-Su ragazzi, tenete il
passo o rischieremo di perdere il volo per Vienna!- urlò
disperata la professoressa Manzi che, fra bagagli e turisti imbizzarriti
dal caos, arrancava verso l'aeroporto di Fiumicino.
-Come
vuole prof, ma stia attenta a non investire
qualche ignaro ed innocente turista giapponese!- scherzò Flavio, il
buffone della classe, ammiccando alla grande valigia che quella si tirava
dietro. Chiara, stretta fra la borsa rosa fluorescente di Carmen e il
grosso zaino da trekking di Michele “so-tutto-io”, scoppiò in una fragorosa risata.
-Altro
che impedimenta militum, quella
di greco li batte i soldati romani!- esclamò, osservando con occhi
sgranati dalla sorpresa l'enorme calca che si apprestava ad entrare in
aeroporto. Carmen borbottò qualcosa riguardo all'ipocrisia di quella donna
e tutto d'un tratto sembrò illuminarsi.
-Hei, Chià,
ci mettiamo in camera insieme, no?- domandò la bruna,
strattonando l'amica e fermandola in quella che sembrava una fuga
disperata al primo caffè aperto. Quando Chiara
Torri non faceva colazione erano guai per lei e
per chi le stava intorno. Cominciava a lamentarsi e diventava nervosa, il
suo viso raggiungeva le stesse tonalità rossicce dei suoi capelli .
-Come vuoi,
basta che mi lasci andare a prendere un caffè al
volo- mugugnò imbronciata.
-Il
caffè fa male all'ultimo neurone che ti è
rimasto, tesoro... Ti consiglio un tè al
bergamotto.-
Chiara
e Carmen si girarono nello stesso momento verso
la fonte di quella vocetta fastidiosa. Vanessa
Monteverde e tre delle solite ochette che la
veneravano come una dea stava in piedi di fronte a loro, fresca come
appena uscita dalla doccia. “Insomma, sono l'unica a cui si scioglie la
matita dopo tre ore di pullman?” si chiese mentalmente Chiara, ponderando
sul fatto che una volta cresciuta e assunta come spia per
-Esperienza personale
eh, piccolo Hobbit? A proposito...sicura che il tuo
cognome non sia Baggins?*-
ridacchiò poi,
beandosi del dubbio sconcertante che deturpò il bel
faccino della bionda. Le si leggeva in fronte
la frase “ Hobbit?Baggins?
E' un complimento vero?”. Chiara rise di nuovo, nemmeno le altre avevano capito ciò che aveva detto. Carmen bisbigliò un insulti velato indirizzato a Vanessa e si allontanò
con Flavio. Qualcosa si unì al suono prorompente della risata di Chiara,
una voce molto più sottile e vellutata,
distorta da un evidente situazione ilare. Davvero qualcuna di loro
stava ridendo alla sua battuta? La rossa spostò violentemente lo
sguardo sulla proprietaria di quella vocina, aggrottando le
sopracciglia. Roberta Della Corte aveva davvero riso alla sua battuta? E lo stava ancora facendo. Vanessa mosse i capelli in
modo teatrale e Roberta si spense in un sussurro imbarazzato.
-Gollum.- la salutò piccata,
quando lei e la sua comitiva strapiena di bagagli ingombranti, passarono
accanto a Chiara.
Un
conto è che qualcuna delle amiche di Vanessa ridesse
ad un'affermazione tanto per dar l'impressione di capirci qualcosa, un
altro è che capisse davvero. Roberta Della Corte, con le sue ciocche ricce
color cenere e il visino pallido, aveva davvero letto il capolavoro di Tolkien o visto un suo film.
Questo diede
tanti spunti di pensiero a Chiara, mentre esibiva la sua carta d'imbarco e
prendeva posto sulle poltroncine consunte della
classe economy diretta in Austria.
“
Magari è vero che le persone non sono mai come sembrano, Pirandello aveva perfettamente
ragione. Ognuno di noi indossa una maschera. Solo che fino ad ora ero
convinta che l'unica che usasse Della Corte fosse una maschera esfoliante per liberare i pori.”
constatò.
-
-L'atterraggio all'aeroporto di Vienna è previsto fra due minuti, si pregano i gentili
passeggeri di spegnere ogni apparecchiatura elettronica al fine di non
disturbare gli strumenti di comando. Speriamo sia stato un volo gradevole
e ci auguriamo di rivedervi presto. Arrivederci da Austrian Airlines.- gracchiò il pilota in un marcato
accento tedesco, dopo averlo ripetuto in più lingue di quante Chiara e
gli altri della II°E messi insieme conoscessero. Tirò un sospiro di sollievo realizzando che non l'avrebbe risentito anche in latino e
greco antico, stringendosi forte la cintura.
- Ma ci pensi, fra poco saremo in Austria!- urlò eccitata
Sabrina dalla fila dietro la sua, scalpitando.
-Frena l'entusiasmo
Sabri, piuttosto prega per farmi scendere viva da questo stupido aggeggio volante!- rispose
Chiara, stringendo i denti appena sentì che stavano perdendo quota.
