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Autore: JCI    01/09/2012    5 recensioni
Sono rimasti fino a tardi in palestra una sera, perfezionando la routine a corpo libero di Payson, ma un piccolo bacio di festeggiamento è stato l'inizio di qualcosa di più.
La loro chimica è innegabile e sono solo le circostanze che li tengono divise.
Direttamente da fanfiction.net una delle storie più amate del fandom MIOBI, pairing Sasha/Payson. La storia parte dall'episodio 8x02
ATTENZIONE: TRADUZIONE MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Payson, Sasha, Un po' tutti
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Decisioni Parte 1: A 10.000 Metri





"E' cosi frustrante," disse Payson, mentre tentava di mettere il suo bagaglio a mano nella cappelliera, dopo averci rovistato dentro per almeno dieci minuti, cercando di trovare il suo iPod. Finalmente, si ricordò che era nella valigia che aveva imbarcato al gate. Spinse sul bagaglio, ma quello non si mosse.

Sentì qualcuno muoversi dietro di lei, "Lascia, fammi fare," le disse all'orecchio. Un mese fa, una cosa come quella le avrebbe fatto saltare il cuore in gola, ma adesso, gli si appoggiò contro, per fargli avere spazio per spingere la borsa nello scompartimento sopra i loro sedili. Sentiva una delle mani di Sasha ferma intorno alla sua vita, mentre con l'altra sistemava il bagaglio. Poteva sentire il calore della sua pelle attraverso il tessuto sottile della maglietta che separava la mano dal suo fianco. E' come una fornace ambulante. Rabbrividì in reazione, nonostante il calore.

"Grazie," gli disse e si mosse lungo la fila di sedili, cercando di ignorare il calore che sentiva come se la stesse attraendo verso di lui. Si sedette al suo posto e si voltò per vedere Sasha togliersi la giacca e sedersi accanto a lei. Sembra che anche lui senta un po' caldo. Bene, magari ha avuto effetto su di lui quanto su di me. Ne dubitava.

"Allora, cos'è frustrante? La tua incapacità di riporre il bagaglio nella cappelliera o andare ai Mondiali senza poter competere?" le chiese con un sorrisetto. Stupido, attraente mezzo sorriso con quei suoi occhi assurdamente celesti che scintillano.

Guardò verso di lui e socchiuse gli occhi, ma non rispose. Sasha sogghignò e si girò verso l'assistente di volo per darle la sua ordinazione. Tu, Sasha, sei tu quello che è frustrante. Per un tacito accordo, dalla mattina dopo che lei lo aveva baciato, avevano mantenuto certi limiti. I confini tendevano ad offuscarsi, di quando in quando, ma per la maggior parte del tempo, entrambi si erano comportati di conseguenza. Ma c'erano momenti, piccole cose a cui nessun altro avrebbe prestato attenzione, in cui lei sentiva i brividi lungo la spina dorsale. Ogni tanto lui era semplicemente vicino e questo era abbastanza per farle fremere ogni cellula del corpo in risposta.

Avevano volato da Denver a New York e passato sei ore nei sedili di aereo più piccoli che avessero mai visto, praticamente schiacciati l'uno contro l'altro dalla spalla alla caviglia, le loro mani che si sfioravano ogni pochi minuti, incapaci o restii ad allontanarsi l'uno dall'altro. Adesso, il loro volo verso Amsterdam era in prima classe, pagato dal Comitato Nazionale di Ginnastica, ma comunque, quasi otto ore in uno spazio ristretto la faceva impazzire, e diventavano nove, contando il tragitto in auto da Amsterdam alla sede dei Campionati Mondiali a Rotterdam. Il semplice pensarlo le faceva sentire la tensione lungo tutto il corpo.

"Prendimi un bicchiere di vino," gli disse praticamente ordinandoglielo. Le parole le erano uscite dalla bocca prima di averci pensato.

Lui la guardò incredulo, "Cosa?"

"L'età legale per bere in Olanda è di sedici anni e io ne ho diciassette, prendimi un bicchiere di vino. Siamo in acque internazionali, mi è permesso. Devo rilassarmi e quell'ultimo volo, Sasha, non era rilassante

"Beh, non saprei, a me invece è piaciuto," disse con il basso, roco tono di voce che usava quando flirtava, ma prima che lei potesse rispondere, fece cenno alla hostess e ordinò qualcosa che Payson non aveva mai sentito.

