Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Melabanana_    29/08/2012    2 recensioni
Hera Tadashi è un ragazzo apparentemente indifferente a tutto, che si lascia passare accanto gli eventi senza preoccuparsene molto.
Afuro Terumi è un idol emergente, ma già molto famoso, che nasconde il suo vero carattere.
Questa fic parla di come il loro incontro abbia modificato le loro vite, e di come la loro storia sia venuta ad intrecciarsi con quella dei loro amici.
Coppie: HerAfu, DemeKiri, ArteApo, vari ed eventuali.
{dedicata a ninjagirl, che mi ha fatto scoprire e amare queste pairings.}
~Roby
---
Perché in ogni momento, il rosso e il viola sanno sempre trovarsi.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Altri, Hera Tadashi, Jonas Demetrius/Demete Yutaka
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 9.

La luce del flash lo accecò per qualche secondo, ma non perse il sorriso.
Dopotutto, era il suo lavoro.
Sorridere e sembrare la persona più carina del mondo.
Afuro non lo trovava particolarmente difficile, perché fin da piccolo tutti lo avevano sempre elogiato e coccolato.
Erano così prevedibili, le persone. S’innamoravano subito della sua faccia carina, ma poi non andavano oltre, e lui aveva imparato a manipolarle come voleva.
Bastava un sorriso, un battito di ciglia, una parola gentile.
Peccato che le uniche persone che voleva lo notassero erano anche le uniche su cui questi trucchi non avevano nessun effetto.
E una di queste due persone era Hera Tadashi, il ragazzo che aveva sempre l’aria di uno trovatosi lì per caso, come trascinato da una sorta d’inerzia perenne. Sembrava un tipo qualunque, tristemente normale, eppure perché non cadeva nella sua tela?!
-Okay, pausa- annunciò Hitomiko e batté le mani una volta.
Afuro rilassò i muscoli del viso e sospirò. Era dura sorridere sempre, si sentiva un po’ Barbie.
Estrasse il cellulare di tasca e controllò lo schermo.
“Nessun messaggio ancora” si disse, lo mise nella tasca del pantaloncino di jeans.
“Perché non chiama? Eppure aveva detto che avrebbe trovato un po’ di tempo” pensò deluso.
Fece un paio di passi e si fermò, con sguardo sorpreso.
C’erano due uomini con dei microfoni in mano, e un terzo con un block notes.
-Che ci fate qui? E’ zona riservata- li rimproverò.
I tre giornalisti lo riconobbero all’istante.
-Aphrodi! Stavamo proprio cercando un bello scoop, che ci racconti?-
-Non mi va. Ora andate?- replicò Afuro tagliente, senza perdere il dolce sorriso.
Ma loro invece di seguire il consiglio ripartirono all’attacco con le domande.
Afuro scosse la testa, pensando a quanto odiava la razza giornalistica, e si girò, con l’intenzione di andare a chiamare Hitomiko e farli sbattere fuori a calci.
Uno dei tre lo afferrò all’altezza del gomito e lo trattenne.
-Su, dai! Cosa ti costa rispondere ad un paio di domand…-
Fu interrotto dal rumore di uno schiaffo. Afuro sgranò gli occhi: ora fra lui e quell’uomo c’era niente poco di meno che Hera Tadashi, con una mano ancora alzata dopo aver dato lo schiaffo alla mano dell’altro: lo aveva liberato dalla presa efficacemente. 
-Ha detto che non gli va- disse Hera con voce piatta.
-E tu chi sei?! Cosa vuoi?!- esclamò il giornalista ferito più nell’orgoglio che fisicamente.
Hera non gli rispose, ma cominciò a recitare a memoria l’articolo riguardante lo stalking e concluse minacciando di fargli fare una querela se non peggio.
Ogni parola che diceva, i tre giornalisti sbiancavano di più.
-Ce ne andiamo, va bene! Ma non finisce qui!- gridò uno di loro, e se la diedero a gambe.
Hera sbuffò e si rivolse ad Afuro, che in tutto quel tempo era rimasto lì a fissarlo ad occhi sgranati. 
–Che cos’è quell’aria sorpresa? Mi hai detto tu di venire- fece notare Hera.
Afuro sussultò e si riscosse. –S-sì, l’ho detto… ma non mi aspettavo che venissi sul serio.-
-Perché non avrei dovuto?-
-B-beh, perché tu non…-
-Aphrodisamaaaaaaaaaaaaaaaaa!- urlò Demete e saltò sul biondino abbracciandolo.
Afuro sobbalzò. –C-cosa?!- esclamò. Hera fece spallucce.
-Volevo venire da solo, ma poi Demete mi ha scoperto e mi ha seguito… Kirigakure ha seguito Demete e Aporo ha seguito Kirigakure e Artemis ha seguito Aporo…- spiegò.
-Alla fine siamo tutti qui per te- concluse Demete.
-Non esattamente per te, in realtà- sottolineò Artemis, sorridendogli e mettendo un braccio sulle spalle di Aporo, che sgusciò via dalla presa e fece una smorfia disgustata.
