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Autore: twisted__    01/09/2012    2 recensioni
Un Severus Piton tormentato dagli occhi del ragazzino tanto odiato alla ricerca di una donna ormai persa, Hermione e Harry legati da un filo invisibile che non si decide ad accorciarsi e una storia raccontata a più voci. Cosa succederebbe se Harry decidesse di esser meno cauto? Come può Hermione gestire un sentimento che prova da quattro anni?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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La mattina del ritorno a Hogwarts è caratterizzata dal chiasso. Hermione lo sente ovunque, fuori dalla sua porta, sulla rampa di scale, fuori dall’uscio e nella sua stessa stanza. Le chiacchiere di Ginny sono fitte e indistinte all’orecchio di Hermione. Le guarda solo i suoi capelli rossi muoversi frenetici da una parte all’altra della stanza.
 “Hai capito Hermione?”
 “ Cosa?”
Ginevra sospira guardandola dubbiosa.
 “Ho detto..beh sì, ho detto che mi piacerebbe sapere come farmi vedere da Harry senza dare troppo nell’occhio”
Hermione sorride e risponde con un tono di voce garbato. Troppo garbato per lei. Prega di ritornare in sé.
 “Cerca di essere te stessa, altrimenti anche se dovesse notarti, non noterebbe Ginny Weasley.”
Ginevra annuisce e ripone diversi vestiti nel baule. Hermione pensa con sarcasmo alla battaglia silenziosa apertasi fra Ginny e Cho Chang.
Ripensa con l’amaro in bocca a quella notte con Harry seduti in cucina.
 “Credo che mi piaccia ancora Cho Chang”. Lo aveva detto in un sussurro, quasi come se si stesse scusando.

 “ Per cosa ti scusi, Harry?” –aveva pensato- “La vita è tua ed io sono un personaggio di importanza secondaria. Sapevamo sarebbe successo”.
 
Non glielo aveva detto. Lei aveva sorriso, non aveva sentito il bisogno di piangere e sempre a bassa voce aveva risposto.
 “Dov’è la novità, Harry?”
Avevano riso, entrambe con l’amaro in bocca tipico dell’adolescenza, quando per un motivo o per un altro la vita sembra averti deluso.


L’insistenza di Ginny scaraventa Hermione dal ricordo contro il muro freddo della realtà. Abbandona i suoi pensieri e la ascolta parlare.
 “Stai bene, Hermione?”
 “Sì, benissimo. Scendiamo?”
 “Io direi di sì, altrimenti la mamma griderà ancora e la signora Black cercherà di contrastarla”.
Hermione sorride e trascinando dietro di sé il suo baule segue Ginny verso le scale.
 “FRED, GEORGE! SIETE IMPAZZITI?!”
Le urla della signora Weasley fanno tremare il corridoio mentre due bauli schivano la testa di Hermione prendendo in pieno Ginny  facendola precipitare.
 “POTEVATE FARLE MALE SUL SERIO, IDIOTI!”
“Fred, razza di idiota!”
Ginny, rossa fino alle orecchie, è fuori di sé e si scaglia sul primo dei due gemelli che le passa davanti.


Hermione la guarda lottare e nuovamente pensa a chi delle due fra Ginny e Cho avrebbe preferito Harry.
Ginny? Capelli rossissimi, grinta da vendere e vita che le esplode nelle vene?
O forse Cho? Bella Corvonero dai lunghi capelli neri e occhi scuri?
Sorride paragonandosi a loro.
Belle. Indubbiamente molto belle.
E lei invece? Per cosa avrebbe mai potuto sceglierla? Per il cipiglio della saputella o i dentoni? Perché avrebbe dovuto? Perché dovrebbe volere qualcuno con cui combattere e non una “principessa da salvare” come tutti?
 
Edvige plana leggera nella stanza posandosi sul braccio di Hermione che approfitta del trambusto per salire di sopra.
Entra piano nella stanza di Harry dopo aver bussato leggermente trovandolo chino ad allacciarsi le scarpe.
 “Mamma e papà hanno appena rimandato indietro Edvige. Tu sei pronto?”
Lui si volta sereno e le risponde col sorriso.
 “Quasi. Ginny sta bene?”
Un moto di rabbia le brucia lo stomaco e la gola.


Perché? Perché non chiedi a me “come stai?” ?
Cosa ti fa immaginare, Harry Potter, che io stia bene?
Vedi solo le ossa rotte? Sai guardare solo quello?
Quanto sei cieco, Harry Potter. Cieco, e i tuoi occhiali e due begli occhi per quel tipo di cecità non possono fare niente.

Niente.
“La signora Weasley l’ha risistemata. Aspettiamo la scorta.”
 “La scorta?! Non dovevamo..?”
 “No. Tu devi andare con la scorta”.
Harry sbuffa e a Hermione viene da sorridere ma ha la mascella paralizzata.
 “E ora scendiamo, altrimenti perderemo il treno”
Escono dalla stanza senza guardarsi e lei si precipita giù dalle scale con Harry al seguito. Ginevra la guarda e dentro i suoi occhi ci sono fiumi di parole
 
“Tranquilla Ginny” –pensa- “I suoi occhi mi passano attraverso, come un fantasma”.


Hermione gira lo sguardo e guarda il cane nero che le restituisce lo sguardo.
 “Sirius! Sei sempre tu!”
 

