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Autore: just_silvia    31/08/2012    2 recensioni
**28/11/2012 L'epilogo**
...E se nel rievocare l'incontro di Lily e Snape all'ingresso della Torre dei Grifondoro , il Mago avesse volutamente omesso qualche dettaglio?
Be' ho sempre adorato Lily&Sev e ho cercato di spiegare i motivi per cui le strade dei due innamorati si sono divise ad un certo punto della loro vita e poi di nuovo rincontrate fino al doloroso epilogo.
Questo racconto narra dei momenti della vita di due coppie d'innamorati, nascosti nella versione ufficiale di HP :) ...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black, Lily/Severus
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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«Ebbene, Severus? Che messaggio ha per me Lord Voldemort?»
«Nessuno – nessun messaggio – sono qui per mio conto!»

Snape torceva le mani: sembrava un poco folle, con i capelli neri e disordinati che gli volavano attorno.

«Io – vengo per un avvertimento – no, una supplica – per favore –»

Dumbledore agitò la bacchetta. Nonostante foglie e rami ancora volassero nella notte attorno a loro, nel luogo ove lui e Snape stavano l’uno di fronte all’altro cadde il silenzio.
«Che supplica potrebbe presentarmi un Death Eater?»
«La – la profezia…la predizione…Trelawney…»
«Ah sì» disse Dumbledore. «Quanto hai riferito a Lord Voldemort?»
«Tutto – tutto ciò che ho sentito!» disse Snape. «È questo il perché – è per questo motivo – lui pensa
si riferisca a Lily Evans!»
«La profezia non riguardava una donna,» disse Dumbledore. «Parlava di un bambino nato alla fine di
Luglio –»
«Sa che voglio dire! Lui pensa si riferisca a suo figlio, le darà la caccia – li ucciderà tutti –»
«Se lei significa così tanto per te» disse Dumbledore, «sicuramente Lord Voldemort la risparmierà? Non
potresti chiedere misericordia per la madre, in cambio del figlio?»
«L’ho fatto – gliel’ho chiesto –»
«Mi disgusti» disse Dumbledore con vero disprezzo. Snape si vergognò di se stesso. «Non ti interessano, quindi, le morti di suo marito e di suo figlio? Loro possono morire, basta tu ottenga ciò che desideri?»
Snape non disse nulla, ma si limitò a fissare Dumbledore dal basso. Non vedeva Lily da prima che si sposasse, ricostruire qualcosa con lei era impossibile ma anche se erano separati, avrebbe cercato sempre di salvarla ad ogni costo.
«Li nasconda tutti, allora» replicò con voce roca. «La metta – li metta – al sicuro. Per favore.»
«E cosa mi darai tu in cambio, Severus?»
«In – in cambio?» Snape guardò Dumbledore a bocca aperta e dopo un lungo istante disse: «Qualsiasi cosa.»
#
Diventare la spia di Dumbledore non era per niente l’obbiettivo della sua vita ma Lily doveva essere salvata, il solo pensiero che Voldemort potesse farle del male gli bloccava il respiro.
La protezione che provava nei confronti di quella ragazza poteva essere comparata a quella per i gemelli, sangue del suo sangue, nati da Lydia.
Aprì la porta del suo appartamento situato appena di fianco a Three Broomsticks e nella buchetta delle lettere trovò un altro biglietto. Solito destinatario: Lily Evans P.
Aveva iniziato a scrivergli dopo una settimana dal parto (suo figlio era nato con due mesi d’anticipo).  L’aveva chiamato Harry ed il suo padrino era Sirius Black, come da copione.
Severus mise il biglietto di Lily senza aprirlo nel cofanetto insieme agli altri. Non solo aveva sposato James ma insieme avevano anche concepito un figlio! La gelosia fu una morsa che gli colpì lo stomaco così forte che dovette reggersi al tavolo.
Levò il gilet, lo appoggiò ad una sedia e nel momento in cui sbottonava i primi bottoni della camicia, sentì suonare alla porta.
La cosa gli sembrò alquanto strana, visto che nessuno era mai andato a trovarlo, eccetto i suoi colleghi Death Eaters. E se l’avessero seguito? E se avessero spiato il Patto tra lui ed il Preside? Rabbrividì al pensiero tuttavia non c’era più nulla da fare, la verità era dietro la porta.
Quello che invece trovò lo fece sussultare e commentare acidamente: «Era meglio un Death Eater».
Tentò invano di richiudere la porta perché Lily prontamente l’aveva bloccata con un piede.
«Sev, smetti di fare il bambino» lo rimproverò accomodandosi, lui smise di fare resistenza troppo turbato dalla sua presenza.
«Che cosa vuoi?» le chiese ricomponendosi e fingendosi scocciato.
«Volevo rivederti» fece spallucce.
«Non saresti dovuta venire qua, sai che sono un Death Eater e poi James…»
