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Autore: Axel8    01/09/2012    1 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Disney]
"Cronache di un mondo Disney" è la prima storia originale di Impero Disney, dove i personaggi sono gli stessi dei nostri amati film d'animazione! L'idea è venuta al sottoscritto, vedendo una recente serie televisiva fantasy, ed ha avuto subito l'illuminazione e si è buttato a scrivere! Scritta dal mod Axel
Genere: Avventura, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Sì sono solo, maestà".
Disagio.
"Mi pare foste in tre".
"lo eravamo...."
"Ma?"
"La foresta...."
"Alberi che uccidono?"
"Ovviamente no, mia signora, lei non..."
Stava immobile a guardarlo.
"Non può capire Maestà, quella foresta non è normale, ha qualcosa di oscuro. Io non so che fine abbiamo fatto....
"Non li hai nemmeno cercati?"
Ma come poteva spiegarglielo?
"Io...... Non... Non l'ho fatto, non ho potuto"
Era riuscito a mettere insieme delle parole.
"La foresta mi ha condotto alla riva del fiume, ed una volta fuori si è chiusa dietro me.... Non ho avuto la possibilità di cercarli..."
Come faceva a raccontare del terrore che aveva provato, delle paure che aveva visto danzargli intorno, del vento gelido?
Non poteva.
"Ti rendi conto che questo è diserzione? è un grave reato, potrei non fidarmi più di te come prima".
Se l'aspettava quella risposta, se l'era immaginata. Ma sentirla dal vero era diverso, una pugnalata al cuore.
"Mi dispiace di averle recato scontento Maestà, sono sempre ai suoi ordini". 
S'inginocchiò.
Lei lo fissò a lungo, lui sentì il suo sguardo gelido penetrarlo parte a parte.
"Come sempre".
"Come sempre".
"Ora vai, per ora non ho necessità di te".
Si dileguò dopo un breve inchino.

Lei lo vide andare via con il suo solito fare solenne.
Aveva rispetto verso quel fedele servitore, e considerando i tempi, era necessario avere qualcuno di cui fidarsi.
Sì alzò dalla scrivania e andò verso la finestra.
La giungla artificiale si distendeva a vista d'occhio, il mare la stringeva ai lati e le montagne incombevano in lontananza, dopo le grandi pianure della Mezzaluna Sorridente.
Si poteva avere un'ampissima visuale da lassù, e nei giorni più limpidi si poteva intravedere lontano ad est l'antica città di Ocnet, sul punto più orientale del continente.
S'impose di ritornare ai suoi affari.
Le erano giunti messaggi dal nord, i popoli Celtici delle montagne costiere si stavano spostando ancora più a sud, incombendo sul mare interno, dove i mediani erano in allarme, e sollecitavano la Corona ad intervenire.
Allo stesso tempo ai confini occidentali stavano accadendo strani avvenimenti: sparizioni, diserzioni, villaggi che svaniscono nel nulla e rivolte popolari.
Ma che stava succedendo?
"Signora, il Re l'attende".
Anche a lui erano giunti i messaggi.
Scese velocemente per la scala a chiocciola, e poi per passaggi secondari nascosti all'interno del castello, fino a spuntare nella sala del trono.
Altissimi pilastri compositi scandivano la sala, per poi trasformarsi in altrettante volte ed archi a sesto acuto.
Dei palchetti scandivano le pareti laterali tra pilastro e pilastro, venivano usati dalla nobiltà nelle grandi cerimonie.
La sala era spoglia di ornamenti, eccezione fatta per la fitta selva di candelabri che illuminava con una luce dorata l'intero ambiente e gli stendardi colorati delle due casate reali.
Collocato sul fondo della sala, il grande trono di pietra era senza ornamenti ed assolutamente squadrato e geometrico, in totale contrasto con gli elaborati troni dei consiglieri e della Regina.
"Nessun luogo di potere deve essere comodo, potrebbe far venire brutti vizi".
Le parole di suo padre le tornarono alla memoria.
"Ti stavo aspettando, sai mia Regina? Siediti qui a fianco"
Ed ecco che finalmente rivedeva il suo sposo.
Era un uomo avanti negli anni, ma non vecchio.
Malgrado la non giovane età e quel viso da bonario, era riuscito a mantenere un fisico asciutto, muscoloso, ancora agile e scattante, che lo rendeva pressoché imbattibile in combattimento.
E per questo, malgrado il matrimonio combinato, la loro relazione non è stata così terribile come pensava.
Al tavolo dei consiglieri erano presenti i suoi tre figli, due maschi ed una femmina, il capo dell'esercito, della guardia reale, e vari esponenti proveniente da nord ed ovest.
Dopo i saluti di rito si sedette accanto al Re, che si alzò.
"Ora che anche la Regina è presente, vorrei cogliere l'occasione per riassumere brevemente quanto trattato fin ora, per tenere meglio a mente quanto detto".
Lei già sapeva tutto, ma fece finta di niente.
"Purtroppo non sono tempi facili, mia signora, strani avvenimenti stanno minando la stabilità politica del continente. A Nord i Celti si spostano verso le sponde del mare Interno, allarmando gli abitanti, mentre ad Ovest i villaggi e le città sono in subbuglio"
Attese che continuasse.
"Ho fatto venire ambasciatori da tutti i più importanti territori per cercare di risolvere dove possibile e di fare chiarezza"
"Non posso che essere d'accordo con la sua scelta, Maestà"
Risposta fredda ma di protocollo.
"Stavamo per sentire le parole dell'ambasciatore Celtico, prego, ha il permesso di parlare"
Il re si sedette, mentre l'altro si alzò.
"Mie maestà, signori di corte, e signor ambasciatore Mediano, noi popoli del nord capiamo che il nostro spostamento, soprattutto perché inavvertito e frettoloso, può aver fatto impensierire ed allarmare tutti."
"Ed allora perché ci venite addosso?".
Il Mediano era quantomai irritato.
"Dobbiamo venire a sud, se non fosse necessario non l'avremmo fatto."
"Ma perché?"
La Regina era curiosa.
"All'estremo nord stanno avvedendo strane cose..."
L'ambasciatore dell'ovest alzò la testa.
"Nei villaggi dell'estremo nord abbiamo avuto sparizioni, devastazioni e rivolte. Non sappiamo per quale motivo né ci sono sopravvissuti che ci possano raccontare, abbiamo solo trovato devastazione, e le tribù più a nord hanno deciso di spostarsi verso sud, facendo spostare le altre in un effetto a catena".
"Siete così codardi? Pensavo aveste le palle".
"Non tollero insulti nella mia sala del trono".
"Come ordinate, sire".
L'ambasciatore non si curò degli insulti.
"La Lunga onda sta arrivando".
"Lunga onda?".
Erano tutti curiosi.
"Una antica verità, profezia, leggenda, la si può chiamare come si vuole, tramandata nei secoli tra noi Celti"
"E cos'è, di grazia?"
Iniziò il racconto, e nessuno pensava a quanta oscurità portasse.
  
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