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Autore: alexander michael karev    01/09/2012    6 recensioni
Ero certa, da stupida quale sono, che sarebbe bastata una vacanza, un viaggio. Sicura che due mesi in Irlanda a finire l'anno sarebbero stati sufficienti per non pensare più costantemente a lui.
Sara e Luca. Luca e Sara.
Un amore grande almeno quanto impossibile.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando tutte le parole sai che non ti servon più.



-No Luca, ti dico che è impossibile fargli cambiare idea.. papà mi ha chiamato dieci minuti fa tutto eccitato, mi ha quasi supplicato di poter accompagnare lui Marta a danza oggi-

Sento nitidamente mio marito sbuffare dall'altro capo del telefono.

-Volevo davvero portare io mia figlia al primo giorno di danza-

Non posso fare a meno di sorridere, mentre un suono sempre più nitido si fa spazio nella mia testa, come una canzone che una volta conoscevo a memoria ma ora mi riporta solo un leggero ricordo. Come se associassi qualcosa a questa vecchia canzone, ma non ho la minima idea né di quale melodia sia né tanto meno che ricordo mi porti. La musica si interrompe in un istante e sento un profondo fastidio nel silenzio che si crea.

-Sara-

Sento la voce di mia madre, lontana.

-Sara, amore, è pronto da mangiare-

Apro lentamente gli occhi, decisamente disturbata dalla sveglia. Mi stiracchio e poi mi posiziono seduta, tanto per riprendere contatto col mondo esterno.

-Dai Sara, veloce che ci sono Luca e Silvia a cena-

Perfetto. Se già prima la sensazione di fame scarseggiava, ora è proprio scomparsa. Si è dileguata in un istante, nascondendosi nel posto più remoto del mio stomaco.

Mi alzo e raggiungo il bagno, poi mi guardo allo specchio. Odio la mia pelle così tanto giovane, odio il fatto di non avere nemmeno una piccola ruga sul mio viso e, soprattutto, odio il brufolo che è comparso, segno inequivocabile della mia giovinezza. Apro il lavandino e butto entrambe le mani sotto il getto rinfrescante d'acqua, la sensazione di sollievo è immediata.

-Sara-

Mia mamma urla il mio nome per l'ennesima volta, neanche fossi l'anima della cena. Come se senza di me questa serata non potesse esistere, forse è proprio il contrario. Fosse per me, Luca e Silvia, mia zia Silvia, qui dentro non ci metterebbero più piede.

Raggiungo il tavolo in salotto, ignorando il senso di nausea che mi provoca la visione del bacio tra i due fidanzatini.

La cena scorre lentamente, non parlo praticamente mai, salvo i rari casi in cui vengo direttamente interpellata. Non sembro essere in grado di staccare lo sguardo da loro due, non riesco a perdermi nemmeno una carezza di lui. La tocca continuamente, anche sfiorandola. Ogni volta che parla, che racconta qualcosa, finisce per guardarla con un'espressione, mi fa venire l'orticaria anche il solo pensiero che lui la possa rivolgere ad un'altra. Quando siamo arrivati al dolce, dopo l'ennesimo sguardo preoccupato di mia nonna, sento Silvia schiarirsi la voce e cominciare a parlare, sembra agitata.

-Ehm, ragazzi, noi dovremmo darvi una notizia-

Luca sta attento a non incrociare mai il mio sguardo, non credo che questa notizia mi piacerà. Prendo a strofinarmi le mani, agitata anche io.

-Insomma, ci sposiamo, di nuovo-

Sento un tonfo, dev'essere il mio cuore che cade a picco verso il pavimento. Non sento più nemmeno un battito, come se il mio cuore fosse sparito, come se non esistesse più. Dev'essere questa la sensazione di un cuore che si spezza.

Sposto lo sguardo verso i miei genitori, entrambi guardano radiosi i due ragazzi. Mia madre si butta addosso a Silvia, cominciando a blaterare chissà cosa. Mio padre prende a congratularsi con Luca, anche se sorride chiaramente, sembra piuttosto confusa da questa notizia, almeno non sono l'unica. Mi volto verso mia nonna, mi sta guardando scioccata. Non se lo aspettava neanche lei a quanto pare. Mio papà si alza per abbracciare Luca. Ecco, così doveva andare, così l'avevo immaginata. Mio padre che abbraccia il mio futuro sposo, sinceramente contento della mia felicità. Sento le lacrime prepotenti iniziare a spingere per poter scendere lungo le mie guance. Tentando di passare inosservata mi alzo da tavola e raggiungo il bagno, più velocemente possibile. Mi chiudo la porta dietro le spalle, a chiave, e poi mi accascio per terra con la schiena contro essa. Lascio libere le lacrime di scorrere, accompagnate da chiari singhiozzi e spasmi. Proprio a me doveva capitare questo amore così impossibile e complicato. Non potevo innamorarmi di un ragazzo della mia età, uno come Tito, che non fosse il migliore amico di mio padre, trentatrenne.

Sento bussare alla porta delicatamente.

-Sara, tesoro, sono la nonna.. fammi entrare-

Giro la chiave e mi scosto appena dalla porta, per lasciare libero lo spazio di apertura. La nonna entra e si chiude la porta alle spalle, poi mi guarda quasi commossa e si piega, sedendosi accanto a me. Mi abbraccia, trasmettendomi il calore che solo lei è sempre riuscita a trasmettere, il calore necessario affinchè i miei singhiozzi riprendano, ancora più forti.

-Perchè a me?-

Mi stringe, accarezzandomi la schiena, e sospira.

-Shh, tesoro non lo so.. non lo scegli tu-

Un altro singhiozzo, nascondo il mio viso sulla sua spalla e sento nitidamente il suo maglione cominciare a bagnarsi a causa delle mie lacrime.

-Perchè doveva capitare a me tutto questo? Mia zia, lo capisci?-

Si morde il labbro, sofferente. Non vorrebbe per niente al mondo vedermi in questo stato, darebbe qualunque cosa per potermi vedere felice.

-Si amore, è ingiusto-

Mi allontano da quell'abbraccio, appoggiandomi al muro ad aspettare che i singhiozzi si interrompano, aspetto semplicemente che tutto questo dolore se ne vada. Chiudo gli occhi mentre sento arrivare dall'altra stanza la risata sonora di Luca, seguita dagli altri.

Riuscirò mai a ridere così di nuovo?





Note dell'autrice: Posso capire che nessuno segua la storia, dopo tutto è passato un sacco di tempo da quando è finito il telefilm.. comunque continuerò a pubblicare, giusto per averla da qualche parte. 
E.

  
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