«Non dovresti preoccuparti di James, allora non li hai letti i miei biglietti?»
Severus si mosse con calma ed aprì adagio il cofanetto. Le mostrò il contenuto: i biglietti erano riposti alla rinfusa e ancora sigillati. Lily sgranò gli occhi: «Devo arrivare alla conclusione che mi odi davvero?»
Snape sbuffò.  «Hai detto tu che non dovevamo più vederci…»
«So. Quello. Che ho detto.  Le spiegazioni sono tutte nei biglietti che ti sei rifiutato di leggere» girò la testa verso un punto indefinito della stanza in modo offeso.
«Come hai avuto il mio indirizzo?» chiese stizzito eppure così felice di vederla da poter iniziare a piangere da un momento all’altro.
«Sono andata da Madame Malkin, le ho rifilato la scusa “della vecchia amica di scuola” e mi ha dato il tuo indirizzo» si accomodò su una sedia come se si sentisse già la padrona di quella casa.«Lydia non lavora più lì.»
«Si sono trasferiti tutti in Svizzera, vicino la famiglia del marito.»
«Me l’ha detto Madame, so che il maschietto si chiama Severus.»
«Sì, Lydia in qualche modo è riuscita a “farmi onore”» disse con tono sprezzante, «la bambina si chiama Fanny.»
«Non ti pesa di non poterli vedere?»
«Ogni tanto in estate li andrò a trovare in segreto… ovvero è questo il progetto» si spazientì, forse doveva chiederle come stava dopo il parto, tuttavia non volevo parlare di quell’argomento troppo doloroso per lui.
«Perché sei qui?»
«Non è facile per me dire certe cose quindi ho pensato di scriverti…»
«Forse non sono veramente interessato a sapere» si accomodò su una poltrona in fondo alla stanza, ben distante da lei.
«Ti prego Sev, non escludermi dalla tua vita. Io sono qui per restare, so che vedi altre donne…devi smetterla» gli si avvicinò con lentezza e s’inginocchiò alle sue gambe. «Prendi me, scegli me… solo me» gli lanciò uno sguardo carico di desiderio. Un istante dopo iniziò a slacciare gli unici tre bottoni presenti sulla sua maglia leggera con scollo a V.
Severus allungò gli occhi sui seni diventati abbondanti a causa della gravidanza ed avvampò. Non doveva sopportare solo la sua bellezza ora doveva far fronte anche alla sua procacia, meditò con superficialità.
«Credo, che dovresti andartene» si alzò prendendo la ragazza per entrambe le braccia. Era così indifesa e disposta a tutto che Snape pensò di non riuscire a trattenersi oltre. Con molta forza di volontà riuscì a trascinarla alla porta. Lily era ormai fuori.
«Non ti senti più attratto da me, vero? » singhiozzò, «perché il mio corpo è sformato dalla gravidanza.»
«Non è per questo» Severus deglutiva a fatica, doveva chiudere quella porta.
«E’ perché sono stata con James? Che potevo fare? Io ho preso un impegno» si asciugò gli occhi con i polsi e il ragazzo desiderò baciare quelle lacrime ad una ad una. «Anche tu sei andato con altre donne, me la sono presa all’inizio ma poi ho capito che quello che c’è tra noi, va oltre…queste cose…» lo trafisse con i suoi occhi verdi.
«Cosa c’è tra noi? Non ci vediamo da due anni» Snape conosceva i giorni, le ore, i minuti e i secondi da quell’ultimo incontro al Leaky Cauldron.
«Perché io ti amo Lily e tu ami me! Ricordi? Me l’hai detto tu e questo non è cambiato per quanto mi riguarda ma se per te non è più lo stesso, chiudi questa porta» la ragazza non singhiozzava più eppure era evidente che si tratteneva a fatica. Severus sentì che mancava davvero poco, sarebbe stato lui a piangere e per questo si affrettò a chiudere la porta. Si morse una mano per resistere al dolore per ciò che aveva appena fatto.
Non poteva ricominciare tutto d’accapo, proprio ora che aveva smesso di avere quella disperata e dilaniante fame di lei, del corpo di Lily e della sua anima.
Rimase, però, ad accarezzare la porta per qualche minuto convinto che lei se ne fosse già andata, quando improvvisamente sentì un singhiozzo e la spalancò.
La trovò così piccola e disperata che in quel momento promise a se stesso che mai più l’avrebbe fatta piangere.
La strinse tra le braccia, la sollevò e la baciò con avidità. «Ti amo, perdonami» le disse scostandole i capelli dal viso bagnato mentre di peso la portò dentro.
 
 
 
*C’ è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, e rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età; quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare. Da lì fuggir non potrò poiché la fantasia d’incanto risente il nostro calore e non permetterò mai ch’io possa rinunciare a chi d’amor mi sa far volare.
Lily Evans P.
 

 
 
 
(*Alda Merini)
   
 
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