecchio e glieli tirai tutti da un lato, facendole una cascata di boccoli col ferro (perchè a casa mia c’era un ferro, me lo stavo chiedendo anche io, ma vabbè) col ciuffo che ricadeva in una curva morbida insieme ai capelli. Più o meno le feci lo stesso trucco di Capodanno, ma un po’ più chiaro ed elegante.
I miei capelli (sempre più lunghi) erano perfettamente lisci e tirati da entrambi i lati sulla nuca, congiungendosi sotto , nascosti dalla massa di capelli castani tirati indietro e leggermente cotonati sopra.
Linea di eyeliner un po’ retrò e sfumature con l’ombretto blu e perlaceo.
C’infilammo i tacchi vertiginosi (mica siamo cretine e andiamo in giro con quei cosi dall’inizio?), afferrammo le borsette in cui a stento entrava il pacchetto di sigarette. Il cellulare non ci provai proprio.
Un’ultima occhiata allo specchio e mia madre ci avvertì che “erano arrivati i nostri cavalieri”, parole sue.
Ci lanciammo un’occhiata e scendemmo le scale.
Stavamo attraversando gli ultimi gradini quando mio padre ci scattò una foto.
“Papà”
“Ehi, è un giorno da ricordare!” si giustificò lui, facendoci un’altra foto.
Avrei voluto ribattere ancora, ma fui distratta da un figo che mi sorrideva.
Oh, era Matt.
Il mio ragazzo era impeccabile, aveva uno smoking nero, semplice, la camicia bianca perfetta e la cravatta nera, dal taschino dello smoking, usciva un fiore bianco con i bordi blu che sinceramente non sapevo proprio cosa diamine fosse, ma era molto simile a quelli che aveva nella scatola di plastica che aveva fra le mani.
Mi avvicinai e gli sorrisi.
“Sei bellissima” disse tranquillo e mi porte i fiori.
“Neanche tu sei male” dissi con un mezzo sorriso e scoppiò a ridere.
Mi mise una mano in vita e TACK! di nuovo mio padre.
“Papà”
“Dai, siete carini” mia madre fece una faccia sconvolta.
Da quando a mio padre piaceva il ragazzo con cui uscivo?
Li aveva sempre detestati, soprattutto Simon, per via dei capelli. Matt aveva il piercing e parecchi tatuaggi, ma non sembrava dargli fastidio. Bah, chissà che si erano detti quella volta che avevano chiacchierato.
Zack era vestito nello stesso modo di Matt, ma invece della cravatta aveva il papillon, i capelli ordinatamente (e insolitamente) tirati indietro. Fra le mani aveva una scatola uguale a quella di Matt, ma con alcune rose molto particolare i cui petali erano bianchi all’esterno e rosso scuro all’interno (non chiedetemi cosa fossero, non ne capisco niente di botanica).
Meg si avvicinò a lui e lo guardò con aria colpevole, lui aveva la faccia da cane bastonato. Credo si sentissero entrambi in colpa per essersi urlati addosso, ma sembravano abbastanza propensi a fare pace.
Meno male, dai. Papà cominciò a fare foto anche a loro due visto che Lay, la madre di Meg, gli aveva chiesto di farne al posto suo, visto che lavorava e non avrebbe potuto vedere la figlia tirata a lucido, una novità.
Meg sistemò il papillon di Zack (mio padre gli fece ancora una foto) e, dopo una foto tutti e quattro, c’infilammo nella macchina di Matt.
“Ehi, che fine ha fatto il furgone?” chiesi distrattamente. Davanti avevo una Mustang nera tirata a lucido che era al fine del mondo.
“Non mi sembrava il caso, questa è l’auto di mio cugino, se gliela graffio sono morto” disse aprendomi lo sportello del passeggero. Zack fece lo stesso a Meg sul posto di dietro e poi fece il giro della macchina per sedersi di fianco alla ragazza.
Cominciarono a bisbigliare per tutto il tempo e a guardarsi con le facce da cani bastonati. Io e Matt ci lanciavamo occhiate, provando a capire che dicessero, ma alla fine scollammo le spalle e scoppiammo a ridere.
Legai i suoi fiori al polso, come da manuale e cominciammo a parlare distrattamente per quanto riguardava la serata e cosa avrei dovuto aspettarmi.
Quando arrivammo davanti alla scuola (molto vicina a casa mia, ma Matt aveva fatto un giro panoramico per far sì che i due parlassero con calma), Meg e Zack si tenevano la mano con dei sorrisi tranquilli e Matt mi prese sottobraccio.
“Beh, sembra che quei due si siano riappacificati, no?” dissi io tranquilla mentre avanzavamo verso l’ingresso.
“Non cantare vittoria troppo presto… Oh, foto!” sospirò Matt mettendomi al suo fianco, mentre il ragazzo davanti a noi scattava la foto.
“Beh, adesso non pensiamoci, uhm? Siamo al ballo, forza!” Ma si divertiva davvero così tanto? Wow.
La palestra era addobbata e era stato montato un piccolo palco su cui c’era il DJ con la console, il tavolo delle bibite e di alcune tartine non identificabili come commestibili.

