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Autore: Guido    15/03/2007    3 recensioni
Un anno dopo la fine della Seconda Guerra, Hogwarts riapre i battenti su un Mondo Magico molto cambiato e molto insicuro, dove anche la pace appena conquistata non sembra destinata a durare. Quale destino attende i giovani allievi, i professori vecchi e nuovi, dentro e fuori la Scuola? E la nuova guerra, se scoppierà, sarà sempre tra maghi, oppure... contro i Babbani? Domande molto pressanti per Draco Malfoy, improvvisamente catapultato sulla cattedra di Difesa, e anche per qualcuno che, di nascosto, tenta di rintracciare un Harry Potter svanito nel nulla ormai da anni...
(NOTA: ho cominciato a scrivere la storia prima che uscisse "I Doni della Morte", l'esito della guerra è stato molto diverso, ma scoprirete i dettagli principali già nel primo capitolo. OOC per il personaggio di Draco, del resto la serie è incentrata proprio sulla sua evoluzione)
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Da Mangiamorte a...'
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BARTEMIUS REDIVIVUS

Bartemius Redivivus


Ringraziamenti:
cl33: ottima analisi. Ti ringrazio per l'apprezzamento, anche perchè temevo appunto di aver mandato OOC il povero Lucius. E credo che tutti i miei personaggi, volenti o nolenti, siano cambiati parecchio rispetto a ciò che erano nel canone. Ma, del resto, con la Seconda Guerra alle spalle...
Rico: spero che tu stia scherzando, come si fa a non desiderarti? Anche quando leggi di fretta, le tue riflessioni sono sempre acute. In effetti, mi sono chiesto anch'io se Narcissa non meritasse di essere dipinta come una donna più forte, però - a parte il fatto che la volevo morta per far evolvere meglio Draco - penso che la sua vita ruoti intorno a due punti fermi: il marito e il figlio. Del resto, l'hai vista nel sesto libro? Come resta senza Lucius e rischia di perdere Draco, corre a chiedere aiuto a
Piton. Se non ricordo male, poi, è sull'orlo di una crisi di nervi. Immagina come potrebbe ridurla una guerra tra Lucius e Draco!




Strange eyes fill strange rooms
Voices will signal their tired end


[J.M., Strange Days]



La fredda voce femminile annunciò: «Ufficio per la Ricerca nelle Arti Magiche.»
Le porte dell’ascensore si spalancarono, lasciando emergere il Ministro in persona, che, nonostante l’espressione algida e a dispetto dei movimenti composti, riusciva, in qualche modo, a trasudare impazienza.
Il funzionario - uno dei pochi che ancora potessero fregiarsi della qualifica di Indicibile - lo aspettava. Puntuale, per sua fortuna.

«Dottore.»

«Ministro.»

Due cenni del capo, nessuna stretta di mano. Il genere di persone cui piace venire al dunque.

Il “dottore” fece strada, attraverso la pianta astrusa dell’Ufficio, fino al proprio laboratorio.

Al Ministro, la stanza sembrava sempre un aberrante incrocio tra un acquario e un obitorio: le pareti erano occultate da grandi bare trasparenti, entro cui fluttuavano corpi umani, in apparenza sospesi nel vuoto.

Cadaveri.

Cadaveri che respiravano.

Come definire altrimenti le vittime dei Dissennatori?
Sorvegliate da un’algida luce azzurrina, tutte le vittime del Bacio che era stato possibile radunare volteggiavano, lentamente, nei loro sarcofaghi di cristallo, in attesa...
L’Indicibile esaminò con attenzione la cassa numero sessantatrè; poi annuì, evidentemente soddisfatto, e tornò verso Lucius.
«Prego, signor Ministro, si accomodi,» disse, accennando al centro della stanza, dove un divanetto senza pretese attendeva un improbabile visitatore o un ancor più improbabile momento di riposo del "dottore".
Lucius ringraziò con un cenno del capo e prese posto ad un’estremità del divano, mentre il funzionario Evocava un bel tavolino di legno scuro, completo di Whisky Incendiario e bicchieri.
Il miglior Stravecchio in circolazione, nientemeno.

«Dottore, vista la qualità del liquore che mi offre, confido che ci siano sviluppi molto promettenti. Diversamente, potrei considerarlo un tentativo di corruzione.»

