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Autore: JennySoul    02/09/2012    0 recensioni
Lei si ritrova ad affrontare una nuova vita, con un passato segnato dal dolore per una grande perdita, un padre assente ed un ragazzo che si è preso gioco dei suoi sentimenti.
Lui ha una vita piena d'opportunità davanti a sè, ha tutto ciò che si può desiderare, ma qualcosa forse manca, gli manca quel pizzico di felicità in più.
Cosa succede se queste due persone si incontrano? Cosa succede se il destino però non è a loro favore? Cosa succede se uno dei due viene strappato all'altro troppo presto?... Entrate e lo scoprirete..
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Dopo un’ora di monologo del professore sull’inferno di Dante, finalmente riesco a scappare da quell’aula piena zeppa di gente. Voglio uscire di qui, il professore è un ciccione noioso, che non riesce a mettere due parole in croce e non si riescono a prendere due righe di appunti di seguito. Ho solo voglia di prendere un caffè, per fortuna mi ha chiamata la mia amica Alessia, è arrivata in facoltà, così avrò qualcuno con cui stare. Sono ancora con le testa bassa, mentre cerco di infilare il cellulare nella tasca interna della borsa, quando mi scontro con qualcosa, o meglio con qualcuno, e finisco para para con il sedere per terra. Credo che il mio viso abbia assunto ogni possibile tonalità di rosso, non ho neanche il coraggio di alzare lo sguardo, ma ecco che mi vedo arrivare una mano in segno d’aiuto per tirarmi su, l’afferrò e mi alzo, decidendomi ad alzare anche la testa. Ed eccolo qua, bello come il sole, lì in piedi che mi guarda con un’aria che è un misto tra ‘’oddio sto per scoppiare a ridere’’ e ‘’ti sei fatta male?’’. La mia mano è ancora lì, aggrappata alla sua, nonostante io abbia riacquistato tutto il mio equilibrio, non riesco a posare lo sguardo altrove, quei suoi fantastici occhi azzurri sono magnetici. Non so quanto tempo sia passato, credo poco meno di un minuto, anche se a me è sembrato un secolo, finalmente mi parla
-‘’Scusami, ti sei fatta male? Ero distratto, stavo rimettendo una cosa in borsa’’ provo a farfugliare qualcosa e alla fine riesco a produrre una frase di senso compiuto, o quasi
-‘’oh no, io non guardavo, perché il telefono, nella borsa, non riuscivo…’’ ok basta, meglio che sto zitta, sennò ‘sto qui sicuro chiama il CTO.
-‘’Comunque piacere, mi chiamo Tiziano’'
-‘’io sono Federica..’’
 -‘’Ti va un caffè?’’
-‘’Ma certo…’’
sorrido come una scema ed insieme ci avviamo verso il bar che avevo visto prima di entrare a lezione. Meglio mandare un messaggio ad Alessia

‘’Ale, imprevisto, gran bel pezzo d’imprevisto… poi te chiamo ’’.

Si offende sempre quando le do buca all’ultimo, ma questa volta avrebbe capito, doveva capire. Tiziano è poco più avanti di me e si gira come per controllare che io ci sia ancora, questo non mi fa di certo poco piacere. Una volta arrivati davanti la cassa lui mi si mette davanti e mi impedisce di pagare, io già sono bassa, lui è un po’, ma solo un pochino, più alto e mi copre tutta la visuale. Non mi dispiace prendermi qualche secondo per contemplarlo in silenzio, capello biondo quasi totalmente rasato, giacchetto di pelle, nero, jeans senza cinta e converse rosse. Distrattamente sento solo la sua voce che dice al cassiere
-‘’Lucià, pagate sti du caffè và’’  e ride, con una risata così contagiosa che non posso far a meno di sorridere. Al bancone a preparare i caffè c’è una ragazza mora, con i capelli lunghi fino a metà schiena, tutti lisci, con un rossetto rosso fuoco e tutto un trucco sugli occhi stile Moira Orfei. Lei subito mi squadra, poi fingendo che non sia lì si gira verso lui e tutta gongolante gli fa  
-‘’Ciao Tì, tutto bene?? Sta tesi è pronta?’’ e ride, la gallina, io alzo gli occhi al cielo, pregando che lui non le dia spago, anche se non ci spero, ma con grande sorpresa si limita a chiederle i due caffè e poi, con mia immensa soddisfazione, si gira verso di me e sorride. In quel momento il collasso è stato evitato per grazia divina ricevuta. Prendiamo il caffè in silenzio, ogni tanto getto un’occhiata su di lui per vedere cosa fa, ma puntualmente mi becca ed io non posso far altro che arrossire e sorridere.

