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Autore: Soly_D    29/08/2012    5 recensioni
[Obito/Rin | raccolta di flashfics + tributo ai Coldplay]
#01. “Vieni a ballare anche tu, Obito-kun!”
#02. "Ha detto che sono troppo dolce e che a lui non piacciono le cose dolci"
#03. Obito e Rin pensano che quello sia stato l’inverno più bello della loro vita. E anche il più caldo.
#04. “Mi pare ovvio! Per battere Kakashi, no?”
#05. Li osservi da lontano, lui e lei. Così diversi, eppure così d’accordo.
#06. Perché si sente così debole? Perché non è mai all’altezza della situazione?
#07. “Come fai ad essere sempre così... graziosa?”
#08. “Tu ce l’hai la ragazza, Obito?”
#09. "Chissà se un giorno troverò anche io il mio principe azzurro...”
#10. “Io non voglio esserti amico, Rin. Voglio essere qualcosa di più.”
#11. “Se fossi più brava con le armi, probabilmente adesso non starei qui a curarti”
#12. Eppure non ho saputo dirti quanto ti amo.
#13. “Oggi sono diventata nonna, Obito-kun”. [WHAT IF? + SPOILER]
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Obito Uchiha, Rin | Coppie: Obito/Rin
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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WHAT IF? + SPOILER: E se Tobi non si fosse rivelato Obito Uchiha?

Never waste moments of life, never lose hope


I could’ve been a princess, you’d be a king
Could have had a castle and wore a ring
But no, you let me go

[Princess of China – Coldplay]

13. Never forget

Rin si stringe tra le braccia di Minato sensei. Ha il viso rigato di lacrime e il cuore a pezzi.
“Non è giusto” sussurra aggrappandosi saldamente alla maglia del suo maestro “Non doveva essere lui a pagare... Non aveva fatto niente di sbagliato... lui ci ha salvati!”
Lo stomaco dell’Hokage si contorce in una morsa dolorosa nell’udire quella voce ancora infantile – un tempo squillante e melodiosa – ora rotta dai singhiozzi.
“Non piangere, Rin. Obito non vorrebbe vederti così!”
Minato spera che le sue parole non abbiano avuto l’effetto contrario sull’animo della sua allieva.
La osserva staccarsi da lui, asciugarsi le lacrime e tirare su col naso. Per fortuna, ha capito che piangere non serve a nulla, ma i suoi occhi non ne vogliono proprio sapere di tornare a brillare come una volta. D’altronde, la comprende benissimo: soffre anche lui per la perdita del suo allievo, quell’allievo testardo e disobbediente nel quale ha sempre creduto, perché simile a lui.
“Quand’ero piccola...” comincia Rin, sospirando sconsolata “Immaginavo di essere una principessa... di vivere in un sontuoso castello... di trovare il principe azzurro, innamorarmene e sposarlo... di costruire una famiglia con lui e viverci una lunga vita felice...”.
Le lacrime minacciano di sgorgare dai suoi occhi scuri, ma Rin non demorde.
“Io... l’avevo trovato il mio principe azzurro... ma l’ho notato troppo tardi... ed ora l’ho perso”.
Minato mostra un sorriso intenerito a quelle parole. Tende le braccia verso la ragazzina per accoglierla in un nuovo abbraccio e lei non se lo fa ripetere due volte. Svelta, si rifugia tra le braccia della persona che – in un’altra occasione – avrebbe ritenuto la meno adatta alla quale raccontare i propri segreti, perché troppo grande. Si lascia cullare dal suo abbraccio caldo e confortante, sentendosi accarezzare i capelli in un gesto protettivo.
“Io non voglio dimenticarlo... sensei” dice bagnando con le lacrime la maglia di Minato.
L’Hokage la stringe ancora più forte, per consolarla.
“Non devi per forza dimenticarlo, Rin” afferma con un mezzo sorriso rincuorante “Dicono che una persona non va mai del tutto via se la si ricorda, poiché vive ancora nel cuore di chi continua a pensarla e a raccontare la sua storia”.
A quelle parole, il cuore di Rin perde un battito e i suoi occhi prendono a brillare.
“Se io continuo a pensarlo... allora... allora lui non andrà mai via dal mio cuore!”
“Dai nostri cuori” la corregge il maestro, accarezzandole una guancia.
Rin sorride, sorride come non credeva di poterlo mai più fare dalla morte di Obito.
Non lo dimenticherà mai, nessuno lo farà. Ora ne è certa.

*****

Una donna dai capelli castani e gli occhi scuri si aggira nei dintorni del cimitero di Konoha con un mazzo di fiori freschi tra le mani. Si ferma davanti ad una lapide recante la foto di un giovane ninja del suo villaggio e poggia i suoi fiori accanto a quelli già presenti.

“Obito Uchiha, morto per la patria e per i compagni”

Un mezzo sorriso le decora il volto ancora bello e luminoso nonostante l’età.
“Oggi sono diventata nonna, Obito-kun”.
Fissa la foto del defunto e ha come l’impressione che il ragazzino ritratto le stia sorridendo.
“E sai come si chiama il mio nipotino?” chiede in un sussurro “Si chiama Obito! Non è bellissimo?”.
Una folata di vento le accarezza il volto.
E lei sorride, sorride nonostante la nostalgia e il dolore.
Perché Obito-kun non se n’è mai andato davvero
.











Note dell'autrice:
Finitaaaaa! Mi sono commossa io stessa :°)
Spero che come finale vi piaccia. Rin si è rifatta una vita, ma non ha mai dimenticato Obito *___*
Fatemi sapere cosa ne pensate! Un grazie immenso a chi ha seguito e recensito fin dall'inizio <3
A presto, con la prossima storia ^^
  
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