Era uno scherzo o una minaccia? Non si sapeva mai, con Lucius Malfoy. Quindi, il dottore accennò appena un sorriso, prendendo posto a sua volta, e si limitò a domandare: «Signor Ministro, vede la cassa numero sessantatrè?»

«Quella che stava osservando Lei poco fa? Sì, la vedo.»

«Bene. Voglia essere così gentile da scagliare sulla cavia la Maledizione Imperius.»

Per poco, per un soffio, Lucius non rimase a bocca aperta.

La Imperius!?
Le vittime del Bacio conservavano le funzioni biologiche elementari, e solo quelle: non erano abbastanza morti per essere trasformati in Inferi, né abbastanza vivi perché l’Imperius potesse far presa sul loro cervello.
Se veramente quella cavia avesse risposto...
Sforzandosi di non tremare per l’eccitazione, Malfoy estrasse la bacchetta, prese la mira e mormorò: «Imperio
Si voltò verso l’Indicibile: aveva funzionato.
L’ometto sorrise: «Gli ordini di compiere un gesto. Un gesto molto semplice, dei più elementari.»
Lucius, con aria rapita, fissò la cavia nella cassa e, quasi teneramente, sussurrò: «Apri gli occhi.»

Un attimo dopo, si sentì gelare.
Quegli occhi!
In quello sguardo c’era vita, c’era…
Coscienza?
Impassibile come il cristallo della sua bara, Bartemius Crouch junior lo fissava, senza mai battere le palpebre.
Il Ministro esalò un lungo respiro e ricadde sul divanetto.

Ancora non osava crederci.

Se davvero avevano scoperto come invertire gli effetti del Bacio…

Invertirli? Davvero? E fino a che punto?

L’Indicibile parve leggergli nella mente: «Almeno per adesso, la cavia numero sessantatrè, la più avanzata, riesce soltanto a compiere gesti: niente operazioni intellettuali, né tantomeno magie. Ma Le interesserà vedere che siamo riusciti a ripristinare anche le funzioni motorie complesse.»

Lucius soppesò quelle informazioni, prima di chiedere: «Complesse quanto?»

«Quanto basta perché la cavia ci serva da bere. Sempre che glielo voglia ordinare, naturalmente.»

Malfoy senior inarcò un sopracciglio ed eseguì.

Crouch junior aprì la cassa dall’interno e ne uscì con un solo, aggraziato movimento fluido. In vita, era stato un ottimo ballerino. E del ballerino – notò Lucius, davvero impressionato – conservava l’andatura. Quello era proprio il passo di Barty!
Come in trance, osservò la cavia riempire i loro bicchieri con la massima naturalezza; fece per sollevare il proprio, ma, d’impulso, ne Evocò un terzo, già colmo, e gli ordinò: Bevi.

Bartemius bevve. Anzi, fece di più: brindò con loro, sebbene non gli fosse stato ordinato, e si pulì la bocca con la manica.

«Stupefacente» mormorò Lucius.
«Sembra che le abitudini lascino qualche strana… traccia nel cervello, perfino dopo il Bacio,» commentò il dottore, altrettanto colpito.
«Come se avessimo rimesso in funzione una sorta di schema...»
Osservarono la loro cavia, ora perfettamente immobile, le guance colorite dall’alcool.

«Che effetto potrebbe avere il liquore, su di lui?»

«Parola mia, non ne ho idea! Non ho mai pensato di provare. Però, vediamo... per quanto ne so, apparato digerente e fegato funzionano sempre, quindi...»

«I fantasmi,» mormorò Lucius, «conservano il ricordo di come si mangi e si beva. Che ci sia una qualche forma di simmetria, tra quelle anime senza corpo e questi corpi senz’anima?»

L’Indicibile annuì lentamente. «L’anima tende a lasciare molti echi: pensi soltanto al ritratto di un Mago defunto. O a certe case molto vecchie, che hanno acquistato una loro personalità. Perché stupirsi che nel corpo resti un’eco più forte? Dopotutto, l’anima vi ha risieduto più a lungo che in qualsiasi abitazione.»

Il Ministro non rispose. Stava pensando agli effetti del Prior Incantatio, alle ombre che guizzavano fuori della bacchetta, pronte ad accusare il Mago assassino.

Pensava all’ombra di Voldemort.

Lo avrebbe accusato? O gli avrebbe chiesto di eliminare Potter, credendolo responsabile della propria morte?

