Fanfic su artisti musicali > Green Day
Segui la storia  |       
Autore: SHUN DI ANDROMEDA    12/03/2007    3 recensioni
Ehilà! Rieccomi qui, con una nuova storia, che spero vi piacerà! I protagonisti sono i mitici Green Day, che hanno un problema piuttosto grosso, anzi enorme, che coinvolge tutti i membri della band, e molti altri cantanti loro amici, un terribile incidente d'auto, e un viaggio nei meandri della mente.. spero di non avervi spaventato troppo! Baci e recensite numerosi! DEDICATA ALLE MIE SENSEI: LADY NUMB, RHYE, EMBRIDO, KADMA32 E TWO_DOLLAR_BILL!! GRAZIE!
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 4

CONCERTO … CON SORPRESA!

BERKLEY STADIUM, ORE 15.35

E il gran giorno era arrivato: il Barkley Stadium era gremito di fans, in attesa dell’inizio del tanto atteso spettacolo. Nel backstage, nel salottino comune, dove tante volte Mike e Billie si erano scherzosamente accapigliati prima di un concerto, Trè, il batterista, sta aspettando uno degli ospiti della band, l’ultimo: “CHESTER BENNINGTON! Sei pronto? Stanno aspettando solo noi!” urlò il biondino, in direzione del piccolo bagno. Dall’interno, una voce saccente gli scagliò una serie di epiteti non proprio ortodossi, poi un bel giovane di circa 30 anni uscì dalla porta: “Era ora! Pensavo ci fossi caduto …” ridacchiò ironicamente il suo biondo compagno, dandogli una pacca sulla schiena; “molto divertente …” rispose ironico il vocalist dei Linkin Park, prendendolo per un braccio e trascinandoselo dietro fino sul palco, dove erano attesi da tutti gli altri, ovvero i Green Day, i Linkin Park e anche da Robbie Williams. “Eccoci, scusate il ritardo, ma il “piccolo” Chester non riusciva a trattenersi …” spiegò, non tralasciando neppure i particolari più intimi, il batterista, attirando su di sé l’ira dell’amico: “Tappati quel forno! Aveva ragione Billie, le cazzate ti escono di bocca non appena la apri!” gli urlò il vocalist, rosso come un peperone; “Su, non litigate! Non è il momento, la fuori ci sono milioni di fan che ci stanno aspettando, muoviamoci!” li bloccò Robbie, spingendoli sul palco con la forza. Il gruppo si sparse un po’ per tutto il palco, secondo accordi precedentemente presi, e Mike, raccattato il microfono, prese la parola: “Questo concerto è dedicato al nostro amico Billie, tuttora in coma dopo un incidente stradale. Noi, lo abbiamo organizzato come dimostrazione del nostro immenso affetto per il nostro amico, e vorremmo cominciare con una canzone davvero importante, una canzone che avevamo preparato per le vittime del terribile Uragano Katrina di New Orleans assieme agli U2, oggi purtroppo non presenti, THE SAINTS ARE COMING!” urlò, dando il via alle danze; davanti a loro, centinaia di cameraman provenienti da tutto il mondo stavano filmando l’evento, e lo stavano trasmettendo in mondovisione, e anche via radio. E fu proprio tramite radio che la voce, la musica, giunse fino all’ospedale, fino alle orecchie e alla mente di Billie.

 

 

 

DUBLINO, ORE 15.36

In quel momento, in una villa vicino Dublino, in Irlanda, uno sparuto gruppo di amici sta guardando, ammutolito, lo schermo, con le lacrime agli occhi: quanto avevano sofferto per quel terribile disastro, e quanto amore avevano riversato nella canzone che i loro amici stavano eseguendo in quel momento … Senza di loro, ovviamente. E tutto per quella mezzacalzetta del loro manager che aveva preteso che restassero a casa.  “Ora basta, non ce la faccio più a restare qui mentre Billie è in ospedale, più morto che vivo, non lo accetto! Mike e Trè contavano su di noi per rendere questo concerto indimenticabile, e noi li abbiamo delusi!” urlò The Edge, scagliando una pantofola in corridoio, e fissando lo schermo al plasma da dove si vedeva il volto di Mike, scavato e pallido, riacquistare nuova luce mentre cantava. A quel punto, Bono, il leader indiscusso della band, si alzò dalla poltrona e, con una calma terrificante, si avvicinò all’amico, lo superò e si diresse al telefono; qui, compose un numero, attese, poi disse, con malcelata rabbia, in modo che anche dal salotto si udisse la sua voce: “ carissimo Charles O’Connors, noi PARTIAMO, con o senza il tuo permesso, per Berkley, e ti conviene preparare SUBITO l’aereo, altrimenti considera che le torture che infliggeva l’Inquisizione spagnola sarebbero carezze al confronto di quello che ti farò, mi sono spiegato?”, dopodiché ritornò in salotto, dove scoppiò a ridere, e disse: “su gente, muoviamoci! Billie ci sta aspettando!”, sorridendo, e correndo su per le scale verso le camere, per recuperare i loro effetti personali.