***

 
La strada mi si spalanca davanti e la luce del sole riscalda il pelo nero che mi riveste.
Oggi sono Tartufo, o forse Fido sarebbe un nome migliore. Oggi non sono Sirius Black, ed è un giorno migliore di ieri.
Inseguo la mia libertà che è travestita da piccione, mascherata dal muso di un gatto con occhi diffidenti.
Ti vedo ridere, Harry, e la tua risata è tanto simile a quella di James. E allo stesso binario dove io e lui abbiamo tante volte aspettato il nostro treno, ora ci siamo io e te.
Non posso parlare, potrei abbaiare ma forse per colpa del sole non riesco a fare nemmeno quello. Sarà la sua luce, ma ho il cuore che mi esplode di felicità mentre il resto della scorta mi guarda severo.
Tu invece mi guardi e ridi, e malgrado la contrarietà di Hermione, lei ride con te.
Non ride per me, lei ride con te.
Tu forse non la guardi, non lo sai, ma lei è innamorata di te.
Come faccio a saperlo? Riconosco i suoi occhi, Harry. Ma tu sei inesperto, non lo immagini. Tu davanti a te vedi Voldemort e come contorno qualche ragazza per passare il tempo, giusto per raccontarti che tu sei come gli altri.
Ma imparerai che l’amore è fuoco, Harry: anche se lo ignori, lui ti scotterà lo stesso, magari ti brucerà. Non puoi chiudere gli occhi per sempre.
Però adesso su, parti.
Io corro, corro col treno.
Corro con te.
Vai e lotta contro Voldemort. Lotta con uno sguardo.
Lotta tutte le volte che guarderai Hermione.
Lui lo combatti così, amando, dimostrando che se James e Lily sono morti è stato per darti questo.
L’amore che hanno avuto e che tu meritavi di conoscere.
Ma intanto corri.

 
***

“Andiamo a cercare uno scompartimento allora?”
 “Io e Ron dovremmo andare alla carrozza dei prefetti.”
La rabbia comincia a bruciare gli organi di Harry. Il moro ingoia saliva e rabbia e sforzando tutti i suoi muscoli, sorride.
 “Bene, allora ci vediamo dopo.”
 “Sicuro” risponde Ron lanciandogli uno sguardo furtivo. Harry lo guarda e non si concentra sulla seconda metà del discorso.
Pensa accecato da una rabbia che non conosce.


“Voltati. Ti prego voltati Hermione. Guardami”
Lui lo pensa e non succede. Lei guarda altrove e non si volta un secondo. Continua a pregare.
Niente, non succede niente.


“E’ uno strazio doverci andare.”. Harry guarda l’amico e con l’attenzione di nuovo rivolta alla realtà, risponde.
 “Lo so.”
Ron e Hermione percorrono il corridoio chiacchierando fra loro e Harry si sente abbandonato.
Si sente anche stupido.
Arrabbiato e stupido.
 “Andiamo?”.
La voce di Ginny lo riporta alla realtà.
 “Eh?”
 “ Andiamo, così se ci muoviamo riusciremo a tenere il posto anche per loro.”
 “Sì, giusto”
Dopo aver incontrato Neville davanti a uno scompartimento, presero posto accanto a una bionda Corvonero con occhi sporgenti.
Seduto davanti a lei, Harry si è già pentito.
”Tu sei Harry Potter.”
 “Lo so.”
Harry è sconcertato dai suoi occhi fissi su di lui.
Lei gli sorride e Harry si ritrova a fare paragoni col sorriso di Hermione. Si arrabbia di nuovo, questa volta con sé stesso.
Hermione no, non in quel modo, se lo era già detto.
E quella bionda, Luna, avrebbe potuto essere un’alternativa? Ginny?
Neville cerca nella borsa prendendo per sbaglio a gomitate le gambe di Harry. Riemerge dalla borsa con una piantina, a sua della tua Mimbulus Mimbletonia.
 “Ehm…e fa..cosa?”
 “Un sacco di cose, Harry! Sa difendersi benissimo, guarda!”
Neville con una piuma punzecchia la piantina ed Harry è pronto al peggio ma non riesce ad alzare le mani in tempo che un liquido puzzolente lo colpisce in piena faccia. Mentre Neville si lancia in scuse balbettate, Harry vistosamente nervoso ne sputa una boccata a terra.
“ Oh, ciao Harry. E’..è un brutto momento?”
Con una manica, Harry ripulisce gli occhiali e solleva lo sguardo sul viso delicato di Cho Chang.
 “ Avevo pensato di passare a salutarti ma..ehm..magari torno dopo. Ciao Harry”
Harry risponde al saluto guardandosi le scarpe e mentre Neville ripulisce pensa all’orrenda figura appena fatta. Poi ripensa agli occhi di Hermione, quelli che avrebbero sorriso per una brutta figura.
Sorride di riflesso, poi si rimprovera e si dice che fra l’amore e la cotta sceglie la cotta.
La meno pericolosa.
 “Gratta e Netta. Ecco fatto. Harry stai bene?”
 “Sì Neville. Tutto bene”
E proprio in quell’istante arriva Hermione.
Si sorridono e lei parla come se non fosse niente.


Salve ragazzi! Non me ne volete per il ritardo, ma ho lavorato molto a questo capitolo e spero vi piaccia.
Niente, vi ringrazio sempre per il numero crescente di lettori e di attenzioni, c'è chi mi ha anche segnalato per le storie scelte e vi ringrazio tutti.
Spero di essere alla vostra altezza.

 
   
 
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