"Contenta?" le chiese.

"Elettrizzata" gli rispose e passò una mano tra i capelli, aveva iniziato a portarli sciolti
solo recentemente, ma aveva rapidamente sviluppato il tic di passarci le dita in mezzo

Sasha sospirò, "Senti, Payson, lo so che questo non è il modo in cui volevi andare ai tuoi primi Mondiali, ma hai bisogno di essere qui. Devi restare nel radar della ginnastica internazionale. I media adoreranno l'idea che tu sia lì per supportare le tue compagne, è una storia grossa, da titolo di testa: 'Payson Keeler si prende un week-end libero dal suo ritorno per allenare le sue compagne ai Campionati Mondiali.'"

Payson guardò verso di lui, "Lo so, ne abbiamo già parlato. E' solo che avrei voluto darti retta dal principio. Se non avessi provato a rientrare nella Squadra Nazionale in Francia, probabilmente ce l'avrei fatta per i Mondiali quest'anno, specialmente visto il modo in cui sto eseguendo le mie routine e adesso devo aspettare fino al prossimo Agosto per i Nazionali." Serrò la mano in un pugno e diede un colpo leggero al bracciolo che la separava da Sasha.

Lui posò gentilmente la mano sopra la sua e la strinse per rassicurarla. Lei si rilassò e Sasha intrecciò lentamente le loro dita. Payson sentì il respiro mancarle. La vista della sua piccola mano quasi interamente avvolta da quella di Sasha le fece agitare piacevolmente lo stomaco. Il pollice di lui strofinava piano, senza fermarsi, l'interno del suo polso, un tocco leggero che credeva dovesse servire a calmarla, ma tutto quello che ottenne fu far aumentare la sua consapevolezza di lui.

"Signore, signora, i vostri drink," li richiamò dal corridoio l'assistente di volo e Sasha si voltò verso la donna, ma non tolse la mano.

Payson prese il suo bicchiere di vino dalla hostess e prese un generoso sorso. Sasha fece la stessa cosa con il suo gin-tonic. Il tocco non poteva, non sarebbe potuto essere male interpretato. Era una carezza, qualcosa di condiviso tra due persone che si amano. L'assistente di volo fece un sorriso indulgente, come se avesse capito qualcosa di loro due. Con ogni sfioramento del pollice contro la pelle sensibile del suo polso, si rilassava di più, finché non fu sicura che ogni osso le si fosse sciolto e ogni segno di tensione se ne era andato dal suo corpo. Non c'era nessuno su quell'aereo che potesse riconoscerli, nessuna ragione per nascondere nulla. No, noi non dobbiamo affatto nascondere questo sentimento completamento inappropriato e sorprendentemente meraviglioso.

Prese un altro sorso di vino e sospirò.

"Ti senti meglio?" le chiese, dolcemente. La maggior parte delle persone intorno a loro stavano dormendo, provando ad evitare il jet lag alla fine del loro viaggio di otto ore. Annuì e sorrise insonnolita. "Dormi un po'," le disse, reclinando il suo stesso sedile. Payson fece la stessa cosa e grazie alla meraviglia di essere in prima classe, potevano reclinare completamente gli schienali. Dopo che l'assistente di volo gli ebbe portato cuscini e coperte e loro si furono sistemati, Sasha riprese la mano che aveva momentaneamente lasciato e di ricominciò con il lento ritmo, e invece di svegliarle tutti i nervi come era successo prima, la cullò fino ad addormentarsi.

Si svegliò da qualche parte sopra l'Oceano Atlantico e guardò a destra, vedendo Sasha sveglio che premeva tasti sul suo laptop. La maggior parte dell'aereo era ancora addormentata. "Lavori?" gli domandò, mettendosi a sedere e sporgendosi oltre la sua spalla per vedere lo schermo, la mano posata comodamente sulla sua schiena, tra le scapole.

"Sto controllando la conferma della prenotazione delle nostre camere, oppure preferisci dormire nell'ingresso?" rispose senza alzare lo sguardo dallo schermo.

Payson inclinò la testa confusa, "Credevo che sarei stata in camera con Kaylie, come in Francia."