-E’ inammissibile che quei giornalisti facciano quel che gli pare!- intervenne Kirigakure, tremando di rabbia –Ascoltami, Afuro, se ti infastidiranno ancora chiamami! Li annienterò con una delle mie tecniche ninja!-
-Giusto! Brava mamma!- lo appoggiò subito Demete. -Ammesso che funzionino...- aggiunse, ma si beccò un'occhiataccia da parte del ninja.
Afuro sorrise, un po’ nervoso. –Beh, g-grazie a tutti- esclamò.
Il suo sguardo si soffermò su Hera per pochi secondi, ma quando i loro occhi s’incrociarono cominciò a fissare a terra.
Hera non si fece troppe domande sul perché di quel comportamento.
- Afuro, fine pausa!- gridò Atena raggiungendolo di corsa. Si fermò sorpreso davanti a quell’insolito gruppetto. –Non potete stare qui, è zona riservata- obiettò.
-Ciao, Atena - Hera lo salutò normalmente. Il ragazzo lo riconobbe e sorrise.
-Oh! Capisco, sono con te, Tadashi? Allora va bene- disse –E’ un piacere rivederti.-
Hera annuì. Atena si voltò verso la troupe e iniziò a sbracciarsi.
-Ehi! C’è Tadashi!- gridò, in direzione di qualcuno.
Hera immaginò chi, e infatti poco dopo dalla folla uscirono la donna canarina e il suo assistente (certamente anche amante) Saginuma.
Hera, Demete e Kirigakure ebbero come immediato riflesso il tic all’occhio e una smorfia, dovuti entrambi allo shock da giacca giallo canarino.
-Oh… mio…dio- sillabò Demete cercando di distogliere lo sguardo e non ci riusciva tale era il suo orrore.
Artemis la osservò divertito. –In effetti, sono gusti discutibili- sussurrò.
-Meriterebbe di sparire dalla faccia della terra, quella giacca.- commentò Kirigakure orripilato.
Hera diede una pacca sulla spalla ai suoi due amici, sollevato che non fosse l’unico a pensarla così.
“Forse siamo davvero geneticamente simili” pensò, guardando mammapapà.
- Tadashi… sei tornato per qualche scatto?- domandò la donna canarina. Aveva le braccia incrociate al petto e un’espressione saccente in viso.
-Se lo scordi.- replicò Hera seccato.
La donna canarina si spostò i capelli dal viso e sorrise, come se l’avesse previsto.
“Ma quanto è irritante” pensò Hera, con una vena pulsante sulla fronte.
- Afuro, ricomponiti. Ti voglio perfetto.- disse lei perentoria. Afuro scattò sull’attenti.
-Sissignora!- esclamò, poi abbassò la voce in modo che solo Hera lo sentisse e aggiunse, malizioso:- Non sarà certo difficile per me…-
-Narcisista- replicò Hera fra i denti. Nessuno si accorse del loro scambio.
Afuro mise al collo una lunga collana con pietre color dell’ambra, una maglia viola lunga fino alle ginocchia, con sotto i pantaloncini jeans, e alla vita una cintura marrone come gli stivaletti. -Sono pronto- disse, spostando una ciocca di capelli di lato.
Tutti rimasero a bocca aperta.
 -KAWAI!!!- gridò la troupe al completo, un paio di ragazze svennero.
Kirigakure, Artemis e Aporo sembravano incapaci di commentare. Demete aveva la bocca spalancata e gli occhi luccicanti.
-Papà, se tieni la bocca aperta così a lungo ci entreranno gli insetti- osservò Hera con un’espressione molto seria. Lui non ci trovava niente di speciale, in quell’abbigliamento.
-Allora, Hera? Sono carino?- chiese Afuro con un sorrisetto malizioso. Gli fece l’occhiolino.
-Sei uguale a prima- rispose Hera, voltando lo sguardo. Due rondini avevano fatto un nido su un albero e si stavano beccando affettuosamente le piume.
“Che carine” pensò Hera. Anche uno stupido avrebbe capito cosa gli passava per la testa e Afuro non era stupido.
-Ma sei senza speranza!- esclamò, contrariato. Hera lo ignorò insistentemente, quindi Afuro mise il broncio e salì sulla pedana. Saginuma piegò un riflettore su di lui.
-Sorridi- ordinò la donna canarina. Afuro obbedì: dopotutto, era il suo lavoro.
Dopo circa mezz’ora (durante la quale Hera dovette sorbirsi tutti gli “oooh”, “kawaii”, ecc. dei presenti) la donna canarina decise di chiudere la sessione di scatti.
-Riposa i muscoli facciali, Afuro- disse, sarcastica. Afuro le fece la linguaccia.
-Aphrodi!- esordì Demete –Mi fai un autografo?!
-Un altro?!- esclamò Kirigakure. –E dove te lo fai fare?! Sull’elmo?!
-Scherzi?! L’elmo non si tocca, è oro puro per me!-
-E’ latta. Lat-ta. Come le lattine di Coca-cola…-
-Q-questa non te la perdono, Saiji! Ritira ciò che hai detto!-
-Perché dovrei? L’ho sempre pensato… a proposito, sarà riciclabile?-
-Mi sfotti anche ora?! Se ti prendo…!-
E così Kirigakure cominciò a fuggire da un Demete inferocito, e il bello è che giravano in tondo intorno ad Aporo e Artemis.
