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Autore: _hatecrew    29/08/2012    3 recensioni
Inish era stata da sempre una delle poche persone a cui era certo di poter parlare di qualsiasi cosa con la certezza di ricevere sempre risposte schiette e ragionate, oltre che una certa dose di idiozie, ragion per cui anche quando lei aveva lasciato l'università dopo appena due anni per tornare con il fidanzato nella sua Irlanda avevano continuato a scambiarsi periodicamente lunghe lettere.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Hiddleston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Approfittando di non essere fragilissimi di cuore andiamo all'altro mondo bighellonando un poco, perchè forzando il passo succede che si muore
Fabrizio De Andrè – Morire per delle idee

 

 

 

Cambridge, marzo 2002

 

L'equinozio di primavera veniva salutato ogni anno dagli studenti universitari di tutto il Regno Unito con perizia d'onori, abbondanza di attività e feste da far invidia a una discoteca. Sfortunatamente, quell'anno una leggera e costante pioggerella uggiosa batteva su muri e finestre, impedendo qualsiasi attività all'aperto; quattro gocce non avrebbero però sicuramente impedito i festeggiamenti, specie a chi, nelle facoltà più impegnative, vedeva in quell'apparentemente inutile ricorrenza una sorta di luce in fondo al tunnel dopo mesi di stress e insonnia.

Poco male, avrebbe pensato un visitatore entrando nel grande salone d'ingresso, qui davvero nessuno sembra curarsi della pioggia, nè dell'equinozio.... Non un rumore di passi sul pavimento di granito color fumo, non una voce, non una risata echeggiava lungo i corridoi: sembrava un palazzo stregato e deserto, più che un'università popolata da centinaia di studenti in festa.
Togliendosi il cappotto appesantito dalla pioggia, il nostro visitatore avrebbe sobbalzato nel sentire un urlo allucinato e pieno di tristezza proveniente da qualche stanza poco lontana; "aiuto!", avrebbe inneggiato istintivamente, iniziando a correre verso la voce che ora sembrava piangere, mentre la sua testa si affollava di scene di uccisioni e sevizie; avrebbe fermato la sua corsa di fronte a un grosso portale d'ebano, attraverso il quale avrebbe sentito un gemito straziato, proprio di qualcuno che...
...che stava... morendo?

Tremante, avrebbe afferrato i pomelli del portale e tirato con tutte le sue forze, risoluto a soccorrere chiunque stesse soffrendo così atrocemente...

 

Teatro.

Stupido e insulso teatro.

 

-

 

-Emilia! Emilia!- urlò il ragazzo che giaceva a terra, una gamba innaturalmente piegata, il viso piagato e sanguinante. I suoi grandi occhi femminei, di un verdazzurro ipnotico, misero a fuoco le due persone che lo sovrastavano: una fanciulla smilza fasciata in un lungo abito drappeggiato e un ragazzo robusto, capelli e barba rossi come il fuoco e occhi innaffiati di pianto. Decise di dedicare il suo ultimo minuto di vita solamente a lei.

-Oh, donna Emilia...- il morente alzò una mano per accarezzarle il viso, pagando il gesto con un dolore lancinante che lo costrinse per un secondo ad arricciare il suo naso dritto e regale. Donna Emilia sembrava troppo traumatizzata per poter parlare.

-Donna Emilia, io... Ti amo profondamente. Sei la regina del mio cuore.-

La sua gemente dichiarazione provocò nel cuore degli astanti un moto di ammirata commozione, ma lui sembrò non curarsene.

-Stringimi tra le tue braccia... Ascoltami attentamente. Mi amareggia l'aver disputato con Palamone...-

Il rosso abbozzò un sorriso. Da qualche parte qualcuno gridò -Sarai contento, bastardo approfittatore!-

L'uomo che giaceva a terra lanciò uno sguardo sconsolato al vuoto davanti a lui. Non poteva, non voleva credere che il suo unico cugino fosse un millantatore qualsiasi... Morire con la consapevolezza che il suo unico parente volesse solo rubarle la donna sarebbe stata una punizione troppo grande, ma se era ciò che l'Olimpo aveva in serbo per lui, l'avrebbe accolto con serenità.

-Palamone ti ama, mia Emilia... Dopo il mio trapasso, se mai vorrai sposarti... Pensa a lui...-

Puntò i suoi occhi in quelli di Emilia, quindi morì.

La giovane si alzò tremante, sorretta da Palamone. Fissò per qualche secondo il corpo inerme del suo uomo, gli occhi ancora innaturalmente aperti; cadde in ginocchio e le sue guance si rigarono di pianto mentre gli abbassava le palpebre.