E con un ultimo giro di percussioni, anche The Saints era finita, ma erano solo all’inizio: la canzone seguente era una delle più sentite da tutti loro, anzi era stato il loro video più divertente e pazzo, a detta di molti: “When arrive the summer, we go in … HOLIDAY!” urlò il bassista, conduttore indiscusso dell’evento, accompagnando le sue parole con un giro di basso, dando il via a Trè, che aspettava solo un suo segnale; questa volta, tutti si esibirono in una pazza parodia del video, facendo entrare perfino una macchina vera (EHI! NON E’ GIUSTO! LORO SI DIVERTONO COME MATTI SENZA DI ME, IL CASINARO SUPREMO!!! PERCHE’ NON MI SVEGLIO?? ndBillie) (MI DISPIACE, PER IL MOMENTO TU SEI SPETTATORE PASSIVO, MA VEDRAI CHE PRESTO GIUNGERA’ IL TUO MOMENTO! ABBI PAZIENZA, MUAHAHAHAHAHA! ndAutrice) (MA CHI E’ QUESTA PAZZA?? UN’EVASA DAL MANICOMIO CRIMINALE? NdBJ) (IRRIVERENTE! COME OSI?? ndMe che brandisce una frusta) (AIUTOOOOOO!!!!! NdBJ che scappa, inseguito da me, dagli Spectre di Hades, gentilmente prestati dal Signore degli Inferi, e da Hades, Athena, Poseidon e dai Saint di Athena al completo): erano davvero impazziti del tutto … . “Gente, ho paura che stiamo  degenerando in modo irreversibile …” pensò, argutamente, Jason, che si era appollaiato sul cofano dietro Robbie, che si divincolava e urlava come un pazzo preda di risa compulsive, cosa che era ormai comune a tutti loro. Dopo circa quattro minuti di pazzie, i fans ma soprattutto LE fans erano in visibilio, si decise di continuare cambiando un po’ stile: “Ok, grazie mille, siete fantastici, vi amiamo tutti! E ora, ci sarà un piccolo “cambio della guardia”, con Chester e Trè che ci delizieranno, spero per loro, con due delle nostre canzoni più trasgressive. Signori, diamo il benvenuto a GIVE ME NOVOCAINE e a JESUS OF SUBURBIA!”, e i due allegroni si scagliarono in primo piano, e si sbizzarrirono in scherzi, facce, espressioni buffe, e quant’altro, facendo sganasciare tutti dalle risate, anche i loro amici e compagni. Erano quasi passate due ore e mezzo dall’inizio del concerto, e i ragazzi stavano dando il peggio di sé, in senso buono, durante un breve intermezzo tra una parte e l’altra; stavano per rimettersi a cantare, pervasi da una nuova energia, quando una voce li interruppe: “buon pomeriggio a voi! Scusate se abbiamo tardato, ma un certo mollusco vivente non voleva farci venire!”. Penso abbiate già capito chi fosse il proprietario della voce, perché, dal backstage, uscirono, correndo e saltellando, gli U2, battendo il cinque con i presenti: “Ehi! Ce l’avete fatta!” gli sussurrò Chester, sorridendo, “Beh, mi sembra logico, non saremmo mancati per nulla al mondo!” gli rispose, di rimando, Bono, esibendo una dentatura quasi perfetta, da predatore. Tutti, si voltarono verso la folla: “Bene, con questo nuovo arrivo, grazie Bono, possiamo dare inizio alla seconda parte del concerto con … DON’T WANNA BE AN AMERICAN IDIOT!!” urlarono in coro, cominciando a correre, vedi Mike, ovunque, e a cantare come se fossero invasati per un quarto d’ora buono, e sarebbero anche andati avanti per molto altre tempo ma improvvisamente dal soffitto precipitò una grande quantità d’acqua, “gentilmente offerta da James e da tutti i manager per raffreddare i bollenti spiriti, chiaro?”, che inzuppò tutti e tutto. “Ok, capito l’antifona, ci calmiamo …” Ricompostisi, i ragazzi capirono che era il momento: “E ora, siamo arrivati al punto più importante del nostro concerto, con la canzone che Billie ama di più, quella che ci ha guidato in questi anni; in memoria di Andy Armstrong, ecco….” Rullo di percussioni…. “WAKE ME UP WHEN SEPTEMBER ENDS!”  e un’ovazione spaventosa si scatenò in modo imprevedibile, mentre tutti, nessuno escluso, si strinsero attorno al bassista, il quale aveva cominciato a declamare le prime strofe, accompagnato dalla chitarra di Jason, e dalle migliaia di persone che ondeggiavano davanti a lui.

