CAPITOLO 4
CONCERTO …
CON SORPRESA!
BERKLEY STADIUM, ORE
15.35
E il gran giorno era
arrivato: il Barkley Stadium era gremito di fans, in attesa dell’inizio del
tanto atteso spettacolo. Nel backstage, nel salottino comune, dove tante volte
Mike e Billie si erano scherzosamente accapigliati prima di un concerto, Trè,
il batterista, sta aspettando uno degli ospiti della band, l’ultimo: “CHESTER BENNINGTON! Sei pronto? Stanno aspettando solo noi!” urlò il biondino, in direzione
del piccolo bagno. Dall’interno, una voce saccente gli scagliò una serie di
epiteti non proprio ortodossi, poi un bel giovane di circa 30 anni uscì dalla
porta: “Era ora! Pensavo ci fossi caduto …” ridacchiò ironicamente il suo
biondo compagno, dandogli una pacca sulla schiena; “molto divertente …” rispose
ironico il vocalist dei Linkin Park, prendendolo per un braccio e
trascinandoselo dietro fino sul palco, dove erano attesi da tutti gli altri,
ovvero i Green Day, i Linkin Park e anche da Robbie Williams. “Eccoci, scusate
il ritardo, ma il “piccolo” Chester non riusciva a trattenersi …” spiegò, non
tralasciando neppure i particolari più intimi, il batterista, attirando su di
sé l’ira dell’amico: “Tappati quel forno! Aveva ragione Billie, le cazzate ti
escono di bocca non appena la apri!” gli urlò il vocalist, rosso come un
peperone; “Su, non litigate! Non è il momento, la fuori ci sono milioni di fan
che ci stanno aspettando, muoviamoci!” li bloccò Robbie, spingendoli sul palco
con la forza. Il gruppo si sparse un po’ per tutto il palco, secondo accordi
precedentemente presi, e Mike, raccattato il microfono, prese la parola:
“Questo concerto è dedicato al nostro amico Billie, tuttora in coma dopo un
incidente stradale. Noi, lo abbiamo organizzato come dimostrazione del nostro
immenso affetto per il nostro amico, e vorremmo cominciare con una canzone
davvero importante, una canzone che avevamo preparato per le vittime del
terribile Uragano Katrina di New Orleans assieme agli U2, oggi purtroppo non
presenti, THE SAINTS ARE COMING!” urlò, dando il via alle danze; davanti a
loro, centinaia di cameraman provenienti da tutto il mondo stavano filmando
l’evento, e lo stavano trasmettendo in mondovisione, e anche via radio. E fu
proprio tramite radio che la voce, la musica, giunse fino all’ospedale, fino
alle orecchie e alla mente di Billie.
DUBLINO, ORE 15.36
In quel momento, in una
villa vicino Dublino, in Irlanda, uno sparuto gruppo di amici sta guardando,
ammutolito, lo schermo, con le lacrime agli occhi: quanto avevano sofferto per
quel terribile disastro, e quanto amore avevano riversato nella canzone che i
loro amici stavano eseguendo in quel momento … Senza di loro, ovviamente. E
tutto per quella mezzacalzetta del loro manager che aveva preteso che
restassero a casa. “Ora basta, non ce la
faccio più a restare qui mentre Billie è in ospedale, più morto che vivo, non
lo accetto! Mike e Trè contavano su di noi per rendere questo concerto
indimenticabile, e noi li abbiamo delusi!” urlò The Edge, scagliando una
pantofola in corridoio, e fissando lo schermo al plasma da dove si vedeva il
volto di Mike, scavato e pallido, riacquistare nuova luce mentre cantava. A
quel punto, Bono, il leader indiscusso della band, si alzò dalla poltrona e,
con una calma terrificante, si avvicinò all’amico, lo superò e si diresse al
telefono; qui, compose un numero, attese, poi disse, con malcelata rabbia, in modo
che anche dal salotto si udisse la sua voce: “ carissimo Charles O’Connors, noi
PARTIAMO, con o senza il tuo permesso, per Berkley, e ti conviene preparare
SUBITO l’aereo, altrimenti considera che le torture che infliggeva
l’Inquisizione spagnola sarebbero carezze al confronto di quello che ti farò,
mi sono spiegato?”, dopodiché ritornò in salotto, dove scoppiò a ridere, e
disse: “su gente, muoviamoci! Billie ci sta aspettando!”, sorridendo, e
correndo su per le scale verso le camere, per recuperare i loro effetti
personali.
