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Autore: rainandteardrops    30/08/2012    16 recensioni
Era a pochi centimetri da me. E non ero immobile perché ero troppo impegnata a contarli; ero immobile perché i suoi occhi mi avevano paralizzata.
Avevo i muscoli atrofizzati. L'unico ancora in vita era il mio cuore, ma se si fosse avvicinato ancora non avrei più sentito i suoi battiti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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born to be together.

Avevo mandato all'aria tutti i miei propositi: la decisione di restarmene a casa, quella di resistere ancora un po' al senso di vuoto e di abbandono, la scelta di assecondare la mia paura di ritrovare una persona cambiata davanti a me, una che non conoscevo, e il timore di essere mandata via come qualsiasi altra fan, di non poter ricevere abbastanza tempo e abbastanza attenzioni, quelle di cui avevo bisogno da un mese a quella parte.
E per quello, mi ritrovavo in una folla immensa di fan scatenate, alcune silenziose e pazienti, altre sguaiate e maleducate che a malapena conoscevano i nomi dei miei ragazzi.
Si, ormai erano 'i miei ragazzi'. Avevo sviluppato una sorta di attaccamento verso tutti e cinque, come se fossero diventati - nel poco tempo in cui li avevo conosciuti - i migliori amici che non avevo mai avuto.
Cercai di farmi spazio con le braccia, per cercare di salvare la mia stupida vita e di non soffocare, ma mi sentivo una completa idiota.
Intorno a me la felicità era palpabile, quasi fastidiosa, perché - in un pensiero assolutamente egoistico - avrei tanto voluto provare quel tipo di felicità anch'io; invece, dentro di me esplodevano un sentimento di ansia, agitazione e paura che mi stavano lentamente divorando.
Non riuscivo a rilassare il viso, avevo i muscoli contratti e rigidi, a differenza delle persone che mi circondavano, e mi sentivo stupida; stupida perché in quel momento sarei dovuta essere tutta gioia e sorrisi, e invece avevo solo voglia di piangere. 
Ogni fan che si aggiungeva alla folla, erano dieci secondi in meno per me, e potevo giurare che quell'ammasso di ragazze era immenso.
Ripensai al suo sorriso, alle sue fossette, ai suoi capelli ricci e ai suoi occhi verdi nei quali ero solita perdermi, e sperai con tutta me stessa che tutto fosse rimasto così come lo ricordavo. Speravo di ritrovare i piccoli dettagli del suo viso, il luccichio familiare nei suoi occhi che mi faceva sempre intuire che era contento di vedermi, e le sue espressioni strane in risposta alle mie reazioni, o il sorriso che gli spuntava ogni volta che mi vedeva arrossire.
Ricordai le nottate insonni passate a pensare a lui, a quello che c'era stato e al giorno in cui ci saremmo rivisti; i pomeriggi vuoti e senza senso, quelli che mi riempivano di tristezza perché non c'era il lavoro a distrarmi dalle mie mancanze; gli sguardi preoccupati di mia madre, convintissima che stare con una persona famosa non fosse assolutamente salutare per me; le mattine in cui mi svegliavo presto, ma restavo altre due ore a letto - a guardare con lo sguardo perso fuori dalla finestra - perché non trovavo un motivo valido per affrontare una nuova giornata senza di lui.
A rassicurarmi c'erano sempre i suoi messaggi che avevano il potere di rallegrarmi la giornata. Non lasciava mai trasparire il malumore quando parlava con me, perché sapeva benissimo che mi influenzava da matti, perciò si prodigava in battute idiote e nella narrazione del tempo trascorso con i ragazzi. Ma non mancavano le volte in cui passavamo le ore a chiacchierare delle cose serie, quelle che erano capaci di toglierti il sorriso, come ad esempio quando ci saremmo rivisti e se sarebbe successo, lo stress dovuto ai mille impegni e il desiderio di un po' di pace e tranquillità.
La vibrazione del cellulare fu capace di riportarmi alla realtà, e quasi sobbalzai quando mi ritrovai di nuovo in quel caos, tra le urla frequenti che nascevano dalle apparizioni di furgoncini che - a causa della frenesia - diventavano il mezzo su cui viaggiavano i One Direction, e sotto il sole cocente delle due.
