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Autore: past_zonk    31/08/2012    3 recensioni
[ANGST]
Matt ha l'AIDS.
Struggente, triste, questo spezzato di vita che descrive i pesanti mesi vissuti con questo carico.
Con quest'amore inespresso che si batte e si strugge per sbocciare.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Image and video hosting by TinyPic...Salve a tutti! Eccomi qui con il nuovo capitolo di Wires. Prima di dare alcune delucidazioni vorrei ringraziarvi per le recensioni, ne sono davvero onorata; purtroppo vado di fretta e non ho il tempo materiale per ringraziarvi personalmente (ma arriverà quel momento!), quindi irradio un abbraccio/baciotto di gruppo e faccio un inchino alla giapponese! Arigatou gozaimasu!!!
Ah, passiamo ora a qualche avvertimento tecnico; per prima cosa ho passato la fanfiction a rating rosso (è una questione formale, ed ora provate a dirmi che siete maggiorenni per davvero e non avete falsificato per leggere lo smut e il p0rn, eheheheh!)<---non perdetevi la gif, ghghghghghgh. Ho deciso di alzare il rating perché...perché ecco gli ultimi capitoli si fanno più tristi e tragici e la materia trattata per me è molto delicata.
Poi, proprio a proposito dell'affermazione "ultimi capitoli", beh sì, la storia è composta da sette capitoli, per cui volge alla fine.
Cercherò di finirla prima dell'inizio della scuola! (argh, un altro pochino e me ne vo all'università e poi scrivo fanfic quanto mi pare! ARGH!)
Quindi...niente, vi lascio alla lettura.
eveyzonk.

Wires - capitolo quinto.



Ieri ti sei addormentato e non ti sei più svegliato.
Il tuo heart-monitor rilascia ancora un leggero bip ma il dottore dice che il tuo corpo s’è spento. Vuole dire – ma non lo fa – che sei in uno stato di crollo, che il tuo cervello non risponde a nessun tipo di stimolo, che il tuo corpo ha reagito al danno fisico della tua malattia creando un’inattività mentale al fine di recuperare.
Sì, Mister Doctor Sir. So come usare la lingua inglese.
Ti sto parlando, ora, seduto sulla sedia accanto al tuo letto, ti sto parlando delle lettere ed e-mail che stai ricevendo da quando hai vomitato e sei svenuto in TV. È strano, se fosse stata un’altra situazione le persone ci avrebbero inviato lettere d’odio. Ma non hai idea di che tipo di messaggi ti arrivino da tutto il mondo.
Effettivamente, penso tu lo possa immaginare. Questo è il motivo per il quale hai accettato di fare quella stupida intervista. Per mostrare alle persone semplicemente com’è, convivere con l’AIDS. Cadere in disgrazia.
Il dottore dice che starai così per un’altra settimana circa, e dice che c’è solo il cinquanta percento di possibilità che sarai forte abbastanza. Vorrei sputargli in faccia. Certo che sei forte abbastanza.
Ti prego, sii forte abbastanza.
Matt, non posso accettare di lasciarti andare. Non vorrei mai che tu andassi e mi lasciassi indietro. Questo pensiero mi spaventa così tanto. Non voglio svegliarmi ogni mattino e ricordare che tu non sarai qui. Mi fa venire il terrore di addormentarmi. Non voglio lasciarti. Promettimi che non mi lascerai.
“Dom…” Chris è sull’uscio della tua porta, aggrottato. Lascio andare la tua mano che stringevo e che ora cade sul letto senza vita. “Dom, siamo tutti d’accordo sul fatto che dovresti provare a dormire un po’”.
Scuoto la mia testa, le lacrime già luccicano nei miei occhi. L’unica cosa di cui sono certo, quando mi sveglio, è che in qualche momento della giornata, piangerò
“Non posso” dico “non posso lasciarlo”.
“Dom sembri malato, amico” Chris sospira pesantemente, sedendosi affianco a me su un’altra sedia “Siamo preoccupati per te. Pensiamo tutti che quello che stai facendo non sia…buono per la tua salute”
“Non lo voglio lasciare” mormoro, la mia mano che automaticamente cerca la tua. Il mio pollice sfrega contro le tue nocche, una lacrima naufraga sulla tua pelle pallida “Sono così spaventato, Chris. Tutto il tempo.”
La mano di Chris si viene a riposare sulla mia spalla, strizzandola leggermente “Dom, venni a trovare Matt qualche giorno prima dell’intervista, quando eri a casa per dormire un po’, e lui mi disse qualcosa che mi ha fatto davvero pensare”
Tiro su col naso, non pensando di riuscire a parlare.
“Mi disse che ha passato la sua intera vita inseguendo te, e…l’istante in cui stava per catturarti, è caduto. E tu ti sei fermato, per raccoglierlo, e lui…lui non pensa d’essere stato capace di andare avanti se tu non ci fossi stato”
“Io…”
“Mi ha detto che ha sempre voluto dirti qualcosa ma non può farlo perché ti rovinerebbe” continua Chris velocemente, occhi concentrati sul pavimento “volevo solo che tu lo sapessi, per le cose che ho detto. Lui non lo pensa davvero, quando dice di potercela fare da solo, perché non può, ed io sono grato che ci sia tu ad aiutarlo”
Annuisco. Non riesco a guardarlo. “Grazie, Chris” sussurro.
Non ti sto stringendo a me
Mi sto stringendo su di te.


