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Autore: dreamyD    29/08/2012    5 recensioni
Ennesima storia sui Malandrini come ne ho lette tante ma, dato che non posso conoscerle tutte, mi scuso se dovessero esserci delle somiglianze con altre storie. giuro che questa è tutta farina del mio sacco ma che ne so se magari qualcuno non ha un sacco simile al mio? Vorrei riuscire a raccontare la storia dei miei Malandrini dal primo al settimo anno e magari anche dopo chissà... Recensite grazie *dD*
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Il “comitato d'addio”

 

 

 

 

 

 

Agosto passò in fretta. Tutti i giorni James portava gli amici in posti nuovi: a giocare con gli altri, nella spiaggia sassosa con il mare grigio perla dove abitava una simpatica vecchina nella sua cappannuccia lontano da tutti, in un boschetto pieno di fruscii e cinguettii, in piscina, al lago....si divertivano sempre tantissimo. Jo dormiva sempre più spesso a casa Potter e ormai Dorea lo trovava quasi normale e non faceva più domande. Una sera, mentre i ragazzi giocavano l'ennesima volta a nascondino, Sunshine e Jo s erano messe a parlare, sedute sulle altalene.

 

«Sono proprio dei bambini, vero?» aveva esclamato divertita Sunshine mentre James cominciava a protestare perchè Sirius l'aveva scoperto subito, sostenendo che aveva imbrogliato.

«Bè, noi siamo dei bambini, no?» aveva risposto sarcastica Jo. Sunshine aveva riso, ormai si era abituata al modo di fare della nuova amica e non lo trovava più irritante.

«Già, ma loro..no, ok, ci rinuncio!» Sunshine aveva riso ancora, imitata da Jo, e poi aveva continuato «Però devo ammettere che sono divertenti!»

«Ti piace James?» aveva chiesto a bruciapelo Jo, senza lasciare capire perchè avesse posto la domanda proprio in quel momento.

«NO!» aveva esclamato con veemenza Sunshine arrossendo violentemente.

«Ah sì?» aveva chiesto ancora maliziosamente Jo, ridendo delle guance rosse dell'amica.

«Certo! Perchè dovrebbe piacermi?» Sunshine era ancora rossa come un pomodoro.

«Bè...da come ti comporti quando sei con lui. Sei così dolce e ridi e lo prendi in giro ma affettuosamente e..non so! Mi dai quest'impressione.» spiegò Jo, senza più ridere.

«Lo so. Davvero do quest'impressione?» Jo annuì e l'altra si passò una mano fra i capelli con aria perplessa. «Ma in realtà io lo considero quasi un fratello sai? E poi...non so non riuscirei mai a vederlo in quel modo! Può essere il mio migliore amico, il mio fratello, ma di più? No no!»

«Ah. Ok.» Jo non sembrava ancora convinta, ma preferì non insistere.

«E invece, tu e Sir?» adesso era il turno di Sunshine di essere maliziosa, ma Jo non arrossì.

«Cosa?» chiese invece la ragazza, guardando Sun senza rivelare niente, imperscrutabile.

«Dai, ammettilo che ti piace! E tu piaci a lui!» rise Sunshine.

«No, per niente!» si difese Jo. «Lui è...un buon amico, ma non mi piace. È troppo...non so...non riesco a capirlo!»

«Eppure siete così simili...» mormorò Sunshine, quasi sovrappensiero.

«Simili? Io e lui?» Jo era scettica, non riusciva a vedere molte somiglianze con Sirius.

«Io credo di sì. Siete entrambi molto forti, decisi, sicuri. O almeno volete presentarvi così. Secondo me però tutti e due alla fin fine siete dolci e affettuosi e simpatici e sotto la vostra arroganza, sprezzo per qualunque cosa e l'aria sicura siete delle bellissime persone. E degli ottimi amici. E poi avete entrambi dei problemi con la famiglia...» aveva spiegato Sunshine con tono noncurante, ma alla fine Jo l'aveva interrotta.

«Che ne sai tu della mia famiglia?» aveva chiesto con tono duro, quasi arrabbiato.