Sasha scosse la testa, ancora senza guardarla, "No, non hai alcun legame ufficiale con la Nazionale, oltre al tuo incarico temporaneo di allenatore alla Rock, Coach Keeler, quindi abbiamo le nostre stanze."

"Argh-Coach Keeler, promettimi che queste due parole non saranno mai più messe insieme per almeno i prossimi due anni," disse rimettendosi a sedere, mentre lui chiudeva il portatile e le sorrideva.

"Sei interessata all'allenamento dopo le Olimpiadi? Dopo il tuo infortunio eri stata cristallina che non volessi allenare," dire che fosse incuriosito sarebbe stato un eufemismo.

"Non voglio allenare e guardare le altre persone raggiungere qualcosa che io posso solo sognare," rispose, sapendo di suonare estremamente egoista. "Questo fa di me una persona terribile?"

Sasha rise, "No, inoltre, sono fermamente convinto che per capire come si diventa campione Olimpico, devi esserne stato uno o almeno esserci arrivato vicino. Te l'ho già detto Payson, che ti piaccia o no, tu sei una leader, le persone ti ascoltano e quando tutto questo sarà finito, allenare potrebbe essere il tuo lavoro."

Payson sorrise, "Forse allenerò con te. Non sarebbe interessante? Voglio dire, chi sarebbe capace di resistere dal mandare le sue ginnaste ad allenarsi sotto due vincitori dell'oro Olimpico?"

Sasha sorrise in risposta. Aveva ragione lei, sarebbe interessante, non è vero, Beloff? Allenare fianco a fianco con un'estremamente disponibile, estremamente LEGALE Payson Keeler, giorno dopo giorno, le lunghe notti nell'ufficio della palestra - fermò il suo treno di pensieri prima che andassero completamente fuori controllo. "Non vuoi andare all'università?"

Payson si strinse nelle spalle, "Non per fare ginnastica, riesci a immaginarti passare dalle Olimpiadi al NCAA? Credo che mi ammazzerei, però credo che laurearmi sarebbe una buona idea, l'Università di Boulder ha un fantastico programma di Fisiologia Integrata."

"Fisiologia Integrata?" ridacchiò Sasha. Controllava periodicamente i voti delle ragazze, ma tendeva a controllare se ci fossero problemi e niente di più, ma la maniera noncurante in cui lei aveva pronunciato quei paroloni, gli faceva pensare che forse doveva dare un'altra occhiata a quelli di Payson. Che la ragazza fosse anche un genio? "Sembra...difficile."

Lei rise, "E' lo studio del corpo umano, di come si muove, delle sue capacità, dei suoi limiti e di come lo si può usare per varie attività, inclusa la ginnastica di livello élite. E in verità hanno appena cambiato il nome del dipartimento da Chinesiologia a Fisiologia Integrata, se ti aiuta."

Ah, beh, questo suona molto più familiare; non sei un completo uomo delle caverne, Beloff. Sasha si schiarì la voce, sollevato che lei non stesse parlando di qualche oscuro campo di studio che gli avrebbe fatto girare la testa, "Sembra molto meno difficile nel secondo modo."

"Già, non è così male e immagino che farebbe comodo come coach di ginnastica di livello élite, sapere esattamente come il corpo può muoversi e piegarsi."

Sasha si spostò più vicino a lei, "Allora, questo è qualcosa con cui io ti posso decisamente aiutare," mormorò, mentre entrambi si avvicinavano l'uno all'altro, ma al contrario di quel momento in palestra mesi prima, quello era un lento crescendo, avevano tempo di pensarci.

Una pessima idea, Beloff, decisamente pessima. La mano di lui salì ad accarezzarle delicatamente la guancia e lei si appoggiò al tocco, desiderando essergli più vicina.

Ha diciassette anni. Si chinò e strofinò il naso contro la guancia di lei, seguendo il percorso che aveva già fatto con la punta delle dita. I loro nasi si toccarono affettuosamente ed entrambi chiusero gli occhi.

Sei il suo allenatore. "Sasha," mormorò Payson e lui sfiorò piano le sue labbra, solo una carezza al suo labbro inferiore, i loro respiri si mescolarono per un attimo.