*

 
 
Sono quasi due settimane dopo l’intervista quando ti svegli.
Io sono a casa. Chris mi chiama e mi dice che sei sveglio. Non hai idea di quanto mi sia sentito sollevato. È come se qualcuno avesse rimosso il peso del mondo dalle mie spalle. Lascio tutto e corro all’ospedale. Corro, cazzo.
Chris non è lì quando piombo nella tua stanza, ansimando pesantemente. Crollo nella sedia accanto a te, cercando di riprendere fiato mentre tu mi guardi, un mezzo-sorriso soddisfatto sulle tue labbra.
“Sento come se ci sia una citazione di Forrest Gump che potrei probabilmente inserire nella conversazione” mi dici “ma l’ironia mi farebbe impazzire”
Stai parlando di Jenny. Jenny ha l’AIDS.
Corri, Dominic, corri.
Sorrido comunque al tuo tentativo di battuta, mi sfilo le scarpe con le dita dei piedi e poggio i piedi al lato del tuo materasso. I tuoi occhi stanno percorrendo la stanza quando t’accorgi delle dita del mio piede con calzino che si muovono verso te, e un con un luccichio infantile nei tuoi occhi le tue dita spuntano fuori per afferrarmi il piede destro. Mi rilasso, permettendoti di poggiare il mio piede sul tuo stomaco, accontentandomi di guardandoti semplicemente.
Poi tutto cambia quando ridacchi leggermente e cerchi di sfilarmi il calzino. Rido, un po’ incoscientemente, spingendo il mio piede lontano da te, ma senza provarci veramente. Le tue dita solleticano la mia pianta ed io sbuffo una risata, sussurrando ‘please stop’. Ma non lo fai, ed io comunque non voglio davvero che tu lo faccia.
Ridere è una bellissima cosa. Sta dipingendo le tue guance di rosa e sta facendo brillare i tuoi occhi, e il cuore mi fa male solo a guardarti, perché proprio ora vorrei infondere questa malattia a chiunque altro solo per averti tutto per me.
Finalmente divincolo il mio piede dalla tua presa, ghignando come un teenager, e la tua testa ricade sul cuscino mentre dici “Oh, Dio, mi fa male lo stomaco dal ridere”. Mi affaccio sul tuo letto, posando una mano sul tuo stomaco insopportabilmente piatto e carezzando in lenti movimenti circolari. Sospiri leggermente, strizzando i tuoi occhi verso me, e sussurri “ehy, grazie”
Ti spingi su con le tue mani, le tue braccia tremano dallo sforzo, e le tue labbra raggiungono l’angolo della mia bocca. La mia mano avvolge delicatamente il tuo braccio, le tue labbra toccano le mie, e…i nostri baci sono a malapena qui, esistono a malapena, ma allo stesso tempo sono qualcosa di solido, di reale, qualcosa su cui entrambi possiamo contare.
Il tuo respiro si mescola al mio, la tua lingua tocca il mio labbro inferiore quasi nervosamente. Io deglutisco, aprendo le mie labbra per permetterti d’entrare. Sembra strano, Matt, baciarti in questo modo. Tu sei il mio migliore amico. E sembra così giusto.
“Vorrei dirti quanto tu significhi per me” sospiri contro il mio collo, il tuo fiato fresco e leggero sulla mia pelle “Vorrei dirti in ogni lingua possibile che tu…sei il mio…il mio…tu sei me
Le tue labbra sostano sulla mia pelle un po’ più a lungo, imbronciandosi in un bacio. I miei occhi si chiudono.
Matt, io ti amo.
Sei tutto per me. Lo giuro. Giuro su Dio che sei più parte di me di quanto lo sia io stesso. Ti amo più di quanto abbia amato chiunque altro nella mia vita. Voglio dirti questo, come mi fai sentire, quanto il mio cuore mi faccia male quando ti vedo dolorante. Ma tutto quello che riesco a pensare, Matt, e che tu stai per morire e io saprò, per il resto della mia vita, che l’unica persona per cui vivo è già morta.
Ed è buffo, Matt, perché mentre le tue labbra premono contro le mie ancora una volta, la sensazione di vivere dopo che tu sarai morto non mi attrae. Neanche un po’.
 