«Io...io niente. Solo che mi sembrava...non so...» aveva balbettato confusa Sunshine, sorpresa dal tono violento assunto improvvisamente dall'altra.

«Appunto, non sai niente! Niente! Cosa vuoi dirne allora? Tu che avrai una famiglia amorevole e perfetta...» aveva risposto ancora Jo, con sguardo di ghiaccio. Ma a quelle parole anche Sunshine si era infiammata.

«E tu, cosa vuoi saperne tu, della mia famiglia?» aveva esclamato alzandosi in piedi per fronteggiare Jo, non più seduta sull'altalena.

«Io non lo so, ma si vede da come sei che sei stata amata, coccolata e viziata da sempre! Non saprai neanche cosa vuol dire avere i genitori che litigano, tuo padre che scompare e tua madre depressa!» aveva alzato la voce Jo, sputando il rancore che aveva sempre dentro.

«Questo è quello che dici tu!» aveva replicato Sunshine,cercando di rimanere calma.

«Lo dico e lo so! Ma guardati! Sei una bambina perfettina, dolce e gentile! Sembri una di quelle odiose bambole di porcellana che possono permettersi solo quelli che poi o non ci giocano o possono romperle e averne altre! Sarei pronta a scommettere che a casa hai una mamma dolce e amorevole che ti prepara i pranzetti, con i capelli acconciati alla perfezione e i vestiti nuovi ogni volta che vuole! Che tuo padre ha un lavoro rispettabile e importante e ti ripete in continuazione quanto t sia la bambina più speciale del mondo! E che avrai dei nonni che ti viziano, delle zie che ti comprano i giocattoli e degli zii che ti portano al luna park!» ormai Jo quasi gridava, sputando le parole addosso a Sunshine che si sforzava di non fare altrettanto.

«Ci scommetteresti?» chiese invece Sun.

«Sì!» rispose con furia Jo, il viso arrossato per la rabbia.

«Bene. Avresti perso.» e senza aggiungere altro Sunshine era tornata a sedersi sull'altalena, dondolandosi piano. Dopo un po' anche Jo si risedette, in silenzio, lo sguardo basso incollato a terra.

«Davvero?» chiese dopo averci riflettuto a lungo Jo, senza però alzare lo sguardo da terra.

«Davvero cosa?» chiese di rimando Sunshine, lo sguardo fisso sulla cima di un albero.

«Davvero se avessi scommesso avrei perso?» si spiegò meglio Jo, ora guardando fisso i capelli biondi dell'amica, dai riflessi infuocati per il sole calante.

«Sì. Davvero. La mia vita non è stata facile come credi tu.» mormorò mesta Sunshine. Jo si alzò dall'altalena e le si accovacciò di fronte per guardarla negli occhi.

«Neanche la mia è stata facile.» e così Jo aveva cominciato a raccontare a grandi linee la sua infanzia difficile, con una madre iperprotettiva e nervosa che litigava con il padre pigro e dalle tante amanti. Si erano sposati troppo presto perchè Charlene, sua madre, era incinta di Ryan, ma ben presto erano cominciati i problemi per la convivenza che poi era diventata quasi forzata. Suo padre passava la giornata a lavoro e la sera nei pub tra le braccia di qualche ragazza disponibile e senza troppe pretese. Charlene aveva cominciato anche lei a bere, era diventata depressa, ma niente in confronto a quanto diventò dopo che una sera il marito, particolarmente ubriaco, l'aveva violentata e lei era rimasta incinta. Jo era nata così, non voluta, in una famiglia già a pezzi, con un fratello maggiore che la picchiava e le faceva i dispetti, una madre che l'amava ma non lo sapeva dimostrare, sempre ubriaca o troppo depressa, e un padre che un giorno era semplicemente scomparso per non tornare mai più. Ryan era cresciuto, diventando un bambino problematico e ribelle e poi un ragazzo violento, prepotente e sprezzante del rispetto o delle regole. Sunshine aveva abbracciato l'amica, cercando di confortarla e aveva raccontato la sua storia. Alla fine erano rimaste in silenzio, abbracciate, confortate dal dolore dell'altra, finchè i ragazzi non erano andati a cercarle.

