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Autore: Lolles_    31/08/2012    1 recensioni
Sapeva che poteva essere solo lei la prescelta.
Sapeva di voler solo lei per il resto della sua vita, ma non poteva averla e, sicuramente non poteva averla per il resto della sua vita, considerando che la parola vita non era una parola che gli si poteva attribuire.
La voleva, la voleva veramente con tutto se stesso, ma a volte l'amore non può configgere la voglia di sangue.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO






La testa la stava torturando.

Erano giorni ormai che, rinchiusa nella sua stanza, non faceva altro che prendere medicinali su medicinali contro il mal di testa.

Poteva sentire qualsiasi cosa: la pioggia che sbatteva violenta sulla finestra, i passi della madre al piano di sotto, il ramo che imperterrito bussava contro la seconda finestra nella sua camera, lo svolazzare dei suoi due maledettissimi pennuti piazzati vicino alla porta, il lieve suono della radio che stava ascoltando il padre nella stanza accanto alla  sua.

Così si strinse un po’ di più nelle coperte, nella speranza che quei rumori cessassero.

Erano dunque tre giorni che non metteva piede in quella struttura patetica malridotta, comunemente chiamata scuola, sapeva che doveva tornarci prima o poi. E, inoltre non ne poteva più di stare a casa a sentire la madre cinguettargli attorno dicendo quanto era stata incosciente nell’uscire di nascosto.
Sapeva che prima o poi doveva uscire da quella camera.

Ma stranamente ne aveva timore.

Si sistemo di nuovo tra quelle coperte, calde e rassicuranti e, si mise a riflettere per l’ennesima volta:

Non ricordava proprio cosa le fosse accaduto.
Certo ricordava che era uscita a mezza notte in punto, ricordava di essere salita in macchina con Jamie, il suo ragazzo, ricordava anche di essere arrivata alla festa e di aver alzato un po’ troppo il gomito, ma non riusciva proprio a ricordare cosa sia accaduto dopo. Il suo ultimo ricordo risale a quando stava guidando … si! Stava tornando a casa, ma non aveva la minima idea del perché stava guidando lei, visto che era arrivata con Jamie al volante e, lei non aveva una macchina.
Quindi,  non aveva neanche la minima idea di chi fosse la macchina. Però rimembrava che c’era qualcuno con lei…

Ricorda di essere scesa dalla macchina e che goffamente aveva urlato un 'grazie' arrivata alla soglia di casa, poi il buio.
Non ricorda di essere entrata e in realtà non era nemmeno convinta che quella era casa sua.
Semplicemente, la mattina seguente, si era svegliata nel suo letto, con indosso i vestiti del giorno prima.
Era sicura che, chiunque fosse quella sera, poteva facilmente derubarla, o stuprarla o fare di lei ciò che voleva.
Era per questo che appena svegliatasi il giorno seguente aveva controllato dentro la borsa e, c’era tutto. Inoltre era sicura che il suo corpo non era stato toccato ne sconsacrato in nessun modo.
 
 
- ‘Fanculo! – Sputa dalle labbra, tornando al presente e, alzandosi dal letto matrimoniale regalatogli dalla zia lo scorso anno, si prende la testa tra le mani.
- Mi arrendo – sentenzia, stufa, alla fine e, svogliatamente va a fare quella doccia che si raccomanda di fare da tre giorni.
 
Così inizia la seconda settima di scuola di Sara.
Esce dalla doccia e con aria di chi preferisce ammazzarsi, si veste, si trucca e, si dirige in cucina. Come tutti i giorni, prima dell’accaduto, prende una mela dal porta-frutta sul tavolo, schiocca un bacio sulla guancia alla madre, urla un ‘ ciao ‘ sbrigativo al padre, afferra la borsa dall’attacca-panni vicino alla porta ed esce.

 




* Notes

Grazie per aver letto e, se avete critiche o consigli, sono ben accetti!

Alla prossima.

 
  
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