E con un ultimo giro di
percussioni, anche The Saints era finita, ma erano solo all’inizio: la canzone
seguente era una delle più sentite da tutti loro, anzi era stato il loro video
più divertente e pazzo, a detta di molti: “When arrive the summer, we go in …
HOLIDAY!” urlò il bassista, conduttore indiscusso dell’evento, accompagnando le
sue parole con un giro di basso, dando il via a Trè, che aspettava solo un suo
segnale; questa volta, tutti si esibirono in una pazza parodia del video,
facendo entrare perfino una macchina vera (EHI! NON E’ GIUSTO! LORO SI
DIVERTONO COME MATTI SENZA DI ME, IL CASINARO SUPREMO!!! PERCHE’ NON MI
SVEGLIO?? ndBillie) (MI DISPIACE, PER IL MOMENTO TU SEI SPETTATORE PASSIVO, MA
VEDRAI CHE PRESTO GIUNGERA’ IL TUO MOMENTO! ABBI PAZIENZA, MUAHAHAHAHAHA!
ndAutrice) (MA CHI E’ QUESTA PAZZA?? UN’EVASA DAL MANICOMIO CRIMINALE? NdBJ)
(IRRIVERENTE! COME OSI?? ndMe che brandisce una frusta) (AIUTOOOOOO!!!!! NdBJ
che scappa, inseguito da me, dagli Spectre di Hades, gentilmente prestati dal
Signore degli Inferi, e da Hades, Athena, Poseidon e dai Saint di Athena al
completo): erano davvero impazziti del tutto … . “Gente, ho paura che
stiamo degenerando in modo irreversibile
…” pensò, argutamente, Jason, che si era appollaiato sul cofano dietro Robbie,
che si divincolava e urlava come un pazzo preda di risa compulsive, cosa che
era ormai comune a tutti loro. Dopo circa quattro minuti di pazzie, i fans ma
soprattutto LE fans erano in visibilio, si decise di continuare cambiando un
po’ stile: “Ok, grazie mille, siete fantastici, vi amiamo tutti! E ora, ci sarà
un piccolo “cambio della guardia”, con Chester e Trè che ci delizieranno, spero
per loro, con due delle nostre canzoni più trasgressive. Signori, diamo il
benvenuto a GIVE ME NOVOCAINE e a JESUS OF SUBURBIA!”, e i due allegroni si
scagliarono in primo piano, e si sbizzarrirono in scherzi, facce, espressioni
buffe, e quant’altro, facendo sganasciare tutti dalle risate, anche i loro
amici e compagni. Erano quasi passate due ore e mezzo dall’inizio del concerto,
e i ragazzi stavano dando il peggio di sé, in senso buono, durante un breve
intermezzo tra una parte e l’altra; stavano per rimettersi a cantare, pervasi
da una nuova energia, quando una voce li interruppe: “buon pomeriggio a voi!
Scusate se abbiamo tardato, ma un certo mollusco vivente non voleva farci
venire!”. Penso abbiate già capito chi fosse il proprietario della voce,
perché, dal backstage, uscirono, correndo e saltellando, gli U2, battendo il
cinque con i presenti: “Ehi! Ce l’avete fatta!” gli sussurrò Chester,
sorridendo, “Beh, mi sembra logico, non saremmo mancati per nulla al mondo!”
gli rispose, di rimando, Bono, esibendo una dentatura quasi perfetta, da
predatore. Tutti, si voltarono verso la folla: “Bene, con questo nuovo arrivo,
grazie Bono, possiamo dare inizio alla seconda parte del concerto con … DON’T
WANNA BE AN AMERICAN IDIOT!!” urlarono in coro, cominciando a correre, vedi
Mike, ovunque, e a cantare come se fossero invasati per un quarto d’ora buono,
e sarebbero anche andati avanti per molto altre tempo ma improvvisamente dal
soffitto precipitò una grande quantità d’acqua, “gentilmente offerta da James e
da tutti i manager per raffreddare i bollenti spiriti, chiaro?”, che inzuppò
tutti e tutto. “Ok, capito l’antifona, ci calmiamo …” Ricompostisi, i ragazzi
capirono che era il momento: “E ora, siamo arrivati al punto più importante del
nostro concerto, con la canzone che Billie ama di più, quella che ci ha guidato
in questi anni; in memoria di Andy Armstrong, ecco….” Rullo di percussioni…. “WAKE
ME UP WHEN SEPTEMBER ENDS!” e
un’ovazione spaventosa si scatenò in modo imprevedibile, mentre tutti, nessuno
escluso, si strinsero attorno al bassista, il quale aveva cominciato a
declamare le prime strofe, accompagnato dalla chitarra di Jason, e dalle
migliaia di persone che ondeggiavano davanti a lui.