BERKLEY MEDICAL CENTRE, ORE 17.12

Una musica dolce penetrava attraverso i meandri del cervello di Billie, una musica che faceva riesumare una montagna di ricordi, una musica davvero leggera, magica. A poco a poco, nella mente di Billie, qualcosa si risvegliò, e il ragazzo, in modo impercettibile, mosse una mano, e aprì gli occhi, sorridendo: “sono tornato … Ma cos’è questa melodia, da dove viene …” si domandava; poi capì, veniva dal vicino stadio, era WAKE! Di botto si alzò dal letto, si rivestì, e corse fuori, avendo cura di chiudere la porta. Passando davanti a un’altra porta aperta, si ricordò di Charlie, il suo compagno di ritorno! Infilò la testa nella stanza accanto alla sua, e il pacifico sorriso del suo piccolo nuovo amico, già sveglio anche lui, lo accolse: “Ehi Billie! Mi stavo chiedendo dove fossi finito … Già in piedi? Scommetto che stai andando allo stadio, non è così?” gli domandò, mentre si alzava a sua volta, “Si, ma tu come fai a saperlo?” domandò, “Semplice, allo stadio c’è un concerto per te, a cui partecipano tutti i tuoi amici, mi sembra ovvio! Vengo con te, posso?” spiegò, implorante, scendendo da letto con un balzo, ma non era neppure necessario chiederlo perché Billie, non appena il bimbetto fu pronto, lo prese in braccio e insieme corsero fuori, al dolce sole estivo della California, senza essere visti, per fortuna. “Bene, e ora, allo Stadio! Faccio strada io!” insisté il piccolo Charlie, tirandosi dietro il cantante che si stava concentrando per affrontare questa nuova avventura. Giunti davanti al grande edificio, da cui si percepiva distintamente la voce di Mike, Bono, e anche di Robbie, impegnati con Minority, il cantante non seppe trattenere le lacrime, e corse sul retro, dove la porta era, stranamente aperta: “questa porta non è mai chiusa, lo so perché da bambino, ma ancora adesso, ogni tanto mi diverto a entrare e fare il matto!” spiegò, ridacchiando al pensiero delle sue mille marachelle, “allora che stiamo aspettando? Entriamo!” lo interruppe Charlie, fiondandosi all’interno, seguito a ruota dall’amico. L’interno era avvolto dall’oscurità, ma la musica era forte e chiara, e li seppe guidare magistralmente attraverso tutti i vari locali, docce, spogliatoi, biglietterie, fino ad arrivare all’entrata del back stage; una volta lì, però, il vocalist fu preso da una crisi di panico: “e se non mi volessero tra i piedi? In fondo questo è il loro concerto …” proferì, in un sussurro appena udibile. Per tutta risposta, il giovinetto gli prese la mano, e lo confortò: “ci sono io, no? Vedrai, tutto andrà alla grande!” e fecero per muovere verso il palco quando una voce minacciosa li bloccò: “Cosa pensavate di fare, eh? Uscite subito di qui, oppure chiamo la security, mi sono spiegato?” sbraitò l’uomo, alquanto irritato; lo sguardo di Billie saettò verso il suo protetto, visibilmente impaurito: “Adesso me la sbrigo io, non preoccuparti …”, sussurrò, poi, si voltarono, e furono investiti da un raggio di luce, che li accecò per qualche istante. Quando riguadagnarono la capacità di vedere, Billie quasi stramazzò a terra dallo stupore perché i suoi occhi incrociarono quelli del suo amico James, amico e manager super sadico, la cui fama aveva raggiunto picchi altissimi di celebrità nell’ambiente: “Uff, ci hai fatto prendere un colpo! Non preoccuparti Charlie, questo è James, il mio manager, non farebbe del male neppure ad una mosca, te lo assicuro!” ridacchiò il trentenne, giocando col fuoco, mentre James stava per scoppiare in lacrime; a un certo punto, James quasi gli saltò addosso, ululando come un lupo: “Ma come … E chi è questo piccoletto? Adie lo sa che sei qui? E perché non ci avete avvertito che ti eri svegliato?” lo sommerse di domande, ma il ragazzo lo fermò: “Ascolta, questo non è il momento, ne parliamo dopo! Dammi due microfoni, l’eye liner, una cravatta rossa per il mio piccolo collega, e metti su WAKE, per favore, è importante, d’accordo? Ah, stacca anche le casse, le chitarre, tutto, e lascia aperto solo l’amplificatore.”, poi si voltò verso il bambino, sorridente: “Te la senti di cantare con me? Il mio figlio più grande lo ha fatto durante un concerto a NY, vuoi emularlo?” gli domandò, con un aria cospiratoria, e la risposta del piccolo non poté che essere positiva. In quel momento giunse James: “ecco quello che mi hai chiesto; anche le attrezzature sono a posto, come mi hai ordinato … Andate, e prega che Adrienne non se la prenda con me, altrimenti faccio una brutta fine!” disse, visibilmente felice per come stavano andando le cose; “bene, sei pronto? E allora … AZIONE!”. Esattamente in quell’istante, la musica cessò, e tutto cadde nel silenzio più profondo; allora James trasmise, tramite cd, la canzone richiesta ma, questa volta, completa di cantante originale! Mentre la musica si diffondeva a macchia d’olio ovunque, il ragazzo e il bimbo, coi volti splendenti di gioia, riaccesero le luci, opportunamente spente, e incominciarono a cantare, entrando lentamente in scena, e a ogni passo che faceva, la folla ammutoliva sempre più, e sbarrava gli occhi, mentre facevano segno di riattaccare gli apparecchi. Quando arrivò il momento delle percussioni, essendo i batteristi troppo lessi per poter fare il loro lavoro, fu Charlie che, lesto come una lepre, si issò sul seggiolino di Trè, e si prodigò ad accompagnare il canto del suo nuovo compagno di giochi; non appena la canzone terminò, ci fu un silenzio gravido di attesa, poi ci fu uno scoppio di urla, una vera e propria STANDING OVATION, mentre tutti i ragazzi sul palco si riversarono come una muraglia umana sul povero punkettaro, le cui gambe non ressero a tutto quel peso e all’emozione, e cedettero di botto, lasciandosi sommergere dagli amici. Quando tutti si rialzarono, il ragazzo richiamò Charlie e parlò ai fans, ringraziandoli: “Grazie del vostro affetto, VI ADOROOOOOO!!!”, dopodiché, sempre seguito dal fedele neo punkettaro, raggiunse gli amici e disse: “facciamo vedere a tutti di che pasta siamo fatti!”.

