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Autore: zia_addy    31/08/2012    3 recensioni
Non lo legga chiunque ami gli elfi, questa è la rivincita degli umani.
Dal primo capitolo:
«Un esercito – disse la donna – sono venuti dei soldati... Cercavano te.»
La cercavano?
«Sanno di noi? – chiese esterrefatto Liam – com'è possibile?»
Hairi, improvvisamente realizzò. Non sapevano di loro, sapevano di lei. «No – disse – sanno solo di me.»
«Solo di te? – fece Jona – perché?»
Hairi fece un respiro profondo e disse «Perché sono una schiava.»
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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V

 
Ivan si guardò attorno sovrappensiero e poi disse «Abbiamo un problema.» Gli altri lo guardarono tesi, sapeva che non erano dell'umore di affrontare nuove complicazioni e del resto non lo era neanche lui, ma purtroppo ne avrebbero dovuta affrontare una enorme.
«Questa – spiegò – non è esattamente la posizione migliore per un rito di questo genere, si può effettuare anche qui, ma ci vorrebbe più tempo, molto più tempo.»
«Come sarebbe a dire?» chiese secca Harribel.
«Come ho detto – rispose lui – quello che mi accingo a fare è portare il passato nel presente. Dovete immaginare passato e presente come due dimensioni distinte che andranno a sovrapporsi l'una sull'altra e, ovviamente, dovranno combaciare perfettamente. Per collegare due dimensioni bisogna aprire dei portali, il modo più facile per collegare i due mondi passato e presente, è quello di aprire i portali in corrispondenza dei Pilastri del Mondo, ovvero dove si trovano i Seggi dei Sette.»
«Ma i Sette non si trovano nell'Altro Mondo?» domandò Ganesh.
«Sì – disse Ivan – ma come vi spiegò il Gran Maestro del mio tempio durante l'incontro, i Sette sono come i pilastri dell'Altro Mondo ed il punto è che l'Altro Mondo si trova “sopra” questo mondo, quindi i Seggi si trovano nel nostro mondo; per la precisione sono uno per ogni Capo e ad ognuno di essi dovrebbe trovarsi un Tempio o un Altare che funge da Seggio, appunto.»
«È vero – disse Harribel – io vengo da Capo Silvestre e il mio tempio è dedicato al Dio della Creazione.»
Anche Liam annuì e disse «il tempio di Capo dei Ghiacci è dedicato al Dio della Vita.»
«Ma perché aprire dei portali lì renderebbe la cosa più semplice?» chiese Jona.
«Perché – rispose Ivan – il passato è morto e quindi si trova nell'Altro Mondo, i Seggi sono in naturale collegamento con esso, dunque è come se in quei luoghi esistesse già un portale che bisogna solo attivare. La  nostra posizione diventa un problema perché oltre ai portali che si apriranno in corrispondenza dei Seggi, si aprirà, obbligatoriamente, un altro portale in corrispondenza della mia posizione, in quanto io sarò il tramite tra le due dimensioni. Quest'ultimo ha il compito di “agganciare” il mondo passato in corrispondenza dell'Abisso del Mondo, il luogo, oltre ai Seggi, dove naturalmente il nostro mondo è in collegamento con quello degli Dei e che si trova esattamente al centro. Dovete tener presente che il posto del passato non è il mondo dei vivi, portarlo qui significa imprigionarlo e dunque servirsi di “catene” che lo trascineranno dal mondo dei morti al nostro. »
«Quindi, in poche parole, le due dimensioni non combacerebbero?» domandò Hairi.