–‘’Ti ringrazio per il caffè, ma ora devo proprio andare.’’ Voglio flagellarmi per questo, ma credo sia il caso di andare, altrimenti Alessia verrà a cercarmi con un fucile a pompa. Lui mi guarda e fa la faccia triste, è così buffo che non posso fare a meno di ridere e come mio solito mi porto una mano davanti al viso, mi sento in imbarazzo quando rido, penso sempre ‘’chissà che espressioni brutte faccio’’. Mi prende la mano e la sposta, levandomi da davanti gli occhi anche una ciocca di capelli che non voleva saperne di stare al posto suo, poi con una voce dolce mi dice 
-‘’Non coprirti quando ridi, hai un sorriso stupendo’’. Io sono debole di cuore, ma mica vorrai uccidermi con queste tue uscite.
-‘’ Grazie… ora devo proprio scappare, o verrò lapidata dalla mia amica che mi aspetta.’’ Lui ride, ed ecco sfiorato di nuovo un collasso.
–‘’Dai vai, non vorrei averti sulla coscienza poi’’ si avvicina e mi da un bacio sulla guancia, si infila i suo Ray Ban a goccia e se ne va.
Io rimango lì a guardarlo che si allontana e si dirige verso l’altro edificio, non ho la più pallida idea di cosa ci sia lì, ne di quello che ci stia andando a fare, ma l’unica cosa che so è che la giornata, apparentemente iniziata malissimo, ha preso una piega decisamente migliore. 

Ancora frastornata dall’incontro imprevisto, finalmente incontro Alessia, che ancor prima di salutarmi inizia subito a far mille domande sull’imprevisto di qui le avevo scritto. Alessia è la mia migliore amica da sempre, è dolcissima, anche se vuole nasconderlo, preferisce mantenere una facciata da dura, raramente le riesce. Sarà quel viso da bambola di porcellana, così delicato, e quei capelli biondi che le incorniciano il volto, quel sorriso sempre stampato in faccia che la fanno apparire tenera ed indifesa, più di quanto non sia in realtà. Mi scappa da ridere a guardarla, il suo abbigliamento ed i suoi modi di fare cozzano con questa sua apparente innocenza. Porta dei jeans chiari strappati davanti, su entrambe le gambe, converse nere, piene di scritte, una maglietta con un teschio brillantinato ed un giacchetto di jeans.  
–‘’Dai andiamo a pranzo e ti dico tutto…’’ lei mi guarda di sottecchi, tira fuori il suo pacchetto di Camel Light, estrae due sigarette ed una me la porge. Mentre fumiamo inizio a raccontarle tutto, dalla stronzetta che voleva invitarmi alla festa di economia, a Tiziano ed il suo magnifico sorriso. 






 

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OCCHI A ME PLEASE.




EHIIII, BABES...


Eccomi, ho deciso di mettere subito anche il secondo, dato che era bello pronto...
Allora, praticamente sto descrivendo la mia Università, lol...

Tiziano esiste davvero ed è davvero così maledettamente ASDFGHJK...
Sì, sono pazza di lui dal primo giorno che l'ho conosciuto...
No, non è la vera storia quella di lui, ma vabbè, pazienza...

Passando a noi...

Nel prossimo capitolo usciranno fuori tante cose riguardo FEDERICA...
e capirete perchè ho messo anche l'elemento ''DRAMMATICO''...
Vi chiedo solo di RECENSIRE anche se per una critica,
perchè almeno capisco se siete interessati alla storia e vale la pena continuare....

xx, Fede.

 

  
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