Questo è il peggior limite che tu possa oltrepassare, l'ultimo tradimento di un coach alla sua atleta. La mano di Payson si avvicinò e gli accarezzò dolcemente il retro del collo, facendolo rabbrividire in risposta. Lui si strinse più vicino, spostando la sua attenzione dal labbro inferiore a quello superiore, sentendola rispondere a tono, la sua lingua che timidamente cercava quella di lui.

E' una bambina!

"Payson," disse senza respiro, allontanandosi e aprendo gli occhi. Entrambi espirarono e posarono la fronte l'una contro l'altra per cercare sostegno. "Mi dispiace, non so quello che - Mi dispiace."

Payson si allontanò appena, come se non volesse ancora perdere il contatto con lui. "No, no sono stata anche io. Abbiamo detto, io ho detto, che non sarebbe successo di nuovo," sussurrò. "E' stata colpa mia." Riusciva a malapena a non andare in pezzi. Non l'aveva mai vista così fragile, nè quando il suo infortunio alla schiena era nella fase acuta, nè quando pensava che i suoi sogni Olimpici fossero finiti e nemmeno quando aveva momentaneamente perso la strada dopo l'intervento. Era lui ad averla ridotta così.

Sasha sospirò e le mise una mano sulla spalla, massaggiandola piano. Prese un respiro profondo. "Okay, ecco quello che faremo. Questo," indicò loro due, "questo è quanto di più inappropriato
esista. Non possiamo continuare così."

Payson fece cenno con la testa, ovviamente aspettando che continuasse. Gli piaceva l'espressione sul suo viso, era la faccia concentrata di Payson, quella che aveva quando gareggiava. "Sono d'accordo, abbiamo una missione e non è uno scopo qualunque, sono le Olimpiadi."

Sasha si voltò verso di lei e le prese mano nella propria, meravigliandosi di quanto fosse più piccola rispetto alla sua, "D'accordo, quindi questo," fece di nuovo cenno a loro due, "non può succedere," disse e sentì la sua mano irrigidirsi sotto la sua, "non può succedere adesso," specificò.

Payson guardò verso di lui. Sta dicendo quello che credo che stia dicendo? Pensò ad Emily a all'accordo che aveva fatto con Damon e a quanto l'idea le fosse sembrata folle e totalmente romantica. "Poco meno di due anni." L'ho detto ad alta voce?

Sasha prese un brusco respiro. Due anni, vecchio mio, due anni è un tempo dannatamente lungo. "Due anni," disse e guardò verso di lei. Lei ne vale la pena? Due anni di niente, nessun'altra, celibato, passando ogni momento di veglia con lei, senza poterla avere. Sei abbastanza forte? Vuoi esserlo? Lei ti vorrà ancora tra due anni? Sarà una diciannovenne e Signore, tu ne avrai quasi trenta, vecchio è l'appellativo giusto. E comunque, anche tra due anni, la gente parlerà. Ma da quando ti importa di quello che la gente pensa di te, Beloff?

Lei guardò alle loro mani, ancora intrecciate sul bracciolo tra loro due, e poi verso di lui, i suoi occhi blu scuro in quelli chiari di lui. "Sasha?" chiese.





Note:
JCI usa spesso il termine "lovers" e dopo tanto scervellarmi, ho pensato che l'unica scelta sensata fosse "persone che si amano" visto che in italiano la traduzione letterale "amanti" indica o una relazione adultera, o due persone che comunque vanno a letto insieme. Qui invece mi sembrava più importante evidenziare il sentimento, visto che nessuna delle due cose che ho detto prima è applicabile a loro due.

NCAA è la National Collegiate Athletic Association, praticamente la lega sportiva dei college (è un livello semi-professionale) e comprende anche la ginnastica artistica. (oltre ai famosi campionati di football dei college)

Tutte le misure che inserisco sono convertite dall'inglese, ma non sempre posso usare le misure precise. Ad esempio, nel titolo si parla di 10.000 metri, nell'originale erano 35.000 piedi (ft). Ora, 35.000 ft sono esattamente 10.668 metri, ma non si dice "siamo in un aereo a 10.668 metri d'altezza" è ridicolo. Di solito si dice "siamo a 10.000 metri di altezza". Quindi ecco spiegata la mia scelta.

Le note sono utili o sono una noia?








  
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