 

Circa una settimana dopo erano cominciati i preparativi per la festa di Peter. James, perchè era lui che decideva, voleva una festa grandiosa con milioni di stuzzichini, una torta enorme e tutti quelli che potevano invitare.

Infatti, il giorno del suo compleanno, per prima cosa Peter venne svegliato da uno stonato coro di “Buon Compleanno” e poi ricoperto di gentilezze e regali. Quando poi, nel pomeriggio, erano arrivati gli invitati, gli era sembrato di sognare. C'erano tantissime cose da mangiare, giochi, divertimenti, decorazioni, amici...era una festa bellissima. Un po' confusionaria forse, ma nello stile di James. Alla fine della giornata erano tutti esausti e sovreccitati, tanto che ci era voluta una tisana calmante di Dorea per mandarli a letto.

Quando poi, attorno alla metà del mese, erano andati, per la prima volta di tante, a Diagon Alley avevano combinato di tutto: si erano rincorsi tra le bancarelle creando scompiglio, si erano persi a Nocturn Alley, si erano comprati cose assurde e inutili, avevano mangiato gelato fino a scoppiare, avevano litigato con un Serpeverde incontrato per caso, avevano spaventato gli animali del Serraglio Stregato, avevano fatto impazzire Madama McClan con richieste assurde, le avevano fatto cadere tutti gli spilli...in pratica si erano divertiti da morire.

E ogni giorno, come aveva dichiarato candidamente Peter, era meglio dell'altro. Remus tornò a casa per una paio di giorni per motivi misteriosi e tornò più pallido e smagrito, ma Dorea non ci mise molto a farlo diventare come prima. Sirius un giorno regalò una collana di margherite (che aveva fatto Caroline) a Jo e una rosa (rubata da un cespuglio) a Sunshine. Caroline, esitante e rossa più che mai, aveva dato un bacio sulla guancia a James (“per arguragli buona fortuna per la partita di Jammball!”). Ethan aveva preso sottobraccio Sunshine per accompagnarla in giro per il mercato di un paese vicino. Peter e Cole si erano scambiati le merendine e avevano condiviso il cartoccio di mele caramellate che avevano comprato a quel stesso mercato. In conclusione, erano diventati amici inseparabili e tremavano per la separazione imminente, soprattutto Sunshine, Caroline e Mark. Jo, se era triste, non lo dava a vedere. James tirava su il morale, quando serviva, a tutti insieme a Sirius. La loro amicizia, già molto stretta, lo era diventata ancora di più e ormai erano quasi come fratelli. Remus si era divertito e aperto tanto che passava più tempo a ridere e scherzare che a rimproverare gli altri.

Il giorno prima della partenza per Hogwarts, James organizzò un'altra piccola festicciola, ma questa volta solo per loro. Quella sera tutti restarono alzati fino a tardi perchè non volevano salutarsi, ma alla fine tutti, compresa Jo, dovettero tornare a casa loro. Non fu facile per i maghetti addormentarsi, anche per Peter che i solito cadeva nel sonno nel giro di un secondo, e passarono molto tempo a ricordare il mese appena trascorso. A metà notte James si svegliò e vide Sirius e Sunshine seduti sulla scala-scivolo, in silenzio a guardare le stelle.

 

«Ehi, non dormite?» aveva chiesto James sedendosi accanto a loro.

«No.» aveva risposto Sirius alzando gli occhi al cielo, esasperato per quella domanda assurda.

«Di che parlate?» aveva chiesto ancora James.

«Di te e Caro.» lo aveva preso in giro Sunshine, alzando la testa dalla spalla di Sirius.

«E che cosa c'è da dire? Niente!» si era subito infervorato James, arrossendo.

«Sì sì ok. Comunque parlavamo di me.» aveva detto conciliante Sunshine.

«Che egocentrica! E che cosa dicevate?» James si era subito calmato e aveva appoggiato di nuovo il mento sulle ginocchia raccolte al petto.

«Che mi manca Angie. E che mi dispiace non essere stata con lei tutto il tempo disponibile, anche se è stato un mese fantastico.»

«Ah. Niente di interessante allora. Siete felici di tornare a Hogwarts?» cambiò discorso James.