Mentre il sipario iniziava a calare, Emilia alzò lo sguardo verso l'uomo che gentilmente le teneva una mano sulla spalla: annuirono entrambi, nello stesso momento, suggellando con quella muta risposta l'impegno a rispettare le ultime parole di Arcite.

 

-

 

-Bastardo approfittatore!- fu la prima cosa che si sentì urlare Daniel appena varcò la soglia del camerino; tra le risate generali, la sua compresa, riuscì a raccogliere distrattamente qualche complimento mentre andava alla ricerca del tavolo della sua ragazza. Stava quasi per arrendersi quando vide spuntare tra la folla una chioma nera alquanto familiare: la pettinatura in stile greco era già stata distrutta, ma i suoi capelli si andavano ancora a posare sulla tonaca drappeggiata che aveva portato sul palco. Lui, invece, aveva fatto in modo di buttar via il prima possibile quell'ingombrante veste da nobile ellenico dentro la quale aveva dovuto sudare per quasi due ore mentre tentava di portar via la ragazza al "cugino".

-E tu che dicevi di non essere portato per un ruolo da cattivo... Questa volta ti sei superato, sul serio!- esclamò entusiasta Inish, stampandogli un bacio sulla guancia. Sotto la barba rossa, il ragazzo diventò rosso a sua volta. Scrollò le spalle, nonostante dentro di sè sapesse di aver fatto del suo meglio.

-Figurati... Thomas è la star, mica io.- ammiccò e indicò Tom, che era tornato nella sala comune proprio in quel momento e come da prassi stava a subirsi le lodi di professori, parenti, colleghi e amici con un sorriso umile e professionale che non mancava mai di dispensare a tutti.

-Sarai mica geloso?- rilanciò lei con una risata,, e dopo essersi beccata un'occhiataccia si affrettò ad aggiungere che ovviamente scherzava: la gelosia era un sentimento non contemplato dal cuore di Dan, era risaputo a chiunque lo conoscesse... Probabilmente avrebbe dato un polmone per vedere realizzate le persone che amava, e a volte lei si scopriva a chiedersi se non si fosse messa con lui solo per quel motivo: fortunatamente, ogni volta che se lo chiedeva, la risposta era no.

-E' desolante sapere che questa è l'ultima volta che vi ammireremo!- una vocetta tonante, inconfondibilmente appartenente a Marie Laure, fece riscuotere entrambi dal torpore causato dalla comodità del divanetto. Marie Laure era una delle due compagne di stanza di Inish: era italofrancese e con disappunto di tutti pareva aver preso gli aspetti peggiori delle due nazionalità. Il letto di destra spettava invece a Flora, la migliore amica di Inish: scozzese, politicante e fieramente pansessuale, nutriva interesse in tutto meno che nello studio.

I due fidanzati si scambiarono una rapida occhiata.

Per poco non se l'erano scordato.

Daniel si picchiettò una mano sulla fronte e il suo sguardo ritornò su Tom, ancora intento a chiacchierare amabilmente con qualche irriducibile.

-Non l'abbiamo ancora detto a Hiddie.-

-Cosa aspettate?- la voce di Marie esprimeva concitazione e disappunto, come se la situazione mettesse l'ansia anche a lei, ma il rosso non colse il rimprovero. Si limitò a storcere le labbra alla sua affermazione.

Nelle notti precedenti aveva riflettuto molto, ed era giunto alla conclusione che sarebbe stato meglio selezionare più accuratamente le persone a cui dare la notizia, specie se poi i risultati erano atteggiamenti così menefreghisti. Pensavano fosse così facile tirare da parte il proprio migliore amico e annunciargli che l'avrebbe piantato in asso dopo essere praticamente nati e cresciuti come due fratelli?

Per fortuna Inish sembrò leggergli nel pensiero e fu più reattiva di lui.

-Non hai la più pallida idea di quant'è difficile, Marie. Non è una questione che risolvi facilmente... Non mi è chiaro perchè vi risulti così difficile da capire, o forse pensate che voi al nostro posto sareste i supereroi della situazione?-

Quando si infastidiva sembrava recitare: il suo viso assumeva una maschera di composta e controllata contrarietà, il che la faceva forse sembrare più pericolosa, e i gesti e gli atteggiamenti andavano ad ampliarsi pari passo al climax con cui le sue parole diventavano via via più aspre. Solitamente, alla fine di questo processo, implodeva.

