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Autore: LilyHome    28/08/2012    1 recensioni
Finita la guerra e quasi terminata Hogwarts, dopo la morte di Lord Voldemort tutti i ragazzi si ritrovarono a ripetere l’anno perduto. I M.A.G.O terminati e solo sette giorni per salutare definitivamente la scuola, che per molti era stata come una seconda casa. Sette giorni prima dei risultato degli esami affissi sulla bacheca, sette giorni prima di diventare adulti, adulti veramente.
Draco Malfoy vuole rinascere e decide di non scappare mai più.
Hermione Granger vuole finire la scuola come una ragazza normale .
Una notte di follie e sfide perfide per un anello marchiato Narcissa Black.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sappi che non l’ho fatto per te Mezzosangue- Disse Draco buttando il mantello nero sul divano grigio del salotto informale di Villa Malfoy –Solo che anche io dovevo prendere delle cose da qui- 

La Grenger era ferma accanto a lui stringendo confusamente la bacchetta tra le dita che le erano diventate bianche dalla tensione –Non credevo che tornare qui sarebbe stato così…- 

-Orribile?- Chiese lui avviandosi verso la porta. 

Lei lo seguì senza staccare gli occhi da quel che aveva attorno, mobili coperti da lenzuoli bianchi, ma neanche uno stato di polvere che ricopriva il pavimento tanto lucido da potersi specchiare. 

Le indicò un portone enorme –Questa è la biblioteca, Mezzosangue. Fai quello che devi, portati via il libri, esegue le ricerche.. Io sono nello studio di mio padre al piano di sopra. 

La osservò tentennare prima di entrare nella stanza ed un ghigno gli comparve sulla faccia –Ti manca il coraggio, Mezzosangue?- 

Quella assottigliò gli occhi –Non sono io che mi sono fatta pregare per tornare nella mio vecchio castello degli orrori, mi pare- Disse in un sibilo –Stavi provando a scappare per caso?- 

Malfoy fece svolazzare la mano in aria –Sono qui, ora, mi pare- e si dileguò nello studio del padre. 

Era come l’avevano lasciato gli Auror quando avevano perquisito la villa. Solo riordinato dagli elfi. Si sedette nella poltrona foderata di pelle, battendo le mani sulla scrivania possente.  

Il Padrone di Villa Malfoy. 

Era la fotocopia di suo padre. Con quei capelli biondo platino, gli occhi glaciali, la camicia stirata. 

Fece scorrere lo sguardo sulle pergamene li davanti. Che visione orribile. C’era ancora la lettera del padre di Astoria là in mezzo. 

-Ciao, Draco-  

Malfoy alzò lo sguardo verso il quadro di Lucius che ghignava dalla parete di fronte  

-Taci, o ti porto in soffitta- 

-C’è la Mezzosangue che mi ha sbattuto ad Azkaban o sbaglio in biblioteca? Me lo ha detto il tuo trisavolo, che passava di lì- 

-Malfoy!- Hermione si affacciò allo studio seguita da una serie di libri e fascicoli che lievitavano dietro di lei –Io ho concluso, se non hai altro da fare…- 

Draco ignorò palesemente lo sguardo disgustato del ritratto del padre e la raggiunse oltre la porta chiudendola con la bacchetta. –Un salto in camera mia e andiamo- 

 

-Tu dormivi qui?- Chiese Hermione basita. Un enorme camera da letto, verde e argento, una scrivania bianca, poster di cercatori, foto del liceo attaccate al muro, lui che stringeva la mano a Piton sorridendo, lui tra Bellatrix e Narcissa… 

Che orrore! 

-Già Mezzosangue, cosa non possono dare i soldi…- Disse Draco cercando sul fondo dell’armadio un piccolo astuccio quadrato di camoscio nero. 

-Questi siete voi?- Chiese la ragazza indicando una foto dentro una cornice rigorosamente verde e argento posata sulla scrivania davanti alla finestra. 

Draco alzò la testa facendo scivolare nella tasca dei pantaloni il piccolo cofanetto –Si- Disse –Io, Blaise, Pansy, Milly e Theo- 

-Sembrate molto uniti- 

-Lo siamo- 

La Grenger prese la cornice tra le mani e si sedette sul lettone.  

-Theo e Pansy si sposano a maggio, e forse riusciranno a fere un matrimonio a quattro con Millicent e Zabini- 

La strega annuì –E tu? Niente matrimoni?- 

Malfoy le si sedette accanto –Ho diversi contratti in sospeso. Ma non so, io non ho un Weasley dove andarmi a rifugiare- 

Hermione sospirò –Neanche io- 

-Ma non dire stronzate, Mezzosangue!- La accusò lui –Sappiamo benissimo entrambi che voi due vi sposerete e avrete tanti piccoli pargoletti dai capelli e dalle orecchie di un rosso scarlatto- 

La ragazza rise malinconica scuotendo la testa –Ho sciolto il nostro contratto l’altro ieri. Voglio dargli la possibilità di sposarsi con quell’oca di Lavanda- 

-Non me l’avevi detto, Mezzosangue- Fece lui senza smettere di osservare la foto in mano alla ragazza, dove i cinque Serpeverde sorridevano e scherzavano tra la neve di Hogsmead. 

Un altro sospiro scappò dalle labbra dalle Grenger. 

-Non avevi il coraggio, Mezzosangue?- 

-Non ricominciare- Hermione si allungò per poggiare la cornice sul comodino. Poggiò subito dopo le labbra su quelle di Malfoy, calde e accoglienti e come sempre si schiusero ad un minimo accenno della sua lingua. 