«Certo! Ma mi mancheranno Jo e gli altri. E anche Angela.» aveva risposto senza esitazioni Sunshine. Sirius invece era stato un po' in silenzio prima di parlare.

«Io...no lo so. Sono felice, ovviamente, di tornare a Hogwarts, di usare di nuovo la magia, di non dover più stare attento alle parole che uso per non sembrare anormale ai babbani, ma...quest'anno arriverà anche Regulus.» Sunshine gli strinse una spalla, in un gesto comprensivo, ma Sirius si scostò.

«Non è che m'importi perchè alla fine lui sarà un Serpeverde sicuramente e io Grifondoro, però...sarà diverso. Malfoy ha finito l'anno scorso, ma Cissy ha ancora l'ultimo anno e con quei due tra i piedi...mamma e papà verranno a sapere tutto quello che faccio ancora prima che io possa finire!» aveva continuato Sirius, cercando di sembrare allegro, anche se non lo era.

«Ce la caveremo, Sir. Come sempre!» lo rassicurò James, prima di tornare a guardare le stelle.

Ci furono minuti di silenzio e Sunshine stava quasi per alzarsi e tornarsene sul pavimento, dormivano tutti in camera di James sui grossi cuscini a terra, quando James parlò di nuovo.

«Alzatevi presto domani mattina! Se faranno come l'anno scorso, e sono sicuro che lo faranno, avremo un bel comitato d'addio!» li informò sorridendo. Sunshine e Sirius sorrisero, poi insieme tornarono a letto.

 

La mattina dopo Dorea svegliò presto i ragazzi, esortandoli a finire le valigie e poi darle a Charlus che con un incantesimo le avrebbe stipate in macchina. Il signor Potter infatti sapeva guidare e, grazie a qualche piccolo incantesimo, aveva ingrandito la sua auto abbastanza da contenere tutti quanti con i loro bauli.

Fecero una colazione veloce e poi si diressero verso il cancello, mentre Charlus li aspettava più in là. Come preannunciato da James però, li aspettavano tutti i loro amici.

«Ci mancherai Jamie!» Caroline fu la prima a scattare verso i cinque, abbracciando stretto stretto James, che arrossì e rimase immobile, prima di darle qualche colpetto sulla spalla. La ragazza si staccò poco dopo, rossa come i suoi capelli, per abbracciare anche Sunshine. Intanto Alex, Cole e Michel stavano salutando gli altri. Mark, appena si fu staccata sua sorella, si aggrappò a James, in lacrime, supplicandolo di rimanere. Ethan diede u bacio sulla guancia a Sunshine e la abbracciò, sussurrandole un “Buon viaggio”, arrossendo sotto i suoi capelli mori. Alla fine, sorprendendo tutti, anche Jo abbracciò Sunshine, dicendole un “Grazie” all'orecchio e poi anche James e Sirius, mentre si limitò a una pacca sulla spalla con Remus e Peter. Quando tutti ebbero finito di salutarsi, Dorea li spinse verso l'auto e, girati tutti all'indietro per salutare gli amici che lasciavano lì, i cinque ragazzi montarono e poco dopo sparirono.

«Non ci avevi avvertiti che sarebbe stato...così!» si lamentò Sirius.

«L'anno scorso non era stato così...lagnoso! Niente baci, abbracci o lacrime! Che cosa vuoi da me,sono rimasto sconvolto anche io cosa credi?» James aveva ancora uno sguardo allucinato, mentre Sunshine e Remus ridevano.

«Sono stati carini invece!» li difese la ragazza, arrossendo un po' al pensiero del bacio di Ethan.

«Certo certo!» biascicò Sirius, nello stesso istante in cui James esclamava sconvolto:

«Spero non lo facciano mai più!»

 

-Fine Capitolo-

 

 

 

Spazio dell'Autrice

Ok è stato un parto molto difficile! Ho scritto il capitolo, l'ho cancellato e poi l'ho riscritto di nuovo, e ancora non mi convince. Quindi commentate voi, ma io non volevo farvi aspettare ancora.

Grazie alle cinque che hanno recensito, vi voglio bene!!

Scusate, ma ho fretta!

Baci

*dD* 

  
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