BENE! GRAZIE PER I COMMENTI, MI SONO COMMOSSA.. (ANCHE IO, NON PENSAVO CHE FARE IL FANTASMA FOSSE COSì REMUNERATIVO ndBillie) (NON CI PROVARE! TU SERVI SULLA TERRA, TRA I VIVI! CAPITO?? ndMe) (SEI CRUDELE… ndBillie). BEH, NON PENSAVO CHE QUESTA STORIA AVESSE COSì SEGUITO, MI AVETE STUPITO! IL MINIMO CHE POSSO FARE è RINGRAZIARVIO UNO PER UNO, EH EH!!!

KADMA32: CHE FORTUNA!!!!! IO AMO LA GRECIA (AMO SOPRATTUTTO SAINT SEIYA, IH IH IH!!) MA SONO CONTENTA CHE LE SCENE TRA BILLIE ED ANDY TI SIANO PIACIUTE, E ANCHE CHARLIE VEDO CHE HA RISCOSSO UN NOTEVOLE SUCCESSO! ECCOTI ACCONTENTATA PER IL CAP 5!!

REBEL GIRL: THANKS A LOT!!! ^______^!! BILLIE VERO PER CASA FA LA SUA FIGURA, MA è IL PENSIERO CHE CONTA, NON CRUCCIARTI! COMUNQUE, PER RISPONDERE ALLE TUE DOMANDE, BILLIE è ORMAI TORNATO UN ESSERE CORPOREO, QUINDI è TORNATO TRA I VIVI! BILLIE è SEMPRE BILLIE, ED è SEMPRE IL NOSTRO PAZZO E PAZZO CANTANTE, NO??

GIULIA.L: CIAO POLIPETTA!!! SONO CONTENTA CHE TI SIA PIACIUTA LA MIA STORIELLA!! BEH, CHARLIE è UN NOME COME UN ALTRO, NO???

PURTROPPO SIAMO QUASI GIUNTI ALLA FINE, MA SPERO CHE ANCHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO COME GLI ALTRI! IL PROSSIMO DOVREBBE ESSERE L’ULTIMO, QUINDI … PREPARATEVI!! GREEN DAY FOREVER!!

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Green Day / Vai alla pagina dell'autore: SHUN DI ANDROMEDA