"Dimmi che sei a Milano", recitava l'sms che aveva Harry come mittente.
Accennai un sorriso, sistemandomi gli occhiali da sole. Ero più o meno in incognito.  
La band era diventata più conosciuta e le foto di Londra erano arrivate anche in Italia. Speravo che nessuno mi riconoscesse, anche se dubitavo potessero ricordarsi del mio viso così anonimo. 
Assecondando un pensiero molto random, decidi di non dirgli che ero lì. 
Ero in gioco ormai, e tanto valeva muovere le pedine senza alcun aiuto. Non volevo che i bodyguard mi assicurassero il passaggio, non volevo essere considerata diversamente rispetto alle altre fan che erano lì, e che avevano già bloccato una strada. 
Era un tuffo al passato. Ero una qualsiasi ragazza che amava quella boyband con tutta sè stessa, al punto da essere disposta a passare una giornata con il sole che picchiava forte sulla mia testa. 
Volevo confondermi tra la folla, aspettare con ansia il mio turno ed arrivare di fronte a loro nei panni di una fan, non della ragazza di Harry Styles. E magari, gli avrei fatto anche una sorpresa.
"Magari fosse così", gli scrissi, e lo inviai senza pensarci due volte.
Cercai di non pensare alla sua reazione a quella risposta negativa e di immaginare il sorriso che avrebbe avuto quando mi avrebbe vista. 
"Ci speravo, sai?"
"Mi dispiace, amore. Prometto che ci vedremo presto, prima di quanto pensi", e sorrisi.
"Okay..", rispose, e quasi mi sentii in colpa, ma non gli diedi molto peso. 
Intanto il tempo passava, il caldo era sempre più insopportabile, sebbene fossimo agli inizi di Ottobre, e le forze diminuivano pian piano. 
Cercavo di muovermi sul posto, per evitare che le gambe si paralizzassero, ma erano ormai doloranti e stanche. 
Non scambiavo neanche una parola con le fan lì presenti. Passavo semplicemente inosservata, con i miei occhiali da sole e la mia piccola statura. Quasi mi sentivo messa da parte perché non avevo una maglietta personalizzata, con disegnini di carote e cucchiai, e per un istante una risatina debole dovuta a quel pensiero spezzò la mia agitazione.
Ormai il tempo passava sempre più lentamente, i capelli sembravano bruciare - ben esposti ai raggi del sole -, lo stomaco brontolava, e mi sentivo sempre più debole. Ma mancava poco al loro arrivo, o almeno erano queste le voci che giravano. Avevano già distribuito i braccialetti, e avevano tentato di accontentare tutte le fan - il cui numero era esorbitante, di certo inaspettato - distribuendo bigliettini di vari colori. Io avevo il ticket bianco.
Ogni tanto un'anima pia ci spruzzava con dell'acqua, ed io che ero quasi vicina a lui, trovai un po' di refrigerio.
Ripensai ai loro visi, a quello di Harry principalmente, e riuscii a trovare un po' di forza per continuare a restare in piedi e per vincere l'istinto di accasciarmi a terra e non rialzarmi mai più.
Per fortuna, dopo un intervallo di tempo che sembrò un'eternità, delle urla si alzarono dall'altra parte della folla, e le mie orecchie si riempirono di quel suono così acuto e così forte, al punto da costringermi a tapparmi le orecchie.
In quel modo, il battito del mio cuore sembrò ancora più percepibile. Era veloce e deciso, come se volesse avvisarmi che di lì a poco mi sarebbe uscito dal petto. Mi sentii senza forze, un peso leggerissimo, appena notai una chioma folta e riccia uscire velocemente dal furgoncino. Mi alzai in punta di piedi, ma resistetti circa cinque secondi. 
«Oddio, oh mio Dio», continuavo a ripetere tra me e me, come una cantilena. Intorno a me tutte le ragazze sorridevano, altre tremavano e urlavano, altre piangevano. 
Io semplicemente non riuscivo a credere che dopo un mese intero l'avrei rivisto di nuovo.