 

*



Ci baciamo un sacco ora, io e te. Ti vengo a visitare ogni giorno e ci stendiamo sul tuo letto e quasi sperimentiamo. Certe volte mi sei seduto in grembo, altre sei steso su di me, e qualche volta stiamo solo l’uno al fianco dell’altro toccandoci. Facendo scorrere le nostre dita sulla pelle. Sorridendo contro le labbra dell’altro. Ed è bello. Ti illumina gli occhi.
Sono steso con te ora, e tu stai premendo baci lungo la mia clavicola mentre guardo un piccolo uccello cercare di costruire un nido nell’albero. Sono senza speranza con gli uccelli; non potrei distinguere un falco da un piccione. Ma li osservo comunque, cercando di immaginare cosa stiano pensando. Immaginando se possano amare quanto faccio io.
“Dom?”
Ti sei fermato, ora, e stai cercando di stringerti più vicino a me, le tue incredibilmente magre gambe ritirandosi verso il tuo sterno e la tua testa a riposo sul mio petto.
“Sì?”
“Mi dispiace”
Non so cosa dire, quindi guardo ancora un po’ l’uccellino. Poi, senza pensarci su veramente, mormoro “Per cosa?”
”Baciarti. Per baciarti. Mi dispiace”
Questa volta ho una risposta pronta “Non esserlo”
“Dom?”
La tua mano tocca la mia guancia ed io mi giro a guardarti. Strizzo gli occhi, sorpreso. Non sembri più tu, Matt. Sei magro ed emaciato e la tua pelle è pallida e cerea e il tuo viso è sottile. Mi stai guardando con uno sguardo vitreo, le tue labbra sottili e bianche, le tue dita scheletriche stringono leggermente il tessuto della mia t-shirt.
Matthew, dove sei?
Ti prego, Dio, riportalo da me.
“Se mi potessi salvare, lo faresti?”
Non devo neanche pensarci, Matt. Perché mi chiederesti mai questo? “Sì”
“Lo faresti anche se tu dovessi morire al mio posto?”
Pensi davvero che io sia così egocentrico da preservare me invece che te? “Sì”
“Lo faresti anche se Chris dovesse prendere il mio posto? O Tom? O Kelly? O Alfie, o Frankie, o Ava-Jo? Se qualcuno che non hai mai conosciuto dovesse prendere il mio posto?”
Lo farei davvero? Ti salverei veramente, se significasse che qualcun altro morirebbe? Farei questo a me stesso? Sentire la colpa per il resto della mia vita; vedere la faccia della persona che è morta al tuo posto ogni volta che guardo te.
“Sì.”
È facile, davvero.
Vivo per te.
Morirei per te.
Ucciderei per te.
L’amore incondizionato mi spaventa, certe volte. Mettere la tua vita nelle mani di qualcun altro a prescindere se lo si voglia o meno. È strano, donarti completamente a qualcun altro. Ma Matt, giuro che non lo rimpiango. Amarti, intendo.
Sembra che io me ne sia uscito improvvisamente con tutto questo, ma in realtà lo sto pensando da molto. D’amarti, dico. Credo di averti sempre amato, solo che ora è un differente tipo d’amore. Un amore del tipo violento. Perché ucciderei per te, Matt. Sai che significa? Che quando morirai, io smetterò d’avere uno scopo. Ucciderei per te, in ogni modo possibile.
Ucciderei Chris, se dovessi. Ucciderei Tom o Kelly o Alfie o Frankie o Ava-Jo, o qualche persona sconosciuta per la strada. Lo farei in un battibaleno, se significasse avere te. Desidero così tanto poter scambiare chiunque per te.
E questo mi spaventa.
 