Di colpo, non gradì affatto l’idea che Crouch junior recuperasse una qualsiasi forma di consapevolezza. Scattò in piedi e posò il bicchiere.

«La ringrazio molto per l’ospitalità, dottore. Devo dire che lo spettacolo… ha superato le mie aspettative. Sarei molto lieto di continuare a discutere con Lei le implicazioni di questo successo straordinario, ma, purtroppo, altri impegni mi attendono.»

«Naturalmente. Signor Ministro, io resto a Sua disposizione.»

«Ne sono certo. Prosegua il lavoro, mi raccomando. No, non si disturbi: ormai conosco la strada.»

Uscì dalla stanza a passo lesto, già assorto nei piani di guerra.

Che importava se – finora! – il successo era solo parziale? Cosa non avrebbero potuto ottenere, con un pizzico di Arti Oscure in più?
Cari Babbani, la vostra ora è scoccata!
Si scoprì a ridere, non per l’imminenza del trionfo, ma perché gli era tornata alla mente Rita Skeeter: quanto avrebbe pagato, la vecchia vipera ficcanaso, pur di mettere le mani su quell’esperimento!

Del resto, l’aveva licenziata proprio per evitare che lo scoprisse.

E, per fortuna, di lì a poco, Barnabas Cuffe aveva fatto altrettanto, spontaneamente. Lucius non aveva fatto pressioni, neanche velate, ma il pubblico della Gazzetta sì: la cronista d’assalto, all’indomani della sua cacciata dall’Ufficio per la Trasparenza e la Comunicazione Esterna, si era vendicata con un articolo molto velenoso sullo strano interesse del Ministro per le armi Babbane. Ma i lettori non avevano apprezzato minimamente l’insinuazione che Lucius Malfoy intendesse instaurare una qualche forma di dittatura sul Mondo Magico servendosi proprio della tanto disprezzata tecnologia.

Cosa direbbe Rita, adesso?
Tutto il Ministero ha studiato i Babbani, non solo le loro armi, e siamo pronti per la guerra che avremmo dovuto scatenare qualche millennio fa.
Ma quella piccola intrigante non potrà raccontarla. Neanche il
Cavillo ha accettato di assumerla.
Ridacchiando, Lucius si infilò nell’ascensore.
Doveva mettere alla frusta quei lavativi degli Auror.

Meno di cinque minuti dopo, due funzionari dall’aria preoccupata, che si scambiavano occhiate circospette, uscirono dall’ascensore e si incamminarono verso l’ufficio del Ministro. Nessuno di loro era ancora riuscito ad abituarsi alle convocazioni improvvise: il loro istinto di sopravvivenza burocratica le percepiva come minacce e reagiva obbligandoli a portarsi dietro qualche quintale di documenti assortiti.

La porta dell’ufficio, socchiusa, si spalancò prima che bussassero.

«Prego, accomodatevi,» li invitò Lucius Malfoy, già seduto alla scrivania, indicando le sedie di fronte.

I funzionari obbedirono, ma non sembravano affatto comodi; sulle spine, semmai.

E il sorrisetto sulle labbra del Ministro non li rassicurava affatto.

«Molto bene, carissimi,» esordì Lucius, il sorriso che si allargava in un ghigno. «Vi dirò subito perché siete qui: voglio, naturalmente, il consueto rapporto settimanale sull’avanzamento dei vostri programmi operativi… E voglio una data per l’azione.»

I due sussultarono, come colpiti da una Fattura Pungente; Malfoy parve non farci caso.
«Robards, il Programma Giant Fury
Gawain Robards – nominato Direttore dell’Ufficio degli Auror all’indomani dell’ultima battaglia, principalmente per mancanza di concorrenti – deglutì nervosamente e rispose: «S-signore, ci manca ancora qualche dato…»

«Di che genere?»

«Dati sulla Marina, signore. Non sappiamo quale ruolo potrebbero giocare quei loro sottomarini a testata nucleare.»
Bastò uno sguardo del Ministro a farlo sentire un emerito cretino.

«Nessuno, naturalmente. Credi davvero che attaccherebbero le loro stesse città? Al diavolo la Marina, quelli che mi preoccupano sono l’Esercito e l’Aviazione. Quindi, se non ci sono altri dati mancanti…»

«Nossignore!» si affrettò a rassicurarlo Robards.

«Tutte le basi militari sono sorvegliate dalle Creature Oscure?»

«Sissignore!»