Meg P.O.V.
La serata tutto sommato andò bene.
Io e Zack chiarimmo e mi promise che non avrebbe fatto più cagate del genere dedicandole a me o utilizzandole come segno del suo amore. E io promisi di essere meno sclerotica e paranoica nei suoi confronti.
Insomma, si poteva fare, no?
Zack si era dileguato con alcuni suoi amici e io stavo parlando con Val, quando mi ritrovai davanti Haner. Aveva un completo nero e una camicia bianca senza colletto, i capelli ordinatamente tirati indietro e il solito sorrisetto sbruffone.
“Haner, a quale chierico hai rubato la camicia?” Scusate, ma mi venne naturale, voi non avete idea di come fosse conciato.
“Nah, me la prestato il ragazzo di quella gothic sadomaso a cui hai rubato il corpetto. Ti va di ballare?”
“Haner dove hai abbandonato mia sorella?” chiese Val divertita.
“Oh è da qualche parte con le sue amiche…. Come parte del comitato studentesco deve occuparsi di quella roba per la reginetta del ballo” spiegò distrattamente.
“Quindi sarei il ripiego alla tua ragazza assente?” dissi caustica e divertita. Era troppo divertente lanciargli frecciatine. Haner sbuffò pesantemente prima di afferrarmi per una mano e portarmi sulla pista.
C’era un lento del cazzo e mi mise le mani in vita. Io leggermente imbarazzata poggiai le mie sulle sue spalle.
Mi guardò mentre ondeggiava a tempo di musica. Non sapevamo ballare, semplicemente ondeggiavamo a tempo sembrando grano scompigliato dal vento.
Mi guardava con un sorrisetto accennato sulle labbra.
“Mi spieghi quella faccia?” chiesi divertita.
“Quale faccia? Non posso ballare con l’estensione della mia famiglia e sorridere?”
“Certo che puoi, ma sembri mongoloide così” Alzò gli occhi al cielo e sorrise.
“Per una volta che non ti insulto in pubblico”
“Per questo è strano…..” Sbuffò e mi sorrise.
“Piuttosto, risolto con Mr. Vengeance?”
“Certo che si, adesso è tutto alla grande” dissi ovvia e lui sorrise.
“Quindi siete tornati in modalità sole cuore amore, eh? Sono felice per te”
“Si, guarda, sprizzi allegria da tutti i pori” dissi sarcastica e sbuffò pensatemene per poi guardarmi serio.
“Lo sai che quel ragazzo non mi piace”
“Beh, se così non fosse significherebbe che sei gay” provò a fare il serio ancora un po’, ma alla fine scoppiò a ridere e io gli fui dietro.
“Ok, come non detto” sorrise allegro.
“Bri, davvero, non ho bisogno di qualcuno che prenda le decisioni al posto mio. Urge più un amico, come fratello mi basta e avanza Jim” Mi sorrise ancora.
“Sai Meg, stasera sei quasi guardabile”
“E’ il massimo che posso ottenere da te, vero?”
“Certo che si” scrollai le spalle.
“Mi accontenterò” la canzone finì e poggiai le labbra pesantemente colorate sulla sua guancia. Giusto per far incazzare Michelle e poi venni rapita da Jim per ballare insieme a noi due come dei deficienti.
In breve sia giunse anche Zack e gli altri, ballando come una bassa di mongoloidi a tempo di quello schifo commerciale e inascoltabile, ma il senso del ritmo ce l’avevamo tutti, quindi ci si accontentava.
Si, non male come ballo del terzo anno.






Ehm, salve.
Sono una reietta, una stronza  etto quello che volete.
È un secolo che non mi faccio vedere, ma credo che questo mese di agosto sia identificabile come il più brutto che la mia famiglia abbia mai attraversato.
Ma spero di tornare al vecchio ritmo! :D
Dia, ce la posso fare *anf anf*
Ma adesso torniamo alla storia….
In verità si racconta che Zack li abbia semplicemente rubati i microfoni, ma io sono più teatrale e poi dovevo far litigare quei due, mi serviva v.v
Lo vedete lì dietro le quinte? No? Beh, è solo Haner che balla la lambada con uno scopettone per la gioia di quei due che litigano, cosa volete che sia :’)
Beh, di Brian avevo QUESTA idea v.v
Bello, eh? Un amore (sono leggermente sarcastica. Prego notare il piercing che al giorno d’oggi non ha più eheheheh)
Vi consiglio di vedere le rose che Zack regala a Meg, anche note come Rose Osiria, semplicemente stupende.
Mio Dio, Matt rischia di mandarmi all’obitorio. Mi si alza la glicemia che non vi dico, sul serio.
Non lo faccio di proposito, mi viene melenso in modo carino :/ (perchè è carino, vero?! Non è melenso e basta, eh?!?!)
JD apprezzerà v.v (spero) Simon un po’ meno DDD: povero, piccolo, strafigo….. <3
è finito nel dimenticatoio v.v cose che capitano.
Ringrazio Black Is the New Black che ha recensito lo scorso capitolo :D (ragaaaaaazze? Dove sieeeete?)
Me lo lasciate un commentino per insultarmi? Eh?
Saluti! :D
PS: se vi dicessi che in pratica siamo a metà della storia?
The Cactus Incident
  
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