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Autore: London27    29/08/2012    0 recensioni
[...Ma l'unica cosa certamente sicura è che tutti voi avete un inizio e una fine. Proprio come delle rette delimitate da due punti...]
E mentre tutto corre, tu rimani lì immobile a guardare la vita degli altri andare avanti. Leggi nei gesti e negli sguardi parole che non verranno mai dette e sorrisi forzati tra lacrime nascoste. E mentre sei lì a pensare, capisci che in realtà nulla scorre, che il tempo è solo un'invenzione umana, e tutti sono sempre stati fermi. [...] Chissà quante altre persone esistono al mondo che non incontreremo e conosceremo mai...ognuno con i propri dolori e felicità; con la propria solitudine.
Chissà quante altre solitudini esistono parallele alla nostra.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei

 
La realtà che vorrei è nei libri che scrivo. Non lo faccio per ingannarmi o illudermi, scrivo perchè quando cammino lungo la strada è come se sentissi delle voci che mi urlassero nelle orecchie delle storie, le loro storie. E mi pregassero, e chiedessero di essere scritte. Cercano qualcuno che le racconti. Quando scrivo è come se stessi seguendo il dettato di quei personaggi che mi raccontano la propria vita; e questo dettato interiore parte dal profondo, da dentro di noi e non può evitare di coinvolgerci emotivamente.
Guardavo il mondo che non guardava me, e cercavo tra la gente, tra gli alberi, le nuvole e le finestre la mia storia, quella che tutti volevano e che io avrei raccontato. Poi da dietro una tenda di una finestra, scorsi una donna che stava stirando, con molta cura, delle camicie bianche. Il suo volto era sorridente e sognante, mentre con le mani distendeva il tessuto sull'asse. Sguardo perso ed innamorato. Probabilmente stava stirando le camicie di suo marito che in quel momento non era in casa. Chissà forse si trovava in ufficio, stava portando i bambini al parco, il cane a spasso, o stava facendo la spesa, oppure era con l’amante, proprio mentre lei, follemente innamorata, stirava le sue camicie.
Peccato che non saprò mai cosa realmente stesse facendo suo marito; se mai, davvero, ne avesse avuto uno.
Improvvisamente distolsi lo sguardo da quella finestra e mi accorsi che il mio notebook era andato in stand by per la millesima volta. Mi alzai di scatto, stanca e stufa, andai in cucina a prepararmi un caffè. Avevo bisogno di parlare con Emma che era l'unica capace di spronarmi e svegliarmi più della caffeina. Così presi il telefono e dopo alcuni squilli mi rispose:
- "Blocco dello scrittore ore due, giusto?"
- “E’ un blocco perenne questo, senza via d'uscita. Cosa devo fare, Emma?"
- " Lo sai bene cosa devi fare, Jane: Scrivere! E sai anche che se non lo fai Thomas ti ammazza e..."
- "...e i lettori non smetteranno mai di inviarmi email e lettere reclamando un finale decente. Lo so, Emma, so che devo farlo, che devo scrivere, ma è diverso dalle altre volte, non ho nessuno spunto, nessuna idea, neanche un punto di partenza da dove trovare l’ispirazione! La mia fantasia è completamente oscurata da un'enorme nube nera!"
- "Jane tu hai sempre scritto, è il tuo lavoro e lo fai da una vita. Ecco, guarda, parti così, scrivendo che un'enorme nube nera oscurava i pensieri di Brian."
- "Si e poi? Cosa c'entra? Non è un semplice blocco, è proprio la mancanza di una storia, mi capisci? Mi stanno ordinando di scrivere un romanzo! Ma io non ho nessuna ispirazione, è strano, mi sento io stessa fuori luogo dicendo che non ho nessuna storia futura per Brian."
- " Non ti bastava uscire di casa per incontrare i tuoi personaggi? Non ti bastava leggere nei volti della gente le loro storie e prendere spunto per i tuoi racconti? Che fine ha fatto quella Jane che inventava storie dal nulla? Ti ricordi quando andavamo in metro e fantastichevamo sulla vita delle persone sedute affianco a noi? Fai così, come hai sempre fatto e ritrova Brian e la sua storia."
- "Non è più semplice come una volta. Emma, non chiedermi perchè ma non ci riesco più. Manca qualcosa. E’ come se cercassi disperatamente qualcosa e non riuscissi a trovarla, e non posso deludere nessuno in questa ricerca. Cosa devo fare?" Emma ci pensò su qualche secondo e mi disse:
- " Allora devi aprire la porta d'emergenza."
- " Cosa vuoi dire?"
- " Apri la porta d'emergenza, Jane, fuggi, vai, cerca, trova e torna con il tuo libro, insegui la tua storia che è da qualche parte qui nel mondo. Se non ti basta più quello che ti circonda, se stai cercando a vuoto e non trovi nulla allora vai tu da lei, vai tu da Brian, trova la tua Letford Street, il tuo mondo magico, l'ispirazione che non hai più, e poi scrivi."
Rimasi quasi sconvolta da quello che mi diceva. Dovevo andare via? Dove?
- " Dici che devo andare in vacanza? Credi che io abbia bisogno di riposarmi?"
- " Non ho detto che devi andare a riposare dall'altra parte del mondo! Tu puoi permettertelo di fuggire via da qui per scrivere un romanzo. E’ questo il tuo lavoro. Ti sto dicendo di cambiare aria per cercare la storia che tutti vogliono, che tu vuoi."
- " E dove vado, Emma?"
- " A casa mia." 
  
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