Evidentemente
le preghiere dell'amica avevano funzionato poiché la rossa e
tutta la sua classe, compresa una Manzi in preda
alla nausea da aereo, uscirono dall'aeroporto di Vienna, diretti alla
fermata degli autobus. Non fu facile staccare Vanessa e le sue amiche
dalle vetrine del centro, che in quel periodo primaverile esponevano
le nuove collezioni di grandi marche, ma alla fine riuscirono a
raggiungere l'hotel prima che
-
-Ora, cari ragazzi, consegnerò a ciascuna coppia chiamata
la chiave della propria camera. L'improvviso cambio di programma ha reso
disponibili solo le camere doppie. Vi informo che
gli abbinamenti sono stati sorteggiati da me e la professoressa Morra in persona
e che, per ragioni di organizzazione, non tutti starete sullo stesso
piano.- annunciò cautamente la professoressa Manzi, elevandosi al di
sopra della massa di adolescenti salendo su una borsa
particolarmente resistente. Inevitabilmente, partirono sbuffi e
imprecazioni più o meno velate da parte di tutti, lasciando scandalizzato
il direttore.
-Ma che
ca...- cominciò Sandro, prima
di essere zittito violentemente dall'insegnante di letteratura.
-Allora, cominciamo con Monteverde e
Rinaldi, camera n°24 al primo piano.- sentenziò
-Ptss, Chiara! E se dovessi capitare con Lisandri?-
mormorò preoccupata la mora, indicando una spilungona con atteggiamenti
vagamente violenti in fondo alla sala. L'altra scosse la testa, mordendosi
il labbro inferiore.
-Andrà tutto bene, ci metteranno insieme... Come
l'anno scorso.- rispose subito, ricordandosi della gita a Firenze.
-Torri e
SantaCroce!- esclamò a gran voce
-Oh scusate,
dev'esserci stato un errore... Torri
e Della Corte, camera n°47 al terzo piano.- riprese l'insegnante, cercando
di lasciare due chiavi con i rispettivi cerchi in ottone nelle mani
tremanti di Roberta. Per un attimo gli sguardi delle sue ragazze si incrociarono, in un misto fra odio, sconcerto e
sorpresa.
-
-Camera 45,
camera 46... Ecco la 47.- mormorò fra sé Chiara,
trascinando per il lungo corridoio tappezzato il suo trolley verde.
Durante tutto il tragitto e il viaggio in ascensore nessuna delle due aveva aperto bocca, se non per borbottare a bassa voce.
In una settimana a Vienna, lontano dalle proprie
famiglie e dai propri genitori, un adolescente medio desidererebbe
divertirsi e fare le ore piccole con gli amici. Ma quali amici se la
propria compagna di stanza ti aveva rivolto parola si
e no tre volte in quattro anni di liceo? Certo, era solo per la notte ma... la notte era la parte migliore della giornata
per spassarsela al riparo dalle insegnanti! Senza contare
che sarebbero dovute stare a stretto contatto e nel momento in cui
erano più vulnerabili. Riflettendo su questi cupi
pensieri, Chiara abbandonò con malagrazia la valigia all'ingresso. La
stanza non era niente male in compenso, le
quattro stelle erano completamente meritate.
-Non penserai
di lasciarla lì come un sacco di patate, spero.-
L'amica dell'Hobbit aveva parlato davvero o era solo un'illusione
causata dal suo mal d'aereo e dall'improvviso calo di temperatura?
La rossa
alzò lo sguardo dalla moquette per puntarlo direttamente in quello di
disapprovazione di Roberta.
-Che c'è? Voi amiche della Monteverde avete la sua stessa
mania dell'ordine?- domandò Chiara, con uno sguardo misto fra
scherno e compassione.
Della Corte
abbassò gli occhi, dirigendosi in silenzio a scostare le pesanti tende in
velluto che coprivano il sole.
“ Avrò esagerato?”
pensò l'altra, vedendo che la ragazza non accennava a voltarsi verso di
lei.
-No, è che soffro di claustrofobia e quel corridoio è già
troppo stretto.- ribattè. Aveva una voce
tremolante e con un retrogusto di acido, ma dopo un attimo di esitazione si girò per sedersi su uno dei due letti.
-Scusa non
ne avevo idea, anche mia cugina ha lo stesso problema...-
mormorò imbarazzata Chiara guardandola negli occhi. Poi si alzò di scatto, a disagio, mormorando qualcosa su come i bagni
degli aerei fossero piccoli rispetto a quello della camera.
Dopo che
si furono sistemate, scesero alla reception, dove le
due prof li attendevano per andare a pranzo e fare un piccolo tour del centro di Vienna, sempre in religioso
silenzio.
Non si
rivolsero la parola per tutta la giornata, né durante la gita al castello
di Schonbrunn né quando si intravidero
in un negozio di souvenir.
-Allora... ti
è andata bene dopotutto, non stiamo insieme ma almeno
sei capitata con Sabri.- esclamò abbattuta
Chiara a Carmen, stanca morta e affamata mentre prendeva posto con lei
sulla metropolitana.
-Non posso lamentarmi, hai ragione. Hei
Sabri, stasera si fa
casino!- ridacchiò l'amica rivolta alla ragazza con la ciocca viola
dietro di loro. - Mi dispiace per te, più che altro... Della
Corte...- Carmen riprese il suo tono serio.
-Sai che
da piccole andavamo a ripetizioni dalla stessa insegnante, fino alla
seconda media?- domandò poi a Chiara, arricciando le
labbra. L'altra annuì distratta.
-Era una stramba...non parlava quasi mai. Di certo
se l'avessi vista allora non avresti mai detto che
sarebbe diventata un'amica di Vanessa - continuò la mora, assorta. La
rossa diede un'occhiata alla ragazza longilinea
e sorridente che parlottava con