Mi arrivò un altro messaggio, e tentai con difficoltà di cliccare sui tasti giusti, per quanto le dita tremanti me lo permettessero. "Non riesco a crederci, Liz!"
Stavo per rispondere "nemmeno io", ma alla fine scrissi un "Cosa?"
"Ci sono più di mille persone, è incredibile", scrisse Harry, e riuscii a percepire la felicità e la meraviglia che provava.
Sorrisi, dimenticando per un istante le mie sensazioni, ma ricordando nello stesso momento che c'erano pochi metri a separarci.
«Ve lo meritate», risposi, ma lui non disse altro. 
All'improvviso, mi accorsi che la fila stava cominciando a muoversi.
 
Avevo lo sguardo fisso su di lui, come se non ci fosse altro da guardare in quel locale, come se fossimo stati faccia a faccia e lui mi avesse intrappolata con quei suoi occhi verdi.
Non riuscivo a soffermarmi sull'interno di quel luogo assolutamente nuovo, nè su ciò che mi circondava. Vedevo solo la fila di fan che mi divideva da quel tavolo, relativamente breve, e le mie gambe molli a stento riuscivano a procedere. 
Il chiasso intorno a me si era trasformato in un suono ovattato, impossibile da decifrare come un insieme di voci, e il mio cuore aveva preso a battere irregolarmente, come non faceva da troppo tempo.
Vedevo il suo viso rilassato e contento voltarsi verso gli altri e abbassarsi per un secondo sulla cartolina da firmare, il suo sguardo incontrare quello delle ragazze di fronte a lui, per poi spostarsi e perdersi per scrutare le fan presenti che attendevano impazienti.
Sperai che stesse cercando me, nonostante gli avessi detto che non c'ero. 
Desiderai che non mi avesse creduto, che dentro di sè avesse ancora un briciolo di speranza. 
All'improvviso, mi resi conto che la distanza tra noi stava diminuendo, e guardai la chioma bionda della fan di fronte a me, prima che si spostasse e mi permettesse di incontrare gli occhi azzurri di Niall.
Il cuore perse un battito e il respiro si fece affannoso, ma riuscii a sorridere. Lui stette per salutarmi in italiano, con il suo solito accento irlandese, ma appena mi riconobbe mi dedicò uno dei suoi sorrisi un po' storti. 
«Lizzie!», disse, e feci per zittirlo non appena mi accorsi che Liam, accanto a lui, si era voltato verso di me.
Firmò la mia cartolina, mentre mi sussurrava: «Credevo non venissi»
«Volevo fare una sorpresa ad Harry», mormorai di risposta, avanzando di lato quando l'omaccione accanto a me mi spinse debolmente. Gli rivolsi un'occhiataccia che durò pochi secondi, perché ero troppo occupata a sporgermi velocemente verso Liam per abbracciarlo. Avevo dimenticato i suoi occhi dolci che ricordavano il cioccolato. «Come stai?», farfugliai, senza aspettarmi una risposta. Stava accadendo tutto troppo in fretta. Non feci in tempo a godere di quel calore e a sorridergli di rimando, che dovetti spostarmi verso Zayn. Arrivai davanti a lui con l'indice sulle labbra, in segno di silenzio, e appena mi vide la sua bocca si aprì in un largo sorriso.
«Ciao bella!», fece in italiano, e trattenni una risatina. 
Intanto mi avvicinavo sempre di più a lui, e le occhiate di sottecchi erano sempre più frequenti da parte mia, così come i buchi improvvisi che nascevano al centro del mio stomaco. Arrivata di fronte a Louis, il mio sorriso era sparito, e cercavo con tutta me stessa di trattenere le lacrime e di calmare il respiro. «Shhh», sibilai, per evitare che urlasse il mio nome, e lui ridacchiò. «Sono contento di rivederti», disse, firmando velocemente la mia cartolina e passandola ad Harry. 
Quest'ultimo rivolse un 'ciao' alla fan sconvolta di fronte a lui, poi abbassò lo sguardo per prendere la mia cartolina e firmarla. Eravamo l'uno di fronte all'altra ormai, ma non aveva ancora alzato lo sguardo. 