«I Dissennatori stanno... lavorando sul morale delle truppe?»

«Sissignore!»

«E a quanto ammontano i nostri effettivi?»

Quella era la domanda cruciale; e fu seguita da un istante di silenzio.

La Seconda Guerra aveva lasciato il Ministero in ginocchio: circa il sessanta per cento del personale era caduto sul campo. Gli Auror, poi, erano stati pressoché annientati e la ricostituzione del Corpo – essenziale per i piani di Lucius Malfoy – procedeva lentamente. Troppo lentamente.
«Signore.» Robards esitò. «Dunque, signore. L’Ufficio per l’Applicazione della Legge sulla Magia può contare su trentacinque Maghi adatti al combattimento, di cui… di cui otto Auror.»

«Otto Auror,» ripeté il Ministro, scandendo le parole.

«Sissignore» mormorò il malcapitato.

«Un anno e mezzo di lavoro, Robards, e questo è il risultato?»

«S-Signore, la Scuola per Auror…»

Neanche lo lasciò finire. «Mi pareva di essere stato chiaro: tutti gli allievi della Scuola devono essere immediatamente promossi Auror in prova. Si guadagneranno il posto di lavoro sul campo di battaglia.»

«Signore, con tutto il dovuto rispetto, questo potrebbe compromettere l’esito delle operazioni.»

«Spetta a te fare in modo che non sia così. Non lasciarli agire da soli, falli sorvegliare dai veterani. Devo forse risolverti tutti i problemi di dettaglio?»

«N-no, signore.»

«Bene. Perché a me importa il risultato: voglio che gli eserciti delle Isole Britanniche si squaglino come neve al sole. Di come riuscirci, preòccupati tu.» Si voltò verso l’altro funzionario: «E tu, Doolittle? Il Programma Confundus

«Pronti all’azione, signore!»

Lucius gratificò con un sorriso l’entusiasmo di quella sua creatura. Lo aveva scovato nei bassifondi di Knokturn Alley, invischiato fino al collo nelle Arti Oscure e in trame ancor più oscure. Nessuno l’avrebbe mai sospettato, osservando quel viso aperto e gioviale, ma Doolittle era il ragno giusto da mettere al centro di una tela estesa a tutto il mondo Babbano. Al momento giusto, avrebbe seminato il panico tra i Babbani e paralizzate le loro capacità di risposta agli attacchi veri.
E, con un sucesso di quella portata nel suo curriculum, sarebbe stato l'unico candidato per la successione a Robards.

«Tutti i Vermicoli sotto controllo?»

“Vermicoli” era il nome in codice assegnato a membri del Governo, parlamentari ed esponenti di spicco delle forze dell’ordine.

«Sissignore.»

Tutti sotto Imperius. Molto bene.

Peccato non poter costringere i Babbani a distruggersi a vicenda! Ma quelle loro dannate armi erano davvero troppo pericolose.

«Ebbene, signori? Sto aspettando la data.»

Doolittle fissò Robards, che si umettò le labbra e disse:

«Hallowe’en.»

Lucius gli elargì un gran sorriso.

Note:
Questo capitolo è un po’ corto - scusatemi - ma, in compenso, mi sembra ricco, almeno di informazioni. Vi avviso già che, molto probabilmente, il prossimo si farà attendere alquanto: ci sto lavorando da un pezzo e ancora non quadra. Perciò, nel frattempo proseguirò il prequel (anche per evidenti ragioni di opportunità).
Ebbene, ecco a voi uno dei progetti supersegreti del nostro Ufficio per la Ricerca nelle Arti Magiche, già Ufficio Misteri. Che ve ne pare?
Non so voi, ma io sono rimasto così impressionato dalla Stanza dei Cervelli che non ho potuto fare a meno di immaginare esperimenti sui cadaveri. Di lì a questo capitolo, il passo è stato breve.
So bene che, nel Mondo Magico, non ci sono lauree vere e proprie, ma come avrei potuto non chiamare "dottore" lo scienziato pazzo del momento?
Gawain Robards è un personaggio canonico, il successore di Scrimgeour alla guida degli Auror: molto probabile che sia un semplice esecutore, non credo che il vecchio Rufus mollerebbe davvero le redini dell’Ufficio, non in tempo di guerra. Doolittle, se non ricordo male, è un eroe della Seconda Guerra Mondiale, autore del primo bombardamento su Tokyo.

  
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