«Esatto – rispose lui – le catene che dipartiranno dai seggi dovranno prima far sovrapporre i due mondi e poi unirli, il che oltre ad essere una perdita immane di tempo, potrebbe costarmi la vita.»
«Non mi sembra un problema raggiungere l'Abisso – osservò Ganesh – anche se è in pieno territorio elfico nulla mi impedisce di creare un portale per raggiungerlo.»
«Il problema, suppongo, è che quel luogo, come i Capi, è sigillato» disse Hairi.
«Sigillato?» chiese Harribel perplessa.
«Proprio così – rispose Hairi – ne ho sentito parlare per la prima volta dal Duca, quando ancora ero al suo servizio. Oltre a rivestire un'importante carica amministrativa, apparteneva all'Ordine, un'organizzazione al servizio del Re composta dai più potenti maghi. Comunque, una volta stava organizzando un viaggio insieme ad un funzionario di corte, sarebbe dovuto andare a Città di Capo Naël, poi a Città di Capo Ilia ed infine a Città di Capo Nord. Li sentii parlare di sigilli che andavano rinnovati e del fatto che qualcun altro si sarebbe dovuto occupare “dell'Abisso”; non capii a cosa si riferissero, me lo spiegò poi la Gran Maestra. Gli Elfi temendo il potere di quei luoghi li sigillarono, ma questi sigilli necessitano di essere rinnovati siccome gli incantesimi vengono lentamente consumati dal potere emanato dai Seggi.»
«Quindi – disse Liam – prima di poter procedere dobbiamo sbloccarli.»
«Esattamente – fece Ivan – ma sicuramente gli Elfi avranno ormai sigillato anche quelli che prima si trovavano nel nostro territorio e vi avranno posto delle guardie, o qualcosa di simile. Quindi non possiamo semplicemente, uno dopo l'altro, rimuovere i sigilli; una volta che ne avremo tolto uno, gli altri Elfi verranno avvisati e ci ritroveremo addosso l'intero esercito.»
«Il miglior modo sarebbe rimuoverli tutti in una volta – osservò Harribel – ma tu, Ivan, devi trovarti per forza nell'Abisso e quindi uno dei Seggi rimarrebbe sigillato.»
«C'è un'altra cosa – fece Ganesh – come facciamo a rimuovere i sigilli?»
«Dovrebbe bastare la nostra presenza – disse Hairi – il potere dei Seggi entrerebbe in “risonanza” con il nostro amplificandosi e diventando tale da distruggere il sigillo.»
«Se creassi una bambola? – propose Harribel – Liam potrebbe darle vita, sarebbe anche in grado di combattere gli Elfi.»
«Però non possiederebbe il mio potere – obiettò Ivan – come farebbe a rompere il sigillo?»
«Normalmente si usa un incantesimo inverso a quello del sigillo – rispose Hairi – il metodo che vi ho appena detto può essere usato solo da noi.»
«Conosci questo incantesimo?» le chiese Liam.
«Non esiste una formula fissa – rispose lei – varia in base a quella del sigillo, quest'ultima possiamo trovarla negli archivi dell'Ordine oppure direttamente sul Seggio. È scritta in lingua elfica ma non dovrei avere problemi a tradurla.»
«Oppure – disse Ivan – potremmo come prima cosa andare nella Città di Capo Nord dove si trova il Seggio della Morte e sciogliere quel sigillo, poi ognuno si occupa del proprio Seggio e io dell'Abisso. Però è piuttosto debole come piano.»
«Anche quello per uccidere il Duca lo era – commentò Ganesh – però direi che è riuscito piuttosto bene.»
«Non hai tutti i torti – rispose Ivan con un mezzo sorriso – sbrighiamoci a prepararci allora. Anche se non è detto che abbiano previsto una mossa simile da parte nostra, è meglio non perdere tempo, altrimenti gli Elfi potrebbero rinforzare la sicurezza in quei luoghi.»
 