-Ok, stop, rimediamo subito.-

Inish si sentì trascinare via prima di arrivare al punto di non ritorno e per quello ringraziò mentalmente Dan, che sembrava aver già intercettato Tom. Un minuto o due dopo, dopo aver smaltito l'ultima scarica di complimenti, l'inglese era davanti a loro: amichevole, sorridente e totalmente ignaro.

-Allora, cos'è quest'annuncione che mi dovete fare? Vi sposate?-

Il tono giocoso e sornione con cui aveva pronunciato quella domanda lasciava intendere il suo essere puramente retorica, ma dopo aver notato le loro facce la sua espressione cambiò: non sparì il sorriso, ma si affiancò ad esso uno sguardo curioso e circospetto.

"Incredulo", pensò d'istinto Inish. Beh, perlomeno aveva risparmiato loro il compito scabroso di doverglielo dire...

-Mi prendete per il culo?- Tom si passò una mano fra i ricci biondi, passando gli occhi dall'uno all'altra. -E no che non mi prendete per il culo...- sul suo viso tornò a regnare incontrastata Sua Maestà la Felicità.

-E' fantastico!-

Dan quasi si sentì un mostro a dover snobbare le braccia aperte che l'amico aveva teso per lui, e un flebile mezzo sorriso si stampò sul suo volto.

-Frena, Hid, non è tutto...-

Non aveva senso fermarsi ora, com'è che si diceva? "Tolto il dente, tolto il dolore", ecco, in quel momento non c'era frase che rispecchiasse la situazione più di quella.

-Andiamo a Dublino, dai suoi genitori.-

Come inevitabile, la prima occhiata incredula di Tom ricadde su Inish, che Dan aveva prontamente indicato quasi a dire "per favore non guardarmi così, la colpa è sua che mi ha fatto innamorare". Il rosso non se la sentiva ancora di fermarsi, ma Hiddleston sollevò una mano costringendolo a fermarsi.

-Lasciate l'università?-

Non c'era più il sorriso sul suo volto, sostituito semplicemente dallo stupore. Entrambi i suoi interlocutori annuirono.

-Prima che finisca l'anno?-

Annuirono di nuovo.

-Da quanto tempo lo stavate progettando?-

Accidenti, lì non si poteva annuire. Bisognava rispondere.

-Sette, forse otto mesi.-

Il volto già di suo scavato dell'inglese parve per un attimo scheletrico quando risucchiò le guance all'interno, corrucciando la fronte: lo stupore lasciava spazio al disappunto.

-Tom, non volevamo che tu fossi l'ultimo a saperlo...- Inish non ce la faceva a vedere il suo amico così, specie perchè erano rare le volte che qualcosa disturbava la sua serenità.

-Semplicemente era troppo difficile, e poi... Come dire... Ci hai pensato tu, alla fine... Non avrebbe dovuto essere un'annuncio così truce, posso capire se così su due piedi ti può sembrare una cazz-

Ancora una volta la mano di Tom troncò il discorso. Li guardò negli occhi entrambi, e ora il suo volto sembrava quasi scocciato.

-Perchè dovrebbe sembrarmi una follia?- un sorrisetto ironico ma gentile gli si dipinse sul volto.

-Per quanto mi riguarda sono felice per voi, ma non volevo saperlo... Così. Io non sono l'ultima ruota del carro.-

L'ultima frase li colpì in pieno petto con la forza di una mazza da baseball.

-Sarebbe meglio parlarne domani, siamo stanchi tutti...- per un momento sembrò recuperare tutto il suo aplomb e tornare a sorridere quasi normalmente.

-Davanti a una tazza di caffè sembrerà tutto più chiaro, no?-

Come in preda a un lavaggio del cervello, Dan e Inish non facevano altro che annuire e annuire. A Tom sembrava bastare quello.

-Buonanotte, Romeo e Giulietta.-

Pronunciò l'ultima frase accennando un leggero inchino, per poi voltarsi e sparire a passo misurato verso il suo dormitorio mentre nella sua testa, per la prima volta, immaginava di strangolare i suoi migliori amici.



- - - -
Eccomi, leggermente in ritardo rispetto al previsto perchè in questo momento vi scrivo da Roma e con tutto quello che c'è da vedere in questo bellissimo posto scrivere è una fatica!

Well, prima di andare avanti con la linea temporale vera e propria ho voluto ricollegare un po' con il passato, dopo un inizio così "spedito" xD
Beh che dire, a voi i commenti, spero di non aver deluso le aspettative iniziali di quelle 11 (!!!!!!) fantastiche persone che hanno segnato la storia fra le seguite, le preferite e via dicendo... Non lasciatemi nell'ansia, esprimetevi numerose!
Alla prossima ;)

Soph

 

  
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