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Autore: LunaLovegoods    01/09/2012    2 recensioni
La storia inizia quando Regulus frequenta già James Potter, durante il suo quinto anno di scuola. Come tutto è iniziato? I flashback servono a questo.
Ester, il personaggio-sorpresa, è una ragazza di Corvonero, vi basta sapere solo che ha la stessa età di Regulus (almeno apparentemente), il resto lo scoprirete leggendo!
"La sua andatura trasuda sicurezza e pienezza di sé ad ogni passo e inizio a pensare che sia proprio questo, con il suo sorriso fottutamente perfetto e arrogante, ad avermi colpito all’inizio." - Regulus.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: James Potter, Nuovo personaggio, Regulus Black, Sirius Black, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Of magic and love.'
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Capitolo 4 . I can feel the beating of our hearts. 

 

Mi perdo nei miei pensieri, aggrappato al manico della mia scopa.
 
Ancora ho quei ricordi per la testa, quella notte.
 
Chi era? Ma, soprattutto, cos’era?
 
Scuoto la testa, abbassando un po’ lo sguardo e notando il motivo della mia distrazione: Regulus Black si ferma al bordo del campo da Quidditch e alza gli occhi verso di me.
 
Sorrido, istintivamente, e lo raggiungo, atterrando a qualche centimetro da lui.
 
«A volte sembra che nella tua testa ci sia solo il Quidditch, Potter» mormora, con un mezzo sorriso.
 
Ricambio il sorriso e incrocio le braccia al petto. «Tutti abbiamo i nostri punti deboli.»
 
Alza gli occhi al cielo, poco convinto, poi si guarda attorno.
 
Se negli ultimi mesi di amicizia ho capito qualcosa su di lui, sta controllando che non ci siano occhi indiscreti.
 
Odia esporsi troppo.
 
La sua non è esattamente una paura, è solo odio verso l’indiscrezione.
 
Sorrido, di nuovo, e sfioro il suo mento per fare in modo che guardi me e non ciò che ci circonda.
 
Stavolta è lui a posare le sue labbra sulle mie, ma non per questo mi allontano.
 
Ricambio il suo bacio, decisamente diverso da come me l’ero aspettato.
 
È travolgente in un modo passionale. Non credevo che potesse essere così… sconvolgente, ricevere un suo bacio.
 
Non riesco a trattenere un altro sorriso, quando inizia a mordermi le labbra.
 
Il respiro inizia a mancare a entrambi e per questo, purtroppo, ci stacchiamo.
 
«Dovremmo andare a Hogsmeade un giorno» mormoro, con la punta del naso che sfiora la sua.
 
Inarca un sopracciglio, allontanandosi un po’.
 
So cosa sta per dire: “Stai scherzando, spero”. Mi sembra quasi di sentire quelle parole e trattengo a fatica una risata.
 
«Non sto scherzando» lo precedo.
 
«Perché non ci vai con quell’idiota di Sirius?» chiede, scettico, incassando il colpo di prima.
 
Ecco. Un’altra cosa che non sopporto è che mette sempre in mezzo suo fratello, chiamandolo “quell’idiota di Sirius”, come se fosse quella la sua più grande “qualità” e non ha per forza torto. A volte, Sirius lo è davvero.
 
Il mio ghigno si allarga. «Perché non potrei tenere per mano né lui, né Remus e nemmeno Peter. Non potrei portarli a Mielandia e non potrei baciarli all’angolo di una strada qualunque» mormoro, certo di stare per ricevere un cazzotto in faccia o chissà cosa. Non che farei veramente certe cose, ovviamente…
 
Regulus quasi mi uccide con lo sguardo. «Se provi a farlo, ti dovranno portare al San Mungo in prognosi riservata» mormora, e io scoppio a ridere.
 
«Non pensavo fossi capace di certe cose, Black» rispondo.
 
Ghigna, divertito, probabilmente. «Non sono nemmeno quel tipo di ragazzo così dolce come credi» tenta di convincermi.
 
«Mi dispiace, ma qui non posso darti ragione» confesso, avvicinandomi di nuovo a lui e regalandogli un secondo bacio. 


 

* * *
 

Apro gli occhi esattamente quando Regulus entra nella stanza, che fino a un attimo fa era completamente silenziosa.
 
Sento i suoi occhi su di me, ancor prima di voltarmi e constatare che mi sta proprio analizzando con i suoi occhi grigi.
 
Sorrido.
 
«Com’è che, entrando qua, non ho pensato che tu fossi un cadavere o, per lo meno, cosa sei veramente?» chiede, con tono scettico.
 
Sogghigno appena, un po’ anche per togliermi l’odore di Potter, che lo perseguita, dalle narici. Rivoltante, sul serio.
 
«Mi sono fatta una bella passeggiata sotto al sole fino al San Mungo» mormoro, con aria vaga, mentre lui si avvicina a me e si siede su quello che dovrebbe essere il suo letto.
 
Resto immobile, quasi col respiro mozzato, appena avvicina una delle sue mani eleganti a me, per spostarmi una ciocca di capelli. Nel frattempo ho, invece, richiuso gli occhi, col mio solito sorriso quasi sornione sulle labbra rosse, e respiro normalmente.
 