***

 
Hairi stava rapidamente cambiando i propri abiti con alcuni trovati lì nel rifugio, intanto pensava e ripensava a quello che stavano per fare, era tesa come non mai; trasse un profondo respiro e raggiunse in fretta gli altri.
«Pronti?» Chiese arrivando.
«Pronti», risposero loro; Ganesh aprì un portale e uno dopo l'altro vi entrarono, in un attimo furono a Città di Capo Nord.
Si trovavano su una spiaggia, da lì potevano scorgere i tetti a spiovente della città e un'enorme scogliera a strapiombo sul mare, «il Seggio dovrebbe essere lassù» disse Ivan.
«Prima di andare lassù – fece Harribel – vorrei sistemare una cosa.»
Hairi si voltò verso di lei e la vide evocare quindici leoni bianchi, alti quanto un uomo adulto, seduti e immobili come statue di pietra.
«Cinque sono per proteggere questo Seggio – spiegò Harribel – quattro sono per Ivan quando sarà nell'Abisso  gli altri sei sono per Raja, Ganesh e il nostro piccolo Jona – lo fissò intensamente e poi, evocando altri tre leoni, aggiunse – forse è meglio se ti affido a cinque di loro, invece che due.»
«Devo dar loro vita?» le chiese Liam.
«Ovvio – rispose lei – e dì loro di proteggere chi di dovere.»
Liam sospirò e rispose «agli ordini.»
Lei gli chiese allora «perché quella faccia affranta? Volevi anche tu un cucciolo?»
«E tu chiameresti “cuccioli” quei bestioni enormi?» ribatté lui, ma Harribel non rispose e si limitò a sorridere. Liam allungò la mano destra verso i leoni, come se stesse offrendo loro qualcosa, ripeté una formula varie volte e finalmente i leoni presero vita e si alzarono scrollandosi, gli occhi vuoti davano loro un aspetto spettrale.
«Per sicurezza – aggiunse Harribel – dì a quelli di Ivan di guidarlo attraverso l'Abisso.»
Liam mosse quasi impercettibilmente le labbra e poi disse «fatto.»
«Forza – disse Ivan – muoviamoci.»
Si misero in marcia, con cinque dei leoni in testa e gli altri accanto ai loro protetti. Raggiunta la scogliera trovarono uno stretto e ripido sentiero che vi si inerpicava sino in cima, lo percorsero adagio, Hairi, che chiudeva la fila, continuava a lanciare, preoccupata, occhiate alla città. Finalmente, quando ormai stava per albeggiare, raggiunsero la cima e videro il Seggio, era una specie di altare ottagonale, attorno ad esso era stata legata una catena dalla quale pendevano una serie di tavolette di legno su cui erano incisi strani simboli e una morsa di ferro che presentava le stesse incisioni, era invece fissata sul piano dell'altare, come un coperchio.
«Quello sarebbe un sigillo? – chiese perplesso Ivan – Non ha un'aria molto “magica”.»
Detto questo si avvicinò per esaminarlo, ma appena fu a pochi passi da esso cadde all'indietro, come respinto da una qualche forza: i simboli incisi sulle tavolette si erano illuminati e attorno all'altare era comparso un cerchio dal quale si innalzava una barriera.
«Ora ci assomiglia di più» commentò seccato e rialzandosi rilasciò il proprio potere, un simbolo nero apparve in corrispondenza del suo occhio sinistro, come era successo durante il combattimento con il Duca, ma, diversamente da allora, era comparso anche un sigillo ai suoi piedi.
Hairi cominciò a provare un terrore crescente, ma non riusciva a capirne il perché, era una paura irrazionale ed era come se fosse insita nel suo animo; si domandò se anche gli altri si sentissero così. La barriera, intanto, aveva cominciato a dissolversi, come anche le tavolette, la morsa invece resisteva tenacemente, anche se sembrava che qualcosa la stesse spingendo dal basso. D'un tratto un fascio di luce eruppe dal centro dell'altare rompendo la morsa e andando a formare una colonna che sembrava sorreggere il cielo.
Hairi guardò verso la città e vide accendersi molte luci, «si stanno mettendo in moto – disse –  dobbiamo sbrigarci ad andarcene da qui.»
«Ecco i portali – disse Ganesh aprendone sette, uno accanto ad ognuno di loro – il portale accanto a voi – spiegò – vi porterà al vostro seggio.»
«È possibile lasciarli aperti e cambiarne la destinazione?» chiese Ivan.
«Certo» gli rispose Ganesh.
«Allora – riprese Ivan – quando vedrai apparire una catena fai in modo che i portali portino dove sono io, così saremo insieme quando avrò completato il rito.»
«Ma non sarà pericoloso lasciare scoperti i Seggi durante il rito? – chiese Liam – gli Elfi potrebbero interferire.»
«Tranquilli, non è un problema – rispose Ivan – una volta “agganciato” il passato, l'unico modo per fermare il rito è uccidermi.»
«Ci vediamo tra poco, allora» disse Harribel e prima di entrare nel proprio portale eresse una barriera attorno al Seggio, «per sicurezza» aggiunse e poi scomparve nel portale.
Dopo di lei si avviarono anche gli altri, Hairi per ultima. Quando uscì dal portale si ritrovò direttamente di fronte al Saggio, e a giudicare dal paesaggio doveva essere a Città di Capo Naël.
«Chi va là?» chiese una voce imperiosa alle sue spalle. Lei voltò la testa e guardò da sopra la spalla il suo interlocutore, si trattava di un soldato ed era a capo di una piccola truppa, dovevano essere le guardie mandate a proteggere i Seggi.
«Sparite dalla mia vista» disse.
 