BERKLEY MEDICAL CENTRE,
ORE 17.12
Una musica dolce
penetrava attraverso i meandri del cervello di Billie, una musica che faceva
riesumare una montagna di ricordi, una musica davvero leggera, magica. A poco a
poco, nella mente di Billie, qualcosa si risvegliò, e il ragazzo, in modo
impercettibile, mosse una mano, e aprì gli occhi, sorridendo: “sono tornato …
Ma cos’è questa melodia, da dove viene …” si domandava; poi capì, veniva dal
vicino stadio, era WAKE! Di botto si alzò dal letto, si rivestì, e corse fuori,
avendo cura di chiudere la porta. Passando davanti a un’altra porta aperta, si
ricordò di Charlie, il suo compagno di ritorno! Infilò la testa nella stanza
accanto alla sua, e il pacifico sorriso del suo piccolo nuovo amico, già
sveglio anche lui, lo accolse: “Ehi Billie! Mi stavo chiedendo dove fossi
finito … Già in piedi? Scommetto che stai andando allo stadio, non è così?” gli
domandò, mentre si alzava a sua volta, “Si, ma tu come fai a saperlo?” domandò,
“Semplice, allo stadio c’è un concerto per te, a cui partecipano tutti i tuoi
amici, mi sembra ovvio! Vengo con te, posso?” spiegò, implorante, scendendo da
letto con un balzo, ma non era neppure necessario chiederlo perché Billie, non
appena il bimbetto fu pronto, lo prese in braccio e insieme corsero fuori, al
dolce sole estivo della California, senza essere visti, per fortuna. “Bene, e
ora, allo Stadio! Faccio strada io!” insisté il piccolo Charlie, tirandosi
dietro il cantante che si stava concentrando per affrontare questa nuova
avventura. Giunti davanti al grande edificio, da cui si percepiva distintamente
la voce di Mike, Bono, e anche di Robbie, impegnati con Minority, il cantante
non seppe trattenere le lacrime, e corse sul retro, dove la porta era,
stranamente aperta: “questa porta non è mai chiusa, lo so perché da bambino, ma
ancora adesso, ogni tanto mi diverto a entrare e fare il matto!” spiegò,
ridacchiando al pensiero delle sue mille marachelle, “allora che stiamo
aspettando? Entriamo!” lo interruppe Charlie, fiondandosi all’interno, seguito
a ruota dall’amico. L’interno era avvolto dall’oscurità, ma la musica era forte
e chiara, e li seppe guidare magistralmente attraverso tutti i vari locali,
docce, spogliatoi, biglietterie, fino ad arrivare all’entrata del back stage;
una volta lì, però, il vocalist fu preso da una crisi di panico: “e se non mi
volessero tra i piedi? In fondo questo è il loro concerto …” proferì, in un
sussurro appena udibile. Per tutta risposta, il giovinetto gli prese la mano, e
lo confortò: “ci sono io, no? Vedrai, tutto andrà alla grande!” e fecero per
muovere verso il palco quando una voce minacciosa li bloccò: “Cosa pensavate di
fare, eh? Uscite subito di qui, oppure chiamo la security, mi sono spiegato?”