 *

 
 
Oggi un po’ dei tuoi capelli son caduti via. Una ciocca s’è posata sul tuo cuscino mentre stavi dormendo. Hai pianto per tre ore intere. Per quanto tu possa essere forte, Matt, sei ancora fottutamente impaurito di perdere i tuoi capelli. La vanità è una strana cosa.
Il dottore dice che è lo stress a causare la caduta, ma non so cosa potrebbe essere stressante nella tua vita ora. Sembra egoista e stupido, ma credo di star facendo più che bene nei tuoi confronti, piuttosto che del male. Sorridi molto più del solito.
Sorridevi. Passato imperfetto. Perché stai ancora tirando su col naso, ora, fissando la ciocca di capelli castani di cui comunque non necessiti, ed io non so cosa dirti, perché se ti dico che sei ancora bellissimo senza, mi urlerai contro. Ma se confermo le tue parole tristi e ti dico che, sì, dovresti odiare te stesso e che, sì, l’unica cosa da fare è rimuovere fisicamente il resto dei tuoi capelli, e sì, sei brutto, mi urleresti contro comunque.
Mi urli contro un sacco.
Quando non ci baciamo, continui a dirmi quanto io sia inutile nel mio non fare niente “Perché continui a disturbarti venendo?” mi urli, lacrime che scorrono sulle tue guance, il tuo piccolo petto alzarsi e abbassarsi nello sforzo.
“Perché fai questo a te stesso? Non puoi cambiarmi”
Ma ora non ci stiamo baciando e tu non stai urlando, ed è quasi surreale. Sei steso sul tuo letto, dandomi la schiena, stringendo quella ciocca di capelli al tuo petto. Vorrei dirti qualcosa, ma non saprei cosa.
Vorrei tornare all’inizio. Al vero inizio. Tornare indietro alla prima volta in cui ci siamo incontrati. Ti avrei preso tra le mie braccia e avrei premuto le mie labbra contro le tue. E sarebbe stato perfetto.
E saremmo stati bellissimi.
E saremmo.
E saremmo.
E saremmo.
E saremmo.
Ma non saremo.
Perché non possiamo.
“Dom?” dici infine.
“Hn?”
Ti siedi e mi fissi con i tuoi occhi cerchiati di nero, mancanza di sonno.
“Sono…sono ancora bellissimo?”
In senso convenzionale, Matt, no. Non lo sei. Ti guardo ora e vedo la tua pelle pallida e la lesione sulla tua guancia e la ciocca di capelli mancante dalla tua testa e le tue guance irradianti malatamente delle ombre e il modo in cui i tuoi occhi affondano nel tuo volto, e se qualcuno fosse qui, e ti vedesse per la prima volta, l’ultimo aggettivo che ti riferirebbe sarebbe bello.
“Sei la persona più bella che io abbia mai visto”
Mi metto a sedere sul tuo letto, stringendoti leggermente ma vicino, e baciando le tue labbra nel tipo di bacio che mi fa ruotare lo stomaco, ruotare la testa. Ti bacio con tutti i sentimenti nel mio corpo e tutto l’amore nel mio cuore e tutta la pace e la gioia nella mia mente, solo per mostrarti quanto intendo ogni parola che ti dico.
”Non voglio più tenere duro” soffi contro la mia bocca. I tuoi occhi blu si specchiano nei miei, mentre mi rivolgi il più piccolo dei sorrisi e dici “Ma lo farò. Solo per te”
E saremo bellissimi.
E lo saremo.
E lo saremo.
E lo saremo.
E lo saremo.
 
 
   
 
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