***

 
Ivan era arrivato presso l'Abisso del Mondo e non aveva trovato nessun esercito ad aspettarlo come aveva immaginato, ma sapeva che era solo questione di tempo, prima o poi sarebbero arrivati. Doveva fare il più in fretta possibile, una volta iniziato il rito l'unica cosa che poteva fare era completarlo, questo voleva dire che sarebbe stato completamente alla mercé degli Elfi; ma confidava nei leoni di Harribel, era sicuro avrebbero trattenuto gli Elfi abbastanza a lungo.
Raggiunse la sponda dell'Abisso, era un'enorme voragine nel terreno, un pozzo nero di cui non si vedeva la fine e nel quale si riversavano le acque di cinque fiumi formando gigantesche cascate.
«E adesso?» Pensò ad alta voce, non aveva idea di come raggiungerne il centro. Due dei  leoni, come in risposta alla sua domanda, si fecero silenziosamente avanti e oltrepassarono la sponda, sorprendentemente non precipitarono nel vuoto: dove erano passati si era formato una specie di sentiero luminoso; adesso capiva cosa intendesse Harribel con “guidarlo attraverso l'Abisso”. I due leoni si fermarono e si voltarono a guardarlo come se lo stessero esortando a seguirli, si affrettò quindi a raggiungerli, iniziando così la sua discesa nell'Abisso.
 

***

 
«Non avvicinatevi a lei! Se lasciate che vi tocchi verrete distrutti!»
Hairi cominciava a trovare irritante la stupidità di quegli Elfi, davvero credevano che bastava starle lontani per riuscire a sconfiggerla? Poveri illusi.
«Se pensate che in questo modo io non riuscirò a colpirvi vi sbagliate di grosso» disse loro.
Delle fiamme le circondarono i piedi, crebbero fino a formare una sfera attorno a lei, le trattenne per qualche secondo come se stesse caricando una molla e poi le lasciò andare. L'esplosione ruppe il Sigillo alle sue spalle, ma non raggiunse gli Elfi, era stata intercettata da una barriera molto potente e di fronte a lei si parava un muro di fiamme azzurre. Quando finalmente le sue fiamme cominciarono a diradarsi, Hairi si ritrovò faccia a faccia con un membro dell'Ordine.
«Andatevene! – gridò quello ai soldati – non è un avversario che potete affrontare.»
«Non puoi affrontarmi nemmeno tu se è per questo,» gli disse Hairi in tutta calma.
«È pericoloso sottovalutare i propri avversari» le rispose.
«Non sono io che ti sottovaluto –  ribatté lei – sei tu che ti sopravvaluti.»
L'Elfo mormorò qualcosa e Hairi si ritrovò le braccia ammanettate da due catene, come se fosse stata appesa, «sei davvero un idiota se pensi di potermi sigillare» gli disse.
«Questo è tutto da vedere,» rispose lui.
«No, ti sbagli – fece lei e detto questo diede uno strattone alle catene che si ruppero come niente, poi aggiunse – tu non sai con chi hai a che fare.»
 

***

 
Ivan era riuscito a connettere l'Abisso con il passato, ora mancavano solo i Seggi. Per il momento tutto era andato bene, com'era prevedibile erano arrivati dei soldati, ma non erano discesi nell'Abisso, si erano appostati sulle sponde e lo attaccavano da lì; ma non uno di quegli attacchi lo aveva raggiunto, i leoni di Harribel se li mangiavano letteralmente. Improvvisamente ci fu un'esplosione molto forte alle sue spalle, si voltò e vide che si trattava di uno dei leoni. Osservò attentamente gli altri e vide che il loro corpo era come attraversato da crepe, gli vene in mente quando aveva cercato di assorbire la magia degli Elfi, evidentemente era come un veleno anche per loro. Doveva sbrigarsi, di questo passo si sarebbe trovato in guai seri.
 