Il piccoletto, all’iniziare del quindicesimo giro, fu colto da un attacco di nausea e svenne fra le braccia del compagno, che non ne fu affatto dispiaciuto.
E Demete e Kirigakure continuavano a correre.
-Quegli idioti- commentò Hera scuotendo il capo, poi ammutolì sentendo una risata cristallina.
Si girò verso Afuro, che sembrava incapace di trattenersi di fronte alla comicità della situazione.
Aveva le guance leggermente arrossate per lo sforzo di respirare, e un sorriso allegro e sincero.
Ecco, quello era decisamente la versione di Afuro Terumi che preferiva.
-Sei carino- osservò, con un tono un po’ sorpreso.
Afuro smise immediatamente di ridere e lo fissò ad occhi sgranati.
-C-come hai detto scusa?!-
-Ho detto che sei carino. Il sorriso di adesso era semplice, sincero… davvero carino.-
Afuro arrossì. –Allora… mi preferisci così?- chiese con voce flebile, ma sembrava più parlare a sé stesso. Hera annuì, e mise le mani in tasca pensoso.
-A volte non ti sopporto affatto. Ci sono momenti in cui vorrei strozzarti- ammise.
Afuro si accigliò e borbottò qualcosa. Hera dondolò un po’ la testa, alzando lo sguardo al cielo.
-Però sai, mi piaci quando sei te stesso. Sei molto più… kawaii- aggiunse, poi notò che Afuro era arrossito e si chinò verso di lui, malizioso.
–Che c’è? Non te lo aspettavi vero?- chiese.
-M-m-m-ma smettila!- lo rimproverò con voce acuta il biondino e gli diede le spalle.
Era sempre così, con Hera.
Aveva la brutta sensazione non solo di non riuscire a farlo cadere nella propria tela…
… ma di essere rimasto lui stesso invischiato nella sua.
Ed era molto, molto spiacevole sentirsi sconfitto in continuazione.
“Che poi, in che razza di situazione ci troviamo?” si chiese fissando l’altro di sottecchi.
Non erano certamente amici come potevano esserlo Artemis ed Hera… né d’altronde semplici conoscenti, o compagni di classe e basta.
Ma allora cos’erano l’uno per l’altro?
Questa domanda irritava terribilmente Afuro.
Ma Hera non sembrava per niente turbato da quella strana situazione: ancora una volta, si lasciava trascinare dagli eventi con inerzia.
Ed era proprio questa, la cosa più irritante.
Il suo cellulare squillò , facendolo sussultare. Lo estrasse dalla tasca così velocemente che per poco non lo fece cadere a terra.
Hera osservò curioso Afuro leggere lo schermo del cellulare e illuminarsi di quella che sembrava incredulità.
-Hitomiko, vado un attimo a telefonare- avvisò e sparì dietro un angolo. Hera si appoggiò al muro, da lì poteva sentire benissimo la conversazione.
Non che volesse farsi i fatti suoi, ma era insolitamente preoccupato per Afuro.
Forse perché, a pelle, sentiva arrivare i guai.
-Non ci credo! Aveva detto che avrebbe trovato del tempo per me- diceva Afuro arrabbiato, ma più disperato che arrabbiato veramente. La voce dall’altra parte disse qualcosa.
–Lo so che è impegnato negli affari… talmente impegnato che il grande Minoko Terumi non si degna di vedere suo figlio!- disse, poi si accorse di aver perso le staffe e rientrò nei ranghi, rispondendo con voce più calma:- Okay, Digli che ho capito. Ciao.- e attaccò.
Hera si chiese con chi parlasse… probabilmente un amico del padre, o un familiare.
Sentì un fruscio vicino al cancello, ma non ci fece caso: era troppo occupato a fissare Afuro.
Il ragazzo stringeva il cellulare in pugno, con gli occhi abbassati e densi di lacrime, lacrime che scivolavano sul suo viso e cadevano nell’erba.
Hera pensò di nuovo che era carino, e si accorse di pensarlo sempre in momenti sbagliati.
-Dannazione- mormorò Afuro, asciugandosi le lacrime con il dorso della manica.
Hera rimase immobile, appoggiato contro il muro, in silenzio. 


----


**Angolo dell'Autrice**
Ciao :)
Sono appena tornata da Praga, avevo del tempo per cui ho deciso di aggiornare.
Questo è un capitolo divertente -non so a leggerlo, ma a scriverlo di sicuro- perché fa intuire quanto complicato stia diventando il rapporto Hera/Afuro, soprattutto da parte di Afuro, spiazzato dai propri sentimenti nei confronti dell'altro; per quanto rigarda Hera, diciamo che lui è il tipo che si fa trascinare dalla corrente :)
La parte finale prelude a tutta una serie di eventi che daranno una svolta alla storia, "rompendo" questa bizzarra quotidianità.
Non aspettatevi capitoli troppo tranquilli, d'ora in poi! XD
Kisses,
roby
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Melabanana_