sbraitò l’uomo, alquanto irritato; lo sguardo di Billie saettò verso il suo
protetto, visibilmente impaurito: “Adesso me la sbrigo io, non preoccuparti …”,
sussurrò, poi, si voltarono, e furono investiti da un raggio di luce, che li
accecò per qualche istante. Quando riguadagnarono la capacità di vedere, Billie
quasi stramazzò a terra dallo stupore perché i suoi occhi incrociarono quelli
del suo amico James, amico e manager super sadico, la cui fama aveva raggiunto
picchi altissimi di celebrità nell’ambiente: “Uff, ci hai fatto prendere un
colpo! Non preoccuparti Charlie, questo è James, il mio manager, non farebbe
del male neppure ad una mosca, te lo assicuro!” ridacchiò il trentenne,
giocando col fuoco, mentre James stava per scoppiare in lacrime; a un certo
punto, James quasi gli saltò addosso, ululando come un lupo: “Ma come … E chi è
questo piccoletto? Adie lo sa che sei qui? E perché non ci avete avvertito che
ti eri svegliato?” lo sommerse di domande, ma il ragazzo lo fermò: “Ascolta,
questo non è il momento, ne parliamo dopo! Dammi due microfoni, l’eye liner,
una cravatta rossa per il mio piccolo collega, e metti su WAKE, per favore, è
importante, d’accordo? Ah, stacca anche le casse, le chitarre, tutto, e lascia
aperto solo l’amplificatore.”, poi si voltò verso il bambino, sorridente: “Te
la senti di cantare con me? Il mio figlio più grande lo ha fatto durante un
concerto a NY, vuoi emularlo?” gli domandò, con un aria cospiratoria, e la risposta
del piccolo non poté che essere positiva. In quel momento giunse James: “ecco
quello che mi hai chiesto; anche le attrezzature sono a posto, come mi hai
ordinato … Andate, e prega che Adrienne non se la prenda con me, altrimenti
faccio una brutta fine!” disse, visibilmente felice per come stavano andando le
cose; “bene, sei pronto? E allora … AZIONE!”. Esattamente in quell’istante, la
musica cessò, e tutto cadde nel silenzio più profondo; allora James trasmise,
tramite cd, la canzone richiesta ma, questa volta, completa di cantante
originale! Mentre la musica si diffondeva a macchia d’olio ovunque, il ragazzo
e il bimbo, coi volti splendenti di gioia, riaccesero le luci, opportunamente
spente, e incominciarono a cantare, entrando lentamente in scena, e a ogni
passo che faceva, la folla ammutoliva sempre più, e sbarrava gli occhi, mentre
facevano segno di riattaccare gli apparecchi. Quando arrivò il momento delle
percussioni, essendo i batteristi troppo lessi per poter fare il loro lavoro,
fu Charlie che, lesto come una lepre, si issò sul seggiolino di Trè, e si
prodigò ad accompagnare il canto del suo nuovo compagno di giochi; non appena
la canzone terminò, ci fu un silenzio gravido di attesa, poi ci fu uno scoppio
di urla, una vera e propria STANDING OVATION, mentre tutti i ragazzi sul palco
si riversarono come una muraglia umana sul povero punkettaro, le cui gambe non
ressero a tutto quel peso e all’emozione, e cedettero di botto, lasciandosi
sommergere dagli amici. Quando tutti si rialzarono, il ragazzo richiamò Charlie
e parlò ai fans, ringraziandoli: “Grazie del vostro affetto, VI ADOROOOOOO!!!”,
dopodiché, sempre seguito dal fedele neo punkettaro, raggiunse gli amici e
disse: “facciamo vedere a tutti di che pasta siamo fatti!”.
BENE! GRAZIE PER I COMMENTI, MI SONO
COMMOSSA.. (ANCHE IO, NON PENSAVO CHE FARE IL FANTASMA FOSSE COSì REMUNERATIVO
ndBillie) (NON CI PROVARE! TU SERVI SULLA TERRA, TRA I VIVI! CAPITO?? ndMe)
(SEI CRUDELE… ndBillie). BEH, NON PENSAVO CHE QUESTA STORIA AVESSE COSì
SEGUITO, MI AVETE STUPITO! IL MINIMO CHE POSSO FARE è RINGRAZIARVIO UNO PER
UNO, EH EH!!!
KADMA32: CHE FORTUNA!!!!! IO AMO LA
GRECIA (AMO SOPRATTUTTO SAINT SEIYA, IH IH IH!!) MA SONO CONTENTA CHE LE SCENE
TRA BILLIE ED ANDY TI SIANO PIACIUTE, E ANCHE CHARLIE VEDO CHE HA RISCOSSO UN
NOTEVOLE SUCCESSO! ECCOTI ACCONTENTATA PER IL CAP 5!!
REBEL GIRL: THANKS
A LOT!!! ^______^!! BILLIE VERO PER CASA FA LA SUA FIGURA, MA è IL PENSIERO
CHE CONTA, NON CRUCCIARTI! COMUNQUE, PER RISPONDERE ALLE TUE DOMANDE, BILLIE è
ORMAI TORNATO UN ESSERE CORPOREO, QUINDI è TORNATO TRA I VIVI! BILLIE è SEMPRE
BILLIE, ED è SEMPRE IL NOSTRO PAZZO E PAZZO CANTANTE, NO??
GIULIA.L: CIAO POLIPETTA!!! SONO
CONTENTA CHE TI SIA PIACIUTA LA MIA STORIELLA!! BEH, CHARLIE è UN NOME COME UN
ALTRO, NO???
PURTROPPO SIAMO QUASI GIUNTI ALLA
FINE, MA SPERO CHE ANCHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO COME GLI ALTRI! IL
PROSSIMO DOVREBBE ESSERE L’ULTIMO, QUINDI … PREPARATEVI!! GREEN DAY FOREVER!!