***

 
Hairi sarebbe stata in netto vantaggio sull'Elfo, sennonché quello aveva aumentato enormemente la sua velocità e quindi era stata costretta a concentrarsi sulla difesa, senza mai avere la possibilità di sferrare un vero attacco e chiudere lo scontro. Era frustrante.
Finalmente l'Elfo si scoprì tentando un attacco frontale, lei lo parò e gli sferrò un gancio destro nello stomaco, ma non riuscì a sfondare del tutto le sue difese magiche e l'Elfo riuscì a staccarsi da lei con un rapido balzo all'indietro atterrando una decina di metri più in la. Hairi notò che teneva una mano premuta contro l'addome, il suo attacco aveva avuto più effetto del previsto. Bene.
Creò un recinto di fiamme attorno a loro, «non mi scappi!» Esclamò e si lanciò contro di lui, saltò per assestargli un calcio in testa, ma andò a vuoto. Atterrò, afferrò un sasso, lo avvolse con le sue fiamme e lo scagliò contro le gambe dell'Elfo, che cadde a terra urlando di dolore.
«Finalmente la smetterai di correre di qua e di là, mi avevi proprio stufata» gli disse rialzandosi. Fece rimbalzare nel palmo della mano un altro sasso che aveva raccolto, guardò per un momento l'Elfo accasciato a terra, la sua faccia deformata dal dolore e dalla paura era decisamente uno spettacolo che meritava; ma, alla fine, lanciò il sasso.
 

***

 
Ivan era riuscito a collegare i Seggi, ora doveva solo  sovrapporre le due dimensioni. Gli altri lo stavano man man raggiungendo, mancavano solo Hairi e Raja ed era preoccupato; la battaglia lì si stava facendo sempre più dura e immaginava fosse la stessa cosa anche presso i seggi, non voleva che fosse successo loro qualcosa.
«Stanno arrivando – gli disse Ganesh – i loro portali si sono attivati.»
Udendo quelle parole si sentì decisamente meglio e quando le vide uscire dai portali sane e salve ogni preoccupazione lo abbandonò.
La prima cosa che fece Hairi fu erigere una barriera infuocata, dando così agli altri un po' di tregua e a lui un po' di tranquillità per concludere il rito.
«Finalmente! – esclamò Harribel tirando un sospiro – tra i rinforzi che sono arrivatici devono essere dei maghi molto potenti, sono riusciti a rompere tutte le mie difese.»
«Come riescono a distruggere ciò che crei? – chiese Liam incredulo – Non dovrebbe essere indistruttibile?»
«Lo è – rispose Harribel – ma entro un certo limite. Ciò che creo è “puro” e “sacro”, la Magia è “corrotta” ed “empia”, quindi è come un veleno: lentamente corrode ciò che creo fino ad annientarlo e la velocità con cui questo avviene dipende dal tipo di incantesimo.»
«Quindi io non potrei distruggere ciò che crei – notò Hairi – se lo facessi, compierei un atto “sacrilego”. Giusto?»
«Giusto» rispose Harribel.
«Fatto» disse improvvisamente Ivan, tutti quanti si voltarono verso di lui.
«Siamo nel passato?» chiese Ganesh.
«Non ancora – rispose Ivan – ma lo saremo tra poco.» Detto questo indicò il terreno, ai loro piedi era comparso un intricato sigillo che ricreava una stella a sette punte, «Ognuno di voi – spiegò –  deve posizionarsi in corrispondenza di una delle punte, seguendo l'ordine dei Seggi: Vita, Protezione, Creazione, Distruzione, Spazio, Tempo, Morte. In questa fase sono necessari i poteri di tutti quanti noi, quindi, una volta in posizione dovremo prenderci per mano; in questo modo le nostre anime saranno unite ed io potrò accedere ai vostri poteri. Infine reciterò un'ultima preghiera e poi saremo finalmente nel passato.»
Ognuno prese posto, si presero per mano, Ivan chiuse gli occhi, percepì un'enorme forza concentrarsi nel proprio corpo e per un attimo temette che l'avrebbe sopraffatto e che non sarebbe stato in grado di portare a termine il rito; ma, non appena cominciò a recitare la preghiera andò, mano a mano scemando, fino a dissiparsi del tutto una volta pronunciata l'ultima parola.
Nell'Abisso non riecheggiavano più le grida degli Elfi e quando Ivan aprì gli occhi, vide che era sparita la volta di fiamme che li proteggeva dai soldati, al suo posto si trovava un cielo azzurro splendente. Ce l'avevano fatta, erano nel passato.
 
 
 
 
 
 
 
Heilà gente!
Siamo tornate. Sono mortificata per il ritardo, è tutta colpa mia (disse Ade), ho avuto un'estate pienissima e poi il mio pc si è messo a fare i capricci.
In ogni caso i prossimi aggiornamenti saranno più rapidi, parola di lupetto xD
Mi scuso ancora e vi ringrazio in anticipo per averci aspettato.
Ciao Ade e Chiara




  
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