Il mio cuore impazziva, il respiro si faceva sempre più debole e affannoso, e sperai che mi guardasse prima che mi spingessero via. «Posso abbracciarti?», chiesi, senza riuscire a controllare la mia voce tremante. L'istante in cui incontrò i miei occhi si svolse molto lentamente nella mia testa. Riuscii a vedere le sue iridi verde smeraldo, il suo sorriso bianco e perfetto, contento, spensierato, così come le sue adorabili fossette, in quel momento parecchio evidenti. "Ciao", fece per dire mentre alzava il capo, ma appena mi riconobbe, la sua voce si bloccò, come se avessero cliccato su 'stop' nel bel mezzo di una canzone. «Liz», mormorò, e il sorriso fu rimpiazzato da un'espressione inizialmente incredula, poi euforica. Sentii qualcuno afferrarmi il braccio, e poi vidi il suo bellissimo volto allontanarsi leggermente, ma Harry guardò l'artefice di quel cambiamento di visuale - forse il bodyguard -, e una mano calda ed enorme rimpiazzò quella precedente. 
Adesso si avvicinava, sentivo che mi tirava verso di sè, e nonostante ci fosse quel maledetto tavolo a dividerci, all'improvviso percepii le sue braccia stringermi e il suo respiro caldo sul mio collo.
«Harry», sussurrai, mentre lui mi abbracciava talmente forte da togliermi il fiato. Poi d'un tratto mi allontanò, per permettermi di aggirare il tavolo e di avvicinarmi meglio a lui. 
«Che stai facendo?», disse qualcuno. «Le fans stanno aspettando, sbrigati. Così perdiamo tempo», intervenne qualcun altro, o forse era la stessa persona. Ma lui continuava a stringermi, come se non ci fosse nient'altro intorno a noi, come se avessimo avuto l'eternità a nostra disposizione. 
Sentivo le sue mani muoversi dietro la mia schiena, e le lacrime rigarmi le guance, ma nonostante tutto fui la prima ad allontanarmi. 
L'eternità era solo un'illusione.
Ci guardammo negli occhi per un millesimo di secondo, finchè non gli sussurrai: «Ti stanno aspettando»
«Non andartene», rispose lui istantaneamente. «Resta qui»
Annuii, e lui si sedette al suo posto, afferrandomi la mano e intrecciando le sue dita con le mie. Ricominciò a firmare le cartoline, e tutto procedette normalmente, ma appena mi voltai verso le fans, sentii tutti gli sguardi puntati su di me e sulle nostre mani unite. Sgranai leggermente gli occhi, avvampando, e mi inginocchiai per terra velocemente, come se fossi stata inghiottita dal pavimento.
Appoggiai la schiena a uno dei piedi del tavolo, e presi a giocherellare con la mano di Harry che mi ostinavo a stringere.
Sentivo di nuovo tutte le voci, che in quel momento si erano fatte più insistenti, e anche qualche ragazza chiedere ad Harry se fosse fidanzato.
Lui non dava mai una risposta. Fingeva di non aver sentito e congedava tutte cercando di parlare in italiano.
Mosse la mano per darmi un segno di vita, ed io sbucai da sotto il tavolo per guardarlo. 
Lui si voltò per fare lo stesso e mi dedicò un sorriso, uno dei più belli che avessi mai visto. 
Era lì, davanti a me, e per il momento quello mi bastava. L'avevo abbracciato, mi aveva dimostrato che ero importante per lui, e quello mi bastava. Era felice, l'avevo constatato con i miei stessi occhi e quello mi sarebbe bastato, persino per una vita intera.
 
«L'addio che non volevi, eh?», sentii la voce di Harry, ma ero in dormiveglia e niente mi sembrava reale, o quantomeno facilmente percepibile dai sensi. 
Le sue labbra si poggiarono sulla mia fronte, e mi sforzai di aprire gli occhi per guardarlo.
Eravamo nel furgoncino che li aveva portati allo Shu, ma questa volta eravamo diretti alla stazione: il treno che mi avrebbe ricondotta a casa non aspettava. Distesa sul sedile posteriore, con il capo poggiato sulle sue gambe, pensavo a ciò che avrei desiderato in quel momento, e di certo tornare a casa era alla fine della lista. 