Lui non capirebbe mai cosa provo davvero.
 
Il mio cuore, se potesse, correrebbe veloce in questo momento…
 
Chissà se quello di Potter corre ancora, perché quello di Regulus si è già calmato.
 
Presa dalle mie riflessioni, non noto il suo sorriso quasi dolce, ma non mi sfugge il lieve tremore della sua mano, appena prima che la stringa tra la mia e senta il suo calore scaldarmi.
 
I miei occhi verdi lo scrutano attentamente, prima che io ritrovi la voce per fare un discorso sensato.
 
I suoi occhi grigi, così simili a quelli di Sirius, mi mettono quasi angoscia.
 
Il calore della sua mano, che asseconda la mia stretta, mi ricorda il calore di Sirius e la sete che avevo fino a qualche ora prima.
 
«Hai visto Sirius da qualche parte?» chiedo, quasi mordendomi un labbro.
 
Le sue dita fanno pressione sulle mie, intrecciate alle sue.
 
Scuote la testa, senza tradire alcuna emozione al riguardo. So che non sopporta parlare di suo fratello e so che sto per bruciarmi tutti questi anni con delle semplici parole.
 
Mi prende alla sprovvista, stavolta, perché non mi aspettavo certo quella domanda.
 
«Dove hai ritrovato il tuo braccialetto?» la sua voce è impassibile, neutra, un velo di curiosità e niente altro.
 
La risposta, però, non cambia.
 
Abbasso lo sguardo.
 
Prendo un respiro profondo.
 
Potrebbe essere l’ultima volta in cui lo sento così vicino a me, prima di accendere il fuoco.
 
«Lus, ho combinato un casino», i miei occhi sono di nuovo incastonati nei suoi.
 
Inarca un sopracciglio.
 
Posso ancora scappare, baciarlo, cancellare tutto… ma non sono codarda, altrimenti sarei una Serpeverde come lui.
 
Mi alzo dal letto, decisamente di malavoglia. L’ultima cosa che vorrei fare adesso, l’ho appena fatta: interrompere ogni contatto fisico.
 
Guardo lo scaffale pieno di libri, mentre cerco le parole adatte, mentre tento di intuire cosa farà Regulus, cosa dirà.
 
È ancora seduto sul letto, intento a fissarmi, mentre l’attesa lo logora lentamente.
 
Mi volto verso di lui, un attimo prima di pronunciare le parole che mi sono formulata nel cervello in pochi secondi, in tempo per vedere la sua reazione.
 
«Ho detto il mio segreto a Sirius» confesso, con l’aria più colpevole che conosco.
 
Rabbia.
 
Frustrazione.
 
Un senso di soddisfazione, del tutto fuori luogo, nel constatare che i miei pronostici non sono affatto sbagliati.
 
«Come hai potuto?!»
 
Si alza di scatto.
 
Lo sguardo e la voce di chi si sente tradito per la prima volta.
 
«Non ti arrabbiare con me» alzo la voce senza volerlo, seguendo i tratti della sua.
 
Invece, lo so bene, avrebbe tutte le ragioni del mondo di arrabbiarsi con me.
 
«Con chi dovrei, allora?!»
 
Ecco. Nessuna risposta, niente da fare.
 
Fa un passo indietro, non vuole sapere né perché, né come, né quando.
 
Le sue spalle toccano la parete libera, contro la quale si appoggia, quasi senza forze.
 
So cosa sta per dire e il mio cuore, se potesse, mancherebbe un colpo, si incrinerebbe, per poi spezzarsi.
 
«Non lo dire» sussurro, nel silenzio.
 
Non è un ordine.
 
Non è una supplica, sono forte abbastanza da non farne.
 
La mia è una minaccia.
 
Non mi abbasserò mai a soffrire per lui, ma so già che è troppo tardi per illudersi.
 
Sa a cosa mi riferisco.
 
I sottintesi sono sempre stati chiari tra noi.
 
«Credo di aver bisogno di stare un po’ da solo.»
 
La sua voce non mostra alcuna insicurezza, sa di esserne sicuro.
 
Non “crede”, lo sa.
 
Sospiro.
 
È ciò che vuole, dopotutto.
 
Mi avvicino a lui, attraversando la stanza, poso le mie labbra sulle sue per quella che è la prima e l’ultima volta.
 
Sento il suo sapore sulle labbra, meglio di qualunque altro tipo di sangue.
 
Sento la sorpresa.
 
Sento la rabbia, il tradimento.
 
Sento anche Potter, però, e mi stacco, mio malgrado, per poi lasciarlo solo, come vuole lui.
 
Ringrazio i fondatori perché mi posso permettere di essere forte, anche dopo tutto questo. 



Angolo dell'autrice:  Okay, sono tornata! Tadà! :'D
All'inizio volevo cambiare questo capitolo, perché non ero del tutto convinta se far parlare Lus o Ester, e nemmeno ero convinta del comportamento di Ester... Ci ho provato a cambiarlo, ma non è venuto fuori niente di migliore çAç
Dunque... Come sempre, capirete tutto nel prossimo capitolo * trollface *
Sperando che vi sia piaciuto anche questo capitolo e aspettando con ansia tante recensioni... Baci,
L. 

  
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