-Arthur, no.- Sussurro al ragazzino di dodici anni di fianco a me, dopo essermi accorta della sua linguaccia ad una bambina dell'altro gruppo. Non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che la sua lingua è biforcuta come quella di un rettile. Mi guarda a testa bassa.
-Mi scusi.-
Torno ad ascoltare Ororo mentre mi accorgo che una ragazza si stacca dal gruppo. Non la riconosco subito, così, dopo aver accennato a Ororo le mie intenzioni, la seguo. Si ferma davanti ad un cartellone raffigurante l'evoluzione del'uomo, e per un secondo abbassa lo sguardo sulle sue mani, con aria sconsolata. Sento le dita delle mani pizzicarmi, come se fossero attraversate da elettricità. È lei.
-Ragazzina?-
Lei sobbalza, girandosi a guardarmi e nascondendo le mani dietro la schiena.
-Mi scusi.-
-Tutto bene?- Le chiedo, osservando i suoi lineamenti asiatici.
-Sì. Stavo solo... Dando un'occhiata in giro.-
-Come ti chiami?-
-Nori.-
-Nori. Sei nella classe di Jean, vero?-
-Sì.-
-Bene.- Le sorrido. -Cerca di non distrarti, d'accordo? E rimani tranquilla, vedrai che non succederà niente alle tue mani.-
Lei mi sorride di rimando, mentre torna con me verso il gruppo. Quando mancano pochi passi, Josh mi viene incontro con aria preoccupata.
-Eccoti qui! Hai visto Rogue e gli altri?-
-Credo siano alla caffetteria. Li hai persi?-
-Credo di essere un pessimo babysitter.- Sorride.
-Teoricamente saresti un insegnante. E loro non sono certo...-
La testa comincia a girarmi, come non faceva da mesi. Sto captando un potere che all'inizio fatico a riconoscere, un potere assordante, che mi permette di sentire un miliardo di voci parlare una sopra l'altra. Una forza telepatica tanto potente da essere frastornante. Quando riesco a riprendermi, riconosco l'impronta di Jean, e istintivamente la cerco con lo sguardo. La vedo poco più lontana, mentre parla con Scott, e ha l'aria piuttosto preoccupata.
-Leeth? Tutto bene?-
-Sì, scusami.- Torno a guardarlo. -Jean ha mollato per un secondo le redini.-
Si gira a guardarla, e torna cupo per un attimo.
-Sembra cambiata, vero?-
-Come?-
-Non lo so. È da un po' che le capita di non controllare la sua telepatia o sbaglio?-
-Sarà stanca, Josh. Sai com'è fatta: non si ferma nemmeno per respirare.-
-Sì, hai ragione.- Sorride, prima di incamminarsi verso la caffetteria accanto a me. Mancano ormai pochi metri, quando improvvisamente tutto sembra fermarsi. Letteralmente. Nessuno si muove più. Mi guardo intorno, e quando scorgo Jean, Scott e Ororo mi avvicino a loro.
-Cosa è successo?-
-John.- Risponde Ciclope, accennando alla scena davanti a noi.
Un ragazzo sulla ventina è semisdraiato a terra, con un braccio ricoperto di ghiaccio, e sembra guardare con occhi terrorizzati Bobby e John, davanti a lui, mentre Rogue si guarda intorno circospetta. Il potere del professore mi fa pizzicare leggermente la schiena, tanto è forte, e quasi come chiamato, lui arriva dietro di noi.
-La prossima volta che ti viene voglia di metterti in mostra, non farlo.- Ammonisce John, che abbassa lo sguardo mormorando le sue scuse.
-Notiziario flash: vi informiamo che c'è stato un attentato nello studio ovale della casa bianca.- Automaticamente giriamo tutti lo sguardo verso il monitor appeso alla parete.-Non siamo ancora a conoscenza di ogni particolare, ma siamo stati informati che sia il presidente che il vice presidente sono illesi. Le
nostre fonti dichiarano che l'attentato sia stato opera di uno o più mutanti.-
-Professore, penso sia meglio andare.-
-Sì, lo penso anche io.-
Usciamo dall'edificio, e solo quando siamo sulla via di casa sento il potere di Xavier dileguarsi.