Ma era bello essere lì con lui.
«Affronteremo anche questo», dissi a mezza voce. 
Mi misi seduta, poi mi accovacciai accanto a lui e poggiai la testa sul suo petto, lasciando che mi cingesse con un braccio. Guardai la strada al di là del parabrezza.
«Sono contenta che tu sia venuta», disse, baciandomi i capelli. 
Giocherellava con le mie dita, e tutto ciò - i gesti, il modo in cui eravamo vicini, il contesto - mi trasmetteva estrema tranquillità, anche se eravamo quasi vicini alla fine dell'idillio.
«Sono felice anche io, sai? Ho passato tante notti insonni a pensare a questa giornata, credendo che sarebbe stata uno strazio. Se solo non l'avessi fatto, a quest'ora non avrei voglia di dormire a causa delle ore di sonno perse.»
Ridacchiò spensierato, ed io mi strinsi a lui.
Arrivati alla stazione, il furgoncino inchiodò, e sentii nascere un genuino senso di tristezza, ma non lasciai che avesse la meglio su di me.
Harry mi aiutò a scendere, e restammo per qualche istante faccia a faccia, durante i quali mi resi conto che era diventato più alto e che il volto era più maturo. 
Intorno a noi c'era il silenzio più assoluto, ad eccezione del passaggio di qualche auto, che illuminava l'asfalto per qualche istante.
Mi sorrise, accarezzandomi dolcemente la guancia. Chiusi gli occhi, con le solite farfalle nello stomaco.
«Lo sai che ti amo, vero?»
Sentii aprirsi una voragine al centro del petto, poi il cuore riprese a battere. «Lo so»
«Bene», fece lui. Poggiò le sue labbra umide sulla mia fronte, poi mi baciò la punta del naso. 
«Ti amo», disse di nuovo, a pochi centimetri dalle mie labbra. Appena sentii il contatto, mi lanciai nel bacio con entusiasmo, infilando le mani nei suoi capelli e stringendomi a lui. 
Per un attimo, proprio come era successo poco prima, tutto intorno a noi scomparve.
Non c'era più spazio, nè tempo. Non c'era il passato, il presente, il futuro. Eravamo in una dimensione diversa, solo io e lui, finalmente insieme, finalmente da soli.
Non appena ci allontanammo, sussurrammo nello stesso istante: «Ci rivedremo presto», e sorridemmo.
E come una calamita, fui di nuovo attratta da lui. 
Lo abbracciai forte, come se in quel momento gli stessi promettendo che ci sarei sempre stata per lui, sempre. 
E lui ci sarebbe sempre stato per me.
Eravamo destinati a completarci e, da bravi, stavamo seguendo le tracce della retta via. 

   
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E' orribileeee. lol sarò mai soddisfatta di un capitolo? Probabilmente no.
E dire che questo doveva essere il capitolo migliore dell'intera fan fiction.
Okay, niente. Volevo ringraziarvi delle recensioni che mi avete lasciato, e volevo ringraziare anche le persone che continuano ad avere questa storia tra le seguite/preferite/ricordate. Non so come facciate a sopportarmi.  ahahaha
Un ringraziamento speciale va a Andy, Giada, Nikky ed Elena che mi seguono dagli esordi, due anni quindi, e non mi hanno mai abbandonata. Quindi grazie, il vostro sostegno mi commuove ogni volta, ed io non riesco mai a capacitarmene. 
Comunque volevo dire che su Twitter non entrerò più per un po', perciò non potrò avvisarvi, e mi farebbe piacere se passaste voi a controllare se ho aggiornato :) 
Vorrei scrivere altro ma conservo il papiro per l'epilogo. Mancano tre capitoli!

p.s. se non sbaglio oggi questa fan fiction compie un anno. quindi mi sopportate da un anno. 
dovrei farvi una statua d'oro.
Okay ciao. Spero che siate arrivate fin qui senza vomitare a causa del capitolo ç_ç
Un bacio!

pps. non ho riletto. se ci sono errori abbiate pietà di me e.e
  
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