Si mise a cavalcioni sopra il ragazzo che piano piano si lasciva scivolare sul letto di schiena. 

Via la polo verde muschio, iniziò ad accarezzargli il petto pallido, concentrandosi sul lobo e sorridendo ad un primo gemito del ragazzo.  

Le labbra di Hermione scivolarono dall’orecchio fino al collo e ancora più giù fino all’ombelico.  

Un sospiro di Draco, un sorriso della Grenger. 

-Mezzosangue..- L’ammonì lui con il fiato corto. 

La ragazza ritornò sopra, sulla bocca di Malfoy facendo attenzione a strusciarsi per bene sul ragazzo. Di nuovo quelle labbra così buone e dolci. 

La mano arrivò lenta fino al bottone dei pantaloni che slacciò senza un attimo di esitazione. 

-Mezzosangue!- 

Hermione lo guardò negli occhi divertita. 

-Non qui. Sono a casa dei miei- Fece Draco con la voce impastata dal desiderio –Ci sono cresciuto, qua dentro- 

Il volto della ragazza fu attraversato da un guizzo furbetto –E’ eccitante- 

Draco sospirò sentendo ancora addosso il corpo caldo della Grenger, che lo faceva stare così incredibilmente bene. 

-Non starai mica scappando, Malfoy?- 

 

*** 

Draco si avvicinò alla ragazza che era sdraiata su un divano grigio perla del soggiorno formale, avvolta soltanto da un lenzuolo candido, le porse uno dei due bicchieri di vino rosso che aveva in mano e si sedette nella poltrona accanto. 

-Avevi ragione- Disse –E’ stato parecchio eccitante- 

Lei buttò la testa all’indietro ridacchiando –Cosa c’è lì sotto?-o?- Chiese poi indicando un mobile più grande degli altri coperto da un telo bianco. 

Malfoy si girò per vedere –Un pianoforte, Mezzosangue- 

La Grenger bevve un sorso di vino colpita –Tu suoni?- 

-Suonavo- 

-Perché hai smesso?- 

-Avrei dovuto continuare?- 

Hermione alzò le spalle –Non mi hai risposto?- 

-Sono affari tuoi?- 

La ragazza appoggiò il bicchiere sul pavimento di marmo facendolo tintinnare –Stai scappando?- 

-Non riuscirai a farmi sputare tutti i fatti miei con questo stupido ricatto-  

-Stai scappando…- 

Draco soffiò frustrato –Sei impossibile- 

-Perchè non suoni più?- 

Malfoy si alzò dalla poltrona, fece due passi avanti ed indietro –Ho smesso perché non ho più chi mi ascoltava- 

Hermione capì di aver pressato un tasto dolente, un tasto troppo intimo –Scusami- Sussurrò –Non volevo farti ricordare- Si osservò l’anello al dito, le due lettere erano sempre lì a ricordarle il suo patto con il furetto, a ricordarle che lei oltre ad essere un eroe era anche solo una ragazza. 

-Non c’è nulla che mi faccia dimenticare che ora lei non c’è più- Fece Draco –Ho imparato ad accettarlo, a limitarmi all’affetto delle lettere che ci mandiamo e all’amore che lei mi continua a daremi- 

Hermione si alzo dal divano raggiungendolo alle spalle –Quando alla fine della guerra sono corsa in Australia dai miei genitori, non puoi neanche immaginare quello che ho provato quando non avevano idea di chi io fossi, ho pensato che sarei potuta morire- 

-Non pensare di mettermi sul mio livello, Grenger- Disse lui voltandosi –L’incantesimo si è spezzato e non hai nulla da temere, i tuoi ti vogliono bene e tu puoi andare da loro quando vuoi, senza essere costretta a vederli da oltre una gabbia- 

Hermione si strinse il lenzuolo al petto –Non ho  intenzione di mettermi sul tuo stesso piano, Malfoy- Disse con astio –Il punto è che la guerra non ha tolto qualcosa solo a te, ed è inutile che fai la vittima, a noi due a tolto i genitori, a Ron un fratello,  a Luna un amico, ho visto una mia compagna sbranata da una mannaro, e non sono qui a credere di essere l’unica vittima, no! Io cerco di andare avanti, Malfoy. Perché rimanere attaccati a quello che prima c’era e ora non esiste più non ti farà permetterà di riavere tua madre, devi stringerti il suo ricordo e vivere di nuovo, perché è questo che lei vorrebbe- Riprese fiato, afferrò la bacchetta che aveva lascito davanti al divano e con un colpo si vestì. 

Draco la guardò fare un incantesimo a tutti i libri e le scartoffie che aveva scelto per infilarle nella tracolla. 

-Me ne vado a casa, Malfoy- Gli disse –Grazie per i libri. E sappi che se per caso avessi bisogno di qualcuno che ti ascolti mentre suoni il pianoforte potresti provare a chiedere, non esiste solo tua madre per farti sentire desiderato e amato- 

Hermione si smaterializzò di fronte a Draco che l’aveva ascoltata senza battere ciglio, colpito dalle parole di quella maledetta Mezzosangue, che era riuscita nell’intento in cui tanti avevano fallito. 

Gli aveva sbattuta la verità in faccia. 

Facendolo sentire sempre meno uomo e sempre più verme. 

Stava scappando dal futuro.

   
 
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